Sinners || Loki ||

By MadGeneration

38.8K 2.7K 12.8K

☞︎ COMPLETA ☜︎ •In revisione. Revisionata fino al capitolo 2. ⚠️QUESTA STORIA È PROTETTA DA COPYRIGHT, QUAL... More

Istruzioni per l'uso
Trama
Prestavolti
Prologo - Un'antica magia
1 - In onore di Loki
2 - Rinascita
3 - Ipnotica
4 - Una nuova cittadina
5 - Trova l'intruso
6 - Cambio di piani
7 - Un solo vincitore
8 - Prospettive inesplorate
9 - Giochiamo per vincere
10 - Giù, nell'oscurità
11 - Inganni e Sotterfugi
12 - Chi ci fermerà?
13 - Corde e Pugnali
14 - Vecchie Conoscenze
15 - Emozionanti Paure
16 - Farsi Male fino ad Amarsi
17 - In mancanza di ossigeno
18 - Tradiscimi
19.1 - Lui sta nelle cose che più amiamo
19.2 - Lui sta nelle cose che più amiamo
20 - So come finirà
21 - Si invertono le parti
22 - Anime Rubate
23 - Una Nuova Era
Epilogo - Peccatori

Post Credits - Ogni cosa al suo posto

509 45 154
By MadGeneration

Cinque anni prima.

Terra, New York.

«Non puoi dire sul serio! Sei completamente impazzito per caso?» ormai stava urlando, ma non le importava.

Dopo la morte di Loki e la visita da parte dei figli di Thanos sulla Terra, che avevano tentato di recuperare la gemma della mente e la gemma del tempo, Lilith e Dio si erano visti costretti ad incontrarsi nuovamente.

Niente Statua della Libertà quella volta, avevano preferito un luogo meno vistoso: il ponte di Brooklyn. Quella notte, protetti da una bolla invisibile, che impediva a chiunque di scorgere le loro figure, i due Dei si erano ritrovati, decisi a discutere riguardo quella seria faccenda che stava interessando il loro mondo.

Ma, contro ogni logica e presagio, erano in disaccordo, perché Lilith voleva agire e intervenire, mentre, Dio sembrava di tutt'altra opinione.

«Calmati e ragiona con il cervello, non con il tuo cuore spezzato» l'aveva ammonita lui, guadagnandosi uno sguardo truce.

«Non ti permettere di parlare della mia vita privata. Siamo qui per prendere una decisione e non vedo come tu possa essere d'accordo a lasciare che Thanos tratti il nostro mondo come se fosse un suo giocattolo personale» gli rispose per tanto, puntandogli un dito contro.

«Non sono d'accordo con questa cosa, ma è necessario che accada, per permettere alle persone di adempiere ai loro veri scopi e per permettere a noi di comprendere chi sono i buoni -indicò se stesso- e chi sono i cattivi» concluse, portando la mano ad indicare il corpo della Dea.

«Ma non mi interessa!» esclamò lei, scuotendo la testa in modo deciso. «Non lascerò che quel titano pazzo scenda sulla Terra e dimezzi la sua popolazione. Questo è anche il mio mondo e sai benissimo che il gruppetto di Avengers non può vincere» insistette ancora.

«Comportiamoci in modo civile per una volta. Questa è un'opportunità per entrambi e tu devi cercare di comprendere la portata di tutto ciò» disse, con tono serio.

«Quindi la tua risposta definitiva è no?» gli chiese, alzando un sopracciglio.

«Esatto» confermò lui. «E la tua è sì?» domandò a sua volta.

«Puoi scommetterci» Lilith incrociò le braccia al petto, determinata a non cedere.

«Bene, allora è il momento di convocare l'Oracolo» Dio richiamò quella reliquia, facendo sì che un portale di luce grigia si aprisse in mezzo a loro. Da esso apparve un grosso libro, relegato da una copertina rigida e placcata in metallo antico. Quel manuale si aprì esattamente a metà, perché ogni sua altra pagina era bianca, di modo che nulla potesse essere scoperto, se non l'informazione che i due Dei necessitavano.

