14) Svettando tra nevi, ghiacci e monti

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Dopo esser rimasta qualche secondo immobile, Natalie si guardò attorno ripetendo a bassa voce, tra sé e sé, che quella fosse camera sua. Con fare meccanico, replicando gesti che aveva compiuto decine di volte a casa, si levò l'armatura poggiandola su un manichino che trovò vicino all'armadio, guardando poi le bisacce ed aprendole. Svuotate lentamente e indossato l'unico pigiama che aveva portato con sè, si sdraiò sul letto scoprendo un sorprendente piacere nel calore che si formava sotto le coperte, in contrasto con la fresca aria della stanza.
Sentendo un imminente dovere verso il nuovo mentore, una responsabilità nei confronti delle proprie parole e un compito per dar scopo alle sue azioni, Natalie realizzò che la meta di quel viaggio, infine, era stata raggiunta.
Riuscendo finalmente a sorpassare la fase d'incredulità, pronta ad intraprendere un nuovo viaggio per diventare cacciatrice, per dar prova di sé stessa e coronando i suoi sogni, la ragazza si lasciò scappare una fievole risatina, poi un'altra ed un'altra ancora prima di scoppiare a ridere, allentando la tensione che l'aveva oppressa e non riuscendo a trattenere l'emozione.
"Ce l'ho fatta!" esultò sottovoce alzando le braccia verso il soffitto e scoppiando a ridere "Sono stata picchiata da una Lynian...ma ho un mentore!" continuò a ridere
Scattando in piedi cominciò a gesticolare, saltellando sul posto e alzando le braccia al cielo mentre, in un attimo di infantile ma sana, puerile innocenza, assaggiava quel primo, vero successo che le dava ragion di credere che, con abbastanza impegno, avrebbe potuto raggiungere ogni obiettivo che vedeva di fronte a sè.
In quel momento, però, la porta si aprì di scatto e il padrone di casa, con una lampada ad olio in mano, la osservò con un sottile sguardo accusatorio.
"I-Io..." ridacchiò imbarazzata
"Rendimi partecipe della tua gioia..." minacciò
Sgranando gli occhi e tacendo, sentendo un brivido freddo di paura, tensione e vergogna correrle dal collo alla punta dei piedi, Natalie indietreggiò mostrando un nervoso sorrisetto. Salutando il mentore con un contenuto gesto della mano tornò sotto le coperte, strappandogli una sommessa risatina rassegnata prima che anche lui tornasse a dormire.

Giunta la mattina, Cotoletta accese i vari fuochi della cucina mentre Alexander preparava una cassa di legna per alimentarli ma, sentendo un rapido frastuono, il cacciatore sospirò alzando gli occhi al cielo. Bussando alla porta della nuova ospite, l'aprì lentamente trovando la ragazza inginocchiata sulla coperta che era caduta a terra mentre si massaggiava la spalla destra.
"Tutto...tutto bene?" domandò mentre altre domande gli passavano per la testa
"Sì..." mugolò
"Che vuoi per colazione?"
"Va-Va bene qualsiasi cosa"
"Frittelle" esordì dopo qualche secondo di silenzio "Scendi in cucina tra cinque minuti"
Uscendo dalla stanza il ragazzo lasciò sola l'ospite che, subito, si levò la maglia del pigiama per controllarsi la spalla. Un evidente rossore le percorreva la parte del corpo mentre si chiedeva quanto la situazione potesse ancora peggiorare. Alzandosi, rivestendosi e prendendo la coperta che si portò fin sopra le spalle, si inginocchiò sul letto osservando la persiana in legno che, dopo poco, aprì.
Di fronte ai suoi occhi la neve ricopriva decine di scoscesi tetti da cui, risplendendo al sole mattutino, pendevano altrettanti stalattiti di ghiaccio formatesi nella notte. Vedendone una di fonte a sè, le venne naturale allungare la mano per prenderla e, con fare bambinesco dopo essersi guardata attorno, ne staccò un morso che subito la fece rabbrividire.
Oltre le case e le strade, guardando in basso, poteva intravedere la riva del fiume che scorreva nella valle tra i monti. Distanti da lei e col sole alle spalle, tutte le montagne innevate luccicavano quando venivano colpite dai deboli raggi che, solo un poco, riuscivano a scaldarle il volto.
Scendendo le scale e dirigendosi in cucina, si sedette al grande tavolo di legno di fronte al mentore, portandosi le gambe al petto prima di racchiudersi nella coperta che stava usando come mantella.
"Per caso hai freddo?" domandò retoricamente
"Frittella per la cacciatrice" miagolò Cotoletta buttando con fatica un piatto sul tavolo ben più alto di lui
"Sì, come fate voi di Pokke a indossare abiti così...normali?" chiese osservando la frittella che per metà giaceva sul piatto e per metà sul tavolo "grazie Cotoletta"
"Perché noi qui ci siamo cresciuti abituandoci al clima. Sai, piuttosto, cosa ti servirebbe?" chiese con fare pensieroso
"Cosa?"
"Mafumofu"
"Come vi permettete!" urlò impettita "Essere il mio mentore non vi da' il permesso di appellarvi a me con insulti come Mafafafo e-"
"Non hai capito niente..." sospirò ridacchiando "comunque è Mafumofu" corresse
"Mafomufo, quel che ho detto io" ritentò "e cosa...cosa sarebbe?" domandò con un guardingo imbarazzo
"Nel mio villaggio significa Mangia-Terriccio" esordì il cuoco buttando della carne in una teglia
"Mafu. Mofu. È un vestito tipico di Pokke che ti terrà al caldo; non credere a Cotoletta. Te ne parlerà meglio l'armaiolo"
"Siete sicuro di non avermi insultata?" chiese con fare sospettoso e addentando una delle frittelle con fare aggressivo
"Domandò con fare minaccioso la Daymio Porpora mentre mangiucchiava la propria preda..." narrò in risposta mentre olio cominciava a sgorgare dalla teglia fin sulle piastre da cucina e fino a terra
"Cosa? Quello era un insulto! Vero? Non c'è niente di cui ridere!" urlò con fare accusatorio "voglio altre fri-" aggiunse prima di osservare il Lynian massaggiare della carne immersa in un bagno d'olio e spezie
"Altre frittelle?" chiese mentre, lentamente, slittava sul ripiano della cucina insieme alla teglia
"N-No grazie, passo..."
Più l'allieva domandava e accusava, spiegando ed esponendo sia le sue preoccupazioni riguardo il soprannome che le sue motivazioni per non mangiare altre frittelle, più il mentore rideva crogiolandosi nell'innocente ignoranza della ragazza e nella cupa bellezza dei metodi culinari del Lynian, non riuscendo nemmeno a mangiare o bere senza rischiare di soffocarsi.

