Sinners || Loki ||

By MadGeneration

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☞︎ COMPLETA ☜︎ •In revisione. Revisionata fino al capitolo 2. ⚠️QUESTA STORIA È PROTETTA DA COPYRIGHT, QUAL... More

Istruzioni per l'uso
Trama
Prestavolti
Prologo - Un'antica magia
1 - In onore di Loki
2 - Rinascita
3 - Ipnotica
4 - Una nuova cittadina
5 - Trova l'intruso
6 - Cambio di piani
7 - Un solo vincitore
8 - Prospettive inesplorate
9 - Giochiamo per vincere
10 - Giù, nell'oscurità
12 - Chi ci fermerà?
13 - Corde e Pugnali
14 - Vecchie Conoscenze
15 - Emozionanti Paure
16 - Farsi Male fino ad Amarsi
17 - In mancanza di ossigeno
18 - Tradiscimi
19.1 - Lui sta nelle cose che più amiamo
19.2 - Lui sta nelle cose che più amiamo
20 - So come finirà
21 - Si invertono le parti
22 - Anime Rubate
23 - Una Nuova Era
Epilogo - Peccatori
Post Credits - Ogni cosa al suo posto

11 - Inganni e Sotterfugi

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By MadGeneration

Galassia, Asgard.

Che senso ha?

Era una domanda che Lilith non si era posta in nessuna occasione.
Un quesito che la sua mente non concepiva, perché non aveva mai avuto dubbi su ciò che desiderava per se stessa.

Eppure, dopo tutti quei secoli, dopo tutte quelle battaglie e quegli anni passati a fuggire, il suo cervello aveva deciso di fermarsi un secondo a pensare.
Riflettere sulla sua vita, su tutto ciò che aveva fatto.

Inevitabilmente, seduta sui gradini malandati di quel porticato, con lo sguardo perso nel vuoto, si era ritrovata a chiedersi che senso avesse continuare con quella vita.

Non dubitava di sé, aveva gran tenacia e forza, ma anche lei, alla fine, era stata colpita da quelle emozioni di sconforto.

Sin dal momento in cui aveva messo piede sulla Terra, aveva combattuto. Lilith portava avanti una battaglia per la sua libertà da sempre. E la stanchezza iniziava a farsi sentire. Quella pausa che si era presa a New York, era stata senza dubbio rigenerante. Ma quando credeva di avere finalmente il coltello dalla parte del manico, ecco che arrivava lui, inaspettato, a piantargliene un altro nella schiena.

Quindi, si domandava che senso avesse continuare a combatterlo, se tanto lui sarebbe sempre stato due passi avanti a lei.
Che senso aveva continuare a scappare, se tanto lui riusciva sempre a trovarla, in un modo o nell'altro.

Avrebbe mai potuto sedersi e rimirare l'orizzonte senza dover pensare più a nulla?
Avrebbe mai trovato la pace?

Vedeva tante possibili risposte a quelle domande e in nessuno scenario vi era una conclusione positiva.

Ma arrendersi e sottomettersi a un volere superiore, che non venisse direttamente da lei, era inconcepibile. Quindi, per quanto stanca, provata e sconsolata fosse, non se la sentiva comunque di mollare.

Non era una che si arrendeva.
Non abbandonava i suoi scopi.
L'unico modo per fermarla era ucciderla. E uccidere una Dea pressoché immortale era impossibile, quindi, fino alla sua vittoria, non ci sarebbe mai stata pace per la sua anima oscura.

«Puoi andare a deprimerti da un'altra parte e non sui gradini di casa mia?» Elin era arrivata con un balzo davanti a lei, sbucando quasi fuori dal nulla. O forse era semplicemente Lilith che, troppo assorta nei suoi pensieri, nemmeno si era accorta della sua presenza.

«Ah, bentornata. Il tuo giro di ricognizione mattutino ha portato nuovi frutti?» le domandò la Dea dell'Oscurità, alzando un sopracciglio e scacciando finalmente via le preoccupazioni dalla sua mente.

