Sinners || Loki ||

By MadGeneration

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☞︎ COMPLETA ☜︎ •In revisione. Revisionata fino al capitolo 2. ⚠️QUESTA STORIA È PROTETTA DA COPYRIGHT, QUAL... More

Istruzioni per l'uso
Trama
Prestavolti
Prologo - Un'antica magia
1 - In onore di Loki
2 - Rinascita
3 - Ipnotica
4 - Una nuova cittadina
5 - Trova l'intruso
6 - Cambio di piani
7 - Un solo vincitore
8 - Prospettive inesplorate
9 - Giochiamo per vincere
10 - Giù, nell'oscurità
11 - Inganni e Sotterfugi
13 - Corde e Pugnali
14 - Vecchie Conoscenze
15 - Emozionanti Paure
16 - Farsi Male fino ad Amarsi
17 - In mancanza di ossigeno
18 - Tradiscimi
19.1 - Lui sta nelle cose che più amiamo
19.2 - Lui sta nelle cose che più amiamo
20 - So come finirà
21 - Si invertono le parti
22 - Anime Rubate
23 - Una Nuova Era
Epilogo - Peccatori
Post Credits - Ogni cosa al suo posto

12 - Chi ci fermerà?

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By MadGeneration

Galassia, Asgard.

Seduti a terra, rispettivamente sui gradini e sul pavimento lucido, Loki e Lilith riprendevano fiato.

Avevano combattuto.
E come la prima volta si erano resi conto di non potersi sconfiggere a vicenda. Avevano ancora la stessa forza magica. Ogni loro mossa sarebbe stata vana.

Il respiro affannato di Loki scandiva il tempo e rompeva il religioso silenzio presente in quella stanza. Una mano poggiata poco sotto il petto, dove qualche minuto prima la Dea lo aveva colpito con un calcio.

Non avevano usato armi e nemmeno trucchetti. In quel breve combattimento si era scaricata tutta la loro rabbia e frustrazione. Era stato per entrambi un buon modo per rilassarsi.

In quel momento, quasi nemmeno ricordavano per cosa si fossero scontrati. Lo stress di quei giorni aveva avuto bisogno della sua valvola di sfogo e ora ogni cosa sembrava più leggera. Persino le loro menti tormentate.

Una sensazione che però, sfortunatamente, non durò molto.

«Non arriveremo da nessuna parte continuando così» Lilith decise di parlare per prima, sedendosi più comodamente sui quei gradini e spostando il peso sugli avambracci.

Loki alzò un sopracciglio, confuso e allo stesso tempo incuriosito da quell'affermazione. Nel vederla sedersi in quel modo, fu colpito dai ricordi, ripensando a quando, proprio in quella stanza, aveva scoperto la verità sulle sue origini. Era passato così tanto tempo, eppure quelle immagini erano ancora vivide nella sua mente. Ma non si sbilanciò, rimase in silenzio, aspettando che fosse lei a continuare.

«Io non mi sento ancora bene con il mio riacquisito potere. E con te tra i piedi, che non fai altro se non intralciarmi la strada, non riuscirò a combinare molto e in poco tempo» aggiunse. Era come se stesse parlando con se stessa. Come uno di quei discorsi che ti permette di dar voce ai pensieri nella tua testa.

«Oh, scusa se non voglio che una sconosciuta poco affidabile si aggiri indisturbata tra le stanze del mio palazzo, in cerca di chissà quale segreto» si intromise lui, provocandole un'espressione infastidita per essere stata interrotta.

«E tu, non ti libererai di me facilmente» continuò, ignorando il suo intervento. «O almeno non prima che lui ci raggiunga» concluse, facendo spallucce.

Era stranamente calma.
Il tono pacato e quello sguardo sufficiente, come se fino a pochi istanti prima non avesse cercato un modo per contrastare Mephisto.
Sembrava quasi stare per arrendersi al destino che qualcun altro aveva scelto per lei.

Ma poi, volse il suo sguardo sulla figura di Loki, che se ne stava ancora lì seduto, intento a capire se fosse o meno il caso di curarsi quel grosso livido che gli stava uscendo sulla mano.

Sentendosi osservato, alzò la testa di scatto, incontrando lo sguardo furbo di lei. Un impercettibile sorriso aleggiava sulle sue labbra e la testa si stava piegando leggermente su un lato.

«A meno che...» quelle parole si dispersero nella stanza, un discorso lasciato volutamente a metà, per aumentare la suspense. A quanto pareva Loki non era il solo ad amare la teatralità.

Il Dio degli Inganni alzò un sopracciglio, come per spronarla a continuare, ma poi non attese che lei parlasse. Udì un impercettibile rumore. Un suono di cui Lilith non si accorse minimamente, ancora troppo inesperta della vita all'interno di quel palazzo.

«Qualsiasi cosa ti stia passando per la mente, dovrai tenerla per te ancora per un po'» le disse, alzandosi in piedi e lisciando le pieghe dei suoi pantaloni in pelle. Camminò verso le scale, raggiungendola e fermandosi qualche gradino più in basso di lei. «Sarà meglio che Odino si faccia trovare nelle sue stanze quando il capo della guardie arriverà per conferire con lui» spiegò, mentre le porgeva una mano.

Lilith lo guardò con circospezione, non capendo il perché in quel momento volesse darle un aiuto per alzarsi e non fidandosi pienamente di quella strana bontà. Studiò i suoi lineamenti, cercando di trovare una risposta ai suoi dubbi all'interno di quegli occhi glaciali. Ma poi alla fine decise di tirarsi in piedi da sola, ignorando il braccio teso verso di lei.

Loki alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa e ricominciando a camminare su per le scale. Arrestò il suo passo solo davanti alle porte chiuse di quella stanza segreta, attendendo che lei lo raggiungesse.

«Wow, cos'è tutta quest'improvvisa galanteria?» gli domandò con tono divertito, una volta dopo averlo affiancato.

«Nessuna galanteria, voglio solo assicurarmi che tu esca da qui assieme a me» spiegò, invitandola a sorpassarlo. Lilith gli passò davanti, salendo anche quell'ultimo gradino che li separava dal rifare il loro ingresso nel palazzo.

Si voltò nuovamente verso di lui, con un'espressione divertita. «Sai che, non ascoltando ciò che avevo da dire, mi hai appena dato una scusa per poter tornare qui e tormentarti ancora?» gli fece notare.

«Non ti serve una scusa per venire qui» replicò, portando per un secondo lo sguardo oltre le spalle di quella donna. «E non ti servirà più fare fatica per trovare modi per intrufolarti nel mio palazzo» continuò.

Lilith si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia, non comprendendo il senso di quella frase. Ma non ebbe nemmeno il tempo di pensarci, perché in un attimo le mani di Loki le si poggiarono sulle spalle e le porte dietro di lei si spalancarono improvvisamente, rivelando Kåre, con al seguito due guardie.

Loki le diede una spinta, facendola ricadere tra le braccia di quei soldati sotto il suo controllo mentale. La Dea dell'Oscurità si ritrovò presto intrappolata, tenuta per le braccia da quei due energumeni, mentre Kåre accorreva a metterle quelle spesse manette di ferro ai polsi, impedendole qualsiasi mossa, qualsiasi incantesimo.

Alzò la testa, spostandosi alcuni capelli che le erano ricaduti sul volto e puntò i suoi occhi scuri in quelli di Loki. Il Dio se ne stava davanti a lei, con un sorriso soddisfatto a illuminargli il volto.

«Bella mossa» commentò Lilith. «Davvero una bella mossa. Peccato che tu l'abbia fatta nel momento più sbagliato di tutti» aggiunse, il tono calmo e l'espressione rilassata. Come se non l'avessero appena messa in catene. «Lui troverà presto il modo di arrivare qui e tu non hai idea di cos'è capace. Senza il mio aiuto condannerai Asgard e anche te stesso» lo avvertì.

Lilith non stava nemmeno cercando di dimenarsi per liberarsi dalle salde strette dei soldati. Loki si sarebbe aspettato tutt'altra reazione da lei. Credeva che avrebbe lottato, provato a usare i suoi poteri e invece niente. Si era fatta prendere senza muovere un dito e ora se ne stava lì, a farfugliare quelle cose come se fossero due amici che discutevano di affari.

Ma il Dio degli Inganni non aveva tempo di stare ad analizzare quelle parole. Voleva godersi la sua piccola vittoria. «Vai avanti, continua a sottovalutarmi» le rispose per tanto, facendo poi aleggiare una mano e dando il segnale ai soldati di portarla via.

Lilith scosse la testa e sorrise, mentre veniva strattonata lungo quel corridoio asettico.
E mentre Loki era intento a godersi la vista di lei che veniva finalmente imprigionata, la Dea dell'Oscurità sapeva che ben presto lui sarebbe tornato da lei.

‎४ ‎४ ‎४

I giorni passavano in quella città sospesa nella galassia e la vita a palazzo sembrava scorrere normalmente. Nessun intruso si era più aggirato per quelle sale e nessun pericolo sembrava minacciare gli abitanti.

Kåre aveva riacquistato un po' di serenità ed Hege si era piano piano scordata di quella donna di Midgard -distratta abilmente da Loki e dal sesso.-

E nonostante tutto stesse procedendo secondo i suoi piani, il Dio degli Inganni non riusciva a placare i pensieri nella sua mente. Credeva che, una volta imprigionata Lilith, i suoi problemi sarebbero finiti e lui avrebbe potuto riprendere con la sua normale vita da imbroglione.

Ma così non era stato.

All'inizio, quando l'aveva vista in catene, si era sentito bene. Forte della sua vittoria, era tornato nella sala del trono e aveva organizzato un banchetto per festeggiare. Ma poi, passata l'euforia e la sbronza, il mattino dopo, quando aveva aperto gli occhi, un manto di cupi pensieri si era adagiato sulla sua mente.

Era quasi come se ormai ci avesse fatto l'abitudine ad avere quella donna tra i piedi. Gli mancava avere qualcuno con cui scontrarsi, punzecchiarsi e provocarsi. Tutto sembrava così vuoto e noioso, esattamente come se stesse conducendo una qualunque vita di corte.

E poi c'erano le preoccupazioni.
Le domande senza risposta e quelle che invece, purtroppo, una risposta ce l'avevano.

Per questo aveva resistito solo due giorni, prima di sgattaiolare fuori da quel palazzo e dirigersi nel suo luogo preferito. Spinto dalla curiosità e dalla voglia di dimostrare che Lilith avesse torto, era tornato in quel bosco, si era spinto fino al limitare della città. Aveva raggiunto il punto esatto in cui lui e la Dea dell'Oscurità si erano incontrati per caso.

Lì, su quell'erba, un tempo verde e rigogliosa, aleggiava ancora quella macchia nera.

Così gli era toccato ammettere che in realtà era lui quello che aveva torto. Con lo sguardo fisso su quella chiazza, si era reso conto che si stava espandendo piano piano. I suoi bordi irregolari avevano preso possesso di altri spiazzi di erba e le sue preoccupazioni erano cresciute assieme a quella vista.

"Lui troverà presto il modo di arrivare qui e tu non hai idea di cos'è capace. Senza il mio aiuto condannerai Asgard e anche te stesso"

Le parole di Lilith avevano preso a rimbombagli in testa, quasi stordendolo.

Che avesse avuto ragione?

Davvero avrebbe avuto bisogno del suo aiuto per sistemare un danno che in principio lui stesso aveva causato e che lei era stata in grado solo di peggiorare?

La risposta, purtroppo per lui, era positiva.

Quindi, dopo l'ennesima notte insonne, aveva ceduto. Scacciate via le coperte di raso verde con rabbia, si era alzato sbuffando dal suo letto e con passo deciso aveva camminato lungo quei corridoi, spingendosi fino alle prigioni.

«Mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ci avresti messo prima di tornare, perso e disperato, da me» la voce di Lilith lo aveva accolto nell'esatto momento in cui si era ritrovato dentro quelle stanze. «Devo dire che però ci hai messo più del previsto»

Loki non si lasciò toccare da quelle frasi, ignorandole e concentrandosi su ciò che aveva intorno. Non era passato poi così tanto tempo dall'ultima in cui era sceso fin là sotto. Dall'ultima volta in cui anche lui si era ritrovato chiuso in una di quelle celle.

Nulla era cambiato. I prigionieri rinchiusi, ancora protestavano e cercavano di evadere, buttandosi contro quella barriera magica o escogitando piani che sarebbero falliti ancora prima di iniziare.

Lilith, esattamente come era stato lui, era l'unica che si distingueva. Non stava cercando di uscire, non sembrava sopraffatta dall'ira e non sprecava fiato protestando e professando la sua falsa innocenza.

Sdraiata orizzontalmente su quel letto singolo, con le gambe e la testa a penzoloni, sembrava fissare un punto indefinito del soffitto bianco. I lunghi capelli erano nuovamente legati in tante piccole treccine, le cui estremità si adagiavano su quel pavimento lucido.

Indossava degli abiti decisamente più comodi e decisamente più umani. Un pantalone in tuta nero e una maglietta corta dalle fantasie vintage. Un abbigliamento che fece aggrottare la fronte di Loki, trovandolo estremamente sciatto.

Per il resto la sua cella sembrava in perfetto ordine. Nulla era fuori posto, anzi, sembrava che non avesse toccato niente -se non il letto- da quando, ormai sei giorni prima, aveva fatto il suo ingresso.

«Non sono qui per giocare a chi è più sarcastico, Lilith» era forse la seconda volta in cui lo sentiva pronunciare il suo nome. Era sempre stato ben attento a farsi scappare quelle lettere dalla bocca. Come se chiamarla gli provocasse qualche strana sensazione.

E in un certo senso era così.
Gli piaceva il suo nome e gli piaceva la forma che prendevano le sue labbra nel pronunciarlo.
Non amava invece il modo in cui lo faceva sentire, come se fosse debolmente esposto ai suoi occhi.

«Cosa c'è? La macchia di Mephisto non è sparita magicamente come ti aspettavi? O ti stavi solo annoiando senza la mia presenza?» la donna aveva completamente ignorato le parole di Loki, continuando a rivolgersi a lui con il suo solito sarcasmo.

Ma aveva indovinato con entrambi i quesiti, perché quelle erano davvero le ragioni che l'avevano spinto a scendere da lei nelle prigioni.

Non sentendo una risposta, Lilith si era finalmente decisa a distogliere lo sguardo da quel soffitto e alzarsi dal letto. «Oh, ma non mi dire» commentò, incamminandosi verso quella specie di griglia magica, notando l'espressione seria del Dio e capendo di aver ragione su entrambi i fronti.

«Basta con i giochetti!» aveva esclamato Loki, piantando un pugno sul muro accanto a lui. Prese un profondo respiro, cercando di riordinare le idee e poi alzò lo sguardo, portandolo sulla figura di Lilith, che in quel momento si trovava davanti a lui.

Nelle sue mani fece comparire un libro, notando subito lo sgomento nel corpo della donna. La bocca si era stretta in una linea sottile e i suoi occhi si erano assottigliati. Non era felice di vedere quel volume.

«Ho letto ogni singola pagina di questo maledetto libro, anche quelle nascoste» le disse, mostrandole la copertina sul retro e sfogliandolo velocemente. Lilith, nel frattempo si stava mordendo nervosamente l'interno guancia, non staccando mai lo sguardo dal titolo: "Codex Gigas"

Erano secoli che non vedeva quel libro.
Credeva che tutte le copie fossero state distrutte, se non quella che Mephisto custodiva gelosamente nella sua enorme biblioteca dentro il castello.
Dio si era preoccupato personalmente di cancellare la sua storia da ogni scrittura, possibile che si fosse dimenticato una copia?

«Ho letto ogni singola parola, osservato ogni immagine... ma non riesco a capire. Avevi tutto, la gloria, l'amore vero, il potere. Perché tradire Mephisto e farti esiliare? Perché perdere ogni cosa?» le chiese, sinceramente curioso di sapere. Per quanto si sforzasse non riusciva proprio a comprendere come avesse potuto fare una cosa del genere.

Lui per tutta la vita aveva desiderato ciò che a lei sembrava quasi esserle stato regalato. E ancora, nonostante tutti i suoi sforzi, non era stato in grado di ottenerlo.

Lilith si lasciò scappare un sorriso amaro, assumendo un'espressione quasi disgustata. «Prima di tutto, fai sparire quel libro pieno di menzogne dalla mia vista» ordinò e sorprendentemente Loki fece come gli aveva chiesto. Non perché fosse diventato accondiscendente in modo improvviso, ma perché era stanco di dare la caccia alla verità, ed era stanco di quella situazione di stallo.

«Tu hai davvero creduto che avessi ognuna di quelle cose? Dio, che ingenuo. Pensavo che ormai avessi imparato a conoscermi» Lilith tornò a sedersi sul letto, quasi offesa da ciò che Loki aveva presupposto su di lei.

«Rispondi alla mia domanda» l'aveva incitata lui, iniziando già a perdere la pazienza.

«Perché non avevo niente di tutto ciò!» quasi urlò, alzando la testa di scatto e puntando lo sguardo rabbioso in quello di Loki. «Era una farsa, un bel teatrino costruito per arrivare dove volevo davvero. Non ho mai voluto regnare al fianco o sotto Mephisto, non ho mai voluto la gloria solo perché ero la moglie del Re degli Inferi» senza nemmeno rendersene conto, Lilith iniziò a spiegarsi.

«Voglio tutto ciò perché me lo merito» specificò. «Sin da quando sono stata creata, sono stata considerata troppo forte, troppo intelligente. Hanno avuto paura di me e della mia determinazione e hanno preferito allontanarmi. Cancellare la mia storia, trattarmi come se non fossi mai esistita» Loki non aveva ascoltato mai nessuno con così tanta attenzione.

Con sua sorpresa, si ritrovava in quelle parole. Comprendeva la sofferenza che aveva subito, tutto ciò che aveva passato, solamente perché incolpata di essere ciò che era.
Lo capiva bene, perché anche lui aveva vissuto quelle angherie.

«Non ho chiesto aiuto a Mephisto, ci siamo solo trovati, nel posto giusto al momento giusto. E ho scelto semplicemente di adattarmi, in attesa di comprendere chi fosse davvero. Quando capii che nemmeno lui sarebbe stato in grado di accettarmi, ho deciso il finale che la nostra storia avrebbe dovuto avere» continuò, mentre il suo sguardo si era ormai perso nel vuoto, pervaso dai ricordi.

«Un finale che però mi si è rivoltato contro. Sono stata troppo avventata e i miei gloriosi propositi mi si sono infranti davanti agli occhi» Loki alzò un sopracciglio, colpito dal termine che aveva utilizzato.

Gloriosi propositi...

Era così che li definiva anche lui.
Era così che chiamava i suoi piani, quasi come a giustificarli. Gli sembrava un buon modo per camuffare tutto il male che avrebbe causato per arrivare a un fine migliore per lui.

«E quindi eccomi qui. Questo è un enorme riassunto di quella che è stata la mia vita, ma questa volta senza bugie, solo verità» concluse, sospirando pesantemente e sforzandosi di aprire la sua bocca in un sorriso tirato.

Il Dio degli Inganni, forse per la prima volta nella sua vita, non aveva idea di cosa dire. Non si capacitava di come potesse ritrovarsi tanto nella storia di un'altra persona. Aveva sempre creduto che nessuno mai avrebbe potuto comprenderlo. E invece, ecco che arrivava lei, una sconosciuta proveniente da un mondo lontano. Una donna pericolosa e capace di farlo adirare oltre ogni limite. Una Dea, in grado di attrarlo contro ogni sua aspettativa.

Si era sempre sentito così solo durante la sua esistenza. Incompreso, mal voluto, diverso. Ma aveva appena trovato qualcun altro in grado di capirlo.

Non sapeva se ciò fosse un bene o un male.
Mettere insieme due individui così potenti, meschini, furbi e allo stesso tempo fragili e soli, era come creare un'enorme bomba ad orologeria capace di distruggere e sovvertire tutto ciò che era mai stato conosciuto.

Quel piccolo dubbio però, non ebbe tempo di prendere piede nella sua testa, perché la voce di Lilith lo risvegliò dai suoi pensieri.

«Hai detto che io ho bisogno di un aiuto per sconfiggerlo e avevi ragione» cominciò quel nuovo discorso, alzandosi ancora una volta dal letto e avvicinandosi a lui. «Ma adesso lui è anche un tuo problema. E proprio come me, hai bisogno di aiuto per liberartene» spiegò, poggiando il palmo della mano su quella griglia magica.

«C'è una cosa che non mi hai dato il tempo di dire l'altra volta, preferendo imprigionarmi» stuzzicò la sua curiosità, portandolo ad aggrottare la fronte. «Da soli siamo potenti, ma immagina cosa potremmo fare insieme, come alleati» Loki aprì la bocca, convinto di voler subito rifiutare e stroncare sul nascere quella folle proposta. Ma poi, un secondo dopo, si rese conto che, forse, ciò che stava dicendo quella donna non era poi così folle.

«Semplici alleati, niente di più. Nessun vincolo e nessun inganno. Due Dei che lavorano assieme per conquistare tutto ciò che hanno sempre bramato» aggiunse, cercando di allettarlo ancora di più.

«Ci alleiamo, sconfiggiamo Mephisto, tu ti prendi il tuo trono e mi aiuti a mantenere questo, assicurandomi protezione da qualsiasi minaccia proveniente dal tuo mondo e da Midgard? E poi ognuno per la propria strada, come se mai nulla fosse successo?» ricapitolò quello che lei aveva detto tra le righe, volendo essere sicuro di aver capito bene.

Lilith annuì, un ritrovato sorriso malefico dipinto sulle labbra. «Immagina, chi ci fermerà?»

«Nessuno» rispose Loki.

«Esatto, nessuno» confermò lei.

🌟🌟🌟

Eccovi il nuovo capitolo!

All'inizio sembra proprio che i nostri due protagonisti siano in alto mare nella loro relazione interpersonale. Ma poi cambia tutto.
Vi aspettavate questa svolta?

Credete che l'alleanza tra Lilith e Loki porterà a qualcosa di buono?
O sarà solo l'ennesimo modo per portare distruzione ovunque?

Ma soprattutto, quale sarà la prossima mossa di Mephisto?

Per avere una risposta a tutte queste domande non dovrete fare altro che continuare a leggere.

Lasciate una stellina nel caso il capitolo dovesse esservi piaciuto e non dimenticatevi di commentare facendomi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi.

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XOXO, Allison 💕

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