Finito di mangiare e recuperata un poco di serietà, Alexander indossò la suddetta armatura Mafumofu mentre Natalie optò per la sua fidata armatura di Rathian, dirigendosi verso l'officina dell'armaiolo che, facendo anche da sarto, accolse i due con un interessato sorriso e appoggiandosi al bancone con un braccio.
"Alexander, buongiorno...che mi puoi dire di quell'armatura di Rathian rosa...e anche della bambina che la indossa"
"Mi...mi ha appena dato meno importanza della mia armatura?" domandò lei scioccata "Aspetta...bambina?" domandò impettita dopo aver notato di essere l'unica ragazza nella zona
"Lei, Nekoth, allieva, Mafumofu" spiegò sinteticamente
"Lei, Mafumofu" ripeté toccando la spalla del Felyne sdraiato sul bancone al suo fianco "ci pensi tu?"
"Abito Mafumofu da cacciatrice in taglia media" rispose il suddetto miagolando mentre si svegliava "prego signorina, venga a provarne"
"Arrivo" annunciò raggiungendo il Lynian e sparendo nel retrobottega
Di fronte ad un ampio campionario di abiti già pronti, la ragazza li fece passare in cerca delle misure più prossime alla sua taglia. Affondando le mani negli spessi tessuti e nelle gonfie pellicce, sentì una strana e calda sensazione avvolgerle le braccia, confortandola dall'intenso freddo che l'aveva avvolta fino a quel momento.
"Cacciatrice suppongo" miagolò
"Supponi correttamente" rise
"Allora permettetemi" continuò avvicinandosi al campionario e facendolo scorrere con la zampetta "questo"
Osservando i vestiti che il Felyne stava indicando, Natalie si avvicinò, prendendoli con sé e stringendoli al petto prima di guardarsi attorno, adocchiando un camerino verso il quale si diresse.
Spogliandosi dell'armatura di Rathian con un poco di diffidenza, sentì la sua pelle ghiacciarsi prima di stringersi tra le braccia e raggiungere i nuovi indumenti. Presto, la dolce sensazione di calore che prima sentiva solo tra le sue mani, la avvolse completamente, facendole rivalutare le spesse pellicce bianche mentre si sistemava il cappuccio dietro la testa.
Uscendo dall'officina col resto della propria armatura sotto le braccia, si crogiolò nella nuova ed accogliente sensazione mentre, in maniera pungente ma gradita, la fredda aria le accarezzava il volto.
"Come si chiama quel vestito?" esordì il fabbro prendendola alla sprovvista
"Io? Cosa?" balbettò  "Mafa...Fama...Mufomufo!" esclamò
Incrociando le braccia e annuendo, il fabbro ridacchiò mentre il Lynian, impietosito, le fece segno di avvicinarsi.
"Mamamofu..." le miagolò debolmente all'orecchio
"Mamomafu!" ribatté con orgoglio
"Certamente..." balbettò Alexander prima di lanciare una rapida occhiata al fabbro che, come lui, scoppiò a ridere
"Hai fatto apposta?" domandò impettita voltandosi verso il Lynian
"Te l'ho già detto, non tutti riescono a pronunciarlo al primo tentativo" Alexander provò a difenderlo
"Non è il mio primo tentativo" ribatté con sguardo sottile "e non dovrebbe essere compito vostro insegnarmi?"
"Ci sto provando" si discolpò
"Forza, forza" si intromise l'uomo "non litigate. È cominciata la Stagione Calda, andate a lavorare!"
Facendo spallucce e non potendoli discolpare, Alexander salutò l'uomo prima di far segno alla novizia di seguirlo. Camminando per le strade sterrate e coperte di piccoli ciotoli, affiancate dalla neve che già era stata spalata, la ragazza osservò le alte e strette abitazioni dagli scoscesi tetti coperti di un morbido strato bianco. Molti abitanti, vestiti di un abito Mafumofu diverso e leggermente più atto alla vita quotidiana, stavano già lavorando o spostandosi tra le varie parti di Pokke, riportando il villaggio in vita dopo la notte di riposo.
"Quanto è grande Pokke?" domandò la giovane
"C'è la parte alta, la parte bassa" elencò mostrandole la mano con cui cominciò a contare "il centro, la fattoria, le miniere e la caverna di ghiaccio. Con calma ti mostrerò tutto"
"Ora che facciamo?"
"Stiamo andando alla Sala della Gilda"
"Stiamo andando a cacciare?" domandò con un'euforica scintilla di speranza negli occhi
"Cosa? No!" ribatté senza condividere il sentimento "Stiamo andando a chiedere spiegazioni a Nekoth"

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