Sinners || Loki ||

Od MadGeneration

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☞︎ COMPLETA ☜︎ •In revisione. Revisionata fino al capitolo 2. ⚠️QUESTA STORIA È PROTETTA DA COPYRIGHT, QUAL... Více

Istruzioni per l'uso
Trama
Prestavolti
Prologo - Un'antica magia
1 - In onore di Loki
2 - Rinascita
3 - Ipnotica
4 - Una nuova cittadina
6 - Cambio di piani
7 - Un solo vincitore
8 - Prospettive inesplorate
9 - Giochiamo per vincere
10 - Giù, nell'oscurità
11 - Inganni e Sotterfugi
12 - Chi ci fermerà?
13 - Corde e Pugnali
14 - Vecchie Conoscenze
15 - Emozionanti Paure
16 - Farsi Male fino ad Amarsi
17 - In mancanza di ossigeno
18 - Tradiscimi
19.1 - Lui sta nelle cose che più amiamo
19.2 - Lui sta nelle cose che più amiamo
20 - So come finirà
21 - Si invertono le parti
22 - Anime Rubate
23 - Una Nuova Era
Epilogo - Peccatori
Post Credits - Ogni cosa al suo posto

5 - Trova l'intruso

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Od MadGeneration

Galassia, Asgard.

Una voce, ormai fin troppo famigliare e fastidiosa, lo stava chiamando.
La sentiva come un suono ovattato, lontano.
E voleva aprire gli occhi, ma percepiva le palpebre così... pesanti.

«Cosa gli hai fatto?» sentì quelle parole, che Kåre rivolse a qualcun altro. La curiosità di sapere chi fosse presente insieme a lui, in quel momento stava iniziando a sovrastare la stanchezza.

«Non gli ho fatto niente. Sono arrivata qui ieri notte e l'ho trovato che dormiva sul pavimento» rispose, permettendogli di capire chi fosse. «Ho pensato che avesse esagerato con i festeggiamenti. Quindi ho chiamato Kaja e mi sono fatta aiutare a metterlo nel letto» concluse.

Fu a quel punto che Loki decise di darsi uno schiaffo mentale e riprendersi. Aprì gli occhi, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo volto la faccia preoccupata di Kåre e quella divertita di Hege.

Si tirò velocemente a sedere, guardandosi attorno e notando come quel movimento veloce gli avesse provocato un leggero giramento di testa.

Quando si rese conto di essere nella sua stanza, tirò come un sospiro di sollievo, per poi aggrottare le sopracciglia e rivolgere uno sguardo severo verso il suo consigliere. «Vorresti spiegarmi perché mi stavate fissando dormire?» gli domandò, con tono infastidito.

Kåre lo guardò sbigottito per qualche secondo, cercando di capire se dicesse sul serio o stesse cercando solo di prendersi gioco di lui. Ma quando notò che l'espressione sul volto di Loki non accennava a cambiare, capì che qualcosa di sospetto doveva essere successo.

«Signore, ha dormito per due giorni interi» gli rivelò. Il Dio degli Inganni sgranò gli occhi, aprendo di poco la bocca. «Non si ricorda cos'è successo?» cercò di indagare Kåre, volendo subito fare chiarezza su quell'evento.

Loki aggrottò le sopracciglia, cercando di capire come fosse stato possibile che avesse dormito per tutto quel tempo. Ripercorse ogni momento dei giorni precedenti nella sua mente.

Ricordava di aver cacciato Hege dal suo letto, di essere andato allo spettacolo e soprattutto ricordava quella voce. Quelle parole ipnotiche che si erano impossessate delle sue azioni.

Però, il tutto era come appannato, non riusciva a farsi tornare in mente ogni azione che aveva fatto dopo aver sentito quella voce. Sapeva di essere scappato in camera, ma poi aveva come un vuoto di memoria.

L'ultima immagine che riusciva a vedere era lui, poggiato al muro della sua stanza, che lasciava i suoi occhi chiudersi.

Si chiese cos'avesse fatto prima di cadere addormentato.
Poteva aver messo a repentaglio la sua copertura?
O poteva aver commesso qualche sbaglio che gli sarebbe costato tutto il duro lavoro fatto fino a quel momento?

