Vacanze Romane

By _comewhatmay

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Roma, estate 2021. Harry parte per l'Italia quando un evento sconvolge totalmente la sua vita. Ha solo 22 ann... More

Prologo
Qui è stato Harry (E Louis)
Quindi. Amici?
Dovrai correre il rischio
Un umano difettoso
Più di un'alba a Roma
Emergenza Ziam... e Larry
Meglio tardi che mai
Come una stella
Dovremmo parlare
Cosa è venuto a fare?
Come Roma
Epilogo
VERSIONE CARTACEA

Benvenuto a Roma, Harold

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By _comewhatmay

"Harry Edward Styles."

Harry scatta sull'attenti, quando vede il suo coinquilino presentarsi sulla soglia della stanza in maniera così improvvisa da spaventarlo. È arrivato qui soltanto ieri eppure, in qualche modo, si sente già a suo agio in questa casa folle con Niall che non fa altro che cantare e mangiare ad intermittenza. Forse non tantissimo in questo momento, ma niente che non sia in grado di sopportare. "Come fai a sapere il mio secondo nome?"

"I tuoi documenti" gli ricorda, sventolandoli in aria per mostrarglieli. E oh, certo, aveva dimenticato di averglieli dati ieri per il check-in. "Adesso posso sapere cosa ci fa un turista chiuso ancora in un appartamento a sistemare i vestiti nell'armadio?"

"Non lo so, Niall. Disfo la valigia?"

Il biondino alza gli occhi al cielo, incredulo, mentre entra nella stanza e gli appoggia i documenti sul comodino. "Oh Dio, Harry, dovresti andare in giro a vedere la città. Non hai qualche amico a Roma? Penso di sì, altrimenti per quale motivo saresti venuto da solo?"

Harry si morde il labbro, imbarazzato, sedendosi sul letto. "Sono completamente solo, in realtà."

"Wow, questo non me lo aspettavo. Non sarai né il primo né l'ultimo ma devo ammettere che nonostante i tuoi capelli lunghi non mi sembravi il tipo - non guardarmi così, ricciolino, di solito i turisti avventuruosi hanno sempre i capelli lunghi" gli dice, strappandogli una piccola risata. Poi si siede sul letto di fronte a lui, incrociando le gambe e guardandolo con curiosità. "Cosa ti ha spinto a venire qui da solo, allora?"

"Oh, domanda diretta. Ok" mormora Harry, prendendo un respiro profondo. "Non prendermi in giro, ti prego, ma... questo mese avrei dovuto sposarmi."

Niall esita per un lunghissimo istante, poi si allunga verso il comodino per recuperare i documenti e controllare una seconda volta. "Sì, ok, non ricordo male io. Hai solo 22 anni! Che diavolo di problema avete dalle vostre parti? Noi italiani non facciamo le cose sul serio prima dei 35 anni."

"Non mi sembri molto italiano, scusami" ci prova Harry, curioso. Se Niall si è già preso tutte queste confidenze con lui, forse può fare lo stesso.

"Sono irlandese, in realtà. Mi sono trasferito qui con i miei genitori quando avevo dodici anni, poi qualche mese fa hanno deciso di tornare in Irlanda e io ho scelto di rimanere qui perché anche se ho odiato questo posto quando sono arrivato da adolescente, alla fine è diventata casa mia" gli racconta Niall. "E, a proposito di casa, qui vivevo con i miei genitori e non l'hanno venduta ma ovviamente ho dovuto mettere la camera degli ospiti in affitto. Tu sei il mio primo turista, Harry Styles. Ora che ti ho raccontato la mia storia, mi spieghi quanto hai battuto forte la testa da bambino per decidere di convolare a nozze così presto? Hai perso una scommessa?"

