l'incontro

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"Ho sempre pensato che chi parla poco ha gli occhi che fanno un casino tremendo"

Pov Chiara:

La scuola è appena finita, dovrei tornare a casa e pranzare, ma è meglio che vadi direttamente a danza.
So che è una cosa che non si dovrebbe fare, quella che seguo è un'alimentazione sbagliata, sbagliatissima. A volte è capitato che in un giorno mangiassi solo la colazione, oppure solo un pasto, anche non importante. Il motivo?
Beh se io tornassi a casa sarei di nuovo da sola, mi cucinerei e mangerei da sola. Il che non è neanche male perché a me piace stare da sola, ma personalmente preferisco non mangiare piuttosto che farlo ma farlo da sola, anche se questo non migliora il mio corpo già minuto...

Comunque passo velocemente a casa che è vicino alla scuola e prendo il borsone. Arrivo lì nella sala di danza alle 15.
Come ho già detto io amo ballare, mi libera la mente, non riesco a esprimere ciò nella vita normale o con i miei genitori, anche perché loro sono sempre a lavoro, si non mi fanno mancare niente di materiale, ma molte volte non servono le cose materiali, ma l'affetto, beh quello dei genitori io non l'ho mai avuto. Vorrei tanto guardare l'assassino di mio fratello e dirgli tante di quelle cose, è finito in galera e non ho la minima intenzione di andare a Poggioreale.

Alle 18 torno a casa e faccio i compiti, mangio giusto qualcosa per non andare a letto con lo stomaco vuoto e poi mi addormento...

Pov Ciro:

Dopo che è finita l'ora d'aria siamo andati a pranzo, poi nella sala comune e poi di nuovo in cella, ormai succede sempre e solo questo, qui dentro non c'è niente di nuovo. Almeno fino a quando non arriveranno i ragazzi domani, sono sicuro che ci divertiremo con tutti quei figli di papà pieni di soldi che l'unica cosa di illegale nella loro vita è stato saltare un giorno di scuola per una visita.

Vado in cella e per quanto io voglia dormire, la mia mente non vuole saperne niente, non dormo da molto tempo, se dormo ho gli incubi, la morte del mio migliore amico mi perseguita. Non riesco a chiudere occhi che lui mi raggiunge. Così mi fumo una canna e guardo il mare, nella speranza che anche questa notte passi in fretta.

Il giorno dopo:

Quando la mia guardia, Lino, ci è venuta a svegliare io ero già pronto e dopo aver aspettato Edoardo siamo andati a colazione. Mi sono seduto come sempre al solito tavolo con:
Pino
Pirucchio (pirú)
Totò
Edoardo

Presi il mio vassoio e iniziai a mangiare, nella mensa entrarono o'chiattil e il piecuro.
Appena entrarono guardai subito con uno sguardo il chiattillo che si mise paura di me, con un sorriso sarcastico lui passò di fianco a me per andarsi a sedere.

Ciro: ue chiattí hai dormito bene questa notte, t veg nu poc assent ?
Chiesi prendendolo in giro...
Totò: Cirú ma chill è semp assent nun è na novità
Pirú: chiattí ma mica non e rummt pcchè t crir ca è uaglion ca vengn so p te, mic er in ansia chiattí?
Chiattillo: no no no, io non voglio le ragazze.
Disse il chiattillo un po' impaurito
Ciro: e chest s sapev chiattí

Dopo questo continuiamo a fare colazione tranquillamente.
Dopo il comandante ci porta in cortile per l'pra d'aria, ci portano nel campo e io come sempre mi metto sulla panchina a fumare. 

Dopo una decina di minuti si sente il rumore del cancello principale aprirsi, vediamo la macchina della professoressa Amelia ma con altre persone sei persona dentro, i chiattilli sono arrivati...

Pov Chiara:

Mi sono svegliata sta mattina abbastanza presto, mi sono alzata e come sempre ho fatto colazione da sola, poi mi sono andata a preparare, la preside ci ha consigliato di non mettere vestiti stravaganti, anche se io non li ho mai messi, non piace gli occhi delle gente addosso. Preferisco essere "trascurata" dalle persone piuttosto di essere mal vista.

Metto un jeans bianco e una maglietta blu all'interno del pantalone e mi pettino e sistemo i capelli. Con la professoressa Amelia, la professoressa del carcere, è venuta a fare qualche lezione nella nostra classe, è molto gentile.

Andiamo in macchina e ci dirigiamo all'IPM. Ci vogliono circa 20 minuti prima di arrivare che però passano molto velocemente.

Quando arriviamo il cancello si apre tutti gli occhi sono puntati su di noi, i maschi e le femmine erano nei campi e appena entriamo d'un tratto si girano tutti verso di noi. Appena usciamo dalla macchina un coro di fischi e apprezzamenti verso di noi, in napoletano e alcuni nemmeno tanto gentili.

La prima cosa  che mi risalta sono degli occhi neri che mi guardavano, era molto carino, no no non è carino, è solo un criminale, capendo questo distolgo subito lo sguardo e seguo la professoressa che si sta portando dalla direttrice.

Com t'chiam piccrè? -Ciro Ricci Where stories live. Discover now