Erano domande alle quali andava trovata, al più presto possibile, una risposta.

«Hege, fuori di qui!» ordinò alla donna, indicando la grossa porta oro.

«Ma... è sera ormai e io pensavo che avremmo potuto» Loki la interruppe bruscamente, mettendole una mano davanti alla faccia e guardandola in modo severo.

«Ho detto fuori, adesso!» ripetè a denti stretti. Hege fece come le era stato ordinato, roteando gli occhi al cielo, prima di dirigersi verso la porta e uscire da quella stanza padronale.

Kåre stava fremendo, impaziente di indagare su tutta la situazione, ma allo stesso tempo spaventato da ciò che ne sarebbe scaturito. «Signore, mi dice cosa sta succedendo?» gli chiese, incrociando le braccia al petto e facendo tintinnare quei due avambracci in argento che facevano parte della sua veste.

«Non lo so per certo» gli rispose lui, facendo sì che l'ansia e il timore aumentassero. «Qualcosa è successo il giorno di quello spettacolo. Ho sentito una voce che mi chiamava, ma non riesco a ricordare cos'ho fatto dopo» gli spiegò velocemente.

Loki si alzò dal letto, intenzionato a darsi una bella scossa e prepararsi per qualsiasi cosa lo stesse aspettando.

«Ha sentito una voce? Qualcuno tra la la folla la stava chiamando? È per questo che è scappato?» Kåre cercò di farsi dare ulteriori spiegazioni, non riuscendo proprio a comprendere.

«No, idiota! Ho sentito una voce, ma era dentro la mia testa» puntualizzò, dirigendosi verso la sua libreria antica e iniziando a cercare un qualsiasi titolo che potesse aiutarlo.

Il consigliere sembrava essere ancora più confuso, non riusciva proprio a mettere insieme quei tasselli e dare un senso logico al tutto. Osservò Loki, mentre ispezionava, con i suoi magnetici occhi azzurri, le copertine di quei libri e sussultò quando egli tirò un pugno sul fianco di quel mobile in legno.

«Qui non c'è niente!» esclamò frustrato, cercando di prendere un profondo respiro per mantenere la calma.

«Se mi dice cosa sta cercando e perché, forse potrei esserle più utile» Kåre provò a spronarlo per farsi rivelare qualcosa. Sapeva che Loki non era il tipo di persona alla quale piaceva condividere i suoi pensieri, ma avrebbe dovuto farlo in quel momento.

«Ascoltami bene, se solo sapessi...» si bloccò di colpo, con un'espressione pensierosa dipinta in volto. Il Dio degli Inganni camminò con passo svelto fino alla finestra che regalava la vista della città illuminata dalla luce della notte. Poggiò le mani sul davanzale e venne investito come da un tornado di ricordi.

«Qualcuno si è introdotto o sta cercando di introdursi ad Asgard» proclamò, nel momento in cui gli tornò in mente tutto ciò che aveva fatto dopo essere scappato dallo spettacolo. La voce nella sua testa lo aveva guidato in quell'esatto punto sul quale si trovava in quel momento.

Lo aveva fatto guardare fuori dalla finestra, per mostrare ogni singolo angolo della sua città.
E perché fare una cosa del genere, se non per scoprire come entrarvi senza essere notati?

«Chi mai potrebbe essere?» domandò Kåre, grattandosi la nuca. Egli si stava già maledicendo per aver accettato quell'incarico, capendo, ogni giorno di più, in che guaio si era cacciato.

Anche se non aveva avuto molta scelta, perché se avesse rifiutato ne sarebbe andata della sua vita.
Ma non si stava comunque mettendo in pericolo allo stesso modo?

«Questo è quello che dobbiamo scoprire» rispose Loki. Camminò verso la porta, prendendo le sembianze di Odino e il consigliere si vide costretto a seguirlo. Capì subito dove fosse diretto, un po' dal suo sguardo cupo e un po' perché le scale che avevano preso portavano solo in una stanza.

La stanza dell'Antico Libro.

Il manuale che racchiudeva, tra le sue migliaia di pagine, tutta la loro storia e quella di chi li aveva preceduti.

Se c'era la possibilità di trovare qualche indizio o una soluzione, prima ancora che il problema si presentasse, quel libro era l'unica via possibile.

Oh, se solo avessero saputo che la minaccia non stava arrivando da un nemico a loro già noto, ma da qualcuno che mai avevano sentito prima di allora.

Le due guardie, a protezione di quella stanza, nel momento in cui videro la falsa figura di Odino avvicinarsi, procedettero subito ad aprire l'enorme porta. Loki e Kåre entrarono in quella camera dalla luce fioca, adornata da piante e radici che si arrampicavano sui muri e dominata dal leggio rialzato.

Il Dio degli Inganni si diresse velocemente verso quell'imponente libro, dalla copertina ricamata e gli inserti in oro. Il consigliere, dal canto suo, rimase ancora per qualche secondo a osservare ciò che lo circondava. Era la prima volta che aveva il permesso di entrare in quella stanza e ne era rimasto completamente affascinato.

Loki aprì quel libro, provocando un rumore che rimbombò per tutta la stanza, aiutato anche dal soffitto alto. Era come ritrovarsi in un piccolo tempio, dove regnava il silenzio. L'unico suono era provocato dalle mani di quel Dio, che scorrevano sulle pagine antiche e sfogliavano la storia dei loro popoli.

Muoveva i suoi occhi su quelle parole scritte a mano, in quella lingua antica, mentre cercava disperatamente qualcosa che potesse dargli un indizio. Ma più andava avanti e più sembrava non esserci nulla di utile.

Si chiese come fosse possibile che in millenni di storia non ci fosse nemmeno una menzione o un avvenimento simile a ciò che gli era accaduto.
Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi e ricordare anche i minimi particolari di quello che era accaduto da quando aveva preso possesso di quel trono.

Pensò persino che potesse essere Odino, che stava cercando di riappropriarsi di Asgard. Ma poi si rese conto che non poteva essere così. I suoi malefici non fallivano mai e in ogni caso, la voce che aveva sentito nella sua testa era sicuramente femminile.

Perciò, a meno che Odino non avesse deciso di trasformarsi in una donna, era poco probabile che centrasse lui in quella vicenda.

Quei pensieri, però, lo portarono a ricordare un particolare che fino a quel momento non aveva ritenuto importante.

La strana elettricità che aveva sentito nell'aria, mentre si accingeva a lasciare New York, e quel cielo che lentamente si colorava di bordeaux.

Sgranò gli occhi, richiudendo pesantemente quel libro. Come aveva fatto a non pensarci prima?

Aveva creduto che fosse una minaccia rivolta alla terra, ma era stata una coincidenza troppo improbabile che si fosse presentata proprio quando lui aveva messo piede a New York e abbandonato Odino.

Quell'energia era stata provocata da qualcosa di magico e di oscuro. Non riconosceva la fonte di quel potere, ma era sicuramente in grado di riconoscere qualcosa di malvagio quando lo vedeva. E quello che aveva percepito sulla terra lo era senza alcuna ombra di dubbio.

Loki richiamò Kåre, che era intento ad ammirare la radice di un albero secolare, che risaliva tutto il muro liscio e poi spariva, apparentemente senza fine. «Non so ancora a chi appartenesse quella voce» rivelò, facendo tornare a brillare quel sentimento di ansia e paura negli occhi dell'uomo.

Kåre pensò che, se nemmeno l'Antico Libro era riuscito ad aiutare il Dio degli Inganni nel capirci qualcosa, allora bisognava iniziare davvero a preoccuparsi.

«Ma qualsiasi cosa sia, è da trovare prima che si insidi dentro questa città... se non l'ha già fatto» proclamò solenne. Il consigliere annuì vigorosamente, già pronto ad allertare tutti. «Ascoltami, Kåre, devi andare da Skurge, avvisarlo di tenere gli occhi aperti e non aprire il bifrost a nessuno» ordinò, passandosi una mano nel lunghi capelli corvini.

«Certo, signore!» esclamò il consigliere, voltandosi e preparandosi già a uscire da quella stanza.

«Ah e vedi di far sì che Vali e le sue truppe restino fuori da questa questione. L'ultima cosa che ci serve in questo momento è l'ennesimo ficcanaso che cerca di mettermi i bastoni tra le ruote» aggiunse categorico.

४ ४ ४

La mani sui fianchi, la schiena leggermente piegata e le sopracciglia aggrottate. Loki, sotto forma di Odino, se ne stava lì, fermo in quella posizione, a fissare una minuscola fessura che si apriva tra le mura di quel palazzo.

«S-signore? Tutto bene?» una delle guardie, che lo stava osservando ormai da qualche minuto, decise di porgli quella domanda, avvicinandosi di poco alla sua figura.

«Abbiamo i serpenti ad Asgard?» chiese, sapendo già bene quale sarebbe stata la risposta.

«Non a palazzo, Signore» disse la guardia, con tono più che convinto. La parte del bosco, adornata da migliaia di alberi, che fronteggiava le alte montagne dalle vette innevate e dava dimora a molteplici corsi d'acqua, aveva tra la sua numerosa popolazione anche dei serpenti.

Ma mai, quegli esserini striscianti, si erano avventurati fuori dal loro habitat e aggirati tra le possenti mura di quella specie di castello reale.

E Loki era più che certo di questa cosa.

«Ci avrei scommesso» commentò. Quel suo strano comportamento lasciò alquanto perplessa la guardia, che continuò a fissarlo in modo sconcertato. Tutti si stavano chiedendo cosa stesse succedendo al loro re.

In quegli ultimi giorni si era comportato davvero in modo strano. Prima scappava dallo spettacolo che tanto aveva desiderato, poi spariva per quarantotto ore filate e infine si aggirava per il palazzo con fare sospettoso.

«Torna pure al tuo lavoro, ragazzo» lo intimò, notando che quella guardia non sembrava volergli togliere gli occhi di dosso. Ma i dubbi che si stavano iniziando a insinuare nei cittadini, nella testa di quelle guardie erano già radicati da tempo.

Vali, il loro capo, non aveva mai mandato giù l'idea dell'arresto di Heimdall e nemmeno quelle nuove costruzioni in onore di Loki, il figlio perduto. Perciò aveva da subito detto ai suoi ragazzi di tenere gli occhi ben aperti e di informarlo su qualsiasi evento.

Per quanto il nuovo sovrano avesse rimosso e sostituito tutte le guardie all'interno del palazzo reale, non poteva sfuggire ai controlli di Vali. Perché qualsiasi uomo o donna addestrata a combattere, passava prima dalle mani di quell'uomo dalla natura sospettosa.

Ormai era notte fonda e il silenzio regnava sovrano in qualsiasi anfratto della città. Loki decise di smetterla con quell'atteggiamento un po' da pazzo e iniziare a dare ascolto al suo consigliere, mantenendo un basso profilo.

Abbandonò quella fessura, dentro alla quale vi era precedentemente sgusciato quel serpente dalla pelle verde brillante. Chiedendosi, per l'ennesima volta, se magari fosse impazzito per davvero.

Le opzioni a sua disposizione non erano tante, o aveva iniziato ad avere le allucinazioni o qualcuno si stava divertendo a giocare con la sua mente. E il fatto di ammettere che lui, il Dio degli Inganni, si fosse fatto raggirare da qualcuno, non era un boccone che mandava giù facilmente.

E siccome non aveva ancora alcuna certezza su quella storia, preferiva credere di essere semplicemente diventato pazzo.

«Ho controllato personalmente la sua stanza e nulla sembra essere fuori posto» Kåre camminò velocemente verso di lui, nell'esatto momento in cui lo vide svoltare l'angolo ed entrare in quel corridoio.

«Niente serpenti in vista?» domandò Loki, fermandosi proprio davanti alla porta di quella camera. Il consigliere scosse la testa, per poi bloccarsi qualche secondo e corrugare la fronte.

«Serpenti?» chiese, con tono confuso, non riuscendo a capire il perché in quel momento gli fosse venuto in mente di nominare quegli animali.

«Ne ho visto uno prima» confessò, abbassando il tono di voce. «Strisciava indisturbato lungo la sala del trono e poi, come se si fosse accorto della mia presenza è sgusciato via, infilandosi in una crepa tra le mura esterne» spiegò, guardandosi attorno, come per controllare che non ci fosse nessuno che li stesse ascoltando.

«Forse è meglio se per questa notte io stia in camera con lei, per controllare che non accada nulla di strano» Kåre aveva fatto quella proposta perché il comportamento alquanto stralunato di Loki aveva iniziato a preoccuparlo.

Aveva iniziato a chiedersi se davvero tutto ciò che gli era stato detto era vero, o se stesse solo cercando di ingannare tutti per l'ennesima volta.

Ma perché farsi passare volutamente per pazzo? Cosa ci avrebbe potuto guadagnare?

«Cos'è, una scusa per infilarti nel mio letto?» gli domandò, aprendo un'anta di quella porta ed entrando nella stanza. Loki riprese le sue normali sembianze, fissandolo dall'alto in basso e sorridendogli in modo quasi malizioso.

Kåre arrossì inevitabilmente, sotto quello sguardo penetrante, non riuscendo a trovare le parole giuste per ribattere. «Sarà per la prossima volta, questa notte non voglio distrazioni» disse il Dio degli Inganni, lanciandogli un'ultima occhiata furba e richiudendosi quella porta alle spalle.

Camminò sul pavimento in piastrellato lucido, facendo sì che i suoi stivali alti e in pelle nera scricchiolassero di tanto in tanto, a contatto con quella superficie liscia. La luce delle stelle filtrava dalla finestra, illuminando parte del suo grosso letto perfettamente rifatto.

Stava quasi per cambiarsi, liberandosi delle sue vesti regali e indossando qualcosa di più comodo per andare a dormire, quando un impercettibile rumore attirò la sua attenzione.

Si voltò di scatto, controllando meticolosamente ogni cosa che lo circondasse in quel momento. Nulla sembrava essere fuori posto, ma lui percepiva come una presenza estranea all'interno di quella stanza.

Poteva sentire chiaramente la sua energia, nonostante in quella camera non sembrava esservi altri che lui.

Decise di fingere che non fosse successo nulla, voltandosi e riprendendo la sua camminata verso il letto. Attese prima di cambiarsi e finse di star cercando qualcosa nel cassetto di quel comodino dal legno intagliato.

E poi sentì un verso, un qualcosa che sibilava. Prontamente si girò, afferrando appena in tempo quel serpente che lo stava per attaccare. Mentre lo stringeva tra le mani, portandolo più vicino ai suoi occhi, riconobbe subito le squame verdi.

Era lo stesso serpente che aveva visto nella sua sala del trono.

Lo guardò dritto dentro quei piccoli occhietti gialli, aumentando la stretta e facendo sì che quell'animale iniziasse a dimenarsi in cerca di aria.

Fu in quel momento che qualcun altro decise di mostrarsi ai suoi occhi, smettendo di nascondersi.

Un donna apparve, con la schiena a pochi centimetri da quella porta. Non riusciva a vederla bene, perché rimaneva nell'ombra, stando attenta a non muovere un muscolo.

Si fissarono per qualche secondo, prima che lei decidesse di rompere il silenzio. «Ciao, Loki»

Il Dio degli Inganni sgranò gli occhi, schiudendo di poco le labbra sottili. Non era diventato pazzo e ne aveva appena avuto la conferma. Quella era la stessa voce che aveva sentito pochi giorni prima nella sua testa.

🌟🌟🌟

Eccovi il nuovo capitolo!

Questa volta voglio partire dalla fine, dal colpo di scena con il quale vi ho lasciatx.
Vi avevo promesso che ormai il loro incontro era imminente, ed eccolo qua.

Loki ha finalmente scoperto di non essere impazzito e Lilith sembra aver in mente qualcosa.
Inoltre, la bisessualità del Dio degli Inganni viene confermata anche nella mia storia. Fatto che già si sapeva dai fumetti e che recentemente (episodio 3 della serie tv Loki) è stato confermato anche dall'MCU.

Nel frattempo, il povero Kåre si trova a dover subire e fronteggiare tutti i problemi che si impongono sul cammino del suo nuovo re. Sarà in grado di farcela?

Ma soprattutto, i nostri due protagonisti come si comporteranno adesso?

Per scoprirlo non dovrete fare altro che continuare a leggere 😈

Lasciate una stellina nel caso il capitolo dovesse esservi piaciuto e non dimenticatevi di commentare facendomi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi.

Seguitemi su Instagram: _madgeneration_ per non perdevi nessuna novità.

XOXO, Allison 💕

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