La Biblioteca dell'Angolo

GiulsYes

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Consigli di lettura per ogni tipo di lettore! 🌊 Ogni storia è stata accuratamente selezionata dalla squadra... Еще

Indice
🌊 1.Captivated - Il sangue e la spada 🌊
🌊 2.Dopo Tzar 🌊
🌊 3.I see you 🌊
🌊 4.Chiave: verità o menzogna 🌊
🌊 5.From dusk till dawn 🌊
🌊 6.Fragile come porcellana 🌊
🌊 7.Ali di Farfalla 🌊
🌊 8.Come fuoco e acqua 🌊
🌊 9.Monster 🌊
🌊 10.Red Snow 🌊
🌊 11.Rosso Scarlatto 🌊
🌊 12.Un album di fotografie 🌊
🌊 13.Ricordo il cielo di quella notte 🌊
🌊 14.Noi che tignemmo il mondo di sanguigno
🌊 15.The Warrior's Seal 🌊
🌊 16.Scintilla inaspettata 🌊
🌊⭐ 17.Nemesi ⭐🌊
🌊⚔️ 18.Fille du Roi ⚔️🌊
🌊⭐ 19.Nell'abbraccio del nemico ⭐🌊
🌊 20.La distruttrice di storie 🌊
🌊 21.Parasonnie 🌊
🌊 22.La Lira Dorata 🌊
🌊 23.Ti prenderai cura di me? 🌊
🌊 24.Fuoco e Diamante 🌊
⭐ 25.La caduta dell'ombra ⭐
⭐ 26.Caleidoscopio ⭐
⭐ 27.AVATAR - La storia di Akima⭐
⭐ 28.UMANA ~ Ritorno sulla Terra ⭐
⭐ 29.Sindrome di Lazzaro ⭐
⭐ 30.Cronache dell'universo ⭐
⭐ 31.Anathema Urobori - Naufraghi del destino ⭐
⭐ 32.Gli spettri di Sangoku ⭐
⭐ 33.SIN ⭐
⭐ 34.Conosco il tuo segreto ⭐
⭐ 35.La ragazza dagli occhi di ghiaccio ⭐
⭐ 36.Gabbie d'aria ⭐
⭐ 37.Brenda e Gek ⭐
⭐ 38.L'annosa questione del ciclo corrotto ⭐
⭐ 39.God save me, but don't drown me out ⭐
⭐ 40.Scacco Matto ⭐
⭐ 41.Iperbolica, o il Naufragio dell'Illusione ⭐
⭐ 42.SALVAMI ⭐
⭐ 43.L'abbaglio del palcoscenico ⭐
⭐ 44.Love Yourself ⭐
⭐ 45.How to love a Beast ⭐
⭐ 46.Love Is A Mess ⭐
🌊 47.Il peso del troppo potere 🌊
⚔️ 48.Ruusaan Motir ⚔️
⚔️ 49.Tom ⚔️
🌊 50.I Libri di Foyles e Sand Creek 🌊
🌊 51.Codice F.A.T.A. 🌊
🌊 52.Calàudi - Sotto la superficie 🌊
✨ Speciale Wattys - Intervista Drag Witches ✨

✨ Speciale Wattys - Intervista Fille du Roi ✨

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GiulsYes

Fille du Roi di crilu98

Vincitrice Wattys 2021 categoria Historical Fiction


Intervista di andeloncurse

Oggi intervistiamo crilu98, Cristina, che ha vinto gli WATTYS per la seconda volta. Tanti complimenti!



Domanda Noi siamo onoratissim* di averti ospitato tra le pagine dell'Angolo delle Recensioni ancor prima di questa vittoria (anzi, addirittura prima che tu completassi il romanzo) e siamo qui perché vorremmo carpire i tuoi "piccoli/grandi segreti" per migliorare la nostra scrittura. Grazie per aver accettato di metterti a nudo con noi!

Risposta Ma grazie a voi, che siete state gentilissime fin da quando sono capitata la prima volta nell'Angolo, non smetterò mai di ripeterlo! 🥰


Domanda Il mondo di Fille du Roi prende in considerazione diversi personaggi femminili: oltre alla protagonista, Marion, ritroviamo Jeannette, Keme, Adelaïde, Yarhata e Chosovi. Sono personaggi che hanno, alcuni, un approfondimento maggiore e, altri, minore (ovviamente in virtù del ruolo che ricoprono nel romanzo).