Harry sorride un po' per la sua curiosità, poi incrocia le gambe sul letto per mettersi comodo. "Mi sono fidanzato con il mio migliore amico quando avevo quindici anni, quindi puoi immaginare. Le cose sono diventate subito serie perché conoscevamo già le nostre famiglie e tutto il resto. I nostri genitori sapevano che sarebbe successo prima o poi perché pensavano che fossimo, tipo, anime gemelle? E anche noi, a dire il vero. Abbiamo sempre fatto tutto insieme, università insieme, tutto. Dopo la laurea abbiamo deciso di sposarci perché non vedevamo motivo di perdere tempo, ma a febbraio mi ha detto di aver bisogno di una pausa di riflessione."

"No, pazzesco."

"Già" mormora Harry. "Abbiamo dovuto annullare tutto ed è stato piuttosto doloroso. Ho trascorso gli ultimi tre mesi chiuso in casa a piangere, ma quando la data del matrimonio ha cominciato ad avvicinarsi, ho capito che non potevo farcela. Dovevo andare via da lì."

Niall annuisce, lentamente. "Sembra un film, Harry. Piuttosto, sei stato davvero chiuso tre mesi in casa?"

"Be'... sì?"

"Allora mi spieghi cosa diavolo ci facciamo ancora qui?" gli chiede, alzandosi dal letto. "Dai, fatti una doccia e preparati. Non hai nessun amico qui a Roma, ci penso io a portarti in giro a fare il turista."

Harry lo guarda, incredulo e sorpreso. Non ha neanche il tempo di dirgli se ha voglia di uscire oppure no, perché Niall esce immediatamente dalla camera sproloquiando a proposito di un po' di posti che deve fargli vedere. Ed Harry ha paura di essere un po' azzardato a pensare già a parole come amicizia, eppure qualcosa gli sta dicendo che Niall potrebbe essere davvero l'amico di cui ha bisogno in questo momento così tanto critico della sua vita.


***

Roma è caotica.

È la prima cosa che pensa Harry, mentre si ritrova con Niall ad attraversare una zona piuttosto residenziale della capitale. Perché, giustamente, Niall ha deciso di portarlo a vedere prima un po' la città nei dintorni di casa loro così che cominci a familiarizzare con il posto e impari a muoversi da solo. Gli ha fatto vedere il supermercato di fiducia, il bar che fa i croissant migliori - "cornetti, Harry, qui li chiamiamo cornetti". Hanno camminato tanto e a lungo senza vedere niente di quello che gli ha suggerito la guida che ha acquistato in aeroporto, e solo a pomeriggio inoltrato sono giunti davanti all'Altare della Patria.

Qui Harry ha cominciato a sentirsi davvero un turista, perché si sono messi in fila per entrare e dopo circa dieci minuti si sono ritrovati all'interno di questo pezzo di storia che Harry aveva visto sempre e solo sui libri. E se qualcuno gli chiedesse di spiegare l'emozione che ha provato, il modo in cui si è sentito libero per la prima volta nella sua vita, non lo saprebbe spiegare con nessuna parola esistente nel vocabolario. Sa solo che, improvvisamente, ogni dubbio sul fatto di essere venuto qua da solo scompare nel nulla. Forse ha preso la decisione migliore di sempre.

"Non ti toglie il fiato?" chiede al suo nuovo coinquilino, guardandosi intorno con la meraviglia negli occhi.

Niall storce un po' il naso, guardando male una coppia che si sta baciando sulle scale. Non riesce proprio a capire perché gli etero certe cose non possono farle a casa loro. "Ad essere sincero, non ci ero mai venuto. Intendo, l'ho sempre guardato da fuori" confessa. "Cos'è che ti toglie il fiato? Io vedo soltanto scale e pilastri."

"Non so neanche perché parlo ancora con te" risponde Harry, dandogli una gomitata. Vorrebbe dirgli che lo affascina particolarmente essere su un monumento che fu costruito per testimoniare un cambiamento, e che dopo tutto questo tempo è ancora qui intatto, ma Niall non gli sembra molto portato per questo genere di cose e quindi decide di tacere e continuare a salire le scale insieme a lui.