Lilith si fiondò subito a leggere ciò che vi era scritto. Osservò attentamente tutte le parole e apprese la storia di quello che sarebbe successo. «Perderanno, lo sapevo» commentò, mentre era ancora intenta a scoprire ogni dettaglio. «Ma tutto ciò non ha senso» disse, mentre apprendeva la storia dei viaggi del tempo.

Staccò gli occhi da quel libro, non finendo tutto il racconto e lasciando che anche Dio potesse leggere. «Lilith, avevo ragione» la informò, indicandole il punto in cui vi era scritto che non sarebbero, in nessun caso, potuti intervenire e alterare il corso degli eventi.

La Dea dell'Oscurità chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro e cercando di calmarsi. Avrebbe voluto urlare dalla rabbia, prendere a pugni l'uomo che aveva davanti, distruggere quel Ciondolo maledetto e andare a uccidere Thanos.

Ma, ancora una volta, non poteva fare nulla di tutto ciò.

Non si sarebbe mai messa contro l'Oracolo, nemmeno se non avesse avuto il vincolo del Ciondolo di Sangue. Sapeva che se il libro diceva una cosa, era perché entrambi ci avrebbero guadagnato.

Ciò comunque non le permetteva di trovare sollievo per la perdita di Loki, ma sapeva che probabilmente nulla le avrebbe mai permesso di trovare sollievo.

«La Terra ha bisogno che Thanos vinca, gli Avengers hanno bisogno di essere sconfitti, perché solo così potranno trovare il loro vero scopo nella vita e solo così noi potremo capire chi sono davvero» Dio le parlò ancora, sperando che lei avesse davvero capito quale fosse la cosa giusta da fare.

«Me ne torno a casa ora» disse semplicemente, smaterializzandosi davanti ai suoi occhi e volendo solo starsene da sola.

Presente, anno 2023.

Regni Ultraterreni, Inferi.

Lilith si svegliò di soprassalto, tirandosi a sedere e passandosi una mano sul volto sudato. Si spostò i lunghi capelli dal viso, mentre cercava di tornare a respirare normalmente. Il suo sonno non era mai stato piacevole, tranne per quei quattro anni in cui dormire era stato l'unico modo per incontrare Loki. Ma poi il Dio degli Inganni se n'era andato per sempre e la sua oscurità aveva fatto riaffiorare Mephisto.

E così ecco che lui era tornato a tormentarle il sonno.

Quella notte aveva sognato di vederlo, proprio lì in camera sua, ai piedi del suo letto, che la fissava con un sorriso beffardo sulle labbra. Il che l'aveva fatta svegliare immediatamente.

Alzò lo sguardo dalle lenzuola, sussultando e indietreggiando, rendendosi conto che non era un sogno. Ancora una volta, la tristezza che attanagliava il suo cuore aveva comandato, inconsapevolmente, la sua oscurità, che aveva richiamato Mephisto.

Avvolto da una nube scura, se ne stava in piedi, con le braccia conserte e un sopracciglio alzato. «Se ti manco così tanto, potresti semplicemente liberarmi e farmi tornare» le disse, muovendo qualche passo verso di lei. «Sai, potrei farti sentire decisamente meglio» le sorrise maliziosamente.

Lilith lo aveva sconfitto, il Ciondolo di Sangue si era preso la sua anima, ma Mephisto restava comunque immortale, così come lei. E una creatura immortale poteva morire solo se la creatura stessa avesse deciso di farlo. Perciò, era stato intrappolato dentro l'oscurità della Dea e lei era determinata a lasciarlo lì.

«Sai, se continui a richiamarmi significa che, forse, non eri poi così tanto innamorata di quel Dio errante come volevi far credere» Mephisto continuò a punzecchiarla. Lilith sapeva bene perché tutto ciò accadeva, la tristezza, ogni tanto, aveva la meglio, soprattutto quando scollegava il cervello e smetteva di pensare, esattamente come faceva quando dormiva. E il dolore chiama sé altro dolore, per quello lui continuava ad apparire.

«Ma che importa ora, tanto è morto e sai chi è l'unica responsabile? Tu» fu dopo quella frase che Lilith afferrò il candelabro che si trovava sul suo comodino e lo scaraventò contro di lui. Esso lo trapassò, facendole ricordare che quella era solo la proiezione della sua figura, perché lui non si sarebbe mai potuto presentare in carne ed ossa lì.

«Vattene!» urlò, mettendosi in ginocchio sul letto e liberandosi dalle coperte. «Vattene!» gridò ancora, tornando padrona della sua oscurità e facendolo scomparire. «Lasciami in pace... lasciami in pace» sussurrò, abbassando la testa. «È colpa mia, lo so» ammise, portandosi le mani sul volto, mentre gli zigomi e i suoi stessi palmi si bagnavano di lacrime salate.

Non si accorse nemmeno che la porta della sua stanza venne aperta e una donna entrò da essa. «Lilith...» Hege lasciò in sospeso tutto ciò che voleva dirle, quando notò le sue condizioni. Si avvicinò al letto, sedendosi sopra di esso e poggiandole una mano sulla schiena.

La Dea non si rese conto di niente, immersa fino in fondo nel suo dolore. «È colpa mia» queste erano le tre parole che continuava a ripetere sussurrando. Hege prese un lungo respiro, non era la prima volta in cui le capitava di vederla chiudersi in quel modo.

Perciò decise di utilizzare i suoi poteri per cercare di farla tornare alla realtà. Le afferrò il braccio scoperto, decorato da quei piccoli tatuaggi e poi provò ad insidiarsi nella sua mente. Ma non ci riuscì, nell'esatto momento in cui provò ad incantarla, lei alzò la testa di scatto, fissandola con gli occhi completamente neri e un'espressione arrabbiata.

Hege si mise in piedi velocemente, lasciando la presa e distanziandosi di qualche metro da lei. «Cosa stavi facendo?» le domandò Lilith, con tono arrabbiato.

«Io... scusa, ma avevo bisogno che mi ascoltassi» si giustificò velocemente. «Devi venire assolutamente a vedere una cosa» la informò, mentre i suoi occhi tornavano di quel colore marrone scuro. «Asmodeo mi ha detto che l'oscurità che copre la finestra nella sala del trono si sta agitando parecchio» rivelò.

Lilith non entrava in quella sala sin dal giorno in cui aveva visto la morte di Loki. Non consultava più il suo specchio sull'universo e non sapeva più cosa volesse dire sedersi su quel seggio reale che tanto amava.
I brutti ricordi avevano sempre avuto la meglio, impedendole di tornarci.

«Asmodeo dice che sta cercando di mostrarti qualcosa, ma se non la liberi non potrà farlo» insistette. La Dea ci pensò su qualche secondo, non voleva entrare in quella stanza, ma se il suo famiglio riteneva che potesse essere qualcosa di importante, allora doveva almeno tentare.

Si alzò dal letto, uscendo dalla camera da letto, senza dire una parola. Quando arrivò alla sua meta, appurò che Asmodeo aveva effettivamente avuto una buona intuizione. Liberò quella finestra dalla sua stessa oscurità e osservò ciò che essa aveva preso a mostrarle.

Tony Stark, affiancato da Thor, stava camminando in un corridoio. Dietro di loro si trovava proprio Loki, ammanettato e con una specie di museruola sulla bocca, che gli impediva di parlare, attorno a lui delle guardie armate.

Lilith aggrottò le sopracciglia, avvicinandosi a quella finestra e non riuscendo a capire cosa stesse accadendo. Cercò di fare mente locale, ricordandosi ciò che aveva letto sull'Oracolo, così chiese all'oscurità di mostrarle l'anno in cui quella scena stava avvenendo.

"New York, 2012" apparve scritto con della nebbia nera e allora Lilith appurò che in quel momento stavano accadendo proprio i viaggi del tempo di cui la reliquia parlava e si maledì per non essere andata avanti a leggere tutti i dettagli di quella storia.
Se solo lo avesse fatto, avrebbe potuto scoprire che non tutto era perduto, come ormai credeva.

«Pollicino, mi ricevi? Ho avvistato l'obbiettivo, pronto che si comincia» quella frase le fece riportare la sua completa attenzione sulla finestra, notando come una delle guardie, che si trovavano in quell'atrio, fosse un secondo Tony Stark, proprio quello dell'anno presente, che era tornato indietro nel tempo per recuperare le gemme. Stava parlando tramite un auricolare, rivolgendosi a qualcuno che, però, Lilith non riusciva ad individuare.

Tony e Thor del 2012 vennero fermati da un uomo, seguito da guardie e persone vestite in giacca e cravatta. E mentre i due Avengers si mettevano a discutere con quell'uomo di cui lei ignorava l'esistenza, Lilith si perse ad osservare il Dio degli Inganni.

Indossava una veste regale, dai colori verde sgargiante e nero, adornata da inserti in pelle, che si amalgamavano perfettamente alla stoffa. Aveva anche un lungo mantello, che gli dava un'aria ancora più risoluta. Notò come i capelli fossero tagliati più corti e anche scalati, rispetto a quando lo aveva visto per la prima volta.

Vide il viso ferito e deturpato da qualche taglio, segni della battaglia che aveva appena affrontato e perso. Guardò quei suoi bellissimi occhi azzurri, alzarsi verso il cielo, quando il fratello nominò Odino e si ritrovò a sorridere come una ragazzina, in preda ai ricordi.

«Muoviti, Stuart Little, le cose sono ambigue qui fuori, vai» il Tony che era tornato indietro nel tempo sollecitò qualcuno tramite l'auricolare, nel momento in cui l'uomo misterioso aveva cercato di prendere la valigetta che il vecchio lui teneva stretta tra le mani. «Mi provocherai solamente una lieve aritmia cardiaca» rassicurò, mentre Lilith ancora cercava di capire con chi stesse parlando.

improvvisamente, l'arc reactor di Tony del 2012 emise una luce a intermittenza e pochi secondi dopo la valigetta gli scivolò dalla mano e lui si accasciò a terra, in preda a convulsioni. Fu a quel punto che la Dea finalmente riuscì a vedere la persona con la quale Stark del suo tempo stava parlando.

Un minuscolo uomo, coperto da una strana tuta, aveva appena tirato un calcio alla valigetta, lanciandola lontano. Tony ne approfittò per recuperarla velocemente, dirigendosi con una certa fretta verso l'uscita di quel palazzo che portava il suo nome. Ma prima che potesse raggiungere la sua meta, un Hulk parecchio arrabbiato spalancò la porta di servizio, colpendolo in pieno e scaraventandolo sul pavimento.

La valigetta cadde a terra insieme a lui, aprendosi e facendo fuoriuscire il suo contenuto. Il tesseract scivolò, fermandosi proprio accanto ai piedi di Loki. Il Dio degli Inganni non perse tempo, osservando quella gemma dalla quale era tanto ossessionato,

Notò come tutti fossero presi a scappare da Hulk o a soccorrere Tony, perciò afferrò quella gemma e in un secondo venne risucchiato da una nube grigia, scomparendo.

«Che cosa?» domandò Lilith, voltandosi verso Asmodeo, che, seduto su quel trono, aveva visto tutto. Sibilò in tutta risposta, anche lui all'oscuro di quello che era appena successo. La Dea domandò alla finestra di mostrarle dove fosse finito Loki e qualche secondo dopo, nuove immagini comparvero davanti ai suoi occhi.

Un deserto di sabbia, con alcune persone intente a osservare, in modo confuso, proprio il Dio degli Inganni, che gli stava parlando, presentandosi con i suoi soliti modi di fare pieni di irritante sicurezza.

Ma prima che potesse concludere, dei portali rettangolari, dalla luce arancione, comparvero e da essi ne uscirono delle guardie, blaterando informazioni e osservando ciò che li circondava. Lilith notò il logo che era ricamato sulle maniche delle loro uniformi nere: TVA, lesse quel nome, aggrottando la fronte e voltandosi verso Hege, che era appena entrata nella sala del trono.

«Dì ad Elin di cercare quante più informazioni possibili su una certa TVA» le ordinò, tornando poi a guardare quella finestra. Appena in tempo per vedere Loki che veniva catturato e trascinato dentro uno di quei portali.

«Ma quello era-» Lilith interruppe le parole dell'incantatrice.

«Loki, sì» confermò, con un ritrovato tono felice.

«Elin dice che è uscito dalla nostra linea temporale e dal nostro universo» riferì ciò che la bambina, dalla biblioteca della scuola, le stava trasmettendo, comunicando con lei tramite il pensiero. Lilith aprì le labbra in un piccolo sorriso, scoprendo che gli era appena stata data una seconda possibilità di vita e sperando che non la sprecasse.

«Allora non è più tutto finito, c'è ancora un modo per riportarlo qui» disse speranzosa, la donna dai capelli rossi. Negare che le fosse mancato sarebbe stata una grande eresia, anche se non l'aveva mai dato a vedere più di tanto.

«No, merita di essere felice» rispose la Dea, sapendo che portandolo lì, da lei, gli avrebbe negato di scoprire ancora tante cose su se stesso, relegandolo e rinchiudendolo per sempre, condannandolo a subire la sua stessa punizione.

«E tu? Tu non meriti di essere felice?» le chiese Hege.

«La mia infelicità porta gli altri a scoprire chi sono davvero. Come la sua sconfitta porta gli altri a scoprire la versione migliore di loro stessi» le spiegò, aprendo le labbra in un sorriso amaro.

«Lilith, nessuno meglio di te mi ha insegnato che le regole sono fatte per essere infrante» disse, fissandola dritta negli occhi e poi abbandonando quella stanza.

Tre settimane dopo.

Terra, Westview.

«Perché non lo fai tu?» la domanda di Agatha arrivò alle sue orecchie, costringendola a distogliere lo sguardo da quell'enorme parete formata da pura energia colorata.

«Perché io ho un regno da gestire» le rispose Lilith, guardandola con un'espressione ovvia.

La Dea dell'Oscurità e la Strega erano discese sulla Terra, dopo che uno strano fenomeno aveva catturato la completa attenzione di Lilith. A Westview, una piccola cittadina del New Jersey, si era verificato un evento anomalo, che aveva fatto scomparire dai radar non solo chi vi abitava, ma l'intera città stessa.

Perciò lei si era vista costretta ad andare a controllare di persona, scoprendo che dietro tutto ciò vi era lo zampino di Wanda Maximoff, una donna che lei stava segretamente tenendo d'occhio da parecchio tempo.

Grazie agli eventi che avevano visto Thanos come protagonista, Lilith e Dio si erano resi conto di quella che era la vera natura di ogni Avengers. E Wanda apparteneva al suo mondo, al Regno Ultraterreno degli Inferi.

Quindi, Lilith era determinata a scoprire di più su quella futura strega, che ancora doveva trovare la vera se stessa. Ed era proprio lei quella che avrebbe velocizzato il processo, facendole scoprire tutto il suo potenziale. E per farlo aveva deciso di usare una sua vecchia nemica: Agatha.

Sarebbe stato un grande sacrificio temporaneo, in nome di qualcosa ancora più grande di quello che la Strega potesse immaginare.

Ma anche Agatha aveva fatto le sue ricerche su Wanda, tenendola d'occhio dallo stesso lasso di tempo di Lilith. Perciò non era del tutto sprovveduta su quel fatto, come credeva la Dea.

«Questo nostro intervenire non creerà problemi con il santone lassù?» domandò Agatha, osservando il cielo terso sopra di loro.

«No, la grande battaglia ci ha fatto capire che lei appartiene al nostro mondo e non al suo. -indicò con un dito verso l'alto- Quindi non ho bisogno del permesso di nessuno, per mandarti lì dentro e sperare che tu riesca a portarla dalla nostra parte» le rivelò.

