School of Heroes - da revisio...

By GiulSma

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⚠️ Storia da revisionare ⚠️ Immaginate di vivere in un mondo dove esistono i superpoteri e di essere trascina... More

1.William Clark
2.Test d'ingresso
3.Primo giorno
4.Nome da supereroe
5.Sogno
6.Un ritorno pieno di misteri
7.Tre amici entrano in un bar...
8.Un filo, due uscite
9.Festival
10.Interrogatorio
11.Pigiama party (parte 1)
12.Pigiama party (parte 2)
14.Incendio
15.Incontro pericoloso
16.Portachiavi
17.Zia Phoebe
18.Vita nel Connecticut
19.Dolorosa battaglia
20.Un nuovo eroe
21.Villains
22.Ritorno a casa
23.Coma
24.La verità
25.Piccoli amori
26.Rancore
27.Fuggitivo a scuola
28.Potere
29.I finti dèi
30.Successione
31.Il risveglio del tredicesimo titano
32.Primo giorno da stagista
33.Flame
34.Vecchi amici
35.La battaglia di Springville (pt. 1)
36.La battaglia di Springville (pt.2)
37.Mostro
38.Amori proibiti
39.Oil and Water
40.Ghiaccio
41.Amy
42.Il sogno più bello
43.Black Night Bar
44.La famiglia Castillo
45.Angel
46.Padre, Figlio e Potere Primario
47.Ballo d'autunno
48.L'origine di Nightmare
49.Cinquecentomila
50.Bacio dietro le sbarre
51.Due anime
52.Sacrificio eroico
53.Caos
54.Cenere alla cenere
55.Attraverso i ricordi
56.Compleanno
57.Il bacio perfetto
🎖Super Traguardi 🎖
🎬 Backstage 🎬

13.Pigiama party (parte 3)

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By GiulSma

«Lucrecia...» si sentì dire il povero Will.

Ormai ne aveva viste di tutti i colori, ma quello... Quello era terribile. Cosa diamine era successo alla sua amica? Perché se ne stava lì su quel cumulo di...? Non riusciva neanche a pensarci. Gli veniva da vomitare talmente ciò lo aveva sconvolto.

«Alla fine siete riusciti a venire del mio sogno. Bene...» disse avvicinandosi al ragazzo. Si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno. «Non è come sembra, lo giuro»
«Ah sì?» disse Hamilton mettendosi tra lei e Will.
«Sì. Tutto ciò che vedete qui è frutto della mia mente. È un sogno e l'ho scoperto tempo fa, solo che non riuscivo ad uscire...»
«Frena frena frena» intervenne Ethan. «Prima cosa: perché ti trovavi su quei corpi? Seconda cosa: come sapevi che noi abbiamo viaggiato in vari sogni e saremmo arrivati qui? Terza cosa... Dov'è la vera Lucrecia...?»

Tutti lo guardarono con gli occhi sbarrati. Un ghigno si dipinse sul volto della ragazza che mutò forma trasformandosi in una creatura dalla pelle nera ricoperta di viscidume. Con i suoi artigli tentò di afferrare Ethan, ma il suo robot si ingrandì e riuscì a respingere il suo attacco con un raggio laser.

«Ormai è una dei nostri» ridacchiò il mostro con la sua voce inquietante.
«No! Non si schiererebbe mai dalla vostra parte!» disse Will.
«Ma davvero? E allora perché non è nella vostra stessa stanza?»
«Cosa intendi dire?»
«Certo che siete proprio ingenui voi ragazzi. È stata tutta una trappola per bloccarvi in questo sogno di cui io sono l'artefice. Ora la vostra amica è nella nostra base e sta facendo il rito di iniziazione»
«No...»
«Oh sì. Vorrei farvelo vedere con i vostri occhi ma sarebbe troppo pericoloso lasciarvi andare e rovinare tutto»

Ethan tirò un pugno in faccia alla creatura terrificante e successivamente uno alla pancia facendola stramazzare a terra.

«Sta bluffando. Se fosse una persona reale non soffrirebbe. Andiamo a cercare Lucrecia» disse saltando in groppa al suo grande robot.
«Va bene. Sbrighiamoci!» disse Hamilton.

Will seguì i suoi due amici sopra la groppa del robot che volò verso il tetto una gigantesca torre nera. Le nuvole nere sopra di esse si illuminavano ogni tanto a causa dei fulmini. Era davvero un posto minaccioso, la degna sede dei Villain della dimensione onirica.

«Ehi, Ethan» lo chiamò Will. «Come hai fatto a dedurre che quel mostro non era Lucrecia e che era frutto del suo sogno?»
«Questa è la dimensione onirica. Nulla è come sembra e bisogna sempre diffidare di tutto e di tutti»
«Ti basi veramente su questo?»
«No, era palesemente finto quel mostro. Non hai notato i suoi contorni indefiniti? Eh già, piccoli dettagli che fanno la differenza»
«Woah»

Arrivarono sul tetto dell'enorme struttura nera e si guardarono intorno in cerca di un modo per poter entrare.
Hamilton indicò un parallelepipedo nero a qualche passo da loro che era comparso proprio in quell'istante, dicendo: «Là c'è una porta! Andiamo!»
I ragazzi evitarono di farsi troppe domande, anche perché quello era un sogno e non tutto doveva avere per forza un senso. Bastava solo che fossero riusciti a raggiungere Lucrecia.

Entrarono e si ritrovarono davanti ad uno specchio. Tutti e tre sgranarono gli occhi vedendo le loro immagini riflesse là dentro. Quelli erano loro, sì, ma erano più grandi. Avevano tutti una tuta da supereroi, ma non come quelle classiche calzamaglie, erano tipo quelle degli eroi Marvel se si voleva proprio fare un paragone.

«Will! Hai i muscoli!» disse Ethan provando a toccare i suoi.
«Lo so! Fighissimo!» rispose l'amico.

Lo specchio scomparve improvvisamente e si ritrovarono nel mezzo di una grande folla di cattivi vestiti di nero. Loro tre erano gli unici ad avere dei vestiti colorati, ma nessuno ci fece caso. Erano tutti troppo presi a parlare tra di loro.
Avanzarono a spintoni e si ritrovarono davanti a un palcoscenico. Le luci si spensero e apparve un riflettore al centro della piattaforma.
Un uomo con la faccia mezza squagliata si mise sotto di esso con un bastone in mano per reggersi.

«Bentrovati, miei fedeli sottoposti» disse l'uomo con la sua voce profonda. «Vi ho riuniti qui per farvi conoscere la persona che prenderà parte al nostro esercito e ci porterà alla vittoria»

Con un gesto della mano le tende dietro di lui si aprirono e apparve una ragazzina insicura dai capelli castani con la divisa dei Villain legata ad una sedia. I tre sbarrarono gli occhi.

«Peccato che si sia rifiutata più e più volte di accettare. Che ne dite di convincerla?» continuò l'uomo.

Will non riuscì a contenersi. Sapeva che tutto ciò era l'incubo di Lucrecia ma non poteva sopportare che soffrisse anche lì. Saltò sul parco urlando, come un leone che si getta in un gigantesco branco di iene per salvare la sua amata.
Preso dall'ira afferrò il bastone dell'uomo e glielo tirò dritto in pancia facendolo stramazzare a terra, successivamente colpì le guardie che tentavano di fermarlo con la stessa arma finché non fu scaraventato via da un paio di Villain.

«Will! Che diamine fai?!» lo rimproverò Lucrecia con le lacrime agli occhi.
«Ti proteggo!» disse liberandosi e colpendo col bastone un uomo mandandolo a tappeto.

Ethan e Hamilton si ripresero dallo shock e andarono a liberare la loro amica. Non avevano mai visto quel ragazzo così aggressivo ed energico. Incuteva paura persino a loro.
Improvvisamente tutti e quattro si ritrovarono sopra un ospedale abbandonato in mezzo ad una cittadina. Il cielo era dipinto di rosso e di nero e la luna di sangue illuminava il paesaggio devastato.

Non ebbero neanche il tempo di abituarsi a quel luogo che il cemento del tetto iniziò a diventare fluido e ad avvolgerli fino al petto.
Quella tecnica, era la stessa di Lucrecia, ma non era stata lei ad utilizzarla.

Un uomo si avvicinò alla ragazza. Era diverso da quello di prima. Aveva dei capelli castani tirati indietro con del gel e degli occhi penetranti del medesimo colore. Era uguale alla loro amica.

«Cosa vuoi da me? Ti ho detto di lasciarmi stare!» lo supplicò Lucrecia.
«Figlia mia, non hai ancora capito che accettare la nostra proposta è l'unico modo per salvare i tuoi amici?»

Will provò a muoversi, ma il cemento si era ormai solidificato. Disperato provò ad avvertire la sua amica. «Affronta la tua paura più gran-!»
Suo padre mosse una mano verso di lui, lo ricoprì del tutto di cemento e lo spaccò in mille pezzi facendo urlare ai tre ragazzi un lunghissimo e disperatissimo "no!" .

«Vedi cosa succede a non accettare? È tutta colpa tua!»
«No!»
«Sì, lo è! Guarda cosa stai combinando! Arrenditi!»

Intervenne Hamilton. «Non ascoltarlo! Segui il consiglio di W-» Andò in mille pezzi.

Rimaneva solo Ethan che stava cercando un modo per salvarla. Continuava a scavare nella sua mente come un segugio per trovare un'idea o una strategia che potesse non rendere vani gli sforzi dei suoi compagni.
"Trovato!" pensò.

«Lucrecia! Fidati solo di coloro che lottano al tuo fianco! Ci vediamo dall'altra parte...» disse prima di essere ridotto in mille pezzi.

*****

I tre ragazzi si svegliarono allo stesso momento respirando rumorosamente. Si guardarono negli occhi cercando conforto e poi spostarono la loro attenzione su Lucrecia. Ora toccava a lei combattere per il suo destino e per ritornare ad aprire gli occhi.

«Ragazzi, secondo voi cosa sta manipolando i nostri sogni?» chiese Hamilton.
«Non cosa, ma chi. C'è lo zampino di qualche supercattivo o Villain» rispose Ethan.
«Ma... Ma quindi ora i cattivi sanno dove vivo?» chiese Will terrorizzato all'idea di ritrovarsi uno di loro in casa.
«Tranquillo, se ti avessero voluto uccidere lo avrebbero fatto da tempo» lo rassicurò Ethan.

Non era la cosa migliore da dire, ma riuscì comunque a calmare l'animo di Will che forse era più preoccupato per Lucrecia che della sua casa.
Continuava a stringerle la mano e a maledirsi in silenzio per ciò che le stava accadendo nonostante la colpa non fosse sua.
Gli altri due non sapevano che dirgli o che fare quindi si misero a giocherellare con il robot di Ethan.
Improvvisamente i mobili si misero a tremare e Lucrecia iniziò ad ansimare.

«Resisti» la supplicò Will stringendole la mano.

Il suo volto sì rasserenò e comparve un leggero sorriso sul bordo delle sue labbra. Ce la stava facendo. Stava sconfiggendo la sua paura più grande. I mobili si fermarono.
Iniziò a muovere le dita della mano e poi aprì lentamente gli occhi.

«Ce l'hai fatta» disse lui con un soffio di voce.
«Sì...» rispose lei sorridendogli debolmente.
La aiutò ad uscire dal suo sacco a pelo e la portò sul suo morbido letto. «Resta qui, ti porto dell'acqua»
«Non serve, davvero»
«Sì che serve. Hai passato l'incubo peggiore di tutti e l'hai dovuto affrontare tutto da sola»
«A proposito di questo, i-»
«Non dire altro. Vado a prendere l'acqua»

Sospirò sconsolata e poi sorrise agli altri due, specialmente ad Ethan.

«Idea geniale quella di lasciarmi un robot alto due o tre metri»
«Non c'è di che»
«Però... mi dispiace dirtelo ma quel robot non ha fatto una bella fine. Colpa di mio "padre"...»
«Tranquilla, l'importante è che ti abbia aiutata a superare la tua paura»

Lo sguardo della ragazza si spense improvvisamente, come se non volesse più parlare di quell'argomento.
Will rientrò con una bottiglietta di plastica in mano e la manica destra della maglietta del pigiama completamente zuppa.
Cos'era successo? Be', lascio a voi immaginare.

«Ecco a te, bevi» le disse dandole la bottiglia e prendendo una maglietta da mettere al posto del pigiama bagnato.
«Grazie...» rispose prendendola.

Fissò il liquido per un po' di secondi, come ipnotizzata da esso, poi distolse lo sguardo e lo posò su Hamilton. «È vero che la tua più grande paura sono io?»
Il ragazzo arrossì fino alla punta delle orecchie e iniziò a farfugliare qualcosa che non capì nessuno.
«Dai, stavo scherzando. Comunque... mi dispiace davvero per ciò che ti ho fatto passare»
«Tranquilla, ormai è acqua passata. Ho pure affrontato questa paura nel mio incubo, quindi è tutto definitivamente a posto»
«Se lo dici tu...»

Will si affacciò velocemente alla finestra e sbarrò gli occhi. «Ragazzi... c'è un incendio e proviene dalla nostra scuola»

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