La bambina raddrizzò le spalle, alzando il mento, assumendo una posizione fiera, mentre le mostrava il suo bottino. Dalle ampie tasche della sua veste marrone, aveva tirato fuori qualche luccicante gioiello colorato e un pezzo di stoffa pregiata.

«E quante volte hai rischiato di farti scoprire?» le domandò Lilith, facendo sì che l'espressione della bambina si imbronciasse. Nello smorzare l'entusiasmo era la migliore.

«Solo dal commerciante di stoffe, ma sono riuscita a seminarlo» rispose, ritirando avidamente quel suo tesoro e salendo i gradini, sopra i quali la donna stava ancora seduta comodamente.

«Credi che una parte di quei gioielli potrebbero essere impiegati per comprarci del cibo o devo provvedere io, con i miei modi, a quello?» chiese poi la Dea, girando di poco la testa, così da osservare Elin con la coda dell'occhio.

La bambina arrestò i suoi passi, aggrottando la fronte. «No» rispose secca. «Questi mi servono per comprare il mio passaggio, che mi porterà lontana da Asgard» le rivelò per la prima volta, facendole capire, finalmente, come mai si desse tanta pena per rubare ai più abbienti, rischiando di essere scoperta e imprigionata.

«E perché mai vorresti abbandonare questa città?» la curiosità aveva ormai preso il sopravvento nella donna. Erano giorni e giorni che quelle due vivevano assieme, ma non si erano mai soffermate a parlare dei loro problemi personali. A parte qualche domanda di troppo di Elin, rivolta al falso lavoro di Lilith con Thor.

Quindi, quando quelle piccole informazioni sfuggivano dalla bocca della bambina, lei non se le lasciava mai scappare. «Perché io qui non ho più niente» rispose di getto, mordendosi l'interno guancia. «E poi, come diceva sempre la mia mamma: "Non è tutto oro quel che luccica." E qui di oro e luccichii, sotto cui nascondere lo sporco, ne abbiamo in abbondanza» concluse, volgendo il suo sguardo sul palazzo reale e sparendo dentro quella piccola casa in legno.

Sul volto di Lilith si formò un'espressione quasi compiaciuta, mentre quel sorriso furbo increspava le sue labbra. Anche lei aveva puntato i suoi occhi scuri sulla punta di quel palazzo. Nel frattempo nella sua mente, un piano d'azione stava già prendendo forma.

४ ४ ४

«Tu!» aveva esclamato Loki, nell'esatto momento in cui era entrato in quella sfarzosa stanza. Il braccio teso e il dito puntato verso la figura di quella donna. «Scendi immediatamente dal mio trono»

Lilith si lasciò scappare un sorriso sornione, accomodandosi meglio su quella seduta larga. «Sai, potrei abituarmici» parlò, passando le mani su quei braccioli, imitando, inconsapevolmente, il gesto che anche Loki faceva spesso. «Lilith, Regina degli Inferi e Sovrana di Asgard» proclamò solenne, come se si stesse annunciando.

Il Dio degli Inganni sembrava però essere di tutt'altro parere, perché alzò gli occhi al cielo e strinse i denti. «Forse nei tuoi sogni più proibiti» commentò con sufficienza, muovendo qualche passo verso di lei, verso il suo trono.

La camminata era decisa, mentre si avvicinava. I capelli neri, perfettamente pettinati e leggermente ondeggiati, gli ricadevano sul collo scoperto. E quelle nuove vesti in pelle nera, con inserti di pregiata stoffa verde, sembravano aderire ancora più perfettamente al suo fisico asciutto.

Gli occhi avevano una specie di scintillio ad illuminarli, quando si fermò proprio davanti a lei, a pochi centimetri di distanza.

«Oh no, nei miei sogni proibiti c'è ben altro» lo provocò, sorridendo maliziosamente e continuando a restare seduta sul trono. Loki si chiese inevitabilmente dove volesse andare a parare quella donna. Nella sua mente sapeva che probabilmente quell'atteggiamento doveva far parte solo di un qualche inganno, ma una strana curiosità lo spingeva a stare al gioco.

Ormai sapeva tutto su di lei.
Ogni cosa.
O così gli piaceva credere.
Aveva letto e riletto quel libro, recandosi con una certa regolarità dal vecchio Arvid. E anche se ancora non conosceva la verità sul suo esilio, un'ipotesi più che plausibile aveva preso forma nella sua mente.

«In un altro frangete sarei felice di scoprirli, ma per tua sfortuna non sono ancora così disperato da cedere ai tuoi stupidi giochi di seduzione» le afferrò l'avambraccio con forza, facendola sussultare. «E adesso alzati dal mio trono» ordinò a denti stretti, strattonandola e costringendola a mettersi in piedi.

La distanza tra i loro corpi in quel momento era quasi nulla. Lilith poteva sentire chiaramente il caldo respiro di Loki mescolarsi al suo. Perciò decise che ormai avrebbe dovuto compiere la prossima mossa.

La Dea dell'Oscurità aveva scelto di giocare il suo mazzo di carte più sicuro. Di ripetere la partita che anni e anni prima aveva già vinto con Mephisto.

Perciò, in una frazione di secondo, le loro posizioni si scambiarono. Loki si trovava spalle al trono quando la gamba di Lilith si insinuò dietro la sua caviglia, agganciandola e facendogli perdere l'equilibrio. Cadde con il sedere su quel seggio, ritrovandosi a fissarla dal basso.

Ora era lui quello con un malizioso sorriso che gli increspava le labbra sottili, mentre Lilith si lasciava ricadere su di lui. Posizionata a cavalcioni sulle sue gambe, il Dio si rendeva conto solo in quel momento del fatto che indossasse vesti diverse dalle quali era solito vederla aggirarsi per la sua città.

Un lungo abito, in stoffa sempre bordeaux, con un profondo scollo a V, formato dalle spalline spesse e due vertiginosi spacchi sulla gonna, che le permettevano di starsene comodamente seduta su di lui.

Mentre osservava il suo corpo, la lingua inumidì involontariamente il labbro inferiore e quella vocina nel suo cervello, che gli urlava di non abbassare mai la guardia, iniziò ad affievolirsi.

«Peccato che tu non sia in vena di cedere ai miei giochetti» disse lei, piegandosi leggermente su di lui e offrendogli una visuale ancora migliore del suo seno quasi scoperto.

«Un vero peccato» aggiunse, sussurrandoglielo all'orecchio e sfiorandogli il lobo con le sue labbra morbide. Ormai poteva chiaramente percepire l'erezione di Loki crescere e premere contro il suo interno coscia. Ma soprattutto, poteva percepire le sue difese abbassarsi e il suo vantaggio prendere sempre più piede.

«So chi sei veramente, Lilith. Non ho creduto nemmeno per un attimo alla storiella in cui ti dipingevi come una povera martire» il Dio degli Inganni si aggrappò a quell'ultimo briciolo di buon senso che era rimasto dentro di lui, pronunciando quelle parole ed evitando di cedere.

«Tutti credono di sapere chi sono. Ogni mio nemico pensa di aver trovato la risposta a questo dilemma» la sua voce era stranamente musicale. «Ma la verità è... che non esiste una risposta» confessò, sfiorando le sue labbra con quelle di Loki.

Lui non capì bene ciò che stava accadendo. Ancora una volta si era lasciato rapire da quella voce ipnotica, senza nemmeno rendersene conto.

Quindi, in quel momento, il suo cervello era stato ormai scollegato e non riusciva a pensare ad altro, se non a quanto quella donna fosse sexy e all'eccitazione che stava provando nell'averla sopra di lui in quella posizione.

Lilith era riuscita nel suo intento.
E la conferma definitiva le arrivò quando la mano di Loki si posizionò dietro la sua nuca, afferrandole in capelli e attirandola a sé con forza.

Le loro labbra si scontrarono e presto anche le loro lingue si incontrarono.

La Dea dell'Oscurità ormai aveva imparato a conoscere gli uomini e sapeva che tutti avevano una cosa in comune, di qualsiasi genere fossero, da qualsiasi mondo provenissero: la debolezza della carne.

