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Tancredi continua a cercare Marta fra tutta quella
folla di adolescenti con gli ormoni a mille senza
risultato.
Dopo un paio di minuti si arrende e si siede vicino al balcone degli alcolici, sperando di trovare
li vicino Gian  o Diego.
I minuti passano e non vede nessuno dei suoi amici, cosi si comincia a preoccupare.
Si alza di scatto e continua a cercare tra
la folla. Qualche ragazza gli mette le mani addosso ma lui si scansa velocemente.
È preoccupato ed ha un brutto presentimento.
Si avvicina all'uscita nel retro del locale e appena sorpassa qualche ragazzo ubriaco vede una scena che avrebbe preferito non vedere.
Gian ed un tizio a lui sconosciuto si stanno
picchiando.
Il suo amico sembra più in difficoltà rispetto all'altro.
Vede Marta in un angolo mentre piange.
Non capisce più niente.
Si avvicina al moro e lo strattona per allontanarlo dal ragazzo.
Sfortunatamente è più difficile del previsto ed è costretto a tirargli un pugno quando gli stava per
mettere le mani addosso.
Continua a "combattere" finché l'altro non comincia a dare segni di cedimento.
Grazie a Dio quel ragazzo è ubriaco, quindi non è cosi difficile metterlo fuori gioco.
Si avvicina al romano per dargli una mano.
Ha un labbro spaccato da cui sta fuoriuscendo molto sangue e un livido immenso nella guancia sinistra. Tenta di aiutarlo ma Gian si sposta e corre verso la sua ragazza che nel frattempo ha smesso di piangere.
"Hey, è tutto okay adesso" tenta di rassicurarla lui.
"Ragazzi, cosa è successo? Siete impazziti?Se non
fossi arrivato io cosa sarebbe successo?"
dire che Tancredi è su tutte le furie è un'eufemismo.
Si tira i capelli e sbuffa, tentando di calmarsi.
'U-un tizio ci... staa proando con me, sì e tipo Gian
si è avabbiato qu-" cerca di spiegare Marta
quando Tancredi la interrompe.
"Okay, ho già capito tutto. Siete ubriachi, oddio.
Me lo dovevo aspettare. Marta, per caso riesci a
spiegarmi quello che mi hai scritto nell'ultimo
messaggio?" Tancredi ha un brutto presentimento da una ventina di minuti ed è sicuro che non si tratta solo della rissa.
"Oh... ehm- si. Auroeuh stava limando con un tipo che no era Levle) risponde confondendosi da sola.
Tancredi mantiene la calma e le chiede dove fossero i due.
"Ero adata in bannioe lei era là?" Conclude la
frase con insicurezza, facendola risultare quasi una domanda.
Tancredi non risponde nemmeno alla ragazza e
trascina i due dentro la discoteca.
Si fa avanti a forza di spintoni e rifiuti verso ragazze facili e arriva vicino ai bagni. Sono divisie quindi decide inizialmente di mandare Marta, però è troppo ubriaca. "Pensa, Tancredi, PENSA:"
L'unica soluzione è quella di entrare.
Si, anche se non  dovrebbe.
La scena che gli si presenta davanti è disgustosa.
C'è Aurora inginocchiata a terra intenta a fare un
servizio a un tipo che non è Lele.
Sta tradendo Lele.
Lele, uno dei ragazzi migliori al mondo, un fidanzato perfetto, sempre pronto a supportarti e a coccolarti nel momento del bisogno.
Lui, che si faceva in mille per quella ragazza è stato ripagato cosi.
Lele non si merita di soffrire, tantomeno per una
puttanella del genere.
Non riesce più a pensare lucidamente, si avvicina
ai due e spinge il ragazzo -palesemente ubriaco-
lontano da lei.
La guarda negli occhi. Per un secondo ha visto il
terrore celarsi in essi, poi più nulla.
Erano... apatici.
Come se non avese fatto niente.
Come se non avesse mai tradito il ragazzo con cui è fidanzata da anni.
Il castano è senza parole.
Sta per infierirle contro quando sente dei passi in
mezzo a tutto quel baccano.
Si volta, è Lele.
"Mi avevi detto che eri andata in bagno perché
non ti sentivi bene. lo ti ho sempre rispettato. Ti ho amato, ma a quanto pare ho solo perso il mio tempo con una stronza senza cuore."
La voce di Lele è dura,Tancredi quasi non lo riconosce.
Ha la mascella contratta e gli occhi pieni di
dolore e lucidi.
Sta per piangere.
Aurora invece non fa nulla.
Se ne sta lì seduta tra le piastrelle sporche del bagno.
Assurdo.
Lele scappa via,Marta vomita nel pavimento e
Gian va in suo aiuto.
È il momento di Tancredi, se lo sente.
Corre fuori da quello schifo e cerca Lele.
Lo vede mentre esce dall'uscita centrale. Schiva i corpi sudati, un ragazzo gli ha rovesciato un drink nella maglietta, ma lui continua ad avvicinarsi a lui.
