CAPITOLO 4

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<Uffa ora abbiamo 2 ore di matematica> Si lamenta Giulia e io alzo gli occhi al cielo.
<Giulia c'è una materia che ti piace?> Le chiedo prendendo i libri di matematica dallo zaino.
<Credo proprio di no, però se ci fosse una materia che parlasse del trucco o delle serie TV sarei la migliore> Dice mentre si sistema i suoi bellissimi capelli biondi dietro le spalle.

All'improvviso sento un dolore alla pancia e corro in bagno a vomitare.
Ormai sono settimane che continuo a sentirmi male e nonostante i farmaci non miglioro.
Mi accascio a terra e mi lego i capelli in una coda bassa per evitare di sporcarli.

<Dalila?> Giulia bussa alla porta.
Non le rispondo e delle lacrime cominciano a solcare il mio viso.
<Dalila stai bene?> Mi chiede Giulia.
Cerco di non fare rumore mentre singhiozzo e faccio dei respiri profondi per tranquillizzarmi, ma inutilmente.
È da qualche settimana che non faccio altro che stare male e piangere, mi vergogno di me stessa per quanto sono patetica.

<No> Rispondo con voce spezzata.
Giulia apre piano la porta e si siede accanto a me.
<Da quanto tempo è che stai così?> Chiede accarezzandomi la schiena.

<Più o meno 2 settimane> Tiro su col naso e mi asciugo le guance con le maniche del mio maglione rosa.
Giulia sospira <Se ho fatto bene i calcoli sono passati 5 settimane da quando tu e Gabriele avete... e ancora non ti è venuto il ciclo>
La guardo confusa mentre il mio cuore accelera.
<Dalila non c'è un'altra spiegazione. Devi fare il test>
Scoppio in lacrime, mi tiro le gambe al petto e appoggio la fronte sulle ginocchia. Giulia mi abbraccia cercando di placare i miei singhiozzi.

Non posso essere incinta, non può essere vero. Come farò a dirlo a Gabriele? Come farò a dirlo ai miei genitori? Come farò a crescere un bambino?
Io non sono pronta per tutto questo non posso diventare mamma a 17 anni.
Non so badare a me stessa figuriamoci badare ad un bambino.
Magari Giulia si sbaglia, magari sono solo dei malori qualsiasi e poi a tutte è capitato almeno una volta di avere un ritardo.

Mi sciacquo la faccia e torniamo in classe. Durante la lezione non faccio altro che pensare a quella famosa notte con Gabriele.
Quel giorno eravamo troppo sconvolti per vedere se avessimo usato le precauzioni e adesso c'è il rischio che io sia incinta.

Con una mano mi massaggio la pancia piatta sopra il maglione.
Non posso credere che forse sta nascendo un piccolo esserino dentro di me, dentro la mia pancia.
Com'è che la mia vita ha preso questa piega? Com'è possibile che la mia vita sia caduta in pezzi in poche settimane?

Un nodo mi si forma alla gola mentre le lacrime minacciano di uscire.
Perché a me? Perché tutto questo?

Finite le lezioni mi rifugio a casa di Giulia, se tornassi a casa molto probabilmente incontrerei Gabriele e non so proprio come affrontarlo. Inoltre incontrerei la mia famiglia e sarebbe ancora più grave.

Mia madre si è sempre fidata di me, quella sera l'ho fatta stare male per la mia disattenzione e non voglio deluderla di nuovo.

E così mi stabilì a casa di Giulia e mi rinchiusi in una delle tante stanze di casa sua.
Mi estraniai dal mondo e misi in pausa la mia vita.

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Qualche settimana dopo...

<Ti ho portato della torta al cioccolato> Giulia entra nella mia stanza con in mano un vassoio con della torta, si siede accanto a me ma  la ignoro e continuo a guardare un punto qualsiasi della stanza.
<Dalila per favore, parla, urla, piangi... Ma ti prego dimmi qualcosa> Dice Giulia esasperata.

Ormai è una settimana che alloggio in casa sua, non vado a scuola, non vedo i miei genitori, non faccio niente.
Per tutta la giornata sto nel letto, in pigiama a guardare delle serie TV o qualunque cosa attiri la mia attenzione.
Giulia cerca di farmi tornare il buonumore con dolci e attività divertenti ma io la ignoro.

FALLING IN LOVEWhere stories live. Discover now