E Loki, per quanto fosse scaltro e furbo, non era riuscito a resisterle.
Per anni e anni non aveva mai ceduto alle avance di Hege, non si era mai fatto ingannare da lei. Ma Lilith era completamente diversa.

Era una gran giocatrice.
E a differenza della donna dai capelli rossi, lei non aveva mai supplicato, non aveva mai mostrato palesemente quel tipo di interesse per lui, anzi. Questa era stata la mossa decisiva che aveva fatto cadere Loki in quella trappola.

Intanto la stanza veniva riempita da pesanti sospiri e qualche gemito sommesso. Le mani vagavano reciprocamente sui loro corpi, percependosi e desiderandosi.

Le dita di Loki si avvolsero attorno alla carne scoperta della sua coscia, stringendo con poca delicatezza e facendola sussultare. Lilith intrappolò il suo labbro inferiore tra i denti, mordicchiandolo e provocandogli un piacevole dolore.

Si staccarono per riprendere fiato.
Nessuno dei due osava dire nulla, ma non abbassarono mai lo sguardo dai loro occhi così diversi.
Lei li assottigliò, quasi sfidandolo apertamente a mantenere quel contatto visivo. E lui, in tutta risposta, alzò un sopracciglio.

Lilith decise di giocare un'altra carta vincente, sicura che ogni tassello del suo piano si fosse incastrato alla perfezione con l'evolversi degli eventi.

Portò una mano su quelle spalline, avvolgendo il morbido tessuto tra le dita e lasciandolo cadere lentamente. Loki cercò di restare impassibile davanti a quel gesto, continuando a sostenere il suo sguardo. Ma quando anche la seconda spallina fu abbassata, l'eccitazione mista a curiosità vinse.

Osservò quella parte di corpo scoperta, che sembrava essere pressoché perfetta ai suoi occhi. La pelle liscia e scura sembrava come seta, adornata dalle sporgenze delle clavicole e da quelle dei seni piccoli ma sodi.

Le mani di Lilith si posarono poi sulle sue spalle, viaggiando fino ad arrivare dietro al collo. Gli scostarono i capelli neri che vi ricadevano morbidamente e slacciarono quei preziosi bottoni che tenevano chiusa la parte superiore della veste informale.

Abbassò quel colletto, mentre gli occhi del Dio degli Inganni seguivano ogni suoi movimento -per quanto gli fosse possibile.-

Ma, anche se a Lilith l'idea di andare fino in fondo con lui, di sfilargli quegli indumenti di pelle e fare sesso su quel trono reale, gli pizzicava la mente dal momento in cui lui era entrato in quella stanza, sapeva che non poteva lasciarsi distrarre dalle tentazioni.

Non in quel momento almeno.

Perciò impose all'eccitazione che quell'uomo era in grado di provocarle di starsene a bada, chiuse la mano destra a pugno, lasciando libero solo l'indice. E poi, con una mossa decisa, con la sua unghia affilata e laccata di nero, fece un sottile ma lungo taglio proprio dietro l'orecchio di Loki.

In pochi secondi gli occhi di lui iniziarono a farsi pesanti e tutto intorno si sfocò irrazionalmente. Il sorriso beffardo di Lilith fu l'ultima cosa che vide prima di cadere addormentato.

Un sorriso che rimase per lungo tempo dipinto sulle sue labbra, soprattutto mentre percorreva quel corridoio deserto. Il piano della donna aveva sempre avuto un solo scopo e non era quello di finire a letto con il Dio degli Inganni.

Ma quello di sedurlo, addormentarlo e poi sgattaiolare indisturbata dentro quel palazzo, cercando la tanto bramata stanza della guarigione.

Erano ormai minuti che si aggirava per quegli ampi corridoi, cercando di non farsi scoprire da nessuna delle guardie appostate per tutto l'edificio, mentre la notte fuori dominava la città.
Minuti preziosi, che aveva perso. Loki non sarebbe rimasto in quel forzato mondo dei sogni per lungo tempo.

Quella specie di incantesimo, sulle persone normali aveva un effetto di più o meno un'ora. Ma non aveva idea di come avrebbe funzionato su una creatura potente come lei. Per quando ne sapeva, Loki poteva già essersi risvegliato.

Nonostante quella piccola preoccupazione a ronzarle per la testa, Lilith continuò imperterrita nella sua ricerca. Svoltò l'angolo di quel corridoio decorato da arazzi e tappeti, ritrovandosi quasi faccia a faccia con due guardie reali.

Sgranò gli occhi e si rimise immediatamente al sicuro dietro quel muro. Per sua fortuna non era stata vista, ma nell'esatto momento in cui la sua schiena si poggiò su quella parete, si sentì cadere all'indietro. Con ancora il sedere per terra, si rese conto di avere davanti delle ripide scale. Iniziò a scenderle decisa. Sembravano infinite, ma non poteva tornare indietro ormai.

E poi, prima ancora che se ne rendesse conto, eccola che entrava in quei sotterranei. Ecco che quell'accesso a doppie ante si apriva davanti ai suoi occhi e altre scale, questa volta più ripide e più corte, si estendevano sotto i suoi piedi.

Aveva appena trovato la sala dei tesori.

Forse qualcosa di decisamente meglio della camera della guarigione. Un luogo di cui aveva letto nei libri, ma che mai avrebbe pensato di poter scovare così facilmente. Credeva che vi sarebbero state guardie armate fino ai denti a proteggere quei tesori inestimabili e invece nulla.

Era un perfetto nascondiglio alla luce del sole.
L'ultimo luogo in cui, un ladro determinato ad appropriarsi di quei beni, avrebbe mai guardato.
Un altro dei trucchetti -o meglio illusioni- ideate da Loki. E destinate a essere svelate solo da menti superiori come la sua.

Osservò quelle reliquie.
Vide la fiamma eterna ardere e scoppiettare.
Il Warlock's Eye, il Diapason, lo Scrigno degli Antichi Inverni, la Tavoletta di Vita e Tempo e infine il Tesseract.

Si avvicinò a quest'ultimo, attirata dal suo bagliore azzurro. Sapeva bene cos'era: una gemma dell'Infinito. Ma le sarebbe potuta tornare utile nella sua battaglia contro Mephisto?
O forse avrebbe dovuto puntare su altri tesori contenuti in quella stanza?

Erano domande che sarebbero rimaste, almeno per il momento, senza risposta. Perché la voce di Loki arrivò a rompere quel momento.

«Ah, ah, quello non lo toccare» le disse, avvicinandosi e frapponendosi gelosamente tra il Tesseract e lei. «Credevi davvero che fossi così stupido e vulnerabile?» domandò retoricamente, scuotendo la testa. Lilith rimase quasi incredula davanti alla sua inaspettata disfatta, ma cercò di mantenere un'espressione impassibile.

Aveva appena appurato che Loki fosse effettivamente più forte e scaltro di quanto avesse messo in conto.
Un avversario decisamente temibile.

«Sedurmi e mettermi ko, per poi cercare i tesori di Asgard e appropriartene, così da poter conquistare tutto l'universo conosciuto e anche di più» continuò quel discorso. «È tutto così già visto» commentò, arricciando le labbra. Nella sua mano apparve un coltello dalla lama affilata e il manico blu, già famigliare agli occhi di Lilith.

«E dimmi, hai usato questo trucchetto della seduzione anche con -fece una piccola pausa, portandosi un dito alle labbra- ah sì, Mephisto?» avanzò verso di lei, costringendola ad indietreggiare. «Eh già, anche io ho studiato in questi giorni. E ho scoperto un sacco di cose interessanti sul tuo conto, cara la mia Dea dell'Oscurità» le rivelò, sorridendo di sbieco.

Lilith non aveva minimamente pensato che, in quel luogo così lontano, vi potesse essere qualcuno che conoscesse la sua storia. Mai avrebbe creduto che vi fosse una copia di quell'unico libro che ancora parlava di lei.

«Oh e quindi ora credi di sapere tutto» parlò lei, ma venne subito interrotta. Loki sembrava determinato a vincere quella partita.

