10.

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1976.

"Sei sicura di volerlo fare?". Mi ripeté quella domanda più di tre volte e la mia risposta era sempre la stessa. "Ti ho detto di sì, fallo". Remy mi afferrò entrambe le braccia, poi chiuse gli occhi. Riaprendoli, notai che diventarono rossi come il sangue. Mi stava caricando di un'energia che partiva dalle mie tempie, fino ad arrivare alle mie mani. "A cosa dovrebbe servire questa ricarica?". "A rafforzare i miei poteri". "Giusto, giusto..." Remy annuì, continuando. "Ti ho detto che sei sexy oggi?". Soffocai una risata. "Concentrati, per favore". Restò con gli occhi chiusi, le labbra sottili che all'improvviso formarono un ghigno compiaciuto.

"Perché vuoi amplificare i tuoi poteri?"

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"Perché vuoi amplificare i tuoi poteri?". "Per prevenire probabili minacce future. Hai sempre detto che potrei diventare invincibile". "Si, ma io non ti metterei mai in una situazione di pericolo. Preferirei morire io stesso". Posai le mie mani sulle sue. "E di questo te ne sono infinitamente grata. Ma so cavarmela da sola. Non ho bisogno della babysitter". "Va bene. L'esperienza mi ha insegnato a darti fiducia". "Esatto". Mugugnai, sporgendomi su di lui per baciarlo. "Non fare così. Hai detto che devo concentrarmi e così non potrei riuscirci". "Ok, scusa. La forza dell'abitudine. Continua".

[...]

Oggi.

"Lauren?". Sento urlare il mio nome sopra al rumore soffocato delle mie lacrime. "Lauren, fermati per favore". Raggiungo il marciapiede, stringendomi nelle spalle. Ho lasciato il giacchetto sullo sgabello e sento improvvisamente freddo. Remy è accanto a me in pochi minuti. Mi osserva come se potessi sparire da un momento all'altro. "Cosa ci fai qui?". Domanda, gli occhi che gli luccicano.

"Cosa ci faccio io? Cosa ci fai tu

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"Cosa ci faccio io? Cosa ci fai tu. Non eri fuggito via, chissà dove?". Serra le sopracciglia, togliendosi il cappello. "Stai scherzando?". "Ti sembra che io possa scherzare?". Si fa serio, guardandosi intorno. "Sono riuscito a scappare solo un paio di settimane fa. Ti ho cercata ovunque e...". "Scappato da dove?". "Non te lo ricordi?". Scuoto la testa, infreddolita. Lui se ne accorge, quindi si leva il trench porgendomelo. "No, non ne ho bisogno. Non toccarmi" dichiaro, furibonda. "Sono rimasto lì per due anni, in quella maledetta gabbia. Dopo che ti hanno presa, ho giurato a me stesso che avrei ucciso quel Viktor. Ho trovato una navetta e sono riuscito a metterla in moto, tornando sulla terra ferma". "Terra ferma?" Remy annuisce, tirando un grosso respiro. "Quell'isola è un vero inferno". Isola. Le gambe mi tremano, intanto che rammento i miei incubi e l'uomo con le zanne. "Ci sono stata anche io?". Annuisce ancora, avvicinandosi a me. "Due anni fa. Ti hanno portata lì per convincermi a fare qualcosa.

Fanno degli esperimenti e prelevano i poteri dai mutanti, cercando di combinarli in qualche modo

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Fanno degli esperimenti e prelevano i poteri dai mutanti, cercando di combinarli in qualche modo. Non capisco perché non ti abbiano tenuta, dato che sei anche tu una mutante". Non ne ho idea, ma poi ricordo ciò che mi ha detto l'uomo del mio sogno. Non riusciva a vedere i miei poteri, perché erano celati nella mia psiche. Ho bisogno di parlarne con qualcuno esperto di mutazioni genetiche. Mi preparo a tornare dagli altri, ma Remy mi blocca. "Spero che sia tutto chiarito tra noi. Io non ti avrei mai lasciata, non di proposito". Non gli rispondo. Non sono ancora pronta a prendere una posizione. Sono trascorsi due anni, benché siano stati i due anni più brutti della mia intera esistenza. Cassandra mi vede arrivare, venendomi incontro. "Tesoro, tutto ok? Chi era quel tipo?". "Il mio ex. Io torno a casa" afferro il giacchetto, superando Remy per poter tornare in strada e chiamare un taxi. Prima che possa salire in auto, scorgo Dave nella folla. Lui ricambia il mio sguardo.

Dapprima contento, si fa subito serio notando i miei occhi colmi di rabbia

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Dapprima contento, si fa subito serio notando i miei occhi colmi di rabbia. Avanzo verso di lui a passo svelto,sbattendo i pugni sul suo petto. "Perché non me lo hai detto? Perché non mi hai detto che era tornato?". Riverso su di lui la mia angoscia repressa, l'ira funesta. "Scusa. Volevo evitare che tu soffrissi ancora". Tiro su con il naso,portandomi la borsa in spalla e raggiungendo il taxi. "Signorina, il tassametro corre". "Si sbrighi, non perda tempo a riprendermi". Me la prendo persino con il tassista, che aggrotta la fronte guardandomi dallo specchietto retrovisore. Intanto che l'auto lascia il vialetto, vedo Remy correre all' esterno, guardandomi andare via. Non è cambiato molto negli ultimi anni. È sempre lo stesso Remy del 1975, quello di cui mi sono innamorata in maniera travolgente. Non so che cosa ne sarà di noi in futuro, so solo che voglio scoprire cosa c'è dietro tutta questa storia. Il mio sognare avvenimenti passati e futuri. L'abilità di saper celare i miei poteri, nascondendoli agli occhi degli altri mutanti. Rintraccio l'uomo di cui mi ha parlato Raven, trovandolo in una tenuta nella contea di Westchester. Fuori al cancello, trovo un'insegna con su scritto: "Scuola per giovani mutanti". Arrivata alla porta, vedo qualcuno del mio passato. Lui serra le sopracciglia, visibilmente sorpreso dalla mia visita. "Hank McCoy?". Lui annuisce, porgendomi la mano.

"Wow, sei Lauren giusto? Non ci vediamo da

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"Wow, sei Lauren giusto? Non ci vediamo da..."."Otto anni" rispondo, superandolo sullo zerbino. "Lavori qui adesso?". "Non è proprio un lavoro..." commenta, portandomi al centro della stanza principale. "E cos'è allora?" lui fa una pausa, quindi comprendo dove vuole arrivare. "Sei un mutante?". Hank annuisce. "E qual è la tua abilità? La super intelligenza?"."Non proprio". Lo raggiungo nell'ufficio, chiacchierando con lui. "Sono qui per parlare con Charles Xavier. So che vive in questa scuola e, anzi, questa era casa sua qualche anno fa". "Chi ti ha detto tutte queste cose?". "Raven Darkholme". Sgrana gli occhi, grattandosi il sopracciglio. "Conosci Raven?"."E' mia sorella". 

𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐚𝐧 𝐗-𝐌𝐞𝐧 | 𝐋𝐮𝐜𝐲 𝐁𝐨𝐲𝐧𝐭𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora