E così, la dottoressa e il corvino fecero le prime vere conoscenze, sorridendo e scherzando. La ragazza cercò di mettere a suo agio il più possibile il ragazzo, prima di addentrarsi nel momento clue dell'incontro.

"Joengukk, ora che ci siamo conosciuti per bene, che ne dici di parlare di ciò che stai passando?" chiese dolcemente, guardandolo negli occhi. Il ragazzo boccheggiò in cerca di una risposta che sembrava non arrivare mai. Così, preso alla sprovvista, sposto il suo sguardo verso il maggiore, in cerca di conforto e sicurezza. I loro sguardi si trovarono all'istante e, in men che si dica, Jeongukk acquistò quella sicurezza di cui aveva bisogno e annuì semplicemente, per poi prendere una grande boccata d'aria.

"Perfetto, sono felice che tu ne voglia parlare" sorrise la ragazza, mentre si levava il camice bianco ed ingombrante. "Prima di iniziare, vuoi che Taehyung esca?" ed entrambi i ragazzi più grandi aspettarono per una manciata di secondo la risposta, che fu assolutamente negativa.

"No, voglio che rimanga" la voce gli usciva flebile, però sapeva che da solo non ce l'avrebbe fatta. Non in quel momento, non in quel posto. "Ho bisogno di lui" annuì, abbassando lo sguardo verso il pavimento bianco, facendo spuntare un gran sorriso sul volto del maggiore.

"Va bene, quando vuoi, quando te la senti, raccontami qualcosa. Sono qui, completamente a tua disposizione, prenditi tutto il tempo che ti serve per organizzare la mente e le tue emozioni. Io aspetto pure." La dolcezza disarmante della ragazza, aiutò il corvino a prendere forza.

La storia era complicata, strana, difficile e spaventosa anche per chi ascoltava dall'esterno. Le parole dure che Jeongukk stava usando per descrivere cosa fosse presente nella sua mente, stavano facendo arrivare delle piccole fitte al cuore del ragazzo al suo fianco. Parole fredde e taglienti come lame appena affilate.

"L'unica cosa che vorrei poter fare è prendere un paio di forbici e tagliar via tutto ciò che è presente nel mio corpo" una lacrima rigò la sua guancia rosea. "Vorrei poter avere un interruttore per spegnere i pensieri. Non li sopporto più, sono opprimenti. Sono esausto, così tanto che..." si bloccò all'istante, sapendo che se avesse provato a pronunciare quelle dannate parole, sarebbe scoppiato a piangere nel modo più disperato che potesse compiere.

Una mano calda corse a stringere la mano segnata dalle ferite del ragazzo che in quel momento stava dimostrando id essere una delle persone più coraggiose presenti in quel mondo così grande e disastrato. Jeongukk alzò lo sguardo, per ritrovarsi Taehyung a pochi centimetri da sé stesso. Lo stava incoraggiando con lo sguardo, perché lui era lì, al suo fianco, e nessuna cosa poteva andar storta. Era pronto lì, a proteggerlo.

"che pagherei oro per poterla farla finita."

Le parole sembravano fredde, ma tutti sapevano che dietro quella freddezza, c'era un animo docile che stava lottando con tutte le sue forze, per non farsi sovrastare e distruggere dalle sue stesse emozioni.

"Sei stato bravissimo Jeongukk. Devi proprio essere fiero di te stesso" la dottoressa annuì, guardando gli occhi spaventati del ragazzo. "Io lo sono" Taehyung disse seriamente, guardando il corvino, mentre gli teneva ancora la mano fredda, tra le sue mani calde. Il ragazzino alzò lo sguardo verso il maggiore. Quelle semplici parole, portarono all'interno del suo cuore un piccolo barlume di speranza, che non pensava fosse possibile far riaccendere. "Davvero...?" mormorò, in cerca di conferme. "Sì, Jeongukk. Sono davvero fiero di te, io non ce l'avrei mai fatta, perché sono un codardo. Ma tu, tu sei la persona più coraggiosa che io conosca. Sto imparando tantissimo da te" gli sorride, mentre il minore stentava credere che qualcuno davvero stesse dicendo quelle determinate cose ad una persona come lui. "Sei stato bravissimo." Annuì, continuando a tenere il sorriso sulle labbra. E, in un batter d'occhio, i due ragazzi si ritrovarono in un caldo e rassicurante abbraccio.

