School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
13.Pigiama party (parte 3)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

17.Zia Phoebe

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By GiulSma

«Maestro! Che ci fa lei qui?!» esclamò DarkMind.
«Ti ricordo che sono ancora capace di muovermi attraverso le ombre» disse accendendo la luce della stanza. «Ti ho osservata stanotte. Può sembrarti un atteggiamento piuttosto scorretto, ma ti assicuro che lo sto facendo per il bene di tutti e soprattutto per te. Sei la mia futura erede e non devi essere contaminata dai sentimenti adolescenziali»
DarkMind deglutì a fatica. «E cosa ha scoperto osservandomi?»
«Che dormi male. Come se qualcosa ti infastidisse nei sogni»

Certamente! C'era un ragazzino strambo che la turbava ogni santa notte con le sue domandine infantili e il suo sarcasmo irritante!
Ma non disse niente e rimase impassibile di fronte al suo maestro. Qualsiasi segno di esitazione avrebbe potuto farlo dubitare di lei e compromettere il suo ruolo in quella società di Villain e supercattivi.

«Io faccio spesso degli incubi. Forse la causa sono le anime che ho strappato dai loro corpi...»
«Questa è una delle tante possibilità. Ma quella più plausibile è che tu stia facendo sempre lo stesso tipo di sogno e che tu stia cercando di proteggere questa verità. Non è vero, "DarkMind"?»
La ragazza non rispose. Aveva troppa paura di tradirsi da sola contraddicendosi e parlando a raffica.
«Ora rispondi alle mie domande così saprò risolvere il problema che tanto ti tormenta. Da quant'è che fai questi sogni?»
«Mesi, ma pensavo fossero innocui... Non li ho mai considerati come un problema»
«Perché in fondo ti piacciono. E dimmi, cosa ci trovi di bello? Che accade?»
«Io... non lo so. Non me lo ricordo al mio risveglio, ma sento che tutto ciò è abbastanza importante da continuare a fare quei sogni...»

E così mise in atto la sua strategica bugia. Ora doveva solo aspettare che il maestro se la bevesse, ma non era semplice farlo. Doveva contare tutto su di lei e sostenerla in modi diversi così da convincerlo definitivamente.

«Bambina mia, non serve mentire a me, il tuo maestro e tutore. Ti ho cresciuta personalmente e ti conosco come il palmo della tua mano. Su, dimmi cosa stai sognando e ti prometto che non ti farò del male in alcun modo»

Dannazione, l'aveva scoperta. E ora? Che fare? Avrebbe dovuto raccontargli di tutte le volte che aveva parlato con quel ragazzo strambo e che le piaceva passare le notti a parlare con lui? Magari avrebbe potuto omettere quell'ultima parte.

«Pochi mesi fa, dopo il blitz condotto alla Hero Highschool, ho iniziato a fare dei sogni in cui parlavo con un ragazzino»
«E sai il suo nome?»
«No, nemmeno il volto. A quanto pare ognuno dei due vede l'altro con una specie di maschera e quando prova a dire il suo nome si sveglia»
«Interessante. E tu sai se questa persona sia reale?»
«Non lo so con certezza»
L'uomo rifletté per un po' in silenzio. Con la mano sfiorò il viso della sua protetta, poi si ritrasse e concluse il discorso. «Ora vai a letto, domani dovrai essere il più preparata possibile, appena l'attacco sarà finito dovremo andare a porre fine all'era degli Element» Fece per andarsene si fermò e rise con un'espressione da sbadato. «Accidenti! Me lo stavo quasi dimenticando. Voglio che tu indaghi su quella persona che vedi nei sogni e mi riferisca tutto ciò che ti dice. Potrebbe tornarci utile»
«Intende come una spia?»
«Esattamente. Ma ora è meglio che tu dorma. Notte, mia prediletta»

La ragazza annuì ghignando chiudendo la porta. Una volta chiusa tirò un sospiro sconsolato. Non era affatto andata come sperava. Il suo capo era troppo bravo a intuire quando qualcuno gli stava mentendo, soprattutto se si parlava di lei.
Controllò per bene la stanza prima di rimettersi sotto le coperte. La prudenza non era mai troppa. Se il suo maestro l'aveva fatto una volta poteva benissimo rifarlo e ciò sarebbe stato alquanto inquietante. Finito di ispezionare da cima a fondo la stanza si mise sotto le coperte e si addormentò, ma non riuscì più a sognare il suo caro "ragazzo strambo".

*****

Will osservava la strada scorrere velocemente fuori dal finestrino. Non era riuscito a chiudere occhio da quando era stato svegliato da quel botto nel cuore della notte ed era stato costretto a fuggire per salvarsi la pelle. I Villain avevano condotto un attacco a sorpresa contro l'O.A.V. e suo padre, essendo l'amministratore, era quello più in pericolo di tutti.

Accese il telefono e fissò per un po' il blocco schermo ammirando la foto di lui e Lucrecia in un parco. Lei aveva il suo cappotto beige lungo e la sua sciarpa bianca. Il suo naso era rosso e il suo volto sorridente. Era la ragazza più bella del mondo e nulla gli avrebbe potuto far pensare il contrario.
Improvvisamente apparve sulla schermata un messaggio di Lucrecia dove c'era scritto: "Will, ho sentito dell'attacco all'O.A.V. tu e la tua famiglia state bene?"

Sul suo volto si fece strada un largo sorriso. Si era preoccupata per lui e questo voleva dire che ci teneva veramente. Che dolce. La sua amica era la migliore del mondo.
Decise di smetterla di fissare uno schermo sorridendo come uno scemo e le rispose: "Stiamo bene, abbiamo trovato un modo per evitare un possibile attacco dei Villain. Non preoccuparti"
"Menomale, avevo così tanta paura che tu fossi stato attaccato da loro..."
"Ehi, calma. Non è successo e non succederà. Starò attento, promesso, e quando finirà tutto questo verrò subito da te. Ora prendi un grosso respiro e calmati, io sono al sicuro. Tu piuttosto tieniti lontana da qualsiasi Villain, ti ricordo che loro non mollano l'osso tanto facilmente"
"Va bene. Rassicuro anche Ethan e Hamilton che mi stavano chiedendo di te o lo fai direttamente tu?"
"Fallo tu, io non posso usare molto il telefono"
"Va bene. Buona notte, ci sentiamo domani tramite telefono!"

Provò a scriverle un "ti voglio bene", ma lo cancellò subito e mandò un semplice "Buona notte" sospirando sconsolato. Voleva tanto dirle ciò che provava, ma tramite un telefono non era la cosa migliore del mondo. Avrebbe preferito farlo una volta tornato da lei dopo che tutto si fosse risolto.
Spense il telefono e lo infilò nel suo zaino per poi rimettersi a guardare la strada.

La zia Phoebe si trovava a Bristol nel Connecticut vicino al Rockwell Park, ci avrebbero messo circa due ore per arrivarci e sarebbero stati abbastanza lontani da scampare al pericolo.
Zia Phoebe era una persona piuttosto riservata e testarda, ma gentile e affettuosa che aveva preferito vivere da sola in una villa piuttosto che sposarsi come aveva fatto suo fratello, il padre di Will.
Era una donna sulla trentina che lavorava in un negozio a Bristol ed aveva avuto la fortuna di vincere alla lotteria e di utilizzare i soldi per prendere quella casa fantastica che Will adorava. C'era di tutto: dalla piscina alla soffitta piena di cianfrusaglie con cui ragazzo adorava armeggiare.

Arrivarono verso le quattro del mattino e bussarono alla sua porta. Dopo un po' si ritrovarono davanti la figura insonnolita di una donna dai capelli scarlatti con una vestaglia blu e delle ciabatte nere con dei cuoricini rossi.

«Ma cosa...? Cosa ci fate qui?!» urlò rendendosi conto di chi aveva davanti.
«Aspetta. Prima di giungere a conclusioni affrettate lasciaci spiegare» intervenne il padre di Will.
«Grrr! Spero abbiate delle ragioni valide per svegliarmi a quest'ora e presentarvi qui senza preavviso. Entrate»

Oltrepassarono la porta di legno e metallo rinforzato della sua villa ed entrarono nel corridoio che dava verso il grande salotto dalle pareti blu.
La zia chiuse la porta a chiave, o meglio, lo fece con tre chiavi diverse. Aveva tre serrature perché viveva da sola e, anche se aveva un potere figo come il mutare forma, non le sarebbe servito molto per sorprendere i ladri o i supercattivi.
Fece sedere tutti sul divano e si mise su una poltrona di fronte ad esso aspettando che loro le raccontassero cosa stesse succedendo.

Fu il padre di Will a parlare per primo. «Mia cara sorellina Phoebe, è capitato che stanotte i Villain attaccassero la sede dell'O.A.V. e decidessero all'improvviso di perseguitare chiunque ne facesse parte e quindi siamo venuti qui, nell'unico posto in cui nessuno andrebbe a cercare»
«Sicuro che nessuno vi abbia seguiti? Perché in tal caso li lascerei portarvi via al posto di avere la casa distrutta»
«Simpatica come sempre... Mi sono assicurato almeno un milione di volte che nessuno ci seguisse. Mi sono persino fermato a cambiare la targa della macchina due volte»
«Va bene. A questo punto non serve nemmeno chiedervi perché non mi abbiate avvisata prima. Su, ci sono abbastanza stanze per tutti e tre»

Spostò lo sguardo su Will e si mise accanto a lui. Non riusciva a riservare la sua solita freddezza al suo nipotino preferito (e anche l'unico).

«Ci sarebbe una stanza singola per te, ma è la stessa che usavi con Amy quando venivate qui a farmi visita. Te la senti di entrarci?»

Sapeva benissimo quanto la morte di quella bambina aveva turbato il povero ragazzo e non voleva ferirlo in alcun modo portando alla luce dei ricordi che lo avrebbero reso triste in qualche modo.
Suo nipote appoggiò la testa sulla sua spalla e annuì convinto.

«Va bene, allora è tutta tua. Inizia a portare le tue cose dentro»
«Va bene, zia Phoebe»
«Will, aspetta»
«Sì?»
«Il tuo telefono... come quelli dei tuoi genitori dobbiamo spaccarlo»
«Come sarebbe a dire?!»
«Se ti servono dei numeri di telefono segnateli su un foglietto, ma dobbiamo spaccarli per forza. I Villain potrebbero rintracciarvi»
«V-va bene»

Si scrisse su un foglietto i numeri di Lucrecia, Hamilton ed Ethan e poi prese il martello che gli porse sua zia e spaccò il suo telefono cancellando per sempre ogni cosa che aveva al suo interno (tranne le foto che aveva cautamente salvato su un hardisk che si trovava a casa sua).

«Ottimo lavoro... Ora vai a letto, campione...» gli disse sua zia accarezzandolo.

Entrò nella camera e ripose il suo zaino vicino al suo letto. Diede uno sguardo malinconico all'altro dove fino a pochi anni prima dormiva sua sorella e notò che sopra vi era un mazzo di fiori essiccati e una piccola foto.
Voleva tenerla con sé ma ne aveva già abbastanza.
Sospirò, si mise il pigiama e accese il televisore che stava proprio al centro del muro opposto della stanza, quello che dava ai piedi dei due letti disposti in verticale ai lati della camera e dove c'era la porta alla destra. Opposto a quel muro c'era una grande finestra che dava sul giardino con la piscina dove lui e sua sorella si divertivano spesso a nuotarci in estate. Era lì che avevano imparato a nuotare.

Scosse la testa allontanando quei pensieri e si concentrò sul telegiornale.
"L'attacco all'Organizzazione Anti-Villain è ancora in corso" disse la giornalista. "I cittadini che stavano nei paraggi sono stati evacuati e gli Element sono appena arrivati sulla scena, ma stanno facendo comunque fatica a contenere la grande quantità di Villain presenti. Tra poco arriveranno in loro soccorso tutti i supereroi di serie A e B di New York che hanno risposto alla chiamata di emergenza. Per ora è tutto dalla cronaca, rimanete sintonizzati per vedere in live lo scontro".

Will non sapeva che fare. Aveva una voglia matta di tornare indietro e di affrontare quei Villain per difendere le persone che amava, ma non avrebbe avuto senso. Era solo un ragazzino e per giunta aveva un potere inutile per un combattimento del genere.
Finì di fantasticare e prestò attenzione a ciò che stava vedendo: c'erano fiamme dappertutto e gli Element erano solo dei piccoli pallini colorati che stavano lottando contro altri pallini neri. Il cameraman si era tenuto distante dalla battaglia. Come dargli torto, rischiava di morire.
La giornalista riprese a parlare: "A quanto mi dicono dalla regia gli Element sono in difficoltà e gli aiuti stanno tardando ad arrivare. Non so che dire, questa è la prima volta in tutta la mia carriera che non riesco a descrivere una situazione del genere..."

Il ragazzo tirò un pugno sul cuscino. Non poteva accettare quella realtà, gli Element non potevano perdere.

Una sagoma nera tra le fiamme attirò la sua attenzione. Riuscì a vederlo per poco, ma fece giusto in tempo a notare i suoi capelli castani tirati indietro col gel e il simbolo dei Villain sulla giacca nera prima che questi mosse una mano contro la telecamera e si spense all'improvviso.
Quell'uomo lo aveva già visto: era il padre di Lucrecia.

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