Him and I- Draco Malfoy

De shottinosonoio

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Non per forza in tutte le fiabe il principe azzurro arriva a bordo del suo cavallo bianco, in altre arriva a... Mais

- Chapter One.
- Chapter Three.
- Chapter Four.
- Chapter Five.
- Chapter Six.
- Chapter Seven.
- Chapter Eight.
- Chapter Nine.
- Chapter Ten.
- Chapter Eleven.
- Chapter Twelve
- Chapter Thirteen.
- Chapter Fourteen.
!!
-Chapter Fifteen.
-Chapter Sixteen.
-Chapter Seventeen.
.
Chapter Eighteen

- Chapter Two.

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De shottinosonoio

Quella mocciosa ha osato chiamarmi idiota ben tre volte in un giorno, devo farle capire chi comanda qua dentro; sono io il re delle serpi.

Però devo ammettere che la ragazza ha carattere, cavolo se lo ha; quando è entrata in sala avanzava con un passo così sicuro e deciso, come se non temesse niente.

E poi il modo in cui ha zittito quel bamboccio che la fissava, il modo in cui ha ignorato Blaise e Nott finché io non gli ho rivolto parola, tutto passa a rallentatore nella mia testa.

E cosa più importante non è una lurida mezzosangue, non ne avrei sopportata un altra nella mia casata.

Sono rare quelle come lei, sembrano incazzate col mondo, pronte a prendersela con chiunque, e nel
corso di questi anni ragazze così ne ho incontrato ben poche e neanche una di questa scuola.
Ed è strano che in questi anni non l'abbia incontrata, dalla morte di
suo padre i miei genitori sono stati molto vicini a sua madre; abbiamo partecipato alle loro feste, riunioni, ma lei non era presente nemmeno
ad una di queste.

Ho chiesto varie volte ai miei come sia morto ma ignoravano sempre la domanda e a volte mi rimproverano, così non ho più osato sollevare la questione.

Faccio una smorfia guardando Pansy, sto con lei da quando è finita la battaglia di Hogwarts. Mio padre pensava che avrebbe avuto una
buona influenza su di me ma col passare del tempo è diventata un abitudine stare con lei, non ho più pensato a cosa provassi veramente.

Non so il motivo per il quale siamo ancora "fidanzati" se così si può dire.
Forse perché con lei non c'è altro
al di fuori del divertimento e forse perché per me è un divertimento, oltre che andare a letto non facciamo granché e un po' mi sto stancando.

Non credo di avere mai provato qualcosa per lei che si avvicini all'amore, in realtà non credo di averlo mai provato per nessuno.

Forse solamente per mia madre
ma le cose non sono minimamente paragonabili.

È da quando abbiamo incontrato la mocciosa che si lamenta su quanto  fosse vicina al mio viso e bla bla bla, ho smesso di ascoltarla da almeno
un quarto d'ora.

Stufo dell'ennesima lamentela me
la scollo di dosso fulminandola.

Sotto il mio sguardo si fa piccola piccola e questa cosa è dannatamente soddisfacente.
«Adesso basta, ti ho detto che non
è successo nulla. Smettila di rompermi il boccino.» dico infastidito dirigendomi in camera mia.

Si avvinghia nuovamente al mio braccio e alzo gli occhi al cielo quasi disperato.

È peggio di una fottuta sanguisuga.
Salazar dove sei quando servi?
«Hai ragione scusami ma devi capirmi, sto col ragazzo più bello
di tutta la scuola è normale essere
un po' paranoica.» dice sorridendo
e sbattendo le palpebre.

Fa sempre così, mi elogia come fossi una divinità blaterando cose che chiaramente so e pensa di risolvere tutto.
«Va bene si capisco, adesso se permetti torno in camera mia.»
dico con tono parecchio seccato.

Annuisce e finalmente molla la presa.

Sospirando salgo le scale e noto che
la porta difronte camera mia ha una targhetta argentata attaccata sopra, che in questi giorni non c'era affatto.

Mi avvicino e appena leggo nome
e cognome del proprietario sul mio volto spunta un ghigno: Elizabeth Katherine Evans e quindi avrò
la serpe come vicina, interessante.

Mi chiedo come abbia fatto a
trovare il dormitorio e inoltre si è
accaparrata una stanza tutta sua.
Quando mio padre anni fa fece richiesta non era disponibile,
sento quasi una nota di invidia
nei suoi confronti.

