Chatting With A Stranger

By martixlevi

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𝑙𝑒𝑣𝑖 π‘Žπ‘π‘˜π‘’π‘Ÿπ‘šπ‘Žπ‘› π‘₯ π‘Ÿπ‘’π‘Žπ‘‘π‘’π‘Ÿ Amare uno sconosciuto, Γ¨ possibile? Assapora la bellezza di innamor... More

introduzione
[1] noia
[2] instagram
[3] obbligo
[4] insonnia
[5] numero
[6] chiamata
[7] scudo
[8] assenza
[9] videochiamata
[10] puzzle
[11] alba
[12] luce
[13] routine
[14] imbarazzo
[15] proposta
[16] notte
[17] bugiarda
[18] annuncio
[19] sogno
[20] college
[21] countdown
[22] partenza
[23] abbracciami
[24] praga
[25] inizio
[26] alcol
[27] lussemburgo
[28] caffè
[30] festa
[31] sconosciuto
[32] doccia
[33] coppia
[34] gelosia
[35] rabbia
[36] saturno
[37] delusione
[38] mia
[39] londra
[40] pensieri
[41] insieme
[42] berlino
[43] pianto
[44] amore
[45] addio
[46] fiamma
[47] occasione
[48] veritΓ 
[49] cancella
[50] errore
fine

[29] parigi

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By martixlevi

Si ripartiva, destinazione Parigi.

Finalmente ammiravo la città che più avevo desiderato vedere in tutta la mia vita, la città dell'amore.

Atterrammo nell'aeroporto di Parigi di mattina presto, infatti, in aereo tutti non ci pensarono due volte a schiacciare un bel pisolino.

"Ecco il taxi!" urló Hanji correndo verso l'uscita, "Sbrigatevi!"

Ormai vivevamo di aerei, taxi e hotel.

Seguendo Hanji, Levi osservava i miei goffi movimenti, notando che avevo forti difficoltà a trasportare la valigia diventata davvero pesante.

"Aspetta, ti aiuto." mi disse prendendola e portandola come una piuma.

Da dove aveva uscito tutta quella forza?

Feci spallucce seguendolo insieme ad Erwin, il quale era completamente abbagliato dalla bellezza delle strade parigine.

La città degli artisti e degli innamorati, che racchiudeva la multietnicità dei suoi abitanti con i loro caratteri e le loro abitudini.

In taxi, notai come capitava di svoltare l'angolo e di trovarci immersi in un suk medio orientale, oppure vedere per i marciapiedi futuristi delle Defense, e addirittura sentire una musica di fisarmonica che ci accompagnava per tutto il tragitto.

Gli artisti da strada erano ovunque nelle strade, nelle gallerie, in mezzo alla confusione.

Mi sembrava di stare in paradiso.

Arrivammo in hotel in pochissimo tempo, stavolta, era più distante dal centro, essendo Parigi una capitale davvero enorme.

Era un'altissimo grattacielo moderno, che però non oltrepassava le nuvole.

L'entrata era sorvegliata da due guardie del corpo completamente immobili e con degli occhiali da sole. Ebbi paura per un momento, e se mi stavano fissando?

Ignorai le mie paranoie ed entrai, seguita da tutti gli altri, dentro la porta d'ingresso, la quale si aprì subito automaticamente non appena vide i nostri movimenti.

Armin si avvicinó alla reception per prendere le stanze e fare il check-in, fortunatamente ci aiutava parecchio.

"Qui sembra davvero bello." mi disse Levi avvicinandosi.

Mi emozionai vedendo che aveva iniziato una conversazione e non sembrava neanche arrabbiato.

"Si è vero, non vedo l'ora di visitare Parigi." sorrisi.

"Ragazzi a quanto pare Armin sta avendo dei problemi col check-in." ci avvertí Erwin.

"Che tipo di problemi?" domandai.

"Non sono riusciti a prenotare una camera, quindi due di noi dovranno dormire insieme."

Diventai subito rossa immaginando di nuovo quella notte in cui io e Levi avevamo dormito insieme, mentre ero ubriaca fradicia e lui incazzato.

"Col cavolo che qualcuno dorme con me, io russo di notte e non voglio nessuno." disse Hanji prendendo la chiave e salendo.

Mi allontanai un attimo per andare da Armin a vedere se aveva bisogno di aiuto.

"Tutto okay?" gli chiesi.

"Si, ma purtroppo avrete una camera in meno non so se hai saputo."

"Me l'ha detto Erwin, ora come facciamo?"

"Non lo so T/N, conviene che ve la sbrigate voi, io devo andare. Eren mi ha chiamato cinque volte per stasera e non ho potuto rispondere. Mi ucciderà sicuro." corse via spaventato.

"Per stasera?" parlai inutilmente, perché già era andato via.

Voltandomi vidi che Erwin stava dicendo qualcosa a Levi all'orecchio, il corvino sembrava innervosirsi sempre di più.

Che stava succedendo?

Improvvisamente scattò e venne verso di me facendomi spaventare.

"T/N dividiamo la stanza?"

Deglutí imbarazzata, non riuscendo a rispondere, mi limitai ad annuire.

"Andiamo." disse prendendo le chiavi dal bancone.

Andò via lasciandomi da sola con Erwin, che osservava la scena divertito.

"Ma cosa gli hai detto?" domandai al biondo.

"Niente, solo che io con lui non ci avrei dormito neanche pagato, quindi che doveva trattarti bene."

"Strano, sembra nervoso." gli feci notare e lui sorrise.

"Levi si innervosisce sempre quando qualcuno gli dice cosa fare, ma penso gli faccia piacere stare con te sotto sotto." disse, "ora va da lui, ci vediamo stasera!"

"Che c'è stasera?" chiesi confusa.

Possibile che ero sempre l'ultima a sapere le cose? Neanche Levi, con cui lavoravo, mi dava notizie.

"Non lo sai? Il signor Yeager da una festa nel locale più famoso di Parigi, per festeggiare la pubblicità dell'azienda."

"Oh, ecco perché continuava a chiamare Armin per stasera." pensai a voce alta.

Erwin fece spallucce e se ne andò salutandomi.

Seguii Levi che, essendo basso, anche camminando veloce non riusciva ad andare troppo lontano.

Entrammo dentro la stanza senza dire una parola, stava tornando l'imbarazzo?

La stanza era molto luminosa e con delle sue pareti bianche, arricchite da quadri che le conferivano un'atmosfra da galleria d'arte.

Realizzati su misura, i mobili la decoravano perfettamente, notai subito un caminetto nel corridoio in marmo che rendeva la stanza ancora più ideale e romantica.

Adorai il miscuglio Haumanninano classico della sua architettura e lo stile contemporaneo francese dei suoi decori che spaziavano dal mobilio d'eccezione come le sedie trasparenti, il cristallo per le maniglie delle credenze, i lampadari ed il marmo prezioso dai colori arcobaleno scintillanti.

Vi era addirittura anche una macchina del caffè, thè e tisane.

"Niente caffè." Levi notò che la stavo guardando e mi rimproverò ricordandosi dell'episodio successo a Lussemburgo.

"Si, okay."

Come un gran salone d'altri tempi, la camera celava una porta nascosta che si apriva sul nostro bagno.

"Beh questa stanza è bellissima." dissi.

"Vero."

"Sai che stasera c'è una festa?" gli chiesi.

"Si."

"Perchè non me l'hai detto?"

"Non sono tipo da feste, non voglio andarci." sbuffò e nel frattempo prese il suo cellulare tra le mani.

"Sei il modello, ci devi andare." esclamai.

"Come scusa? Ci devo andare?"

Mi guardò con aria infastidita chiaramente arrabbiato per l'obbligo che gli avevo appena dato.

"Io non devo fare proprio niente."

"Nel senso che voglio che tu venga con me." riuscí a correggermi in modo da farlo tranquillizzare.

"No." ricevetti una risposta secca, ovviamente.

"Per favore! Sarà divertente e magari potrò farti delle foto."

"No."

"Levi dai ti preg-"

"No." mi interruppe.

"Ma perché sei così antipatico?"

"Ho detto no."

Sbuffai andando in bagno e sbattendo la porta chiudendomi dentro.

Cazzo, era così difficile.

Presi il telefono e scrissi subito ad Hanji.

You:
Sai che c'è una festa stasera?

Hanji:
Me l'ha appena detto Erwin, ma che è sta cosa?
Oddio quanto mi secco, voglio restare a dormire.
Spero che ci saranno bei ragazzi almeno.
Oh cazzo, i ragazzi francesi sono carini.
Uhhhhlalà!!!
Beh si dai andiamoci.

You:
Zitta ascoltami un attimo.
Levi non vuole venire, come lo convinco?
Tu lo conosci meglio di me.

Hanji:
Cazzo per convincere Levi ce ne vuole di tempo, avremmo bisogno di minimo un mese.

You:
Eddai!

Hanji:
T/N, ma che cazzo ne so io? Stavo dormendoooooooo!
Ehi aspetta.
Ho un'idea perfetta, un piano malefico.
Sono un genio.

You:
Parla.

Hanji:
Dove sei in questo momento?

You:
In bagno.

Hanji:
E Levi?

Sentii la porta d'ingresso chiudersi forte, Levi era appena uscito. Dove stava andando?

Presi un bel respiro cercando di calmarmi e risposi ad Hanji.

You:
È appena uscito.

Hanji:
Perfetto, vai nella stanza e fammi vedere il vestito più sexy e scollato che hai.

You:
Eh? Perché?

Hanji:
Fidati di me.

Feci come diceva, uscii dal bagno e aprii la mia valigia per cercare cosa avevo di sexy. Trovai qualcosa che faceva proprio al caso giusto.

You:
Che ne pensi di questo?
*Foto*

Hanji:
Aspetta ma perché stiamo messaggiando se posso venire nella tua stanza?
Sto arrivando!

Ridacchiai e dopo qualche minuto la sentii bussare fuori la mia porta.

"Okay eccomi!" disse entrando velocemente e lanciandosi subito sul letto.

"Come ti sembra quindi?" le feci vedere di nuovo il vestito.

"Provatelo, vediamo come ti sta."

"Aspetta ma che ore sono?"

"Sono le...merda sono le sei! La festa è alle otto! Abbiamo due ore." si impanicò dopo aver guardato l'orologio che aveva al polso.

"Allora vado a farmi la doccia così me lo metto già da pronta." pensai e lei annuí.

Presi un paio di mutande ed un reggiseno dalla valigia, ma Hanji mi fermò bloccandomi i fianchi.

"Dove credi di andare con questi?" chiese sconvolta.

"Beh è l'intimo."

"Quella schifezza lí? Cazzo T/N quelle mutande hanno dei cuoricini!"

Si chiuse le narici del naso con le dita come per non vomitare, continuando a guardarmi male.

"Cos'hai contro i cuoricini?"

"T/N, puoi fare di meglio."

Roteai gli occhi e cercai altro intimo nella mia valigia, non avevo quasi niente di sexy.

Poi ricordai quel momento con mia madre prima di partire.

(flashback)

Aprii il pacchetto ed uscii un completino intimo di pizzo, delle mutandine brasiliane nere ed un reggiseno leggero, quasi trasparente.

Guardai mia madre sconvolta per chiederle spiegazioni.

"Ti piace?" chiese felice.

"Sto andando a lavorare, non a fare la puttana." risposi e lei mi guardò male.

"Smettila T/N! Non si sa mai se conoscerai qualche bel ragazzo." scherzò facendomi arrossire, "Così sarai pronta e sexy."

(fine flashback)

"Okay forse ho qualcosa..." dissi ad Hanji prendendo quel completino intimo nero di pizzo.

"Ecco, questo è perfetto. Ora vai a lavarti."

Mi affrettai a lavarmi come mi aveva chiesto Hanji, poi da asciutta mi truccai per bene e mi sistemai i capelli in una (treccia/coda/chignon, la scelta sta a voi.)

Indossai finalmente quel vestito.

Cazzo, mi sentivo così bella.

(autrice:
avete due scelte, tra questi due vestiti.
non riuscivo a scegliere perché mi piacciono entrambi.
immaginate uno tra questi e sentitevi bellissim* . <3)

Uscii dal bagno per farmi vedere da Hanji, la quale rimase letteralmente a bocca aperta per qualche secondo.

"T/N sei bellissima."

"Lo so." dissi, senza volere, ad alta voce.

"Niente rende una donna più bella che la convinzione di essere tale." disse schiacciandomi l'occhio.

Sorrisi.

Eccome se mi sentivo bella.

Qualsiasi fosse stato il mio peso, la mia altezza, il colore della mia pelle, il mio aspetto fisico, la mia sessualità e la mia personalità, io mi sentivo bellissima sia dentro che fuori.

Dopotutto, ero sempre stata convinta del fatto che non esisteva un concetto di bellezza.

Eppure avevo trovato quel concetto non appena mi guardai allo specchio: io stessa.

Ma, per piacere, dovevo prima piacermi. E, per farlo, dovevo affrontare tutte le cose che mi rendevano insicura, una per una, con coraggio e senza mai arrendermi.

Dovevo vivere le sfide che la vita mi presentava ogni giorno senza tirarmi indietro, perché, nel momento in cui sarei scappata, avrei rifiutato chi ero e mi sarei allontanata dalla mia essenza.

"Il piano che ho in mente è proprio riguardante questo." mi disse Hanji, "Sfrutteremo la tua bellezza."

"In che senso?"

"Levi non potrà resisterti guardandoti." spiegó, "non appena ti vedrà così bella, dovrà per forza venire alla festa perché sa benissimo che qualche ragazzo ci proverà con te."

"Dici che a lui interesserà qualcosa?"

"Devi sapere che Levi è molto possessivo, davvero tanto. Certe volte mi spaventa." continuò ed io la ascoltai attentamente.

Sembrava l'uomo perfetto per me.

"Non appena tornerà in stanza, tu fatti trovare tranquilla e serena, come se non te ne fregasse niente del fatto che lui non viene."

"Okay, lo farò."

"Ma ora devo capire una cosa, T/N. Tu vuoi che questo piano funzioni?" mi chiese Hanji.

"Come mai me lo chiedi?"

"Tu vuoi che Levi si ingelosisca?" ripetè la domanda in modo diverso.

"Che domanda è? Certo che si."

"T/N, è una domanda importante. Se ti avessi chiesto la stessa cosa ma con Erwin, mi avresti detto di no. E secondo te perchè?"

Rimasi in silenzio, avevo capito perfettamente il suo discorso e dove voleva andare a parare.

"Hanji, a me piace Levi." confessai, "Gliel'avevo anche detto in chat, avevamo parlato di questi sentimenti."

"E poi com'è andata?"

"Che abbiamo deciso di aspettare, per conoscerci meglio."

"Che testa di cazzo." sbuffò, "Doveva andare in Inghilterra a farti una sorpresa come gli avevo detto. Magari gliela davi anche..."

"Eh?"

"Eh? Cosa? Niente. Vado a vestirmi, ci vediamo alle sette e mezza alla hall." disse imbarazzata e corse via.

Che stupida.

Forse però non aveva tutti i torti.

L'altra ora passó velocemente.

Rimasi in stanza a farmi delle foto da mandare a mia madre, la quale rimase contentissima di vedermi così bella.

La mia tranquillità si interruppe quando sentii la porta d'ingresso aprirsi.

"Posso entrare o ti stai cambiando?"

Era la sua voce.

"Puoi entrare."

Feci finta di sistemare qualcosa nella borsa per farmi vedere occupata, poi capí dai suoi passi che si stava avvicinando a me.

"Stai andando alla festa?" chiese poggiando una busta con del thè.

Levi era uscito per andare a comprare del thè.

Che carino.

No, dovevo farmi vedere un po' arrabbiata per come mi aveva risposto prima.

"Si." risposi freddamente.

"Divertiti."

Eh? Cosa? Il piano di Hanji non stava funzionando affatto.

Mi ero vestita, truccata e sistemata bene inutilmente? Tutta questa fatica per un suo "divertiti".

Non sembrava geloso, non sembrava neanche mi avesse guardato bene con il vestito che avevo addosso. Sembravo una sconosciuta per lui.

"Grazie, sei sicuro di non voler venire?" provai a chiedere un'ultima volta.

"Perché me lo chiedi?"

Mi voltai per guardarlo e mi resi conto che lui mi stava già fissando.

Su internet avevo letto una frase: 'non esiste sensazione più bella di guardare una persona e accorgersi che il suo sguardo era già su di te.'

Bene, era una stronzata.

Il suo sguardo mi intimoriva sempre di più, concentrato a studiare ogni singola reazione alle sue parole. Un cazzo di maniaco del controllo, anche per le mie emozioni.

"Perché ti divertiresti, ci sono tutti." risposi.

Si avvicinò a me con tre passi, velocemente.

Eravamo uno di fronte all'altro, i nostri visi non distavano molto.

Il suo respiro era caldo e pesante, avrei voluto sentirlo sulle mia labbra.

"Quindi mi vuoi lí con te?"

Levi mi provocava, sapeva farlo benissimo. Non riuscivo a comprendere come azzeccava sempre tutti i miei punti deboli, eppure, era così.

Non riuscivo a rispondere.

Ero immobilizzata.

Il suo potere su di me era micidiale.

"Che c'è, non mi rispondi?" chiese con un tono di voce basso.

Cazzo.

Poggiò una mano sulla mia spalla per attirare la mia attenzione.

Con la coda nell'occhio vidi che il suo sguardo cadde sulla scollatura. Si leccò le labbra, il mio cuore non smise di battere forte.

Cosí forte che avevo paura avesse potuto sentirlo.

Ero riuscita a trovare un equilibrio ed ecco che di nuovo tutto andava a rotoli.

Non gli risposi, non ci riuscii.

"Come pensavo." disse prima di allontanarsi da me completamente.

Forse voleva sentirselo dire, voleva sapere che lo volevo. Merda, che cazzo voleva?

Stavo letteralmente impazzendo.

Si sedette sul letto e mi fissò intensamente come per dirmi di andarmene.

Non avevo nessuna intenzione di dargli ciò che voleva, ma dovevo, erano già le sette e mezza ed Hanji mi stava aspettando.

"Ciao." lo salutai e camminai sconsolata fino alla porta d'ingresso, guardando semplicemente in basso e dimenticandomi del mondo circostante.

"Dove sarà la festa?"  mi chiese bloccandomi dal chiudere la porta.

Lo guardai negli occhi.

"Perché me lo chiedi?" la stessa domanda che mi aveva fatto lui prima, me la rigiocavo.

Lui mi fissò aggrottando le sopracciglia, chiaramente infastidito da ciò che avevo fatto.

Chiusi la porta e me ne andai.

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