Sinners || Loki ||

By MadGeneration

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☞︎ COMPLETA ☜︎ •In revisione. Revisionata fino al capitolo 2. ⚠️QUESTA STORIA È PROTETTA DA COPYRIGHT, QUAL... More

Istruzioni per l'uso
Trama
Prestavolti
Prologo - Un'antica magia
1 - In onore di Loki
2 - Rinascita
3 - Ipnotica
4 - Una nuova cittadina
5 - Trova l'intruso
6 - Cambio di piani
8 - Prospettive inesplorate
9 - Giochiamo per vincere
10 - Giù, nell'oscurità
11 - Inganni e Sotterfugi
12 - Chi ci fermerà?
13 - Corde e Pugnali
14 - Vecchie Conoscenze
15 - Emozionanti Paure
16 - Farsi Male fino ad Amarsi
17 - In mancanza di ossigeno
18 - Tradiscimi
19.1 - Lui sta nelle cose che più amiamo
19.2 - Lui sta nelle cose che più amiamo
20 - So come finirà
21 - Si invertono le parti
22 - Anime Rubate
23 - Una Nuova Era
Epilogo - Peccatori
Post Credits - Ogni cosa al suo posto

7 - Un solo vincitore

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By MadGeneration

Galassia, Asgard.

«Sei stato tu, Loki. Ad attirarmi qui, a far rivivere la magia che mi era stata tolta» Lilith concluse così quel discorso, alzandosi finalmente in piedi.

Erano passati ben più di cinque minuti dal momento in cui aveva iniziato a parlare, spiegandogli a grandi linee e con l'aggiunta di qualche menzogna, quella che era stata la sua vita e il perché si fosse diretta ad Asgard.

Loki, seduto sul bordo di quel grosso e alto letto, aveva ascoltato attentamente ogni parola. E venire a conoscenza di quella che era la sua storia, non lo aveva rassicurato poi molto ad averla lì con lui.

Lilith proveniva da una mitologia completamente diversa dalla sua, da un mondo oscuro e lontano. Ma era stata ben attenta a non raccontargli tutta la verità su di lei. La Dea dell'Oscurità aveva rivelato solo ciò che le conveniva, per far sì che Loki si convincesse che non fosse un pericolo per la sua copertura.

Aveva detto che si trovava confinata sulla terra perché il Re degli Inferi la temeva per i suoi enormi poteri. Quindi aveva preferito tradirla e allontanarla, privandola della sua magia e rendendola una semplice umana.

Ma Loki non era una persona che donava la propria fiducia con facilità, anzi, a dire il vero non l'aveva mai regalata a nessuno. Perciò, scelse semplicemente di fingere di credere alle sue parole, ripromettendosi di cercare qualsiasi possibile informazione su di lei.

Nel frattempo, si malediva per essere stato lui la causa della rinascita di quella donna.
Ma come avrebbe potuto saperlo?
Come avrebbe potuto prevedere che la sua magia sarebbe stata in grado di risvegliare una una Dea confinata?

«Che poi non mi si venga a dire che non faccio buone azioni» commentò con tono sarcastico, continuando a rimuginare sul da farsi. Avrebbe potuto sbatterla nelle prigioni e si sarebbe tolto il problema dai piedi una volta per tutte.

Però, come già Lilith gli aveva fatto notare, non avrebbe potuto spiegare la sua presenza lì. Insomma, nessuno l'aveva vista entrare in quella città o in quel palazzo, nemmeno lui. Il popolo si sarebbe chiesto da dove fosse sbucata e soprattutto chi fosse quella donna misteriosa.

E non era il momento adatto per destare ulteriori sospetti. Ma doveva comunque prendere una decisione e anche velocemente.

«Vediamo se ho capito bene, tu mi stai chiedendo ospitalità nel frattempo che il tuo corpo possa riprendere il pieno possesso dei suoi poteri» Loki ricapitolò ciò che lei gli aveva domandato. «E poi abbandoneresti Asgard, per andare a vendicarti di lui, senza mai più farti rivedere?» concluse il suo discorso con quell'interrogativo.

«Esattamente» confermò lei, schioccando le dita e ritornando a indossare quegli abiti asgardiani. Il Dio degli Inganni non aveva ancora proferito parola riguardo quel compromesso, ma lei sembrava già essere pronta a ritornare tra le vie della città.

A Loki non piaceva per niente l'idea di farla restare ad Asgard e nemmeno quella di scendere a compromessi con qualcuno che si era introdotto nelle sue stanze con l'intenzione di ucciderlo. Ma dopo aver rimuginato a fondo sulla questione, era arrivato alla conclusione che quella donna gli sarebbe potuta tornale utile.

Dopotutto era pur sempre una Dea, in possesso di straordinarie abilità e averla dalla sua parte avrebbe potuto giovare alla sua causa. Quindi decise di accettare la sua richiesta, muovendosi però con cautela.

«Ci sono delle regole da seguire qui, nella mia città» la informò. Il Dio degli Inganni aveva intenzione di fingere -che poi era una delle cose che meglio gli riusciva.- Di farle credere che che le avrebbe dato un aiuto. Quando in realtà le sue intenzioni erano quelle di scoprire quanto più possibile sul suo passato, ritorcerglielo contro e poi utilizzare quella magia a suo vantaggio.

«La tua città?» domandò Lilith, interrompendo il suo discorso. «La città di Odino, o quella di Thor, vorrai dire. Perché tu non appartieni a questo mondo» lo corresse poi, ricordandogli le sue origini e il fatto che non fosse un cittadino di Asgard tanto quanto lei.

«Non ti azzardare a nominare mai più Odino o mio fratello!» esclamò lui, avvicinandosi pericolosamente al corpo di Lilith. Lo sguardo serio e la mandibola contratta per la rabbia. Loki non aveva ancora superato il fatto della sua adozione e odiava che la sua mente gli ricordasse ogni giorno quanto lui fosse diverso da tutti gli altri. Sentirselo dire da una sconosciuta, che aveva frugato tra i suoi ricordi, lo mandava ancora più fuori di testa.

Lilith, in tutta risposta, si lasciò scappare un piccolo sorriso divertito, mentre lo fissava dritto in quelle sue iridi chiare e dal colore così particolare. Un colore che lo rispecchiava nel suo essere freddo e distaccato.
Grazie a quei pochi centimetri che in quel momento lì dividevano, la Dea dell'Oscurità riuscì a prendersi il suo tempo per osservare i lineamenti perfetti di quel viso.

Ai suoi occhi risultava inspiegabilmente attraente e quei suoi modi di fare rudi, autorevoli e determinati, la eccitavano parecchio.

Per Lilith, amore e sesso erano sempre state due cose ben diverse. Come due mondi che viaggiavano su linee parallele senza mai incontrarsi. Era sempre stata estranea al primo, ma non al secondo. Sì, il sesso le piaceva, era forse l'unico atto in grado di farle sentire qualcosa. Le donava quel finto calore che bastava alla sua anima per evitare che divenisse completamente fredda e arida.

Ma, mentre i pensieri della donna erano da tutt'altra parte, Loki continuò imperterrito con quel discorso.

«La prima regola, ovviamente, è quella di non intrometterti in nessuna questione che riguarda me o il mio modo di regnare. Confido nella tua discrezione e nel fatto che nessuno venga mai a sapere da te chi sono io in realtà» parlò con tono pacato, allontanandosi mano a mano da lei. Anche Loki non era estraneo a quell'attrazione carnale, a quel sentimento di voler possedere qualcuno tra le lenzuola del suo letto.

E con Lilith, quelle sensazioni sembravano aumentare pericolosamente ogni volta che la distanza tra i due diminuiva.

Era vero che fino a pochi minuti prima avevano combattuto con l'intento di uccidersi a vicenda, ma non potevano negare di essere attratti fisicamente l'uno dall'altra. Anche se ciò non mutava i sentimenti di astio che provavano reciprocamente.

La donna annuì, esortandolo a continuare. Si stava divertendo a vederlo così autoritario, mentre le illustrava quali fossero le condizioni per vivere in quella città.

«Nessuno dovrà sapere chi sei in realtà. Da oggi in poi sarai semplicemente una cittadina mediocre come tutte le altre, il che implica il divieto di entrare a palazzo senza permesso» le disse, indicando con le dita ciò che lo circondava. «E questo vale anche per il tuo simpatico animaletto» aggiunse poi, portando lo sguardo sulla sua collana a forma di serpente.

«Oh -Lilith aspirò l'aria dalla bocca, facendosela passare tra i denti, per poi fissarlo con le labbra arricciate- temo che questo non sia possibile» scosse la testa, unendo le mani e facendo battere i palmi tra loro. «Vedi, mi sono già presentata come il fedele braccio destro di tuo fratello, Thor» scandì bene ogni lettera di quel nome, sapendo quanto gli desse fastidio sentirlo nominare, soprattuto da lei.

«Tu... tu, tu sei una perfida strega» commentò Loki, con un'espressione arrabbiata dipinta in volto. A quanto pareva era arrivato tardi per tutto, sia per scoprire che fosse già lì, sia per organizzare un piano per poterla tenere lontana da lui. Lilith era stata più veloce e più furba e anche se non lo ammetteva a se stesso, sapeva che era la verità.

«Sì, mi chiamano anche così» lo schernì lei, avvicinandosi e passandogli una mano sul petto, coperto da quel tessuto di pelle. «E comunque non sprecare fiato a spiegarmi quali siano le regole di questo posto, non sono mai stata avvezza ai divieti» concluse, parlando vicino alle sue labbra, con i loro nasi che quasi si sfioravano e lasciando il Dio con il respiro spezzato. Poi gli sorrise, guadagnandosi uno sguardo truce come risposta.

«Ci si vede in giro, Loki -si portò le mani alla bocca, con un'espressione preoccupata- ops, forse dovrei chiamarti, Odino» disse, prima di dargli le spalle e uscire da quella stanza.

Mentre Lilith camminava lungo il corridoio deserto, Loki si lasciava ricadere pesantemente sul suo letto. Uno stesso pensiero però attraversava le loro menti in quel momento. Nessuno dei due aveva intenzione di mantenere quel patto, lei non se ne starebbe stata da parte, evitando di curiosare in giro e lui non le avrebbe mai permesso di lasciare quel posto basandosi solo sulla sua parola di non ritorno.

Alla fine ci sarebbe stato un solo vincitore, perché se c'era una cosa che entrambi sapevano era che: per regnare non si scende mai a compromessi.

४ ४ ४

Il sole doveva ancora sorgere su Asgard, quando Kåre venne bruscamente svegliato da quello che si poteva considerare a tutti gli effetti il suo capo.

«Signore, che ci fai lei qua?» gli domandò confuso, mentre si stiracchiava e cercava di capire che ore fossero. Loki non aveva chiuso occhio, non era riuscito a prendere sonno, perché le domande che gli frullavano per la testa erano troppe e il fatto di sapere che quella donna vagasse libera per le strade della sua città, non faceva altro che aumentare le sue preoccupazioni.

Aveva quindi deciso che per quella notte si era tormentato abbastanza. Perciò si era diretto fino agli alloggi della servitù e intrufolato nella camera del suo consigliere, stando ben attento a non farsi vedere da nessuno.

«Quanto ne sai sulla mitologia cristiana?» gli domandò con un sopracciglio alzato, mentre lo fissava dall'alto.

Kåre aggrottò le sopracciglia, non riuscendo proprio a capire il perché di quella questione. «Praticamente nulla, ma conosco chi potrebbe darci qualche informazione» rispose, iniziando a vestirsi, liberandosi così dei suoi indumenti da notte. «Perché le interessa?» chiese poi spontaneamente.

«Perché il problema di cui ti parlavo ha a che fare con una creatura proveniente direttamente da quel mondo» rivelò. Fu a quel punto che Kåre finì di prepararsi in fretta e furia, convincendosi sempre di più che quel lavoro non avrebbe giovato alla sua sanità mentale.

In pochi minuti i due avevano percorso i sotterranei, diretti a una delle uscite segrete che Loki era solito utilizzare da bambino, quando voleva sgattaiolare fuori senza farsi vedere. Avevano camminato in quel bosco, cercando di non emettere nemmeno un rumore, per poi fermarsi proprio dove il fiume sembrava arrivare alla sua fine.

Lì, nel punto più isolato della città, lontano da tutto e da tutti, si trovava la piccola casetta del vecchio Arvid. Un uomo solitario, dalla spropositata conoscenza dell'universo e di tutti i suoi segreti. Era da lui che Odino stesso si recava, in segreto, quando aveva bisogno di informazioni più grandi di lui.

Loki prese velocemente le sembianze del Padre degli Dei, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Kåre, prima di bussare pesantemente sul legno scalfito di quella porta.

«Non ricevo visite da chi interrompe il mio sonno» aveva detto il vecchio, dall'altra parte dell'uscio. Gli occhi del Dio degli Inganni erano roteati verso il cielo, per poi posarsi sulla figura del suo consigliere e riservargli uno sguardo infastidito, come se fosse colpa sua.