Quando si studiano i vari caratteri occorre fare delle scelte, non sempre facili. Uno degli errori che vengono commessi, soprattutto all'inizio, è scrivere tutto... Tu come hai fatto? C'è qualche idea/dettaglio/azione a cui hai dovuto rinunciare per non far perdere la tensione narrativa?

Risposta In realtà sono stata "fortunata" perché ho riscontrato questo problema con un personaggio che appare una volta sola nel romanzo, ma che è forse il più importante perché senza di lui non si metteva in moto nulla: il Re Sole in persona.

Diciamo che portare in scena un uomo che è realmente esistito e non una mia invenzione calata nel contesto storico è già una cosa che mi intimorisce un po'. Di suo, poi, Luigi XIV ci mette un carattere deciso e un ego così grande che dopo quattro secoli non c'è ancora un giudizio unanime su di lui. Insomma, non sapevo come prenderlo ma ho scritto lo stesso il prologo — primo errore, perché se il punto di vista non è chiaro a chi scrive non lo sarà mai neanche a chi legge 🙈.

Il secondo errore è stato lasciare che la mia vena storica prendesse il sopravvento e infarcisse la narrazione di tantissimi dettagli per meglio inquadrare il contesto, senza che questi aggiungessero nulla su Luigi o sugli altri personaggi che gli gravitavano attorno.

Quando ho riscritto il prologo dopo aver studiato meglio la "voce" del sovrano è stato molto più facile trovare il posto giusto per queste nozioni (in genere in bocca a qualcuno e non sparse ad appesantire il testo). Quando la caratterizzazione di un personaggio è buona, mettersi nei suoi panni risulta molto più semplice: e allora "decide lui" cosa rivelare e cosa no.


Domanda Un altro errore che spesso si commette scrivendo è creare personaggi che agiscono in maniera stereotipata o, addirittura, tutti uguali. Parlando sempre dei personaggi femminili, come hai lavorato, invece, per "individualizzarli" (renderli unici) e, dunque, non farli scadere nel cliché?

Risposta In questo mi ha aiutato molto farli interagire tra di loro.

Jeannette, ad esempio, all'inizio era un personaggio totalmente diverso (e un po' si nota nei primi capitoli), di per sé anche ben caratterizzato; ma messa accanto a Marion spariva, perché era una sorta di suo doppione più giovane, spaventato e lamentoso.

Farla uscire dal bozzolo con le idee opposte a quelle della donna che l'ha praticamente adottata si è rivelata una scelta molto più sensata: non solo aggiunge un ulteriore conflitto alla trama, ma mi ha permesso di mettere in evidenza quei lati di Marion (la rigidità morale, per esempio, e l'attaccamento un po' eccessivo al suo ideale di famiglia felice) che altrimenti non sarebbero venuti mai fuori.

Con Chosovi, poi, tanto ha giocato il timore di ridurla a un cliché abusato e un po' offensivo, ovvero la vecchia saggia indiana che come un deus ex machina tira fuori massime ispiratrici nei momenti di sconforto dei protagonisti. Quindi mi sono chiesta: cos'è che può smussare quest'immagine di dolce nonnina? Un caratteraccio. E mi sono sforzata per rendere il suo linguaggio sì conforme all'epoca e al luogo, ma anche spiccio e criptico, perché a Chosovi piace mantenere le redini del gioco il più a lungo possibile.


Domanda Qual è il tuo pensiero sulla distinzione netta tra personaggi buoni e cattivi?

Risposta Non sono una fan. Sono molto relativista quando si parla delle morali dei personaggi letterari: le storie più interessanti per me sono quelle in cui ogni personaggio pensa di essere il protagonista, l'eroe. È difficile credere che qualcuno possa svegliarsi una mattina e decidere di conquistare il mondo per il piacere di farlo; e di contro, è molto interessante vedere le bugie e le scuse che i personaggi raccontano a sé stessi, perché è un po' quello che facciamo tutti nella vita reale.


Domanda Serge Roux: nel leggere il tuo romanzo lo abbiamo amato e odiato, abbiamo pensato di strangolarlo in alcuni momenti, abbiamo tifato affinché riuscisse a diventare un pochino romantico e a esprimere i propri sentimenti, abbiamo sofferto per lui e con lui. Diremmo, dunque, un protagonista ben azzeccato! Ogni scrittore e scrittrice ha un proprio rapporto intimo e personale coi propri protagonisti: ti va di raccontarci qualcosa di inedito riguardo ai tuoi sentimenti per lui?

Risposta Serge mi assomiglia molto. È un po' il concentrato di tutti i miei difetti, perciò nei suoi confronti sono a tratti indulgente e a tratti inflessibile.

Proprio per questo, nonostante avessi costruito una trama che lo metteva di proposito nella peggior luce possibile, a un certo punto ho iniziato a detestare Marion; c'è stato un momento, tra la prima e la seconda parte, in cui parteggiavano tutti per lei e io avrei voluto entrare nella storia e abbracciarlo.

E sono soddisfatta che alla fine si sia "salvato" da solo e non per intercessione di quella santa donna di sua moglie — un'idea che mi è venuta in corso d'opera, ma che ho capito subito essere l'unico finale possibile per lui.


Domanda Ahiga, a un certo punto, pensa di Marion: "Se si fossero incontrati in tutt'altro luogo, in un altro tempo, con molta probabilità non l'avrebbe degnata di una seconda occhiata, perché era il genere di persona che scivolava attraverso le pieghe della vita facendo il minimo rumore possibile".

Marion è un personaggio profondo, umile, ma combattivo. Ha una solida religiosità che spesso si scontra col mondo "selvaggio" della Nuova Francia. Ci piacerebbe approfondire il tema spirituale della protagonista: come hai lavorato in questo senso? Ti sei ispirata alla tua, di spiritualità, oppure ti sei rifatta a quella dell'epoca?

Risposta Questo è un tema che in genere evito nelle mie storie, perché io di spiritualità ne ho proprio poca e sono anzi piuttosto critica delle istituzioni religiose in generale. Scrivendo di storici è ovvio che non potevo ignorare del tutto la dimensione religiosa, ma non sono mai andata più a fondo di due o tre espressioni di circostanza.

Con Marion è stato diverso perché c'è di mezzo il lutto. Alla domanda "perché io sono sopravvissuto e loro no?" ognuno si dà una risposta diversa: Serge beve, Marion prega. E la relativa serenità delle persone di fede nei confronti della morte mi incuriosiva (oltre a suscitarmi un po' d'invidia), perciò le ho dato questa caratterizzazione qui. Anche perché, poveretta, ne passa di cotte e di crude e a qualcosa si dovrà pure aggrappare!

Dalla mia esperienza personale deriva il fatto che il suo rapporto con Dio è molto più dinamico e moderno di come sarebbe stato in realtà per una donna della sua epoca e condizione sociale: a volte Marion si comporta da bigotta, ma non smette mai di interrogarsi su temi come il proprio destino, o addirittura il libero arbitrio.


Domanda Approfittiamo dei tuoi studi in medicina per curiosare nella storia di una malattia di cui si parla nel romanzo.

Marion ha avuto il vaiolo, una patologia a eziologia virale, che l'ha miracolosamente lasciata in vita, ma che l'ha segnata sul corpo in modo assai visibile e nella mente in modo invisibile.

Il vaiolo è stata la prima malattia di cui si è tentato un vaccino. Lungi da noi intavolare un discorso sivax/novax, diocenescampieliberi, ma ti va di raccontarci un po' della variolizzazione?

Risposta Il vaiolo ha accompagnato l'uomo per quasi tremila anni e all'epoca di Fille du Roi era la prima causa di morte in Europa, con una media di 400000 decessi l'anno. Ed era una malattia endemica, ovvero una che ciclicamente si ripresentava nella stessa popolazione, non un'epidemia eccezionale come la peste nera.

Non sorprende dunque che l'umanità si sia ingegnata per sfuggirgli inventando la variolizzazione: nella pratica, si inoculavano a un soggetto sano le croste o altro materiale infetto prelevato da un malato lieve e si otteneva così una rudimentale immunità alla malattia. Oltre al fatto che in questa maniera ci si esponeva al rischio di contrarre la forma grave del vaiolo, si rischiava anche di diffonderlo ulteriormente.