Si fanno un selfie con la vista mozzafiato quando arrivano in alto ed Harry lo invia subito sul gruppo di famiglia su Whatsapp, per far vedere che è vivo e che sta bene. Ammirano un po' i Fori Imperiali dall'alto e poi, dopo lungo giro, decidono di scendere giù per proseguire il loro tour di Roma e arrivare fino al Colosseo.

Harry non ha visto moltissimo, oggi, anche se ha camminato tanto, e decisamente la Via dei Fori Imperiali è quella che lo ha affascinato e a tratti emozionato di più. Il Colosseo sorge proprio lì in fondo, e ovunque si giri è circondato di meraviglie e di storia. Per non parlare degli artisti di strada che costeggiano sui marciapiedi a destra e a sinistra, rendendo tutto ancora più magico.

Niall sembra piuttosto disinteressato allo spettacolo che si stanno lasciando alle spalle, ma Harry si ripromette di tornarci presto in questi giorni per poter visitare meglio tutto.

È al Colosseo che Niall decide di fermarsi un po' di più, e anche se può sembrare scontato e banale, Harry resta comunque imbambolato davanti al monumento per diversi minuti a fissarne ogni dettaglio. Non a caso si ritrova davanti al simbolo della magnificenza di Roma per la prima volta nella sua vita, lui che lo aveva sempre visto sui libri di storia e che in tutta onestà non pensava di poter mai vedere dal vivo. Se non fosse per Niall che torna da lui all'improvviso richiamando la sua attenzione, resterebbe anche un po' di più. "Mentre eri lì incantato a guardare come un pesce lesso, guarda cosa ho comprato!"

Ha in mano una di quelle vecchie macchine fotografiche usa e getta e una maglietta bianca, con sopra il disegno del Colosseo e la scritta "I love Roma" colorata di arcobaleno. "Ovviamente questa la indossi tu, altrimenti che razza di turista saresti?"

"Che cliché del cazzo" risponde Harry, divertito, prendendo comunque la maglietta per indossarla. "Grazie, Niall, adesso mi sento molto più a mio agio."

"Figurati, amico, ora però andiamo a fare le foto con i cinesi."

"Le foto con i cinesi? In che senso - Niall!"

Harry ha malapena il tempo di sistemarsi la maglia che Niall lo afferra per il polso e comincia a trascinarlo in giro attorno al Colosseo, dove si piazza accanto a tutti gli stranieri che sono lì in posa per le foto tirando pure lui in mezzo per fare un selfie con il cellulare. Sono molto fortunati perché nessuno che si ritrova questi due ragazzi sconosciuti accanto a loro a scattare foto si arrabbia veramente, anzi si mostrano tutti piuttosto divertiti e alla fine anche Harry si fa contagiare dall'entusiasmo del suo coinquilino. A tratti è bello pensare che tutti questi sconosciuti, un giorno, si ritroveranno a guardare gli scatti delle loro vacanze e vedranno questi due folli ragazzi immortalati nei loro ricordi.

"Bene, il mio stomaco sta cominciando a brontolare" lo avverte Niall, alla fine della loro sfrenata maratona. "Facciamo qualche ultima foto poi ti porto in un posto qui di fronte dove lavorano i miei amici. Ti piacerà."

Harry acconsente e, mentre prende iniziativa per fare il ventitreesimo selfie di questo assurdo pomeriggio, si ritrova a pensare che forse oggi non avrà fatto il tour di Roma perfetto che aveva previsto, ma erano letteralmente mesi che non si divertiva così tanto.


***


"Come hai trovato questo posto?"

Harry non può fare a meno di fare questa domanda, mentre si siede ad uno dei tavoli liberi all'aperto e si guarda intorno per vedere il locale in cui Niall lo ha portato. Di fronte a loro c'è uno scorcio di Colosseo che rende ancora più magica questa strada così tanto caratteristica alle prime luci del tramonto. La cosa che colpisce subito la sua attenzione, sono le numerose coppie omosessuali: c'è chi cammina tenendosi per mano, chi si bacia sugli scooter parcheggiati, chi flirta sul marciapiede di fronte al locale, per non parlare degli uomini vestiti da donna e le donne vestite da uomini. Questo posto sembra semplicemente...

"È la Gay Street" gli spiega Niall, notando la confusione nel suo sguardo. "Sì, lo so, sembra tipo la Disneyland degli omosessuali. Pazzesco, no? Questo invece è il Coming Out" aggiunge, indicandogli con un cenno l'insegna a pochi metri dal loro tavolo. "Dato che sei nuovo qui a Roma, ho pensato di portarti così conosci qualcuno. Io non sono mai riuscito a rimorchiare veramente ma in compenso mi sono fatto degli amici. Non nel senso letterale, ma nel senso che ho stretto dei rapporti con qualcuno che lavora qui."

Harry si lascia andare ad un sorriso divertito. "Perché sembri così sfortunato con le relazioni, Niall Horan?"

"Perdonami, cosa te lo fa pensare?"

"Non fare il dispettoso, solo che ti ho visto ieri sul pianerottolo e ora mi stai dicendo di non esserti fatto nessuno qui - "

"Non ho mai detto di non essermi fatto nessuno, solo di non essermi fatto i miei amici" precisa Niall, assottigliando gli occhi per qualche momento. "E poi non si tratta di essere sfortunato, semplicemente non ho voglia di impegnarmi. Sono troppo distratto per ricordarmi di dover chiamare una persona prima di andare a letto e troppo asociale per incontrarla più di due volte a settimana, quindi preferisco restare solo e scoparmi qualche turista che viene nel mio palazzo ogni tanto."

Sta giusto per precisare che questo ovviamente non accadrà con lui, quando vengono interrotti dall'arrivo di qualcuno. "Ciao, ragazzi, benvenuti al Coming Out. Cosa vi porto?"

Harry solleva lo sguardo per scusarsi col cameriere e dirgli che non sa parlare in italiano, ma le parole gli restano bloccate nella gola quando incrocia il suo sguardo che, in questo momento, è posato proprio proprio su di lui. E, improvvisamente, è come se il tempo si fermasse. Harry non si ricorda più chi è né dove si trova, è come se la sua vita fosse un gigantesco plico di tele e quella che ha colorato fino ad ora fosse stata strappata via, per lasciare spazio ad una nuova, bianca e ancora tutta da rifare.

Ha gli occhi più azzurri che abbia mai visto, i capelli castani e un fisico asciutto e attraente fasciato da un paio di pantaloni neri e una maglia dello stesso colore con il logo del locale. Improvvisamente Harry non si ricorda più neanche come si respira, figuriamoci come si parla la sua stessa lingua. A questo punto, il cameriere può tranquillamente continuare ad esprimersi in italiano, tanto non fa alcuna differenza.

"Lou, tranquillo, non c'è bisogno che fai finta di non conoscermi" gli dice Niall in inglese. "Harry è il mio nuovo coinquilino quindi non ci proverà né con te, né con me. O almeno, con me di sicuro non ci prova, con te non lo so. Ma in ogni caso non è uno di quei casi in cui fai colpo sui ragazzi che conosco qui e che mi voglio fare."

Lou sorride. "Oh, meno male, stasera non ero proprio in vena di vederti mettere in ridicolo con un ragazzo" lo prende in giro, stavolta parlando in inglese pure lui. Poi torna a guardare Harry, con un piccolo sorriso ma abbastanza intenso che potrebbe incendiare questo posto. "Ciao Harry, è un piacere conoscerti e parlare con qualcuno delle mie parti. Londra, scommetto."

"Magari" mormora Harry. "No, Holmes Chapel."

"Io Doncaster. Non eravamo poi così lontani" risponde il cameriere, con l'aria di uno che sta decisamente cercando di flirtare con lui. Ora capisce perché pare che Niall gli abbia chiesto di fare finta di non conoscerlo davanti ai ragazzi con cui esce, è proprio quel tipo di persona che le attenzioni non può che averle tutte per sé. "Io mi chiamo Louis e sono al tuo completo servizio questa sera. Cosa vuoi che ti porti?"