Ma io sono un Malfoy, posso avere tutto quello che voglio, quando voglio.

Mi butto sul letto a peso morto e Blaise entra in stanza, lui insieme
a Theodore, Tom e Pansy sono
le poche persone che riesco a sopportare in questa scuola.

Tiger e Goyle non li ho mai considerati miei amici, li vedo
più come due scagnozzi o guardie
del corpo e credo che loro stiano con me per sentirsi qualcuno.

Non tutti possono entrare nelle
grazie di Draco Malfoy, non tutti
ne sono all'altezza. Avvolte mi domando se abbiamo davvero bisogno di ordini anche per fare le cose più semplici; anche se oltre a mangiare non fanno molto.

Mi arriva un cuscino dritto in faccia
e incenerisco il mio migliore amico con lo sguardo che soffoca una risata.
«A che stavi pensando?» chiede prendendo da terra il cuscino che
gli ho rilanciato contro.
«Nulla di che.» dico facendo spallucce e reprimendo uno sbadiglio.
«Che ne pensi della nuova arrivata?
A me incuriosisce molto, sembra una tosta. Tom le ha messo gli occhi addosso.» dice ridendo, e così Tommy ha puntato sulla serpe.
«In una giornata mi ha chiamato idiota ben tre volte. Se non fosse arrivata Pansy le avrei dato una
bella lezione, però conosco sua madre. È davvero una famiglia
per bene.» dico con una smorfia ripensando all'accaduto di pochi minuti fa.

Ha avuto le palle di sfidarmi, cosa che veramente poche persone osano fare in questa scuola.

Forse solamente Potter.
«Avanti Draco, averla nel nostro gruppo non sarebbe niente male.
Forse ti da fastidio il fatto che riesca
a tenerti testa.» mi alzo in piedi scattando di fronte a lui.

Credo di aver sentito male.
«Nessuno, e dico nessuno, tiene testa a Draco Malfoy.» dico in tono minaccioso puntandogli il dito contro, alza le mani in segno di resa.
«Staremo a vedere amico, staremo
a vedere. Andiamo a cena?» dice cambiando argomento, quella mocciosa tenere testa a me?

Ma per favore che idiozie sono costretto a sentire.

Annuisco e mi sistemo il nodo della cravatta e il ciuffo dei capelli prima
di seguire Blaise giù in mensa.

Mi siedo al mio posto da ormai sei anni, trovo sempre divertente il fatto che quando scopro qualche ragazza
a fissarmi abbassa subito lo sguardo, impaurita o intimorita, da un non so che di soddisfacente e pensandoci bene quasi tutte le ragazze di questa scuola hanno questo atteggiamento, la restante parte non osa guardarmi nemmeno.

Faccio davvero questo effetto alle persone?

Pansy si siede di fianco a me schioccandomi un bacio in guancia.

Infastidito tolgo con un gesto della mano dalla zona appena inumidita l'impronta delle sue labbra lasciata
da un rossetto rosso, troppo rosso
e troppo profumante di fragola.

Mi giro a guardarla, si è truccata
più del solito e sembra un pagliaccio cerco di trattenere una risata.
«Cos'è quella faccia?» chiede con voce stridula.

Le mie orecchie stanno imprecando in tutte le lingue esistenti in questo mondo.
«Niente mangia.» dico liquidando
la conversazione pulendomi la mano con un fazzoletto, strano che la
nuova non è venuta a cena.

Mi sporgo leggermente guardando lungo tutto il tavolo ma della sua chioma nera come la pece nessuna traccia.

Francamente non so neanche perché la stia cercando, deduco sia una tipa piuttosto solitaria.
«A chi cerchi amore?» mi chiede Pansy attaccandosi al mio braccio.
«Nessuno di cui tu debba interessarti.» dico seccato togliendo
il mio braccio dalle sue grinfie.
«Non hai mangiato nulla.» dice Blaise sedendosi di fronte a me.

Osservo il mio piatto per poi allontanarlo da me.
«Non ho molta fame.» dico scrollando le spalle.
«L'avete vista la nuova arrivata?
L'ho beccata mentre cercava il dormitorio.» dice ad un certo punto Tom, attirando la nostra attenzione.

Ecco come ha fatto a trovarlo.
«Ma chi quella svitata? Mi trasmette tutto tranne che simpatia, mi fa paura.» dice Pansy rabbrividendo, faccio una smorfia.

A volte quando ha questi atteggiamenti mi vergogno
pensando che sia la mia ragazza.
«Uhuh Pansy Parkinson ha paura della nuova serpe.» cinguetta Blaise trattenendo una risata.
«Voi non avete visto i suoi occhi!
Il suo sguardo è spaventoso.»
Tom inarca un sopracciglio.
«Io invece penso proprio che dovrebbe entrare nel nostro gruppo.
Ha carattere e poi non è niente male.» tutto questo parlare mi sta innervosendo alquanto.

Mi porto una mano sulla fronte sfregandola.
«Assolutamente no! Diglielo tu amore.» dice la mora stritolandomi
il braccio, le lancio un'occhiataccia.

La odio quando si comporta da bambina capricciosa, cioè sempre.
«Indifferente.» dico solamente,
lei sgrana gli occhi iniziando a piagnucolare mentre Tom e
Blaise si battono il pugno vittoriosi.
«Allora è fatta. Ma Theodore?» chiede il mio migliore amico guardandosi intorno.
«È rimasto in camera stava poco bene.» dice Tom, mi alzo da tavola e si girano a guardarmi.

Ho bisogno di prendere una boccata d'aria, mi sento come soffocato.
«Ma dove vai?» mi grida Pansy dietro.

La ignoro e continuo a camminare arrivando alla torre d'astronomia ma noto che è occupata da qualcuno, una figura minuta.

Elizabeth è girata di spalle, piegata sulla ringhiera, il che mi da una bella visuale e pensieri poco puliti si fanno spazio nella mia mente.

Mi avvicino a lei sogghignando mettendomi al suo fianco.
«Come mai non sei scesa a cena?»
al suono della mia voce non si scompone minimamente, come se sapesse che fossi già lì.

Ha lo sguardo fisso su un punto nel vuoto.
«Tu come mai mi stavi fissando il culo?» scoppio a ridere, sono stato beccato. Ma come ha fatto a capirlo?
Forse ti ha visto con la coda dell'occhio, genio.
«Colpa tua, non ti hanno mai insegnato che in certe posizioni ci
si mette in certe situazioni?» si gira
a guardarmi e non posso far altro
che pensare che ha ragione Pansy.

La sua espressione metterebbe paura a chiunque.

Personalmente a me non né trasmette neanche un po', anzi, direi che mi incuriosisce parecchio.
«Quindi? Come mai non sei scesa?»
il vento le sferza sui capelli mossi accarezzandole il viso dalla carnagione piuttosto bianca mentre
la luna flette sul suo volto facendo risaltare i suoi occhi rendendoli più verdi e lucenti di quello che sono.
«Non avevo molta fame, e neanche ho molta voglia di parlare con te in questo momento.» dice con un
tono profondo e freddo.
«Non mi dimentico che mi hai chiamato idiota ben tre volte.» dico infastidito incrociando le braccia al petto.
«Ma si può sapere cosa vuoi? Sembri voler a tutti costi parlarmi. Ma lo capisci che non voglio avere niente a che fare con te?» sbotta alzandosi di scatto, la guardo accigliato.
«Prego?» dico mettendomi difronte
a lei e noto che è più bassa di
almeno quindici centimetri.
«Li conosco i tipi come te, non mi
fai paura neanche un po'.» dice alzandosi in punta di piedi ad un soffio dalle mie labbra per poi allontanarsi.

La guardo mentre si allontana, chissà quanta rabbia repressa contiene quel corpicino minuto che si ritrova.

Per un attimo la mia mente è stata pervasa dall'odore di cocco e menta, devo dire che non è male come combinazione, anche se il mio è imbattibile naturalmente.

Vedremo se non vorrai avere niente a che fare con me.
Penso ghignando, la prendo come una sfida.

Inizio a camminare scendendo dalla torre e con le mani dentro le tasche ritorno in sala comune, che trovo completamente deserta.

Non è neanche troppo strano visto l'orario.

Mi dirigo verso la finestra osservando il fondale del lago nero, mi ha sempre affascinato, mi chiedo se qualche creatura spaccherà mai il vetro e cosa succederebbe a quel punto. Salazar, quando faccio questi pensieri mi sento come Tiger o Goyle, un vero e proprio idiota.

Rabbrividisco immaginandomi nei panni di uno di quei due e il monologo dentro la mia mente viene interrotto dall'ingresso poco silenzioso e aggraziato di Pansy.

Appena mi vede allaccia le braccia
al mio collo fiondandosi sulle mie labbra.Poggio le mani sui suoi
fianchi scendendo lentamente verso
il sedere per poi stringerlo con
forza, anche se abbastanza piatto.

Indietreggiamo e la butto sopra
il divanetto in pelle, mi guarda con occhi carichi di desiderio e inizio a sbottonarle la camicetta facendola rimanere in reggiseno.

Comincio a lasciarle dei baci umidi lungo tutta la clavicola e poi sopra
il petto sentendola ansimare, sto per levarle la gonna quando qualcuno entra e alzo la testa di scatto.

Elizabeth è in piedi davanti a noi
che ci guarda disgustata e come biasimarla? Avrei la stessa espressione se fossi al suo posto.
«Le stanze esistono per un motivo.»dice freddamente per poi salire
le scale con una leggiadra e una disinvoltura da far girare la testa.

Sbuffo guardando Pansy che è
in attesa che continui ciò che ho iniziato, prendo la sua camicetta
da terra lanciandogliela addosso.

La voglia mi è passata, tutta colpa
di quella mocciosa ficcanaso.
È anche il suo dormitorio.

Prendo un profondo respiro.
«Ci siamo fermati per lei?!» sbraita
la mora venendomi contro e la
fermo con un gesto della mano.
«No, non ne ho piú voglia.» dico guardandola freddamente salendo
le scale diretto in camera mia.

Mi chiedo come non faccia a stancarsi di questo mio comportamento, io mi sarei già mandato a farmi fottere.
Senza carattere, debole.

Arrivato alla mia porta lancio un occhiata in direzione di quella di fronte a me, chissà che sta facendo.
La voglia di sbirciare dallo spioncino è davvero tanta ma non sono affari miei e non mi deve interessare, non sono solito a farmi i cazzi degli altri.

O almeno non più.

Scuoto la testa chiudendomi la porta alle spalle iniziando a spogliarmi.

Lancio i pantaloni e la camicia sulla sedia, prendo il mio pigiama di prima mano con le iniziali del mio nome indossandolo velocemente e mi chiudo in bagno.

Afferro dentifricio e spazzolino e mi lavo i denti osservando più volte il mio riflesso, ho due borse sotto gli occhi, i capelli scompigliati e un espressione piuttosto stanca.

Sbuffo aprendo il rubinetto e mi sciacquo il viso.

Ci mancava solo un altra testa calda nei Serpeverde, come se non ce ne fossero già abbastanza.

Poggio le braccia ai due lati del
lavandino sorreggendomi.
Quella mocciosa mi da su i nervi, quell'atteggiamento da dura con intenzioni poco amichevoli, quel suo sguardo che se fosse laser avrebbe già ucciso più di metà popolazione mondiale, ma forse hanno ragione Blaise e Tom. Se entrasse a fare parte del nostro gruppo sarebbe una cosa molto, molto buona.

Ho percepito che è un vulcano attivo pronto ad eruttare in qualsiasi momento, una bomba pronta ad esplodere. Sembra in parte simile a me o forse mi sbaglio; chissà cosa o chi l'ha portata a diventare in questo modo, io i miei fantasmi del passato non li dimentico.

Alcune volte li sogno la notte, incubi che mi tormentano riportandomi ai momenti peggiori della mia vita.
Ma credo che tutti nella vita abbiamo almeno un fantasma del passato, chi più chi meno peggiori. E chi non li ha beh, deve ritenersi davvero fortunato.

Ritorno in camera mia mettendomi sotto le coperte, ancora di Blaise nessuna traccia, probabilmente si sarà fermato a chiacchierare con Tom e il coprifuoco scatta tra esattamente tra venti minuti a quanto segna il mio orologio sopra il comodino.

Resto interminabili minuti a fissare
il soffitto finché la porta si spalanca
e un Blaise preoccupato mi osserva.
«Ma dove diavolo eri? Ti ho cercato per tutto il castello.» dice prendendo fiato poggiando le mani sulle ginocchia.
«Ero sulla torre d'astronomia,
ho incontrato Elizabeth lì.»
dico sbadigliando.
«E?» chiede incitandomi a parlare.
«E niente, ha detto che non vuole avere niente a che fare con me, ti rendi conto?» chiedo scoppiando
a ridere e Blaise mi guarda con un cipiglio.
«E questo ti spinge a volerla nel nostro gruppo ancora di più, giusto?» questo ragazzo mi conosce meglio di chiunque in questa scuola, non a caso è il mio migliore amico.
«Esattamente.» dico.
«Ti aiuteremo anche noi.»
afferma assumendo un sorrisino.
«Si ma adesso mettiti il pigiama perché ho sonno e voglio dormire.»
alza gli occhi al cielo e se lo
infila velocemente.
«Buonanotte Dra'.» dice
mettendosi  sotto le coperte.
«Notte Blaise.» dico spegnendo
il lumetto sul comodino.



Mi sveglio nel cuore della notte,
non riesco fottutamente a dormire.

Mi alzo delicatamente dal letto in modo da non svegliare Blaise ed
esco dalla stanza richiudendomi lentamente la porta alle spalle.

Buio totale, stanno tutti dormendo.

Eseguo un lumos con la mia bacchetta e a piccoli passi percorro
il piccolo corridoio che conduce alle scale, ma dei rumori mi fanno
voltare di scatto, sono delle voci e provengono dalla stanza di Elizabeth.

Mi avvicino poggiando un'orecchio sulla porta, so che origliare è sbagliato ma sono davvero curioso.
«No.. ti prego! Lui no, prendi me! Prendi me!» sta facendo un'incubo.
Mi accascio contro la porta rimanendo ad ascoltare per quelli
che sembrano infiniti minuti,
ma lui chi? Chi è il suo incubo?
«Non lasciarmi..» sento dire e poi
il nulla, mi ritornano in mente le notti insonnie che ho passato a causa del marchio nero, è stato indubbiamente uno dei periodi peggiori di tutta la mia vita e se non ci fosse stato Piton quella notte, non immagino neanche cosa sarebbe potuto succedere.

Probabilmente a quest'ora sarei morto. Quando ho messo piede ad Hogwarts per la prima volta e Potter ha rifiutato la mia amicizia mi sono sentito sbagliato, un errore, e forse avevo davvero bisogno di un amico come lui. Ho sempre sentito sulla
mia pelle il peso del mio nome,
di quello di mio padre, di quello
che dicevo o facevo, e questo ha portato a far si che la gente girasse alla larga da me, o almeno, coloro
che non volessero alcun problema.
Sinceramente non so neanche come abbia fatto a legare con Zabini, Rddle, Nott e... Pansy, ma quello tra me e Pansy è davvero un legame?
Sono stato più volte sul punto di lasciarla, sarà brutto da dire ma è come un giocattolo; un giocattolo
di cui ancora non mi sono stufato.

Forse.

Ne sento tutti i giorni sul mio conto, ma come mio padre mi ha sempre insegnato, nel bene o nel male l'importante è che se ne parli.
Parlano di me che non mi amo davvero è solo apparenza, ma
infondo una carezza sul mio viso
la vorrei davvero, una persona al
mio fianco che mi faccia sentire speciale, importate e che mi stia accanto nei momenti peggiori.

Parlano di me, che riconosco di
non avere regole e la gente giudica
e non sa neanche lei il perché, al
dire il vero anche io lo faccio. Ma sono due contesti differenti, credo.
Dicono che non so consolare, che
ho un cuore di ghiaccio; ma più
volte mi sono ritrovato, seppur freddamente, ad abbracciare
Blaise e per quanto mi potessi sforzare a confortarlo.
Ha molti problemi in famiglia,
quasi quanto ne abbia io. Con la
sola differenza che suo padre non è un essere orribile, ed è grazie a mio padre se mi sono costruito questa corazza attorno, sono cresciuto senza  affetto e senza le giusta attenzione, forse un minimo da parte di mia madre.

Solo poche persone conoscono veramente il mio essere, solo poche persone conoscono Draco e non Malfoy, tra queste poche persone ci sono mia madre e Blaise.

Draco e Malfoy sono due individui totalmente differenti.

Mi asciugo la lacrima solitaria che
è scesa dalla mia guancia e mi alzo
da terra diretto verso camera mia, sicuramente si sarà addormentata.

Non avverto più alcun rumore.

La porta cigolia e in punta di piedi
mi dirigo verso il letto. Mi stendo e chiudo lentamente gli occhi, prima
di abbandonarmi del tutto a sonno vedo un paio di occhi azzurri che mi guardano severamente, poi il nulla.

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