capitolo 3: è già tardi per i nostri sbagli

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[ Sbatti - Gazzelle,
nei media.]

❝ Eris e Afrodite ce l'hanno con me! ❞

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Eris e Afrodite ce l'hanno con me!

[...]

«Dove diavolo eri finito, Park Jimin?!»

Kim Taehyung aveva spalancato la porta, rivelandosi sulla soglia del pianerottolo con gli occhi sbarrati misti a rabbia, sonno e preoccupazione. I filamenti rossi si infittivano agli angoli delle bianche e acquose sclera, ad indicazione della sua insonne nottata. Jimin non rispose, gli mostrò i denti con un sorriso fittizio e varcò l'ingresso, trascinandosi i piedi e le delusioni di quella tremenda giornata.
Lo sguardo del bruno si era tramutato in uno perplesso e si era avvinghiato al collo del maggiore che, dopo essersi tolto le scarpe e aver gettato un fascicolo sul sofà, si era congedato in cucina.

«Non dirmi che hai mangiato tu l'ultimo pezzo della torta di mele?» urlò il biondo.

Il suo coinquilino, rimasto immobile contro lo stipite della porta, si era adesso precipitato nella stanza ed aveva preso Jimin per il colletto.

«TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI IGNORARMI?!» sbraitò, offendendosi da cotanta indifferenza che il suo amico aveva avuto nei suoi confronti.

Lo sguardo triste, che evitava di incrociarsi con quello furioso di Taehyung, fece pentire quest'ultimo di aver alzato troppo la voce. Park non era per niente in lui quel pomeriggio: gli occhi brillanti avevano perso la loro solita lucentezza, i capelli dorati erano stranamente scompigliati e la puzza di alcol e sigarette che emanavano i suoi vestiti, riempirono le narici del minore in pochi secondi.
Lasciò la presa e quello sfasato si rivolse nuovamente al frigo mezzo vuoto, alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, forse l'unica piccola gioia di quel primo di luglio.

«Cosa ti è successo? Mi vuoi dare una spiegazione o vuoi continuare a fare il misterioso?» chiese Taehyung, chiudendo l'anta dell'elettrodomestico e prendendogli le guance paffute tra le mani «Mi hai fatto preoccupare a morte! Io e Yoongi ti abbiamo cercato ovunque, ma non eri in nessuno dei luoghi che frequenti.»

Lui e Yoongi. Che splendida coppia che formavano lui e Yoongi. Non a caso Jimin segretamente li odiava, li odiava parecchio. Ma non perché non sopportasse i propri amici o non li volesse bene, sarebbe stato da incoerenti: odiava semplicemente il fatto che fossero così perfetti all'occhio dell'amore. Parevano la reincarnazione di Amore e Psiche, quelli lí. Due anni e quei due continuavano a scambiarsi parole smielate all'orecchio e canzoni romantiche dei The Smiths che facevano disperare di nascosto quell'inguaribile romantico di Park. Tutta colpa del romanticismo che era morto e che faceva penare la sua anima appartenente ad un'altra epoca. Eppure, continuava a sperare di vivere un'amore così pieno e così bello tanto quanto quello di Kim Taehyung e Min Yoongi e si chiedeva, ogni singolo giorno, quando sarebbe riuscito a trovarlo una volta per tutte. Arrivò addirittura a sospettare che Afrodite ed Eris gli avessero lanciato contro una qualche punizione divina per il resto dei suoi giorni, perché uno sfortunato come lui, in amore e nella vita quotidiana, non si trovava poi così facilmente in giro.

l'ingestibile sfortuna di park jiminWhere stories live. Discover now