Harry sente le guance andargli in fiamme, mentre recupera il menu dal tavolo e da un'occhiata nervosa alla parte scritta in inglese. "Uh, io - scusami, non ho proprio idea."

"Tranquillo, è comprensibile" risponde Louis, dolcemente. "Se sei appena arrivato, devi assolutamente assaggiare la carbonara. È il piatto tipico di Roma."

"Sì, giusto, non ci avevo pensato. Va bene la carbonara allora, grazie."

Louis gli regala un ultimo sorriso, prima di riportare la sua attenzione su Niall. "Sì, tu quella sottospecie di pizza, lo so. Prima o poi ti spedisco a Napoli a calci in culo."

Recupera i menu dal tavolo e rientra nel locale così come è arrivato, ed Harry non riesce assolutamente a togliergli lo sguardo di dosso. Soprattutto quando gli da le spalle e il suo culo è così in bella mostra, stretto nei pantaloni neri che ha addosso e che sembrano ancora più aderenti con quella cintura che ha in vita. "Oh Dio" mormora Harry, senza neanche rendersi conto di aver parlato ad alta voce.

"Lo so, è l'effetto che fa a tutti" sospira Niall, con l'aria di chi ha assistito a questa scena circa un migliaio di volte. "Non fa proprio per te, Mister Stavo Per Sposarmi A 22 anni. Louis è un bravissimo ragazzo ma sembra essere immune all'amore, gli piace andare a letto con i ragazzi e divertirsi, solo che non è in grado di innamorarsi di nessuno di loro. Non ti conosco benissimo ma tu invece hai tutta l'aria di uno che potrebbe fargli una proposta di matrimonio entro domani mattina."

Harry lancia un'occhiata nervosa all'interno del locale, dove Louis si è fermato al bancone a parlare con un tizio che si occupa degli alcolici. Da quello che può vedere, anche lui sembra essere molto, ma molto carino, anche se completamente diverso da Louis. E, tra l'altro, non sembra neanche lui italiano.

"Il barman è Zayn" gli dice Niall, quando capisce cosa sta guardando Harry. "Sì, neanche lui è italiano, ed è il migliore amico di Louis dai tempi del liceo. Zayn vive qui già da qualche anno, Louis è uno che ama vivere all'avventura e ogni anno, a settembre, si rimette in viaggio per una nuova meta. Fino allo scorso anno ha vissuto a Parigi, poi ha deciso di fare un anno qui per passare un po' di tempo con Zayn e a settembre invece chissà dove deciderà di andare."

Harry prova uno strano senso di tristezza, come se dovesse essere lui quello che lo dovrà lasciare andare fra tre mesi. "Quindi a settembre dovrai dirgli addio?"

"Viviamo nel ventunesimo secolo, Harry" gli fa presente Niall. "Potrò sempre telefonarlo o andare a trovarlo, chi lo sa. Noi del gruppo abbiamo imparato tutti a volere bene a Louis in questi nove mesi, ma è così chiaramente una mina vagante che ci siamo goduti la sua presenza sapendo che non rimarrà qua per sempre."

Harry torna a guardare Louis, che nel frattempo ha smesso di parlare con Zayn e si è avvicinato ad uno dei tavoli che sono all'interno per prendere altre ordinazioni. Lo vede sorridere ai clienti in quel modo languido e capisce di non aver avuto nessun trattamento speciale da Louis per chissà quale motivo, ma semplicemente è carino con tutti i suoi clienti. Questo lo fa rabbuiare un po' e - cavolo, non è un ragazzino, è stato fidanzato per tanti anni ed è una vita che non si fa castelli in aria per qualcuno, figuriamoci per un estraneo.

"È molto bello" confessa Harry, quasi timido. "Ha degli occhi incantevoli."

Niall sorride, piuttosto divertito da una situazione che palesemente non gli sembra nuova. "Be', mettiti in fila. Se hai fortuna e sei arrivato per primo, oggi, riesci a portartelo a letto già stasera."

