Capitolo 6

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Dafne e Dante erano sull'autobus diretti verso casa. Si erano già scambiati le cose che scoprirono quando si divisero. Dante non trovò niente che citasse la poesia trovata nel monastero. Invece Dafne, dopo aver chiesto dei pareri ai suoi colleghi, decise che era meglio lasciar perdere la loro opinione. Erano state formulate tutte ipotesi diverse. C'è chi diceva che era un rito alla grandezza di Dante, che era stata scritta da Dante stesso, che era una memoria nascosta per non far dimenticare Dante ai loro successori e chi più ne ha più ne metta. Entrambi erano ad un vicolo cieco. -Ragioniamo per logica- disse Dafne all'improvviso:-Non può essere stata scritta senza una motivazione-. Dafne così dicendo fece vedere a Dante la pergamena nel sacchettino di plastica. -Non so- ammise Dante:-Anche l'idea dell'enigma non mi pare più verosimile-. Dafne guardò l'amico come per cercare aiuto, poi gli disse:-Iniziamo con una premessa. Facciamo che la poesia sia stata scritta per ricordare Dante. Perché l'avrebbero fatto?-. -Dante ci ragionò un po', poi le rispose:-Mi ricordo che Dante era stato esiliato da Firenze quando i... i... com'è che si chiamavano?-. -Ghibellini- lo aiutò Dafne. -Quando i Ghibellini fecero il colpo di stato ai Guelfi- riprese Dante:-Qualcuno voleva farlo ricordare anche alle generazioni future indipendentemente da tutti i suoi documenti bruciati-. -Ha senso- gli disse Dafne grattandosi il sopracciglio:-Ma il suo nome sarebbe rimasto comunque scritto da qualche parte, anche fuori Firenze-. -Quindi questa teoria è esclusa- disse Dante specchiandosi al finestrino dell'autobus. -Esattamente- confermò Dafne:-Allora facciamo finta che sia stata Dante a scriverla-. -Nah!- esclamò Dante:-Non avrebbe talmente esaltato la sua figura da solo. Era troppo umile-. -Anche qua ci sarebbe da discutere per ore- gli disse Dafne. Restarono un po' in silenzio, poi l'intero autobus sentì un urlo acuto provenire da Dafne. -Scu... Scusate- disse ai passeggeri che la guardarono storti. Dante la guardò perplesso. -Cosa ti spinge a urlare così in un trasporto pubblico?- chiese all'amica. Dafne prese fiato e spiegò:-C'è un altro fatto che non abbiamo messo in considerazione- spiegò Dafne osservando la pergamena con stupore. -Cosa?- chiese Dante incuriosito. -Nel secondo verso la poesia cita la Commedia come "Celebre poema", il quale nasce "Dal cuor suo". Ma quando ancora Dante risiedeva a Firenze, quanti conoscevano la Commedia?-. Dante ci pensò un po' su, poi rispose:-Credo... solo i suoi amici più cari-. -E allora perché questa poesia che si trova a Firenze descrive la Commedia come "Celebre poema" se a Firenze ogni cosa riguardante Dante la bruciavano? E perché era nascosta?-. -Che ti posso dire io- rispose Dante:-Non sono un indovino-. -Ah ah, spiritoso- lo schernì Dafne:-Ma hai qualche risposta seria?-. -No- ammise secco Dante:-Ma questo vuole dire che ci ho azzeccato! È davvero un enigma!-. -Mi sa di sì- ammise Dafne:-Incominciamo ad analizzarlo-. Detto questo Dafne estrasse dalla tasca il taccuino su cui precedentemente aveva tradotto la poesia. -I primi due versi credo siamo scontati- iniziò Dafne leggendo il taccuino:-Qua dice che Dante, poeta e letterato, ha scritto la Commedia-. -E se non fosse la Commedia?- intervenne subito Dante. -No, io la scarterei come ipotesi- gli disse Dafne senza alzare gli occhi:-"Scritto nelle pagine dell'amore, spensieratezza e ardore"-. -Per i miei gusti è un po' troppo sdolcinato- disse Dante tentando una battuta, ma Dafne subito gli rispose:-Non te la troverai mai la ragazza se le dici queste cose davanti a lei-. Dante subito cadde in un baratro di rimorso. Era stato uno stupido a dire ciò davanti a Dafne. Questa non lo considerò e andò avanti. -Se è davvero un enigma, bisogna comprendere ogni significato, esplicito o implicito. Parafrasati questi versi sono più o meno "La Commedia fu scritta con sentimento, amore e spensieratezza". Qua si entra quindi in una prospettiva diversa-. -Potrebbe c'entrare qualcosa Beatrice?- azzardò Dante. -Sì sì- gli rispose

Dafne:-Ora ci arrivo. Il quinto verso recita "Porché sentimento naviga lontano"-. -Ma è una parola "Porché"?- chiese Dante con tono spento. -Credo di sì- rispose Dafne leggermente incerta. -E poi non dimentichiamoci che questa è la tua versione della poesia- aggiunse Dante. Dafne rilesse velocemente la traduzione alla lettera, poi spiegò all'amico:-Anche la prima traduzione però dice più o meno la stessa cosa. "Per un certo senso deve remare". Remare. Navigare. Ti ricordano niente?-. -Una barca- rispose Dante col solito tono smorto. -Sei un genio!- si complimentò Dafne sorridendo all'amico, il quale le rispose con lo stesso sorriso patetico di prima:-Quindi, se questa poesia è un enigma, il traguardo ha qualcosa a che fare con una barca. Ora passiamo al sesto verso. "Nel cuor suo e sua amata assieme stanno". E qua entra in scena Beatrice. Chi era l'amata di Dante? Beatrice! Se c'è un tesoro quello deve essere in un posto che abbia a che fare sia con le barche sia con Beatrice-. -L'Arno- propose Dante. -Oppure la sua casa. Andrebbero guardati entrambi, e io ora coglierei l'occasione per fare una visitina alla casa di Beatrice-. Proprio in quel momento l'autobus si fermò alla loro fermata. Anche Dante si fermò mentre stava per per alzarsi. I due amici si guardarono intensamente. Si sentì uno scricchiolio e l'autobus ripartì un po' più vuoto. -Sono contenta che tu mi segua in questa ricerca che, dopotutto, è partita da te- disse Dafne dolcemente all'amico. A quest'ultimo le parole di Dafne arrivarono fino al cuore riscaldando tutto il corpo. Là. Là è dove si sarebbe dichiarato. In fondo è la casa della ragazza di cui Dante era innamorato. Seguendo la storia del suo nome egli si sarebbe dichiarato a Dafne proprio lì. A quel punto Dante riprese un po' la forza e rispose:-Arriveremo fino alla fine-.

Una (s)fortunata scopertaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz