Blackmail.

By _Payne_

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"Facciamo un patto, qualche scopata quando voglio io e spariranno, in caso contrario sai bene cosa potrei far... More

- Blackmail.-
> Capitolo DUE.
> Capitolo TRE.
> Capitolo QUATTRO.
> Capitolo CINQUE.
> Capitolo SEI.
> Capitolo SETTE.
> Capitolo OTTO.
> Capitolo NOVE.
> Capitolo UNDICI.
> Capitolo DODICI.
> Capitolo TREDICI.
> Capitolo QUATTORDICI.
> Capitolo QUINDICI.
Scusate
> Capitolo SEDICI.
>Capitolo DICIASSETTE.
> Capitolo DICIOTTO.
Liam's Pov. >Capitolo VENTI
> Capitolo DICIANNOVE.

> Capitolo DIECI.

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By _Payne_

Wolverhampton, 30 ottobre.

Sono passate più di due settimane da quella notte, nessun tipo di nottata che può essere definita come una notte da ricordare, semplicemente ricordo quel sogno perfettamente.
Il rapporto che stiamo instaurando è abbastanza confuso nella mia mente come credo sia nella sua. Non ci trattiamo a vicenda come due due amici, ma non siamo nemmeno in condizioni tali da non poterci parlare, anche se battibecchiamo per ogni stronzata.
Ultimamente sono stata spesso a casa sua,credo che questo lasci intendere in che senso, ma per lui non é mai abbastanza, non basta mai,mi sento così stupida ad avere accettato questa merda tempo fa eppure sono così intrigata da questa situazione, intrigata di sapere come finirà.
Il mio sguardo non può che cadere sul suo viso,visto di profilo,accentra l'attenzione sulla strada bagnata dalla pioggia fredda che insistentemente batte sull'asfalto.
Il grigio predomina sul paesaggio caratterizzato da case ai lati della strada,facendomi così definire questa città una Wolverhampton noiosa e spenta.

Sono esattamente le 16:00 e solo adesso mi rendo conto che lo sopporto da ieri sera, abbiamo praticamente passato il tempo a litigare per la minima cosa, anche quella più insignificante, sempre e comunque è riuscito a farmi cambiare idea con un bacio oppure una parolina stupidamente dolce.

La mia attenzione viene rubata dal cellulare che squilla con presunzione nella mia borsa, mi dispero soltanto all'idea di dover rovistarla tutta prima di trovare quel dannato aggeggio, inizio a tirare fuori tutto, dalle chiavi al portafogli. Quando finalmente percepisco con le dita la superficie liscia dello schermo del mio cellulare ha già smesso di squillare , uno sbuffo rumoroso lascia le mie labbra e inizio a buttare tutto dentro la borsa, un pò alla rinfusa. Lo schermo si illumina di nuovo e su di esso compare la scritta "9 Chiamate perse da: Mamma.", per il momento poco importa.

"Tigrotta, che succede?'' Chiede il ragazzo vicino a me, alternando lo sguardo fra me e la strada un paio di volte.

''No, nulla''

''Sicura?''

''Sicura'' dico di rimando, senza nemmeno una nota d'entusiamo nella voce.

Si ferma il più vicino possibile a casa mia, esito un pò prima di scendere dall'auto , sta letteralmente diluviando e la mia ultima intenzione al momento sarebbe proprio quella di inzupparmi.

''Non hai un ombrello?'' Mi lamento ,guardando la pioggia con disappunto.

''No''

''Fantastico''

''Non mi saluti?''

Sapendo già dove vuole andare a parare decido di tagliare corto, avvicino il viso al suo e su di esso nasce un piccolo sorriso, la prova della sua soddisfazione. Lentamente le nostre labbra si incontrano, bacio le sue lentamente godendo della loro morbidezza.
Dopo qualche attimo ci stacchiamo, mi sorride e inizio a scendere dall'auto.
Letteralmente corro verso casa mentre la pioggia sembra farsi sempre più fitta e pesante, quando arrivo davanti alla porta inizio disperatamente a cercare le chiavi che hanno deciso di comune accordo di farmi inzuppare e farmi venire una febbre.
Nel frattempo Liam, seduto in macchina, si gode la scena per lui esilarante, scuote un pò la testa prima di scendere e venirmi incontro, lo sto invidiando semplicemente per il fatto che sta indossando una felpa mentre io ho brillantemente deciso di non indossare la giacca prima di entrare in casa.

''Cerchi queste,tigrotta?'' Dice sventolando fieramente le chiavi davanti al mio viso. Cerco di prenderle, ma le alza facendo in modo che io non possa arrivarci.

''Dammi che sono fradicia!'' Dico cercando di raggiungerle.

''Bellissima,non ti ho nemmeno toccata''

''Pervertito del cazzo! Dammi quelle chiavi!'' alla fine me le cede così apro la porta e ci precipitiamo dentro, al calduccio.

''Certo che sei proprio sbadata'' constata appena chiude la porta alle sue spalle.

''A tutti capita di non trovare le chiavi!'' cerco di difendere la mia posizione ma non posso negare che abbia ragione.

''Veramente parlavo della maglietta bianca completamente bagnata che hai addosso."

"Non perdi un attimo tu, eh"

''Esattamente'' ammicca sorridendo leggermente alla vista di una ragazza completamente fradicia, per lui sexy, mentre io personalmente credo che questo scempio sia leggermente improponibile.

Mi segue in bagno, dove inizio ad asciugare i miei capelli con il phon.

"Hai intenzione di stare lì impalato a guardarmi ancora per molto?" Mi rivolgo a lui che è sulla soglia della porta,
infastidita, suonando un pò troppo acida.

"No, semplicemente bagnata sei ancora più sexy del solito Alexa" dice lentamente, scandendo bene le parole, la sua voce bassa e roca fluisce alle mie orecchie e cerco di contenermi, non nascondo di voler chiudere quella boccaccia,magari baciando quelle stupende labbra.
Cerco di non guardarlo negli occhi mentre continuo a fare quello che avevo iniziato prima,viene verso di me, posizionandosi dietro il mio corpo, le sue mani grandi e calde stringono la mia vita,mentre il suo petto aderisce alla mia schiena.
Un piccolo bacio si posa appena sotto la mia mascella, un altro più in basso, fino ad arrivare alla mia spalla, le sue labbra risalgono fino al punto di partenza, un piccolo gemito di piacere abbandona le mie labbra e la presa sui miei fianchi diventa più prepotente.

"Liam-" cerco di oppormi ma come si fa a dir di no a Liam Payne?

"Liam, non è il momento,per favore"

A questo punto si rassegna e quando si decide a lasciarmi sola indosso dei vestiti asciutti,scendo in cucina, noto che lui è beatamente steso sul divano del salone, decido di lasciarlo in pace e vado in cucina dove il mio telefono squilla per l'ennesima volta e giuro di non riuscire più a tollerarlo, é un'altra volta mia madre, stavolta prendo un bel respiro e rispondo, se mi ha chiamato così insistentemente magari ci sarà un motivo valido.

"Cosa c'é adesso?'' Rispondo visibilmente scocciata.

''Alexa...'' sospira.

''Cosa é successo?'' Ribadisco un pò più duramente di prima, cercando di farle capire che non ho voglia di perdere tempo in chiacchiere inutili.

''Io e tuo padre abbiamo deciso una cosa'' dice con fin troppa calma.

''Sarebbe?'' Chiedo disinteressata.

''In poche parole verremo a trovarti, dobbiamo parlarti di alcune cose''

''Parlatemene per telefono perché non ho intenzione di vedervi, sia chiaro''

''Alexa, non fare la bambina"

''Non sono io che ho sbattuto fuori di casa mia figlia,mi sembra anche lecito"

"Ad ogni modo, noi arriveremo fra poco"

Dopo questo riattacco, stufa.

''Fanculo.'' Dico esasperata.

''Ma cosa succede ?'' Mi chiede Liam con una nota di dolcezza nella voce.

''Liam niente! Niente!''

''Rilassati tigrotta,spiegami''

''Cazzo,no."

''Vieni'' dice facendomi spazio. Resto un attimo immobile, poi mi avvicino lentamente,incerta.
Mi siedo vicino a lui che è sdraiato,mi attira verso il suo corpo,in modo da poterci guardare.

''Calmati un attimo e spiegami'' dice stringendo possessivamente il mio fianco.

''No, nulla''

''Mh, e allora perché fino a poco fa imprecavi contro il cellulare?''

''Niente, é solo che dovrei raccontarti della mia vita e non mi và, e poi non penso ti interessi seriamente''

''Non mettere il broncio, dai''

Infila le dita sotto la maglietta, lentamente accarezza la mia pelle.
Sempre la solita reazione, e cavolo mi sta solo sfiorando. Ma forse é proprio questo che mi piace, é incredibile come un così piccolo contatto possa essere così piacevole e appagante. Mi attira ancora più vicino al suo corpo, vengo rapita per qualche secondo dai suoi occhi e appoggio la testa nell'incavo del suo collo. La rabbia si é quasi dissolta, ma il dolore no. Il dolore c'é sempre stato, c'é e non so se andrà via o durerà ancora per molto.