Lo prende per mano, senza rendersene conto, e lo
porta fuori nel parcheggio.
"Hey, tranquillo"
Caspita, non sa nemmeno se è ubriaco e gli sta parlando come se avesse quattro anni.
E in più gli ha appena detto una cosa stupida.
Lele tira su col naso e si sfrega gli occhi con le mani.
Ora sembra davvero un bambino di quattro anni. Gli fa tenerezza.
Tancredi si siede sul cofano della macchina di Gian e fa appoggiare la testa di Lele sulla sua spalla.
"Ssh, va tutto bene" tenta di tranquillizzarlo.
"Aevi ragine"
Ah. Quindi è ubriaco.
È l'unica cosa che gli risponde è che lui aveva
ragione, come se non lo sapesse.
Anni prima gli aveva parlato dei suoi dubbi riguardo alla fedeltà di Aurora però l'altro era troppo innamorato per accorgersene.
"Non importa, adesso ci sono io conte, mh? Vuoi
tornare a casa?" Gli chiede con un sussurro.
L'altro annuisce, però Tancredi sa che lui abita in un appartamento con la sua ragazza.
O meglio, ex.
Così fa la cosa più logica: lo porta a casa sua.
Lascia Marta  e Gian a casa loro, non poteva
permettersi di lasciarli in quelle condizioni li da soli.
"Avanti, fai un'ultimo sforzo, ti prego" dice Tancredi mentre l'altro tenta di uscire dalla macchina.
Dopo alcuni tentativi ci riesce e si spalma addosso al castano.
Tutta questa vicinanza non fa bene a Tancredi.
Ha bevuto solo una o due birre, quindi è abbastanza sobrio però solo ora si rende conto di una cosa fondamentale: a lui piace ancora Lele, dopo tutto quel tempo.
E non può farci nulla, perché Lele è la persona
migliore del mondo.
È cosi puro e sincero da sembrare un bambino troppo cresciuto.
E così entusiasta dalla vita da vedere tutto in una
prospettiva felice, il contrario di Tancredi.
Sono molto diversi, in realtà.
Sono come il bianco ed il nero, lo Yin e lo Yang, il
cielo e la terra.
Sono cosi diversi da risultare simili.
Sono un'esplosione di colori e sentimenti, di paranoie e sorrisi.
Sono semplicemente loro.
Tancredi  non capisce perché si è separato dall'altro per questi anni. Lele per lui è sempre stata la ragione per andare avanti.
È stato soprattutto grazie a lui se è riuscito a superare il suo "problema".
È  sempre grazie a lui se sorrideva più spesso.
E tutto per merito di Lele che, inconsciamente, I'ha aiutato più di quanto abbiano fatto anni passati tra psicologi e visite mediche.
"Scusa" borbotta il minore con la mente ancora
annebbiata dell'alcol.
"Perché ti scusi?"
"Per essere sparito dala tua vita..."
"Tranquillo, non importa."
In realtà gli è importato.
E accaduto tutto cosi velocemente che quando se ne è reso conto era già tutto finito.
Il trasferimento, la ragazza, la scuola.
Il suo migliore amico...
E Tancredi? Lui era restato in balia della vita.
Solo, triste e di appena sedici anni.
Ora ne ha venti, di anni ed è ancora cosi dipendente da Lele e da ciò che
dice. Ha sempre voluto essere come lui. Era una specie di eroe, suo fratello. Perché, si.
Lele dopo quattro anni dal suo "abbandono" verso Tancredi lui lo considerava ancora suo fratello.
Quel ragazzo era tutto.
Una cotta, un amico, un fratello.
Una persona che c'è sempre nel momento del
bisogno.
E Tancredi lo perdona.
Perché dopo tutti gli anni che hanno passato divisi non vuole più non averlo nella sua vita.
Non importa in che modo, a lui basta tornare poco alla volta, come i primi venti di
settembre. Quelli che ti fanno capire che è terminata l'estate ma allo stesso tempo te la ricordano, come un pensiero lontano e sfocato, tremendamente bello.
Tancredi  ha bisogno di Lele nella sua vita.
Per questo gli da delle medicine post-sbronza,
per questo lo aiuta in bagno quando si stava per
vomitare addosso, per questo ha acconsentito
quando  gli ha chiesto se potessero dormire
assieme.
Tancredi sente che quella notte ha cambiato qualcosa di indelebile nel loro rapporto.
Però non quando l'ha abbracciato con la scusa della paura di cadere dal
letto ad una piazza e mezza, e nemmeno quando,
dopo essersi accertato che l'altro stesse dormendo,gli ha sussurrato un "ti amo".
Con un tono cosi flebile da non essere nemmeno
sicuri che l'abbia detto davvero.
Tancredi  in cuor suo sa che Lele non potrà mai essere suo.
Lo sa, e fa fottutamente male.

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