«No, ma conosco abbastanza da sapere che il motivo per il quale ti trovavi esiliata sulla terra era perché tu avevi tradito il tuo Re e non il contrario» fino a quel momento, questa era solo un'ipotesi. Ma essa trovò presto la sua conferma nel sorrisetto soddisfatto della donna.

«Lui non era il mio Re. Non lo è mai stato» precisò, serrando poi la mandibola. Loki finalmente aveva toccato il suo nervo scoperto. Aveva trovato il punto debole che gli serviva per far pressione su di lei.

«Io invece credo di sì. E credo anche che abbia un certo potere su di te, sennò non saresti stata così disperata da rifugiarti qui. Da provare a utilizzare me nella tua battaglia contro di lui» la lama di quel coltello ora puntava nella sua direzione e i centimetri che li separavano erano sempre minori. «Hai bisogno di un aiuto, che sia uno di questi tesori o un alleato come me, ma ne hai bisogno. Perché sai che lui è troppo potente per essere sconfitto solo dal tuo potere» Lilith sentiva la rabbia crescere e scalpitare dentro di lei.

E Loki decise di affondare il colpo.
«Sai che non puoi batterlo perché lui ti possiede. Perché, infondo, sei una Strega e siete tutte di sua proprietà» fu a quel punto che lei cedette. Si avventò contro di lui, che però ebbe la prontezza di spostarsi, facendola finire contro il muro immacolato.

Strinse la mano a pugno, conficcandosi le unghie nei palmi dalla rabbia. E poi prese un bel respiro, mettendo ordine alle sue emozioni e capendo l'intento del Dio degli Inganni. Voleva che si arrabbiasse, che commettesse mosse stupide, dettate dalla collera.

«Sì, sono anche una Strega. E se non ricordo male, hai detto che ti hanno insegnato a stare lontano dalle streghe» Loki aggrottò le sopracciglia, ricordandosi le parole che il padre una volta gli aveva detto e che lui stesso aveva pronunciato a quella donna. «Ma anche tua madre, a modo suo, era una di noi, è per questo che hai deciso di mandare quei soldati di Malekith da lei? È per questo che hai inconsapevolmente voluto ucciderla?»

Con uno schiocco di dita la stanza piombò improvvisamente nell'oscurità e quando, una frazione di secondo dopo, ricomparve la luce, Lilith si trovava esattamente davanti al Dio degli Inganni e gli aveva sottratto quel coltello, gettandolo sul pavimento.

Accecato dalla rabbia, Loki non ci aveva pensato su due volte a stringerle il collo in una mano e sibilare:
«Sappi che non mi arrenderò finché non lo vedrò arrivare e succhiare via, lentamente e dolorosamente, tutta la vita dal tuo corpo» gli occhi assottigliati e il respiro irregolare mentre pronunciava quelle parole. Avendo ormai capito tutto sull'origine di quella misteriosa macchia scura che avevano visto nel bosco.

«Uhm, dillo di nuovo, suonava così bene. Ma questa volta cerca di nascondere l'eccitazione per il fatto di trovarti a così pochi centimetri di distanza da me» rispose per tanto lei, riuscendo a leggergli dentro, attraverso quella rabbia rivolta tutta nei suoi confronti.

🌟🌟🌟

Eccovi il nuovo capitolo!

Vediamo una Lilith inaspettata all'inizio. Sconfortata e incerta sul da farsi. Anche se non ci ha messo molto a riprendersi e correre all'attacco.
Vorrei avere io la sua forza di volontà 😂

Comunque, vi è piaciuto questo loro incontro un po' più spicy? 😏
Avevate già intuito il piano di Lilith o pensavate che volesse solo andare a letto con lui?

Sappiate che dal prossimo capitolo ci saranno grandi cambiamenti.
Curiosx?

Per scoprirli non dovrete fare altro che continuare a leggere 😈

Lasciate una stellina nel caso il capitolo dovesse esservi piaciuto e non dimenticatevi di commentare facendomi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa non esitate a scrivermi.

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XOXO, Allison 💕

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