School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

35.La battaglia di Springville (pt. 1)

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By GiulSma

La mattina dopo la rapina nel minimarket, Will aveva dovuto spiegare tutto al suo sensei.
E con tutto si intende la questione del tredicesimo titano e di come era riuscito ad utilizzare poteri al di fuori di quello che era stato segnato sul suo fascicolo, ovvero la capacità di rigenerare le cellule e quindi di curare le persone.

Il suo discorso durò più di due ore e più parlava più Red Slayer empatizzava e si preoccupava per il ragazzo.

Secondo lui quel potere non prometteva nulla di buono e il solo pensiero che ci fosse un Villain che lo avesse ereditato lo terrorizzava e allo stesso tempo lo induceva a pensare che prima o poi i due si sarebbero scontrati e che la loro battaglia sarebbe stata così distruttiva da uccidere centinaia di vite.

Così decise di aiutare Will e di insegnargli come come ottenere il controllo del proprio corpo e di utilizzarlo in battaglia.

«Su, non fare domande e vieni nel mio dojo» gli disse con tono scontroso.

Will annuì, rigido come un pezzo di legno, e seguì il suo sensei nella lunga stanza aperta accanto alla sua casa.

Gli venne gettato addosso un kimono bianco e gli fu detto di metterselo nonostante fosse un po' troppo grande per lui.
Will aveva da poco superato il metro e settanta grazie ai suoi allenamenti, ma era ancora troppo basso per indossare qualcosa che stesse ad un adulto alto più di un metro e ottanta, perché era quella la taglia del kimono.

In sua difesa Red Slayer disse: «Pensavo fossi più alto e te l'ho preso di questa misura. Se non ti sta fai dei risvolti e fermali con le forcine che si trovano nell'armadio all'angolo della stanza»

Il ragazzo fece come gli era stato detto e in meno di cinque minuti si era già sistemato ed aveva iniziato a riscaldarsi correndo senza scarpe per tutto il perimetro esterno del dojo dove tirava un'aria piuttosto gelida. Avendo su solo il kimono e dei pantaloncini sotto stava congelando, ma non poteva lamentarsi altrimenti lo avrebbe fatto dormire fuori per ripicca.

«Perfetto ragazzo! Torna dentro e togliti le calze sporche» gli ordinò il sensei prendendo un bastone da combattimento.

Appena rientrò togliendosi le calze, il maestro gli tirò una bastonata sulla spalla facendolo piegare dal dolore.

«Oh, sei così fragile? E dove sono i tuoi riflessi da supereroe?» lo punzecchiò con un lieve sorrisetto. «Alzati in piedi e non fare scenate. Oggi imparerai due cose: la prima è avere dei riflessi pronti e veloci e la seconda è la resistenza al dolore. Ci sei? Iniziamo»

Per tutta la giornata Will prese bastonate su bastonate e non riusciva a schivarne quasi nessuna perché il suo sensei, essendo un samurai, aveva una rapidità e un'agilità che solo questi possedevano.
Se fosse riuscito a schivare i suoi colpi sarebbe riuscito a farlo con chiunque ed era questo il vero scopo del suo maestro. Dove non poteva attaccare doveva schivare e sopravvivere, è così che funzionava nei combattimenti.

Una volta calato il sole si potè finalmente riposare e concedere una gustosa ciotola di ramen fatto in casa e dei mochi comprati al minimarket che aveva salvato il giorno prima.

«Hai fatto schifo oggi» gli disse sinceramente Red Slayer, senza utilizzare alcun filtro delle parole per non ferire il suo allievo. «Ne hai schivati solo quattro e mi hai fatto annoiare a morte. E come se non bastasse ho mangiato poco a pranzo!»

Will abbassò la testa sconsolato e appoggiò le bacchette sul tovagliolo smettendo di mangiare, suscitando la compassione dell'altro.