Harry storce un po' il naso, perché non ha mai fatto sesso con un estraneo e neanche ha intenzione di farlo, nonostante Louis sia davvero, davvero molto bello. "Al massimo, potrei uscirci fuori a cena - "

"Harry" lo riprende Niall. "Sei praticamente appena uscito da un matrimonio. Smettila di essere così pesante."

Archiviato l'argomento Louis e compreso finalmente di non avere speranze con uno così, Harry riprende a parlare con Niall di altre cose. Lo ascolta mentre gli racconta dei primi tempi che ha vissuto qui a Roma, delle amicizie che si è fatto e di quanto si trovi bene con Louis, Zayn ed un certo Liam che a quanto pare lavora pure lui qui ma non è di turno questa sera. Harry scopre così che metà dello staff del Coming Out è straniero, e che sono stati subito assunti al colloquio proprio per questo motivo. A quanto pare, Harry non è affatto l'unico turista a passare per di qua e a non saper spiccicare una sola parola in italiano.

La conversazione va avanti per quasi un altro quarto d'ora, fino a che Louis non arriva ad interromperli con le due portate che hanno ordinato. "Pizza per l'idiota qui presente e carbonara per il nostro ricciolino" dice, posando i piatti davanti ai due clienti. "Spero che la pasta sia di tuo gradimento, Harold. Ho chiesto di farla particolarmente buona perché non volevo fare brutte figure" aggiunge con un occhiolino. E ok. E adesso come diavolo fa a non chiedergli di uscire?

In primo luogo, Harry vorrebbe ricordargli di chiamarsi Harry e non Harold, ma una parte di lui - quella che sta avendo la meglio - sta pensando di tornare in Inghilterra e passare all'anagrafe per cambiarsi il nome in Harold. In secondo luogo, invece, Harry pensa che potrebbe mangiare pure qualcosa che non è stato ancora riconosciuto commestibile se Louis glielo consigliasse e considerarlo il pasto più buono che abbia mai assaggiato.

"Sono sicuro di aver fatto bene ad accettare il tuo consiglio" risponde Harry, dando un'occhiata veloce al suo piatto che sì, è bello, ma di certo non è all'altezza di chi glielo ha servito.

"Be', scopriamolo subito" gli dice Louis, imperterrito. "Assaggiala, su."

"Ora?"

"Certo. Hai altri impegni?"

Harry arrossisce ancora una volta. "Nulla. Ok, sì, provo subito" mormora, arrotolando la pasta attorno alla forchetta e portandosela alla bocca. Il gusto delle uova lo colpisce subito, poi arriva il guanciale e alla fine, con un po' di ritardo, il sapore pungente del pepe. La pasta è cotta perfettamente, non l'ha mai mangiata così bene in Inghilterra, e gli scappa un verso di apprezzamento perché senza esagerare è probabilmente la cosa più buona che abbia mai assaggiato in tutta la sua vita. Manda giù il boccone e realizza pienamente di non essere di parte. "Oh Dio, è tipo - nettare degli Dei."

Louis sorride divertito, mentre si infila il palmare nella tasca posteriore dei pantaloni e gli dedica un'occhiata quasi maliziosa.

"Benvenuto a Roma, Harold."

Harry ha un piatto di carbonara davanti con il Colosseo inghiottito dal tramonto come sfondo di questa magnifica serata, eppure fa davvero fatica a togliere gli occhi di dosso a Louis mentre lo guarda dargli le spalle e poi rientrare nel locale.

Il Colosseo sarà pure bellissimo, ma a Louis non ha assolutamente niente da invidiare.











-

Ok, cominciamo!

Se non ci siete ancora stati, rimediate subito e correte al Coming Out di Roma. Questa storia è nata proprio lì, mentre io e Costy eravamo seduti ad un tavolo che affacciava sulla meraviglia del Colosseo eppure non riuscivamo a togliere gli occhi di dosso ai camerieri bellissimi che ci passavano davanti. L'atmosfera tra l'altro aveva un non so che di veramente magico e abbiamo trascorso la serata a plottare questa storia. Spero di riuscire a rendere l'idea


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