''Sei tesa, rilassati Alexa''

Chiudo gli occhi sospirando e mi stringo al suo petto.
Tutto quello che mi servirebbe é proprio affetto, in diciannove anni ne ho ricevuto davvero poco.
Mi hanno sempre messa dopo mio fratello, mi hanno sempre detto che dovevo cambiare, che sarei dovuta essere come lui.
Odiavano il mio carattere, rispondevo spesso, anche se prima ero molto più espansiva.
Ho ricevuto solo odio da loro, specialmente da parte di mio padre che spesso ribadiva che avrebbe preferito un solo figlio, facendomi pensare di essere nata per sbaglio.
Ho sempre detto loro che esiste l'aborto, e odiavano anche questo, rinfacciavo spesso questa cosa. Forse ne erano infastiditi perché era pura verità.
Forse odiavano la realtà, dicevo sempre a mia madre che avrebbe potuto affidarmi a qualcuno che mi volesse bene anziché tenermi e disprezzare il mio modo di essere in quel modo.
La cosa che mi buttava giù era proprio questo, vedere che anche i miei genitori rinfacciavano il mio carattere un pò chiuso. Facevo affidamento in loro, ma dopo un pò ho capito che non era possibile.
Mi beo del momento di improvvisa dolcezza di Liam, so che finirà presto e che non ne avrò un altro molto presto. Mi beo dei suoi respiri, del suo profumo, delle sue braccia intorno a me. Mi beo dei suoi piccoli baci sparsi fra i miei capelli.

[***]

Il campanello suona diverse volte facendomi sbuffare. L'ultima cosa che voglio è alzarmi dal divano.
Stavo così bene, al calduccio, ora devo alzarmi per andare ad aprire la fottuta porta e sentire i stupidi discorsi che mi faranno i miei genitori.

''Credi che aprirai oppure lascerai che smantellino la porta?''

''Se la situazione degenera, vieni ad evitare che mi uccida buttandomi dalla finestra.''

''Lo farò'' ridacchia. "Ma tu non ucciderti, poi chi mi farà quei -"

"Gesù Cristo! Evita" lui in risposta scoppia a ridere mentre io finalmente mi alzo dal divano e mi dirigo verso l'ingresso. Prendo un respiro e apro, trovandomi davanti i miei genitori.
Li invito ad entrare e già la rabbia ha preso il sopravvento, spero solo di riuscire a mantenere la calma.

''Che volete?''

''Sii più garbata'' mi riprende mio padre.

''Che cosa volete?'' Sottolineo, scandendo le parole lentamente.

''Alexandra,lo sai che odio quando manchi di rispetto! Sono tuo padre, non tuo cugino!''

''Ditemi che cosa volete''

''Alexa, allora, da quando abiti qui é diverso, dovresti tornare a casa con noi'' taglia corto mia madre che,al contrario di mio padre, non é mai stata una persona che usa mezzi termini, né che gira troppo intorno alle cose.

Scoppio a ridere, é sicuramente una presa per il culo.

''Aspetta un secondo, mi state prendendo per il culo o cosa?'' Chiedo ancora ridacchiando.

''No Alexa, davvero, tutti commettiamo degli errori, noi abbiamo sbagliato a mandarti via e ci dispiace''

''Non torno a casa, qui sto bene, da sola'' puntualizzo.

''Dovresti ascoltarci signorina''

''Non mi importa"

''Non usare questo tono con me, intesi?''

''Ma cosa pretendi? Rispetto? Non puoi essere serio! Non meriti di essere chiamato padre, almeno io non lo farò mai! É questo che fanno dei genitori? Sbattere fuori di casa i loro figli perché sono stati espulsi da scuola? O perché hanno un carattere difficile e non siete mai riusciti a sapermi prendere? Ammettetelo che vi eravate stancati di me, non vi sono mai piaciuta,avevo un brutto carattere, e non vi andava, ho sempre saputo di essere stata un errore dal principio, so che non sarei dovuta nascere, é per questo mi avete sempre disprezzato! Potevate darmi in adozione, che cazzo ne so!'' Inizio a parlare normalmente e a mano a mano che il mio discorso va avanti tendo ad alzare la voce sempre più, quasi fino a urlare.
Mi porto le mani fra i capelli,frustata.

''Alexa sta calma'' dice mia madre che finora ha detto davvero poco per il suo carattere.

''No, no! Non sto calma, ormai ho iniziato tutto da capo e non ho intenzione di rovinare di nuovo tutto! Anzi non ho intenzione che due persone che non mi hanno mai voluto bene abbiamo il controllo su di me!''

''E che vita ti sei fatta? Discoteche, alcool e ragazzi?'' Interviene mio padre.

''Non é così, non sai un cazzo tu!'' Urlo ancora più forte, anni fa starei già piangendo. Ma controllo le lacrime che non escono da troppo tempo,sicuramente non lo faranno ora.

''Amore, ma che succede?'' Sussulto sentendo la sua voce e sono sicure che le mascelle dei miei genitori potrebbero toccare terra.

Angolo autrice:
PERDONO.

Scusate tanto l'assenza, il capitolo è qui per voi, votate e commentate,mi raccomando.

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