Capitolo 5: Schegge del passato

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Il giorno dopo Rin venne svegliata dal dolce fruscio del vento tra le foglie e dallo scrosciare dell'acqua che, come la più dolce delle voci, la invitò ad aprire gli occhi scuri, cosa che l'umana fece con un leggero mugugno mettendosi seduta. Si guardò intorno trovando Jaken intento a controllare l'accampamento e Ah-un addormentato, di lui nessuna traccia come suo solito. Rin alzò le braccia al cielo sbadigliando.

"Buongiorno Jaken",

"Ah, ragazzina ti sei svegliata" rispose il demone lucertola,

"Guarda che non sono più una ragazzina" disse avvicinandosi al fiume per sciacquarsi la faccia, svegliandosi completamente e dipingendosi il viso con il solito sorriso fanciullesco,

"In confronto a me sì" ribatté lo yokai porgendole una enorme foglia con su la colazione composta da frutti e bacche insieme a un paio di pesci avanzati dalla sera precedente,

"Se la metti così io sarò sempre una marmocchia per te, sono nata centinaia di anni dopo e poi tu hai una vita molto più lunga. Il paragone parte subito svantaggiato nei miei confronti" commentò Rin prima di dare un morso a una mela,

"Se fossimo nati nello stesso anno saresti nel regno dei morti da tempo" commentò secco Jaken, facendo sparire per qualche secondo il sorriso dal viso di Rin, sembrava lo facesse apposta, Jaken le sottolineava sempre quanto la vita umana fosse breve rispetto a quella demoniaca. Rin incassò ancora quella frase prima di continuare a mangiare rimuginando su quella chiacchierata basata sul continuo stuzzicarsi come vecchi amici, finché l'elegante figura di Sesshomaru non apparve dalla boscaglia.

"Buongiorno Rin" disse il demone,

"Buongiorno Sesshomaru-San" rispose l'umana,

"Bentornato mio signore Sesshomaru" disse Jaken,

Il demone li guardò notando che ancora non avevano finito il pasto e disse:

"Finite presto, dobbiamo metterci in viaggio".

"Va bene" rispose Rin finendo il pasto prima di alzarsi invitando Ah-Un ad alzarsi seguito dal destriero. Rin fece per prendere le redini e incamminarsi ma una mano artigliata glielo impedì, afferrando le stesse prima di lei. Rin non fece fatica a riconoscere a chi appartenesse quella mano umanoide dai lunghi artigli, infatti la voce calda ma distaccata del demone le disse:

"Sali su Ah-un, il sentiero è ripido".

Quella vicinanza fece accelerare il battito dell'umana, sentendosi molto più piccola rispetto al demone ma anche così protetta dalla sua presenza così vicina, percepì l'imponenza dei muscoli tonici del demone alle sue spalle. Per certi versi, era una preda tra le zanne del proprio predatore e nonostante la cosa la infastidisse parecchio oltre che a farla sentire a disagio Rin non riuscì comunque a trattenere un brivido di eccitazione a causa della loro vicinanza, rimanendo per un attimo interdetta prima di annuire salendo su Ah-un, accarezzando le scaglie del destriero. Jaken spense quello che restava del fuoco e seguì il padrone con il suo solito fare goffo.

Proseguirono due lunghi giorni di viaggio, in cui Rin riuscì a convincere Sesshomaru a lasciarle comunque fare lunghi tratti a piedi che apparentemente non le pesavano, tenendo Ah-un. Per lei era come tornare bambina, quando seguiva Sesshomaru nella sua guerra contro Naraku. Ma quello era passato, Rin preferiva immaginare la sua vita futura, accanto a Sesshomaru. Chissà quando lui le avrebbe chiesto di tornare a viaggiare al suo fianco?

Al terzo giorno di viaggio il piccolo gruppo si era messo in moto alle prime luci dell'alba e Rin camminava accanto a Sesshomaru, con il suo solito sorriso innocente.

"Mio signore Sesshomaru" disse il piccolo yokai lucertola, arrancando dietro la coppia.

"Che c'è Jaken?" chiese Sesshomaru,

Inuyasha: Un Pericoloso SentimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora