Capitolo 3

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Dafne scese dall'autobus assai emozionata. Raggiunta l'uscita principale gettò un'occhiata in giro, ma non riconobbe subito Dante. Quest'ultimo stava appoggiato ad una colonna a fischiettare una melodia probabilmente improvvisata, ignorando completamente Dafne; voleva vedere se lo avesse riconosciuto. Dafne si avvicinò un po' di più all'uscita studiando tutte le persone presenti. C'erano donne incinta, neri vaganti a chiedere l'elemosina, signori in giacca e cravatta e chi più ne ha più ne metta. Aveva trovato alcuni ragazzi che potevano essere Dante, ma poi li si vedeva prendere per mano un bambino piccolo o baciare la propria ragazza. Dopo un po' notò un ragazzo da solo appoggiato ad una colonna. Stava fischiettando mentre batteva il ritmo. Dafne gli si avvicinò e chiese timida:-Mi scusi... Ehm... Sei per caso un certo Dante?-. Il ragazzo la contemplò per un po', poi le rispose:-Non conosco nessun Dante, mi dispiace. Ma mi racconti com'è fatto-. Dafne titubò un po' indecisa, poi decise di parlare di Dante allo sconosciuto, nella speranza che l'avesse visto:-E' un po' come lei, signore. Ha dei capelli lunghi scuri raccolti in una coda, occhi verdi e... sì, un po' come lei-. -Sarà per questo che mi ha scambiato per il suo amico- le disse lo sconosciuto:- Signorina, mi tolga una curiosità, ma lei è Dafne? Quella che alle elementari se la fece addosso per un'interrogazione?-. Dafne esitò un istante, ma poi si riprese:- Dante! Si era detto di non parlarne più!-. Poi, guardandolo dalla testa ai piedi, aggiunse:- Cavolo se sei cresciuto! Da quando in qua lasci sciolti i capelli? E l'apparecchio? Te lo sei messo alla fine!-. Dante la guardò ridendo, aggiungendo:-Bisogna precisare però che io non me lo volevo mettere, capito? Mi troverai più brutto, ma dì la verità, sono rimasto attraente come al liceo?-. Anche Dafne emise un risolino:- Ma certo!-.

I due rimasero per molto tempo a chiacchierare, anche se in realtà era solo Dante a raccontare a Dafne senza fermarsi di tutto ciò che era successo dal liceo a quella parte. Dafne alla fine ebbe il coraggio di interrompere l'amico proponendogli di andare a casa. Dante acconsentì e riprese a raccontarle tutto quanto per tutto il viaggio in autobus. Non che a Dafne desse noia. Le piaceva sentire Dante che era felice di quello che gli successe dopo il liceo senza neanche più ricordarsi le preoccupazioni che aveva prima dell'esame. Ma lei, Dafne, se lo ricordava eccome! Ogni sera Dante le ripeteva ogni materia possibile immaginabile, e lei lo stava ad ascoltare ogni volta. Così come ora. Dal canto suo Dante finalmente poteva sfogarsi con una persona che lo stava ad ascoltare senza se e senza ma, come al liceo. Era tutto di lei uguale al liceo: i capelli, gli occhi, gli occhiali, le orecchie, il sorriso... Tutto! E Dante si sentì il cuore a mille mentre parlava, perché parlava con la persona di cui si era innamorato tanti anni fa. La stessa identica persona. Dante si sentì caldo, come coccolato dal suo sorriso. Ammirava Dafne ad ogni secondo, e già si immaginava al monastero abbandonato a dirle il suo amore. Infatti in aereo Dante stava riflettendo su dove finalmente dichiararsi, se fosse stata ancora bella. Pensava in centro a Firenze, ma lì c'erano troppe persone. Poi si ricordò di un monastero abbandonato dove lui e Dafne andavano le domeniche a godersi un po' di aria fresca. Sì, decise che era lì il posto dove si sarebbe dichiarato. Così il viaggio a Istanbul sarebbe stato una sorta di luna di miele. Dante arrossiva al sol pensarci.

-Ehm... Dante?- lo interruppe improvvisamente Dafne:-Siamo quasi arrivati-. -Oh sì, vero- le disse Dante:- Ascolta, ti dico questa cosa ora così hai tutto il tempo per pensarci e... Comunque, Pensavo che oggi pomeriggio potessimo andare a... ti ricordi? Quel monastero in cui andavamo tutte le domeniche al liceo-. -Ah sì, ricordo- confermò Dafne rievocando tanti bei ricordi:-Ogni volta facevamo il pic-nic appena fuori dall'edificio. All'inizio credevamo ci fosse qualche passaggio segreto, ma poi ci siamo rassegnati al fatto che l'avevano già smantellato da tutti i manoscritti, libri, documenti e tutto il resto-. Dante sorrise:-Me lo ricordo come se fosse ieri-.

L'autobus emise un fischio e si fermò. Dafne e Dante scesero dal veicolo e la ragazza accompagnò il suo amico nella sua casa.

Una (s)fortunata scopertaWhere stories live. Discover now