Capitolo 3: Prime impressioni

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Quella mattina mi alzai molto presto, sentendomi rilassata e piena di energie. Per la prima volta dopo mesi riuscii a dormire tranquilla, senza avere incubi o senza scoppiare a piangere nel cuore della notte, e la cosa mi rese molto contenta. Pur essendo abbondantemente in anticipo, mi precipitai giù dal letto, mi feci una bella doccia calda e mi vestii. Ero super contenta che l'allenatore Travis avesse dato in dotazione anche a me la felpa della nazionale, così la indossai, abbinandola a dei leggins in tessuto tecnico che avevo usato in passato per allenarmi sul ghiaccio. Mi guardai allo specchio soddisfatta e per un secondo mi parve di scorgere il riflesso dell'atleta forte e determinata che ero stata fino a pochi mesi prima.

Scossi la testa, scacciando dalla mia mente quell'immagine e mi diedi da fare per preparare il borsone. Iniziando il ritiro, la squadra sarebbe rimasta a dormire alla Raimon Jr. High, così iniziai a racimolare tutto ciò che mi sarebbe servito. Infilai nella borsa la biancheria, le cose per il bagno e vestiti di ricambio, un quaderno su cui annotare il lavoro da fare con i ragazzi, cuffiette e qualche libro da leggere prima di andare a dormire. Il mio sguardo indugiò poi su un piccolo trolley abbandonato all'entrata della cabina armadio da molto tempo.

Sospirai. Mi mancava terribilmente pattinare, tuttavia il fatto di scendere in pista da sola, senza Yuri al mio fianco mi spaventava a morte. Avevo iniziato a fare coppia con lui quando avevo dieci anni, e sebbene pattinassi da quando ne avevo solo tre non riuscivo proprio a ricordare come ci si sentisse a pattinare singolarmente.

E' iniziata una nuova era per Lily. Basta ripensamenti.

Senza indugiare oltre, afferrai i pattini, i para-lame e qualche body da allenamento e li infilai nel borsone. Prima o poi li avrei usati, ne ero certa. Mancava solo un'ultima cosa. Presi dal mio comodino una cornice di legno contenente una foto raffigurante me e Yuri alla finale del Gran Prix dell'anno precedente, le medaglie d'oro scintillanti sul petto e un sorriso soddisfatto stampato in volto, e la riposi con cura nel borsone.

Avrò bisogno di te in questa nuova avventura. Non azzardarti a lasciarmi da sola.

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Io e Jude raggiungemmo la Raimon a piedi. Dal momento che ci eravamo svegliati entrambi molto presto, avevamo deciso di fare la strada con calma, senza scomodare Jacob. Una volta arrivati, mio fratello raggiunse subito i suoi compagni per prepararsi alla prima seduta d'allenamento mattutina, mentre io mi diressi in quella che per le settimane a seguire sarebbe stata la mia cameretta, per sistemarmi con calma.

Una volta finito, afferrai il mio quadernetto e scesi al campo. Prima di iniziare la preparazione atletica, volevo verificare attentamente le condizioni fisiche dei ragazzi. Avevo notato che alla fine della partita di selezione erano crollati tutti a terra, sfiniti. Dovevo assolutamente accertarmi se quello fosse un caso o se arrivassero alla fine di ogni incontro in quelle condizioni.

Vidi da lontano che i ragazzi stavano già scendendo in campo. Mister Travis se ne stava con le braccia conserte e lo sguardo serio a bordo campo, osservando i giocatori come se avesse dovesse colpirli con un'arma di precisione da un momento all'altro. Sulla panchina, invece, erano sedute tre ragazze e un ragazzo, tra cui riconobbi Celia, la sorella biologica di Jude. Erano stati presenti anche il giorno prima, ma non avevano proferito parola.

-Buongiorno a tutti – dissi, scuotendo la mano in segno di saluto -Vi dispiace se rimango a guardare qui con voi? –

-Ciao Lily! – replicò Celia, allegra – Non c'è nessun problema, accomodati pure –

Dalle ceneriWhere stories live. Discover now