«Ma ammetto che sono stato piuttosto duro con te nell'allenamento e che per essere stata la tua prima volta sei stato meglio di quanto mi aspettassi. Hai del potenziale, devi solo tirarlo fuori»
«Grazie»

«Nei calci e nei pugni che provavi a tirare al bastone ho riconosciuto dei movimenti del karate. Hai fatto quest'arte marziale?»
«Sì, ma non ero molto bravo all'epoca e spesso mi utilizzavano come manichino per provare i loro attacchi»

Red Slayer scoppiò in una sonora risata, una di quelle sincere e con un po' di pietà, e sbatté la mano sul tavolo facendo tremare tutto.

«Immaginavo! Hai la corporatura snella, tipica di uno sfigatello, ma ammetto che hai qualche sentore di muscoli che ti rendono meno ridicolo. Vuoi un consiglio? Lascia perdere tutto quel che hai imparato prima perché non ti servirà a nulla adesso. Inizierai da zero e voglio che domani tu me lo dimostri riuscendo a schivare ben tre bastonate di fila. Se non ci riuscirai dovrai pulire il bagno, ci stai?»
«Ci sto»
«Bene! Ora tieni la testa alta e mangia quel ramen. Dopo una giornata faticosa la cosa migliore è la cena!» Congiunse le mani in preghiera e con gioia disse: «itadaki masu!» e iniziò a mangiare.

Il giorno seguente fu più faticoso del primo: Will non riuscì a vincere la scommessa e fu obbligato a pulire il bagno la sera prima di mangiare.
Non che la stanza fosse sporca o puzzolente, ma è molto difficile lavare per bene un bagno perché ci si mette più di un'ora se è ampio come quello di Red Slayer.

E i giorni seguenti furono sempre peggio, tuttavia Will imparò a sopportare il dolore delle bastonate e a farsi degli ottimi impacchi di ghiaccio ogni sera prima di mangiare.

Continuò così finché un giorno non riuscì finalmente a schivare tre bastonate di fila e a stoppare quella dopo. Finito quell'addestramento il sensei si ritenne un genio per essere riuscito ad insegnargli a schivare e poi passò alla seconda fase dell'addestramento: l'attacco basilare senza utilizzare i poteri.

Così a Will fu imposto di riuscire a rifilare almeno un pugno al suo maestro, ma era così difficile che ogni volta veniva sbalzato indietro o messo al tappeto in una sola mossa.

Red Slayer poteva essere solo un supereroe di grado C, ma aveva le capacità per essere al minimo di grado A. Peccato che gli abbiano assegnato quel grado per via del suo potere apparentemente inutile: mimetizzarsi.

Per un ninja sarebbe stato utile, ma per un samurai che doveva combattere no. Voleva che il suo nemico lo vedesse mentre lo faceva a pezzi, così, non usando spesso il suo potere, era finito in quella classificazione.

Almeno non è definito un grado E, il peggiore di tutti, dove stanno i supereroi che riescono a malapena a tenere testa ad uno scagnozzo perché hanno poteri inutili come far uscire il fuoco solo dalle dita sottoforma di fiammelle o far diventare più lunghe le proprie unghie. Insomma, cose assolutamente inutili rispetto ai poteri di chi possedeva un grado molto più alto.

Tornando all'allenamento di Will, ci vollero molti giorni prima che riuscisse anche solo a sfiorare il corpo del suo maestro prima di venire buttato a terra e ci vollero altrettanti giorni per riuscire a preparare un contrattacco.

In sostanza erano passate due settimane e lui non riusciva ancora a superare le difese del suo sensei senza utilizzare i suoi poteri.

E le cose si complicarono ancora di più quando un altro scagnozzo, come il ladro del minimarket, arrivò in città a spaventare i cittadini infuocando una scuola elementare con il suo superpotere: lingua di fuoco.
Potrebbe sembrare piuttosto schifoso, ma tutto ciò che leccava o comunque su cui lasciava un po' di bava poteva infuocarsi.
Ecco perché era finito a fare lo scagnozzo e non un eroe.

Will e Red Slayer si erano precipitati insieme ai pompieri, alle ambulanze e alla polizia nella scuola dove i bambini stavano per concludere le lezioni estive facoltative che servivano per fare un ripasso degli argomenti studiati durante l'anno.

Le maestre insieme ai bambini erano uscite e stavano facendo la conta quando all'improvviso si sentì un urlo da una di loro che disse disperata: "Manca una bambina!"

Tutti cercarono di tranquillizzare la maestra e i genitori della bambina scomparsa e iniziarono con calma a prendere le pompe per spegnere il fuoco, ma non c'era molto tempo per salvarla e Will lo sapeva.

Presto il fuoco si sarebbe diffuso fino al contatore del gas facendo esplodere la struttura e uccidendo chiunque si trovasse nel raggio di cento metri da essa.

Senza perdere tempo si tolse il grande cappello a cono nero, tipico dei ninja, e corse nella scuola in fiamme alla ricerca della bambina ignorando gli avvertimenti dei pompieri.

L'unico tranquillo era Red Slayer che confidava pienamente nelle capacità del suo allievo, ma che in fondo sperava anch'egli che non morisse come il suo vecchio braccio destro.

Will restò un attimo in silenzio per sentire se ci fosse qualche rumore oltre a quello delle fiamme e riuscì a percepire il pianto disperato della bambina all'interno di un aula al piano di sopra.

Corse su per le scale e si gettò contro la porta, bloccata da alcuni pezzi di soffitto caduti, ed entrò sperando di trovare la bambina e di portarla fuori, ma dentro non c'era solo lei.

Lo scagnozzo l'aveva afferrata per la magliettina bruciacchiata e la teneva stretta, con uno sguardo folle rivolto verso Will.

Dopo aver visto l'eroe con la maschera da demone giapponese, lo scagnozzo leccò la guancia della bambina e lo minacciò: «Fai un solo passo e le brucio la faccia»
«Non mi muoverò, ma voglio sapere perché stai facendo tutto questo»
«Io sto solo eseguendo gli ordini del mio capo e ammetto che per rendere tutto un po' più interessante ho rapito questa bella bambina»
«Lasciala andare»
«E perché dovrei?»
«Perché altrimenti subirai la mia ira»

Il criminale si sganasciò dalle risate, come Will aveva previsto, e lasciò la presa sulla bambina.
In quell'esatto istante il ragazzo si diede una forte spinta tanto forte che fece saltare in aria dei pezzi di pavimento e caricò un pugno che sferrò alla massima potenza.

Senza dargli il tempo di accorgersene colpì lo scagnozzo e lo fece volare giù dalla finestra del primo piano dove c'erano l'ambulanza e la polizia che lo immobilizzarono e lo arrestarono.

La bambina di prima elementare si aggrappò alle gambe di Will piangendo e ricordandogli della sua piccola Amy.
Ma in quel caso lui era riuscito a salvarla e l'avrebbe riportata a casa dai suoi genitori a qualsiasi costo.

«Non piangere, sei al sicuro ora» le disse togliendosi la maschera da demone e attaccandosela alla cintura.
«L'uomo cattivo non c'è più?»
«No, è scomparso. Nessuno ti farà più del male»

Le asciugò la saliva dell'uomo con la manica e la prese in braccio portandola giù per le scale.
Stette attento ai pezzi di parete che cadevano di tanto in tanto e alle tubature che si staccavano e riempivano il soffitto di acqua.

Mentre correva teneva delicatamente la testa della bambina con la mano coprendole lievemente il naso per evitare che inspirasse le ceneri e finalmente uscì dalla scuola, accolto da tutti gli spettatori.

Appoggiò quindi la bambina per terra, lontano dalle scale d'entrata, e le diede un buffetto affettuoso sorridendo.