«Nemmeno se si trattasse di Odino in persona?» domandò Kåre. Si udirono rumori metallici e un chiavistello che si staccava, poi la porta si aprì con uno scricchiolio, rivelando la figura bassa e gobba di Arvid.

«Entrate pure» borbottò, spostandosi appena per farli passare. La casa all'interno rispecchiava esattamente quello che era lo stile esterno: vecchio, malandato e a tratti inquietante. Un antico e spelacchiato tappeto ricopriva il pavimento in legno del salotto, il fuoco strepitava nel caminetto in sasso e uno strano odore di erbe medicinali si diffondeva nell'aria.

Il vecchio Arvid si passò una mano sulla lunga barba bianca, accarezzandosela con delicatezza, mentre osservava i due ospiti inattesi. «Porgetemi la vostra domanda, Signore» lo incitò, riferendosi direttamente a quello che credeva essere Odino.

«Abbiamo bisogno di informazioni riguardanti la mitologia cristiana» Kåre rispose per lui, guadagnandosi un'occhiataccia e abbassando subito la testa come per scusarsi.

«Vede, Grande Saggio, ultimamente stanno accadendo cose strane a palazzo» proseguì Loki, usando lo stesso appellativo con il quale il vecchio era conosciuto tra il popolo. Sapeva che Odino non andava più da lui ormai da anni e anni, perciò non era certo che il rapporto tra loro fosse rimasto intatto.

«Che tipo di stranezze?» domandò Arvid, alzando un sopracciglio e incamminandosi verso la sua libreria stracolma di manuali.

«Del tipo che nemmeno l'Antico Libro ci sa spiegare» puntualizzò il Dio degli Inganni. Il vecchio aggrottò le sopracciglia, assumendo un'espressione confusa, prima di iniziare a cercare tra quella miriade di volumi.

«Credo che vi convenga accomodarvi» li avvisò, estraendo un enorme manoscritto impolverato. Rilegato, con una copertina in pelle rossa, riportava su di sé la scritta: "Holy Bible".

Loki e Kåre presero posto su quel divano in stoffa, attendendo che Arvid iniziasse con la sua spiegazione. Il vecchio si accomodò sulla sua poltrona, poggiandosi quel pesante libro sulle gambe e aprendolo. Una piccola nuvoletta di polvere fuoriuscì da esso e, inevitabilmente, Loki si ritrovò a chiedersi se davvero tutto ciò gli sarebbe stato utile.

«C'è qualcosa di specifico che vorreste sapere?» gli chiese, riferendosi alla mole dal manoscritto e sperando di non dovergli raccontare l'intera e lunghissima storia di quella mitologia.

«Qualcosa riguardante una certa Lilith» disse Loki, piegandosi leggermente in avanti e poggiando gli avambracci sulle ginocchia.

Arvid sgranò gli occhi, fissandolo con un'espressione seria. «Oh, allora quello che cercate non si trova in questa parte» rivelò, chiudendo quel libro, girandolo verso la parte posteriore e poi ruotandolo sottosopra. Entrambi, con enorme sorpresa, notarono come la copertina di quel manuale fosse cambiata, diventando di colore nero e riportando su di sé la scritta: "Codex Gigas"

Il vecchio decise di non porre ulteriori domande riguardo quella situazione, perché se davvero le stranezze a cui Odino faceva riferimento erano legate a Lilith, allora sarebbe stato meglio informarli al più presto di quella che era la sua realtà.

«Ciò che voi volete sapere riguarda una delle creature più antiche che hanno messo piede sulla terra. Si tratta della prima donna, creata da quello che i cristiani considerano come il loro Dio» le parole di Arvid erano già riuscite a catturare tutta l'attenzione dei due ospiti.

«Una donna troppo intelligente, scaltra e forte per poter accettare la sottomissione che le veniva imposta verso il suo uomo, Adamo» spiegò poi, indicando delle figure sulle pagine. Loki si trattenne dal fare commenti, avendo già visto tutte quelle qualità durante il loro primo incontro in camera sua.

«Così decise di scappare da quell'idilliaco giardino, diventando la prima traditrice. Ma non era la sola ad aver deciso di abbandonare il mondo paradisiaco. Molti anni prima di lei, uno degli Angeli che stava al fianco di quel Dio benevolo, decise di non voler più sottostare a lui, di voler prendere il suo posto» sfogliò alcune di quelle pagine ingiallite, fermandosi per qualche secondo.

«Ma quello spropositato desiderio di potere lo portò a distruggersi con le sue stesse mani. L'Angelo venne esiliato, cacciato dal Paradiso e mandato in un luogo oscuro, privo di vita e bellezza. Un luogo del quale diventò ben presto il Re» disse, mostrando loro una foto di quella creatura.

Loki si ritrovò in quella storia. Anche lui era stato ed era affamato di potere e vendetta. E anche a lui era già capitato di cadere e rialzarsi, dovendo ricominciare tutto da capo. Ma le cose gli stavano andando bene -tralasciando il problema Lilith- quindi credeva di non doversi preoccupare affatto delle possibili conseguenze. Perché, per quanto gli riguardava, non ce ne sarebbero state.

«Egli è conosciuto con tanti nomi, ma quello che compare in modo più sovente in queste scritture è: Mephisto» rivelò Arvid, mentre Loki e Kåre erano intenti a osservare quella figura. Un uomo alto, dall'aspetto oscuro, con due grosse corna che gli uscivano direttamente dalla testa e il corpo diviso tra un busto umano e delle gambe da capra.

«Questa è solo una delle molteplici forme che può assumere» specificò poi il vecchio, mentre la preoccupazione nel corpo del consigliere cresceva a dismisura. Tanto che, se si faceva silenzio, si poteva quasi udire il battito incessante del suo cuore rimbombare in quella stanza.

«Lilith fu con lui che andò. Discese negli Inferi, affiancandosi a quel nuovo e potente Re. La sua storia è stata cancellata dalla Bibbia, preferendo che restasse un segreto, perché dove c'è Lilith ci sono sempre problemi e sventure» concluse, chiudendo quel libro e alzandosi per riporlo al suo posto.

Loki aveva scoperto qualcosa in più su di lei, dettagli che quella donna aveva omesso. Ma c'era ancora una cosa che non quadrava nella sua mente, perciò decise di spingersi più in là, ponendo quella domanda.

«Ma Lilith non si trova più negli Inferi, giusto?»chiese, mentre Kåre gli rivolgeva uno sguardo sbigottito.

«La strega non è mai stata in grado di sottomettersi a qualcuno, in nessun caso, nemmeno davanti al volere di Mephisto» rispose il vecchio, restando vago e continuando a dar loro le spalle.

«Per questo è stata bandita da quel luogo?» insistette ancora, esponendosi un po' troppo. Arvid si voltò di scatto, assottigliando lo sguardo verso quell'uomo dalle sembianze di Odino.

«Signore, ho il presentimento che lei, in realtà, sappia qualcosa che nemmeno in questi libri è scritto» appurò, mentre il respiro di Kåre si faceva sempre più irregolare e i palmi delle sue mani iniziavano a sudare.

Loki si alzò in piedi, con aria minacciosa. «Non mi accusi, Grande Saggio» lo avvertì, serrando la mascella e alzandosi in piedi di scatto. «Sa cosa succede a chi tradisce il proprio Re?»

«Succede la stessa cosa in tutte le mitologie, Signore: esilio o morte» rispose Arvid, dando, senza volerlo, una risposta alla domanda di Loki.

🌟🌟🌟

Ecco a voi un nuovo capitolo!

Ormai siamo nel vivo delle vicende, i nostri due protagonisti hanno iniziato a conoscersi e per ora stanno provocando meno danni del previsto.
Ma, lo sapete, mai abbassare la guardia con me 😈

Lilith ha raccontato parte della sua storia a Loki e lui sembra più determinato che mai a scoprirne di più. Nel frattempo lei si diverte a farlo arrabbiare.
Nonostante ciò, sembra esserci una forte attrazione, per il momento, fisica tra i due.
Chi cederà per primo?

Il Dio degli Inganni, grazie ad Arvid, ha ottenuto qualche informazione preziosa sulla nostra protagonista.
Dite che avrà captato l'ultimo indizio lanciato dal Grande Saggio?
E quale sarà la loro prossima mossa?

Per scoprirlo non dovrete fare altro che continuare a leggere 😏

Lasciate una stellina nel caso il capitolo dovesse esservi piaciuto e non dimenticatevi di commentare facendomi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi.

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XOXO, Allison 💕

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