*

"Jeongukk, che ne dici se ci facessimo un giro nella struttura?"

L'intenzione della giovane dottoressa dai capelli biondi, era quella di far prendere conoscenza con il posto al ragazzo, per provare a farlo ambientare nel migliore dei modi, avendo capito che il percorso da intraprendere sarebbe stato davvero lungo e tumultuoso.

Joengukk acconsentì serenamente. In quel momento si sentiva il peso al petto in modo molto più leggero, rispetto al solito. Aver parlato così apertamente della sua vita aveva dato possibilità al suo petto di alleggerirsi, permettendogli di tornare a respirare senza annaspare sempre, in cerca di calma.

Uscirono dall'edificio, per recarsi nella struttura al suo fianco, che ospitava i giovani ragazzi che stavano affrontando dei grandi problemi come il corvino. Attraversarono un lungo percorso adornato da tantissimi fiori colorati. E più il giovane si guardava attorno, più gli sembrava di essere davvero lontano dalla realtà. Era una struttura ospedaliera come le altre, ma sembrava di essere quasi come in un qualche resort colorato e gioioso.

Entrarono e poco dopo la dottoressa cominciò a spiegare ai ragazzi com'era strutturato l'ambiente. Camere da letto davvero grandi e tutte arredate come l'ospite più desiderava. Una grandissima sala per rilassarsi, divagarsi e stare in compagnia. Una sala da pranzo davvero curata nei minimi dettagli era l'ultima chicca in cui entrarono.

"Questo è il posto in cui i nostri ragazzi vivono, quando hanno bisogno di noi" continuò la sua spiegazione la biondina. "Possono scendere in giardino tutte le volte che vogliono, hanno anche un pezzo solamente loro. Ormai vietano anche a noi di andarci" ridacchiò. I due ragazzi ascoltavano attentamente e curiosi. "Ora ti faccio conoscere la persona più IN del centro, magari puoi scambiarci due chiacchiere! Oh, eccola! Yuju, vieni qui per favore!"

Una ragazza dai capelli castani e lunghi si girò verso di loro, avanzando lentamente. "Sì, dottoressa?" chiese quasi timidamente, osservando i due ragazzi con la coda dell'occhio. "Loro sono Taehyung, un mio carissimo amico, e lui è il suo quasi fratello minore Jeongukk. Perchè non gli fai conoscere meglio la struttura?" la ragazzina annuì all'istante "Certamente! Piacere, io sono Yuju."

Jeongukk e la ragazza dai capelli castani si incamminarono verso il corridoio, mentre Taehyung rassicurava con lo sguardo il corvino.

"Taehyung, dobbiamo parlare" dopo che i ragazzi ebbero svoltato l'angolo, la ragazza si fece estremamente seria.

Uscirono dalla struttura e andarono nel parco, camminando sotto l'ombra del piccolo viale alberato. "Sono rimasta colpita da come quel ragazzo si appoggi a te per star bene e tirar fuori il coraggio che ha nascosto dentro. Sei sempre stato l'ancora di salvezza per i tuoi amici, quello forte e buono con tutti, però avete creato un legame davvero speciale e credo sia l'unica cosa che stia tenendo quel ragazzino ancora qui, ancorato alla vita."

Taehyung ascoltava attentamente senza proferire parola.

"Però, penso che Jeongukk abbia bisogno di aiuto e anche urgentemente. Non mangia da troppo e, anche se si sta sforzando, grazie a te, non puo' continuare così. Non sentivo parole così taglienti da davvero troppo tempo. Credo che non ci sia tantissimo tempo, non possiamo più aspettare. È in piena fase critica. L'anoressia nervosa è davvero una cosa che va presa con serietà e serve davvero molta forza e molto coraggio per affrontarla" spiegò, camminando a testa bassa.

"A-anoressia nervosa?" la voce del ragazzo tremò. "Sì Taehyung, Jeongukk ha bisogno di aiuto più di quanto pensi. Prima che sia troppo tardi."

Please, eat. | Taekook希望Where stories live. Discover now