«Grazie signore!» disse lei asciugandosi le lacrime con le maniche bruciacchiate.
«È il mio lavoro salvare le persone»
«Allora anch'io lo voglio fare! Anch'io voglio diventare una supereroina»

Una lacrima piena di malinconia rigò il viso di Will, che in lei rivedeva pienamente sua sorella, e venne dolcemente fermata dal ditino della bambina.

«Sei il mio eroe» affermò abbracciandolo.

I suoi genitori li raggiunsero poco dopo e strinsero al petto la loro figlia dimenticandosi di tutto e di tutti.
Erano stati terrorizzati dall'idea di non rivederla più e Will, che sapeva benissimo cosa si provava, si era gettato senza precauzioni per evitare che la storia si ripetesse. Nessuno doveva soffrire come avevano sofferto lui e i suoi genitori.

Fu lodato e ringraziato da tutti e finalmente il suo maestro poté godere della soddisfazione di aver allenato il futuro simbolo della pace e delle lodi dei poliziotti che continuavano a ripetergli: "hai fatto un bel lavoro con quel ragazzino".

Ma lo scagnozzo, sfuggito dal controllo dei poliziotti, corse verso Will col corpo totalmente in fiamme, intento a bruciarlo.

Fu allora che Healer, spinto dal forte desiderio di proteggere quelle persone, raccolse la mano destra in un pugno che si illuminò di una luce intensa e lo sferrò contro il criminale rompendogli ben cinque costole e causandogli una commozione celebrale per via dello sbalzo all'indietro.

«Avrai pure vinto» disse lo sconfitto, vomitando sangue. «Ma quando il mio capo lo verrà a sapere sarà la fine per questa stupida cittadina! Siete morti! Siete tutti morti!»

E detto ciò scoppiò in una folle risata che spaventò sia i bambini che gli adulti e infine svenne.

Fu portato in ospedale e successivamente in una prigione fortificata e sorvegliata da supereroi di grado D che non riuscendo a trovare lavoro in città avevano accettato di fare da guardie in un carcere.

Anche la bambina andò in ospedale per dei controlli e fu ricoverata lì per due giorni.
In uno di questi Will interruppe il suo faticoso allenamento per andarla a trovare. Per l'occasione le prese un morbido cagnolino di peluche con un mantellino e una maschera da supereroe e glielo diede una volta dentro.

Vedere il suo sorriso gli riscaldava il cuore e avrebbe voluto vederlo molto più spesso. Era tanto bello quanto quello della sua Amy...

«Grazie per il peluche! Lo adoro! È così morbidoso!» disse la bambina abbracciando l'animaletto di pezza.
«Mi fa piacere»

La vide fermarsi per un attimo a pensare, portandosi il suo piccolo dito sul mento e facendo una faccina simpatica, e poi la sentì chiedere: «Ma tu come ti chiami?»
«Io mi chiamo William, ma puoi chiamarmi Will»
«Io sono Eveline, ma puoi chiamarmi Eve»
«Che bel nome!»
«È molto bello ma non posso usarlo quando sarò una supereroina»
«Vuoi esserlo veramente?»
«Sì, sì e sì. Voglio essere una supereroina che salva il mondo intero dai cattivoni! Proprio come te. E poi voglio dare un bel pugno al signore che minaccia la mia mamma e il mio papà»

Il ragazzo alzò un sopracciglio e si avvicinò chiedendo spiegazioni alla bambina.

«Qualche giorno fa un grooosso signore vestito di nero, ma proprio nero scuro, ha bussato alla porta di casa mia. I nonni non potevano essere perché vengono sempre la mattina quindi doveva essere un ospite. Ma a me non piacciono gli ospiti, così mi sono nascosta di sopra e ho sbirciato dalle scale quel grosso signore»
«E cosa ha detto ai tuoi genitori?»
«Parlava di una tassa e anche di una persona in carcere... Voleva che i miei genitori mi mandassero in una scuola speciale nella... Come si chiamava? Ah sì! Torre, come quella di Rapunzel. Ma mamma e papà hanno detto di no... E poi il signore ha fatto la voce grossa e mi sono spaventata»
«E cosa hanno fatto i tuoi genitori?»
«Hanno detto che ci avrebbero pensato su... Ma mi hanno confidato che non mi manderebbero mai lì perché mi vogliono bene. E poi è arrivato quel signore spaventoso che voleva rapirmi e portarmi lì...»
«Ma non ti aveva presa in ostaggio?»
«Stava bluffando! L'ho capito persino io!»
«Capisco...»

Si guardò intorno cercando di capire cosa poteva fare per salvare quella bambina e proteggerla da quel  signore che sicuramente era il supercattivo di cui parlavano tutti i suoi scagnozzi.

Quella storia doveva finire e nessuno sarebbe andato nella Torre, il posto dov'era stato confinato anche Kyle, così promise a se stesso e a Eve che l'avrebbe protetta e che sarebbe riuscito a sconfiggere quel criminale.

Fatta la promessa, uscì fuori dalla stanza e riferì tutto a Red Slayer che lo aspettava seduto nel salone.
Vide la sua fronte corrugarsi e il suo volto diventare rosso dalla rabbia e poi affermò: «Questo supercattivo ha oltrepassato ogni limite! Will, sei abbastanza pronto per iniziare ad indagare insieme a me e alla polizia su questo fuorilegge, ma dovrai lo stesso ritagliare del tempo per allenarti. Finché non riuscirai a battermi senza i tuoi poteri non ti lascerò combattere contro il nemico»

«Allora mi impegnerò al massimo per poter tirare un bel pugno a quel malfattore! Io proteggerò Eve e lo farò così bene che tutti in città si affideranno a me e riprenderanno ad avere fiducia in te come eroe e maestro! Questa è una promessa, sensei!»

Red Slayer sorrise lievemente ma poi ritornò il solito burbero che insulta e allontana tutto e tutti.
Tipico di un uomo amareggiato e tradito dalla vita che invece della vendetta ha scelto la via della disperazione. Sempre meglio che diventare un ronin, un vendicatore spietato e senza codice morale.

«Chiamerò un mio amico nella polizia per chiedergli di sorvegliare la bambina, ma ora tu devi tenere fede alla promessa e allenarti con me. Veloce, scansafatiche! Scattare!»

Tutte le persone in attesa si voltarono verso i due squadrandoli e con le loro occhiatacce li obbligarono ad andarsene da lì nel modo più veloce possibile.

Così Will riprese il suo allenamento più motivato che mai, ma ogni volta che riusciva a toccare anche solo con un dito il suo maestro veniva spinto a terra o contro il muro.
Una volta gli era stato persino rifilato un calcio nei gioielli e per giustificarsi il sensei aveva detto: "Forza dell'abitudine" e invece lui sapeva benissimo che lo aveva fatto apposta per avere un po' di divertimento.

In parallelo ai suoi allenamenti aveva iniziato delle ricerche con la polizia e aveva sventato due rapine fatte sempre dagli scagnozzi di questo supercattivo misterioso ma potente.

E finalmente, quando la polizia trovò una pista attendibile, un gruppo di militari venne mandato a controllare, ma di quei venti ne tornò solo uno in fin di vita che con le sue ultime parole riuscì a riferire il messaggio del criminale: "Fra un giorno si scatenerà l'apocalisse".

Per non spaventare i cittadini non fu detto nulla sul supercattivo, ma fu consigliato a molti di fuggire.
Peccato che il malfattore avesse già previsto quel tipo di mossa e aveva distrutto le rotaie dei treni e spaccato chilometri e chilometri di strada.
L'unica cosa che rimaneva era la linea telefonica che venne usata per chiedere aiuto dalla polizia, ma nessuno si interessò alla loro causa e la città venne condannata.

Poiché Will non era riuscito a battere Red Slayer non gli era stato dato il permesso di attaccare il nemico, ma solo quello di proteggere gli abitanti.
E così, dopo l'arrivo del supercattivo insieme al suo centinaio di scagnozzi, si era scatenato il caos.

I cittadini erano costretti a fare le valigie con il minimo indispensabile e i più fortunati riuscivano a scappare nelle loro macchine ancora intatte, ma quando i cattivi erano ormai giunti al centro della città, vicino al municipio, ogni mezzo di trasporto era stato distrutto.

Will aveva cercato in tutti i modi di chiedere aiuto ai suoi amici, ma nessuno di loro era venuto abbandonandolo così al suo infausto destino.

«Aiuto!» gridò un anziano cercando di scappare da uno scagnozzo.

Healer, che stava aiutando gli altri cittadini a rifugiarsi in un'ampia struttura sottoterra ideata come enorme bunker anti bomba durante la seconda guerra mondiale, si staccò dagli altri e con la sua katana tagliò la mano al malfattore che stava per uccidere l'anziano con un coltello.

Lo sentì urlare dal dolore, ma non se ne preoccupò affatto. Se con quella mano aveva ucciso centinaia di vite allora era arrivato il momento di impedirgli di fare altre vittime.
Non valeva la pena di ucciderlo, ma nemmeno di lasciarlo impunito. Al momento dell'arrivo dei soccorsi sarebbe stato rinchiuso dietro le sbarre per il resto dei suoi giorni.

«Su, venga con me, dobbiamo raggiungere il nascondiglio» disse Will porgendo la mano all'anziano.

Dato che non si poteva muovere velocemente pulì la sua katana con un pezzo di stoffa preso dai vestiti del suo nemico e la rimise nel fodero, poi lasciò che l'uomo gli salisse sulla schiena e lo portò correndo verso il nascondiglio nonostante lui fosse tremendamente pesante.

Ma era quello il dovere di un eroe: salvare chiunque a qualsiasi costo, e Will voleva rispettare quel principio fino alla fine, come anche quello di non uccidere. 

Una volta fatto arrivare l'anziano davanti all'entrata, ritornò a guidare e proteggere i gruppi di cittadini sparsi in giro mentre Red Slayer e la polizia erano occupati a combattere contro il supercattivo e gli altri scagnozzi.

In lontananza riusciva a vedere il suo sensei nella sua grande armatura rossa che aveva sempre ammirato da quando era andato nel suo dojo, il posto dove la teneva.

Era robusta, potente, rossa e il suo copricapo era così grande e imponente che riusciva ad intimidire ogni nemico gli capitasse davanti.
Sulla cinta vi erano due katane che in quel momento erano già state sfoderate e si erano sporcate del sangue dei nemici perché lui, a differenza di Will, li uccideva.

Nessuno è perfetto, nemmeno un eroe, ma uccidere è un atto estremo e se lo si compie bisogna saperne portare il peso.


Distolto lo sguardo dal suo sensei, si concentrò sul suo obbiettivo principale e guidò un altro gruppo di cittadini nel bunker.

«Se avete fame non preoccupatevi! Presto arriveranno le scorte dai vari negozi della città! C'è cibo per una settimana intera, resistete!» urlò Will dalla balconata per farsi sentire da tutti i presenti.

Ritornò fuori, tirando calci e pugni a qualche scagnozzo che si era appena ubriacato e salvò una ragazza poco più grande di lui che stava per essere violentata su una macchina distrutta.

«Vergognati!» urlò Will tirando il manico della sua katana nello stomaco del molestatore. «Le ragazze devono essere trattate con la massima attenzione, non con delle mani da macellaio pervertito! Vergognati delle tue azioni, animale!»