Ma i piani di Agatha erano altri.
Nonostante i rapporti con la Dea dell'Oscurità si fossero appianati, lei non aveva ancora sconfitto quella gelosia e quel suo complesso di inferiorità verso di Lilith.

«Okay, farò del mio meglio» mentì, iniziando a incamminarsi verso quella parete.

«Divertiti» le augurò Lilith, osservandola mentre scompariva oltre quell'energia pura.

🌟🌟🌟

Ci siamo, siamo davvero arrivati alla fine di questa storia... scusate ma non credo di aver ancora realizzato.
Mi sembra ieri di aver preso la decisione di buttarmi in questa nuova avventura, con poche sicurezze ma tanta voglia di mettermi in gioco.

Prima di questa storia non mi ero mai rapportata con la scrittura delle FanFiction e pensavo anche che non lo avrei mai fatto. Ma mai dire mai, no?
Come sapete, fin dall'inizio ho specificato che non avrei mai trattato questa storia come se fosse solo una FanFiction e ho cercato di stare lontana dai soliti cliché triti e ritriti che, purtroppo, caratterizzano il genere.
Spero di esserci riuscita.

E spero anche le vicende di Loki e Lilith siano state in grado di farvi provare delle emozioni vere, tanto quanto hanno fatto con me. Mi auguro che questo libro vi sia piaciuto e che soprattutto sia stato in grado di lasciarvi dentro dei piccoli insegnamenti sull'importanza dell'uguaglianza e della lotta per i propri diritti, che mai come in questo momento, nel mondo e in particolare in Italia, è da portare avanti.

In ogni caso, voglio prendermi un piccolo momento per ringraziare tutte le persone che mi hanno sempre sostenuta.

In particolare voglio dire grazie a myworldismessedup perché è stata la prima persona a credere nelle mie capacità di poter affrontare questo genere e mi ha spronata a scrivere la storia, probabilmente senza di te starei ancora rimuginando sul pubblicarla o meno ❤️

Un grazie speciale va anche a _IdaValkyrie_ semplicemente perché lei c'è sempre per me. Pronta a sostenermi e pronta a spendere una buona parola per ciò che faccio. Non sai quanto sono felice di poterti considerare mia amica ❤️

Grazie mille anche a tutte altre voi, stelline
Sapete bene quanto vi sia grata per il sostegno che mi avete dato, con i vostri voti, i vostri commenti e i vostri feedback.
Sono molto contenta che grazie a questa storia e a questa piattaforma io abbia potuto conoscere alcune di voi 🙏🏻

Ovviamente ringrazio anche tutte le mie lettrici silenziose e mi auguro che la storia vi sia piaciuta.

Comunque, come ormai sapete, non vi lascio un attimo di respiro, perché sono già pronta a tenervi compagnia con una nuova storia: "Milk"
Già disponibile sul mio profilo.
Chiunque abbia voglia di leggere e sostenermi anche in questo nuovo progetto, sarà sempre la benvenuta 🤍

Ancora una volta, grazie. Intraprendere quest'avventura con voi e con questi personaggi è stato stupendo.

XOXO, Allison 💕

Continue Reading

You'll Also Like

92.7K 4.6K 54
(IN REVISIONE) "Vuoi ballare?" Chiese Ophelia al ragazzo accanto a lei mentre usciva dal corridoio. Non appena uscì, le gocce di pioggia iniziarono a...
3.9K 305 21
Merope ha quattordici anni quando suo padre e suo nonno gli danno finalmente il permesso di frequentare la scuola di magia e stregoneria più famosa d...
54.4K 2.4K 26
-Non va bene. NON VA BENE!- -Co-cosa non va bene?- Balbettai in preda al panico. Lasciai il registratore sulla scrivania, mi alzai in piedi e andai v...
78.9K 2.2K 44
Questa è la storia di come conobbi i fratelli Salvatore, di come mi innamorai di entrambi e ne scieglietti solo uno. Per sapere chi leggete la storia...