È poi difficile separare il discorso dei no vax da quello sul vaiolo, dato che i primi sono nati insieme al vaccino di Jenner: pare strano, ma c'era chi preferiva farsi inoculare il vaiolo umano, con tutti i rischi che comportava, piuttosto che quello bovino che si era rivelato più sicuro. Sono sicura che Marion, se fosse vissuta appena un secolo dopo, si sarebbe vaccinata di corsa.

Ai fini della storia, il vaiolo è importante anche per un altro aspetto che vorrei approfondire durante la revisione di Fille du Roi: il vaiolo fu uno dei principali strumenti della colonizzazione delle Americhe perché i nativi erano prede facili, non avendo sviluppato alcun tipo di immunità dal contatto prolungato coi bovini, come era avvenuto in Eurasia. Hanno ragione gli Irochesi, insomma, a essere spaventati dalle cicatrici di Marion.


Domanda Il mondo è fatto e deciso dagli uomini: quanto è vera questa affermazione in Fille du Roi?

Risposta Tantissimo, basti pensare al fatto che ciò che mette in moto tutto quanto è un capriccio del Re. È soprattutto la diseguaglianza materiale, economica, a pesare: se in Nuova Francia ci sono uomini in sovrannumero, è anche perché per le donne il viaggio costava di più, erano dei coloni di serie B.


Domanda I temi trattati nel tuo romanzo sono parecchi. A noi, in particolare, è piaciuto il tuo approccio nei confronti del problema della dipendenza da alcol... Qual è il tuo tema preferito (se ce n'è uno)?

Risposta Probabilmente il tema della malattia e ancor di più come essa viene percepita, dentro e fuori la storia: è stato interessante notare come sia per i lettori che per i personaggi fosse molto più facile empatizzare con Marion piuttosto che con Serge. Questo probabilmente perché la malattia di Marion è fisica e sfigurante, perciò suscita sì ribrezzo e sospetto, ma anche molta compassione. La depressione e l'alcolismo di Serge non fanno altro che accentuare il lato peggiore del suo carattere e quindi passano più "inosservati" a chi legge — per non parlare della società in cui vive, che cataloga il suo comportamento come vizioso e non guarda oltre.


Domanda Qual è la domanda che non ti viene mai fatta nelle interviste di Fille du Roi ma a cui tu vuoi rispondere?

Risposta Devo dire che in un modo o nell'altro ho parlato di tutte le cose che mi stanno più a cuore, con l'eccezione forse degli Uroni. Solo una piccola parte delle informazioni che ho raccolto per Fille du Roi ha trovato spazio all'interno del romanzo ed è un peccato perché a un esame approfondito il Nord America nei primi due secoli di colonizzazione europea si presenta come uno scenario sorprendente, molto più frammentato e complesso di quanto siamo stati abituati a credere.

Ci sarebbe veramente tanto da dire su questa popolazione che oggi non esiste più come tale, anche se sopravvivono i suoi discendenti, ma chiudo con il mio particolare preferito: nella lingua Wyandot i termini di parentela non sono nomi (es. nonno, mamma, zio...) bensì verbi (es. lui è mio nonno, loro sono i miei zii). Quando l'ho scoperto ho pensato che calzasse alla perfezione con lo spirito della storia, in cui i legami più forti non sono quelli di sangue ma quelli forgiati attraverso le azioni e la volontà di prendersi cura di qualcuno.


Domanda Hai già vinto gli Wattys lo scorso anno: ti va di confidarci una cosa bella che ne è derivata e, se esiste, una meno piacevole?

Risposta Vincere i Wattys è sicuramente una grande soddisfazione personale, ma da un paio d'anni a questa parte lo è anche solo poter partecipare: significa essersi messi d'impegno nel completare una storia nell'arco di un anno, che è un'impresa notevole già di per sé.

D'altro canto non possono neanche diventare un peso, come è successo quando volevo partecipare a tutti i costi con un'altra mia storia, Argon, e ho finito per lasciarla sospesa perché mi ero sfiancata per terminarla in tempo, rimanendo senza ispirazione a un passo dalla fine. Quest'episodio me li ha fatti ridimensionare molto, per fortuna.



Grazie, Cristina, per essere stata con noi... E in bocca al lupo per i tuoi scritti e i tuoi studi universitari!

Andelon Curse

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