Gli tirò un pugno nei gioielli e ne approfittò per rifilargli un calcio perfettamente eseguito in testa, facendo attenzione a colpire per bene l'orecchio per evitare che si riprendesse subito.

L'allenamento stava dando i suoi frutti e sperava di potersi ancora battere col suo sensei per riuscire finalmente a sconfiggerlo e portare a casa la vittoria e la soddisfazione di essere riuscito a superarlo, un po' come nei film.

Aiutò la ragazza ad alzarsi da terra e le diede il suo giacchino nero per coprirla dato che aveva la maglietta piuttosto strappata.

«Grazie Healer» disse sorridendogli nonostante l'imbarazzo.
«Non c'è di che. Potrai sempre contare sul mio aiuto»
«Spero di poterlo fare anche quando diventerai un eroe famoso»

E detto ciò gli diede un bacio sulla guancia facendolo arrossire e se ne andò nel nascondiglio.
Il povero Will, intontito dal gesto carino, non si accorse però di uno scagnozzo che si era appostato dietro alla macchina e che gli stava per tirare una pallottola nel petto.

Sentì un forte pulsare alle orecchie che lo portò a girarsi nella direzione del cecchino e appena lo notò sfoderò la katana.
Non poteva fare nulla contro un'arma da fuoco come quella, ma gli era stato insegnato l'equilibrio e l'agilità con cui schivare e contrattaccare in qualsiasi situazione, persino in una dove il proiettile è più veloce della vista.

Così, appena vide la luce dello sparo, intercettò la pallottola con la guardia della sua spada sbalzandola via e con uno scatto fulmineo balzò sul cofano della macchina e mozzò la canna del fucile.

«Sparisci dalla mia vista prima che ti cavi gli occhi» lo minacciò Will puntandogli la katana contro.

Il cecchino, tremante, lasciò la presa sul fucile e si alzò, ma subito dopo tirò fuori un coltellaccio dalla tasca e lo spinse verso il petto del ragazzo.
Tuttavia i suoi movimenti erano troppo lenti e prevedibili per Healer, che con un'alzata di braccio gli mozzò anche la lama del coltello e qualche dito con essa.

«Ti avevo avvertito, ora punterò agli occhi» disse freddamente, fissandolo con la sua maschera da demone.

Fece finta di caricare un altro attacco e l'uomo, terrorizzato, corse via dal suo padrone che si trovava poco più in là.

Ma invece della salvezza trovò la morte e la condusse dritta da Will.

Il supercattivo a capo di quel disastro stava camminando per la strada insieme ai suoi uomini più fedeli, sentendosi sovrano della città, e si vide arrivare quell'uomo terrorizzato con alcune dita mozzate.

Scocciato dal suo singhiozzare gli prese la testa con una mano e la pietrificò staccandogliela e gettandola a terra per provare piacere nel guardarla frantumarsi.

"Lui non è un supercattivo, è un Villain di grado A" rifletté Will ricordandosi di un vecchio fascicolo che aveva letto nello studio di suo padre. "Il suo nome è Il Pietrificatore e ricordo che aveva ucciso molti supereroi per conto del vecchio Boss. Ma perché tormentare una povera cittadina come Springville?"

Quando il Villain lo vide, si fermò e scoppiò in una risata inquietante che fece gelare il sangue nelle vene del povero Healer. «E tu dovresti essere il ragazzino che non dovrei uccidere? Quell'eroe fifone che è stato colpito da un proiettile perché si è fidato della persona sbagliata? Non sai quanto avrei voglia di schiacciarti. Be' credo che il capo non si arrabbierà se ti spacco un po' di ossa ma ti lascio vivo, no?»

«Ma di cosa stai parlando?»

Non fece in tempo ad avere una risposta che gli scagnozzi lo accerchiarono creando il perimetro di un ring dove al centro vi erano lui e Il Pietrificatore.

«Che la battaglia abbia inizio!»

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