I suoi occhi

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<<-Devi dire meglio la O! Fai finta di sbadigliare!Come devo fartelo capire! Devi riuscire ad aprire la parte all'interno della gola, dove c'è l'ugola altrimenti esce fuori un suono bruttissimo!"->>
Disse la docente di canto provando a fare un esempio di suono sgolato. Grace odiava fare i vocalizzi, più di qualunque altra cosa. Servivano solo per riscaldare la voce, e alla fine perdevamo un ora solo a fare una scala perfetta. Lei voleva cantare, urlare, esprimersi, liberarsi da tutto lo stress che aveva accumulato nei giorni precedenti e invece risultava stressante anche l'unica cosa che amava davvero. La musica era il suo modo di esprimersi, cantare, suonare il pianoforte. Non c'era nient'altro nella sua vita che avesse un importanza maggiore da quando aveva scoperto di essere davvero brava in qualcosa. Non sapeva esattamente perchè avesse bisogno di eccellere in qualcosa, di sentirsi speciale in qualche modo. Semplicemente rifiutava l'idea di non aver nessun motivo per vivere, nessun motivo per sorridere alla vita, di non aver nulla che l'avesse salvata nei momenti difficili. Vedeva molte ragazze che impiegavano la loro adolescenza uscendo, pensando solo ai ragazzi e come avrebbero potuto piacergli, a modellare il loro corpo per farsi belle davanti agli altri. Persone che in breve vivevano per piacere gli altri e non per se stessi. Si chiedeva cosa pensassero di loro, se avessero degli interessi diversi dai trucchi o creme per della pelle perfetta.
<<-Ma buongiorno!->>
Grace si girò d'impulso per vedere chi fosse entrato. Era un ragazzo, bellissimo. Era alto, con dei bellissimi occhi castani e un ciuffo liscio che gli cadeva sulla fronte. Indossava dei jeans attillati e una canottiera che gli lasciava scoperti i muscoli delle braccia. Quel tipo faceva palestra, ogni ora di ogni giorno probabilmente.
<<- Evan! Finalmente, ti stavamo aspettando->> quasi urlò Mrs. Diamond, la docente, alzandosi velocemente per andare a salutarlo. Era una donna molto esuberante.
<- Impossibile! Io sono sempre puntuale->>
<- Solo tu in tutta l'accademia! Ti presento Grace, ha un grandissimo talento nella musica. È una pianista e ora sta imboccando la strada anche del canto leggero->> disse con un'aria fiera .
Odiava anche le presentazioni, erano imbarazzanti. Soprattutto se presenti una ragazzina vestita per andare al mare ad un aspirante modello di Hollywood.
Si limitò a stringergli la mano, senza dire una parola. Che vergogna, pensò. La guardava fissa negli occhi come se volesse vedere cosa c'era nascosto. Sentì tremarle le ginocchia, le mani e il cuore probabilmente. Evan distolse subito lo sguardo per rivolgersi a Mrs. Diamond.
<<- Ho deciso, voglio studiare canto lirico.->>
<<- Oh! Che bello, finalmente! Speravo in questa risposta. Dovete sapere..->> rivolgendosi verso me e il pianista accompagnatore, Mr. Musmarra.
<<- Etan da due anni a questa parte canta nei locali, o in giro per le piazze delle città canzoni classiche senza aver mai studiato. È un vero e proprio autodidatta, ma anche un po folle. Non si può imparare da soli a cantare lirica, caro mio.->> disse poggiandogli la mano sulla spalla. Anche lui si sentì in imbarazzo, non si aspettava così tante presentazioni probabilmente. Grace sorrise timidamente, cercando di placare il tremolio delle gambe e sperando che se ne andasse. Ma non fu così, perchè ovviamente Mrs. Diamond gli chiese di rimanere ad ascoltarla e lui cosa fece? Rifiutò garbatamente dicendo di aver un altro impegno? No, accettò volentieri lanciando un sorriso malizioso a Grace che arrossì all'istante. Le venne quasi la nausea, a stento era riuscita a salutarlo e ora doveva cantare davanti a lui? Talaltro le aveva fatto capire che era quasi una sfida. Provò a supplicare Mrs. Diamond con lo sguardo ma le sorrise, con l'aria di una a cui non importava minimamente di quello che stava provando a dirle. Ma lo aveva capito, Grace ne era certa. Dentro quell'accademia i docenti conoscevano perfettamente tutti i suoi piccoli lati oscuri, se non altro la musica riesce a mostrare anche quelli. Mr. Musmarra si girò verso di lei e sfogliando i fogli con gli spartiti disse:
<<- Allora, cosa cantiamo? Ti va di cantare "Io che non vivo"? Ti viene molto bene->>
Sapendo di non poter tirarsi indietro fece cenno di si con la testa e appoggiò la mano al pianoforte come usava sempre fare prima di iniziare a cantare. Il maestro iniziò a suonare l'introduzione, quando venne disturbato dalla suoneria di un cellulare. Evan si alzò velocemente e camminando verso la porta si congedò, sua madre lo aspettava in fondo alle scale. Grace si girò e i loro sguardi si incrociarono brutalmente, lo sguardo sicuro e deciso di lui contro quello timido e impaurito di lei. Le sorrise e chiuse la porta.
Le sorrise guardandola direttamente negli occhi e quasi dimenticò di avere il cuore, braccia e gambe.

Due note e un'armoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora