16) Bianche apparizioni

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Lasciando l'abito Mafumofu in camera sua, Natalie indossò una vestaglia e si coprì di salviette per raggiungere il bagno senza soffrire il freddo più del necessario. Entrata ripiegò quel che indossava prima di immergersi nella vasca d'acqua calda, sentendo il calore pungerle la ferita che osservò con fare minuzioso, passandosi poi la mano lungo la spalla destra che, fin da Yukumo, era arrossata e dolorante.
"Forza, non sarà qualcosa così a fermarti" s'incoraggiò "presto riprenderai a cacciare Rathian, poi Rathalos, poi Diablos e infine i Draghi Anziani...e poi tornerai a casa per dimostrare che avevi ragione!" si convinse con pugni stretti d'emozione
Il suo sguardo, però, s'incupì un poco mentre realizzava di non aver mai pensato alla sua famiglia, se non in una singola occasione, da quando era arrivata. Stringendosi tra le sue stesse braccia in quel momento d'incertezza, osservò il vapore alzarsi lentamente dall'acqua, quasi in cerca di una risposta alle domande che le stavano sorgendo.
I dubbi continuarono ad accumularsi mentre passava la densa tinta viola sui capelli e mentre tirava nuove bende attorno alla spalla ed attorno alla gamba, poco sotto il ginocchio.

Tornando in camera sua coperta da salviette, si asciugò con calma i capelli, controllando meticolosamente che ogni ciocca fosse nuovamente colorata d'un brillante viola prima di indossare la sua vestaglia da notte, coprendosi ulteriormente con una giacchetta di pelliccia che aveva acquistato poco prima che partissero per cacciare.
Sedendosi poi alla scrivania prese il suo diario e, passando una mano sulle rosee scaglie, lo aprì girando le pagine con cura. Giunta al primo foglio bianco cominciò a scrivere, narrando del suo arrivo il giorno precedente, del villaggio, di Nekoth, di Alexander e della sua recentissima battuta di caccia. Poi, sospirando, scrisse delle varie raccomandazioni che le erano state fatte, dei rimproveri che aveva subito e dei vari errori che aveva commesso, lasciando trasparire come un fievole dubbio si fosse già fatto largo nei suoi pensieri.
In quel momento, richiamandola alla realtà, sentì bussare alla sua porta. Lanciandosi una rapida occhiata allo specchio per veder quanto fosse presentabile, si schiarì la voce dando il permesso d'entrare.
"Natalie?" domandò il mentore aprendo solo uno spiraglio "Posso entrare?"
"Certamente, è sempre casa vostra"
"Ora è camera tua" puntualizzò richiudendo la porta alle sue spalle "La ferita è seria?" chiese indicandole la gamba
"No, per niente, non preoccupatevi"
"Bene, mi fa piacere" rispose frettolosamente prima di porgerle un foglio "mi è appena stata portata questa copia d'un contratto"
Accettando l'oggetto che portava il marchio della Gilda di Pokke, Natalie fece correre lo sguardo per il contratto che chiedeva di procurare con urgenza delle Erbe di Montagna per la distillazione di alcuni medicinali. Da un foglio allegato e nascosto dietro il contratto, simile ad una pagina d'enciclopedia, la giovane lesse la breve descrizione di una piantina dal color verde spento, con piccoli boccioli bianchi in grado di crescere solo in luoghi parzialmente riparati dai freddi venti delle montagne.
"Missione per cacciatori di Basso Grado?" chiese non capendo
"Missione per te"
"Ma io...non sono una Novizia" affermò lanciando uno sguardo alla sua armatura di Rathian rosa
"Preparati istantaneamente e fatti trovare al piano di sotto" ordinò
"Ma-"
"Umiltà, raccolta e conoscenza del territorio" la interruppe "Accettando un contratto di Basso Grado imparerai un poco di umiltà per non sopravvalutarti come cacciatrice. Capirai come reperire risorse sia parte essenziale della vita di ogni cacciatore e sfrutterai l'occasione per osservare e memorizzare le aree di caccia delle Montagne Nevose. Capito?"
"Sì maestro..." rispose sommessamente

Poche ore dopo, entrambi vestiti di Mafumofu, i due cacciatori stavano già girovagando per le Montagne Nevose, brandendo lei una spada e lui una balestra da caccia. Natalie in particolare avanzava con tranquillità, lasciando che anche il suo sguardo corresse liberamente in cerca di piante simili a quella di cui aveva letto.
Fermandosi di fianco ad una parete, presso un piccolo cespuglio di alte pianticelle, la ragazza riprese fiato mentre spostava i verdi arbusti
Sfiorando i bianchi fiorellini mentre la frigida aria sfiorava il suo viso, si guardò attorno osservando le sue orme nella neve mentre raggiungeva le bisacce, ora al pari di orti botanici, per riporvi le piante che stringeva in mano.
Tra le sue dita sentiva lo speziato profumo delle erbe che aveva colto, sotto i suoi piedi la neve compattarsi e sulla sua pelle il freddo vento che le mandava brividi lungo la schiena, creando una precaria armonia che le donava una certa tranquillità. Rompendo il silenzio con dei versi strazianti, però, un piccolo gruppo di Popo cominciò a correre nella sua direzione, aprendo un varco nella neve mentre scappavano con un rapido passo.
Abbassandosi senza sapere cosa aspettarsi, la ragazza rimase immobile per qualche istante, osservando le bestie cambiare direzione per un paio di volte prima che, facendole ghiacciare il sangue nelle vene, un profondo ruggito si alzasse tra le montagne.
Piombando su uno dei Popo, una gigantesca bestia bianca dal muso arrotondato e dalla coda biforcuta affondò le arancioni zanne tra le carni della preda, trinciando muscoli, ossa e interiora in un sol morso. Strappando lateralmente il primo boccone, lanciò in aria il sangue dell'erbivoro tracciando una striscia rossa sulla bianca neve.
Osservando la Viverna masticare e ingoiare interi blocchi di carne mentre prestava una minima attenzione ai suoi dintorni, la cacciatrice cominciò ad indietreggiare a piccoli passi, rimanendo accovacciata senza far rumore.
Ogni suo passo le pareva rumoroso e caotico mentre, trattenendo il fiato, supplicava i suoi gesti di non tradirla di fronte ad una bestia letale ed affamata.
Allontanatasi di metri, si alzò lentamente, voltandosi e continuando la sua lenta fuga con lenti e calcolati passi ma, dopo pochi secondi, risentì il potente ruggito provenire dalle sue spalle.
In uno attimo di panico, senza doverci pensare, sentì le sue gambe scattare correndo tanto veloce da farle scambiare l'aria fredda per vento, sentì il suo cuore battere tanto forte da poterle esplodere in petto e il respiro tanto affannato da seccarle la gola.
Ignorando le continue fitte di dolore che le percorrevano la gambe e la spalla, corse come se la sua vita dipendesse dall'essere sempre un passo di fronte alla Viverna e dall'essere sempre un centimetro più lontana dalle sue zanne.
Percorsi quelli che le potevano parere sia centinaia che migliaia di passi e salti, il suo sguardo si annebbiò e, barcollando, cadde a terra in ginocchio, sorreggendosi con le braccia mentre riprendeva fiato, crollando sotto la fatica dell'attimo.
Cacciando un urlo non appena si sentì toccare la spalla, Natalie rotolò di lato sfoderando il fioretto e puntandolo, con sua sorpresa, al petto di Alexander.
"Piano con quello!" urlò lui con un salto all'indietro
"Dove...dove..." balbettò lasciando cadere l'arma e inginocchiandosi "Barroth!" esclamò mentre lo guardava con occhi carichi di stanchezza e terrore
"Barroth? Hai, per caso, trovato e mangiato qualcosa di strano? Hai mangiato dell'Erba Neve?" chiese dubbioso
"Ba-Barioth!" si corresse
"Ti ha fatto del male?" le domandò chinandosi di fronte a lei e rivolgendole uno sguardo tranquillo, quasi dolce
"N-No ma...non siete preoccupato?"
"Tu stai bene?"
"Sì..."
"Allora perché dovrei preoccuparmi?" ribatté con tono calmo e dolce, ispirandole un poco di tranquillità "Riesci a rialzarti?" chiese porgendole la mano
"Sì" affermò accettando l'aiuto prima di barcollare per un paio di passi e abbassare lo sguardo
"Daymio Porpora, stai bene?"
"N-No che non sto bene!" singhiozzò "Continuo a-a sbagliare e-e non mi aspettavo di-di trovare un Barioth e...sono scappata" balbettò passandosi una delle bianche maniche sugli occhi "non-non mi aspettavo tutta...questa pressione..."
"Stai tranquilla, hai fatto bene a scappare" sospirò avvicinandosi ed abbracciandola "posso immaginare la pressione ed il giudizio che senti pendere su di te. So che è dura ma vedrai che le cose miglioreranno, fidati" annunciò sorridendole
"Davvero?" chiese tranquillizzandosi
"Davvero" rise "adesso torniamo a casa, riposa, rilassati e domattina ne riparleremo, va bene?"
"Va bene" sospirò regalandogli un fievole sorriso "grazie..."

Monster Hunter - Cavalieri del NordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora