Capitolo 37

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Alex era in defibrillazione, perché proprio il giorno del loro rientro avevano ricevuto la fatidica telefonata che li informava della presa in carico della loro richiesta di matrimonio e presto li avrebbero contattai per il loro primo incontro con i funzionari.

Per sua fortuna, anche Liz aveva fatto ritorno e con lei Mike e l'apertura del pub che le avevano permesso di divagare un po' la mente, ma i suoi pensieri erano tutti concentrati su quanto da lì a poco sarebbe dovuto accadere, ne dipendeva il suo futuro e quello di Jason; quest'ultimo aveva ripreso il lavoro a pieno regime, avendone parecchio in arretrato e passando tutto il giorno chiuso nel suo seminterrato uscendo solo per mangiare e dormire e, in quei giorni, dopo il loro ritorno, Alex aveva notato quanto fosse diventato pensieroso.

Era spesso assorto, qualcosa lo tenevano lontano e Alex si era più volte chiesta se fosse dipeso dal racconto che aveva fatto della sua vita a Jason, mentre percorrevano la strada verso casa, quando gli aveva confidato la sua vita da bambina e quello che aveva passato, oppure quello che le aveva sempre detto la madre su di lui, o più semplicemente era preoccupato per il padre; aveva sentito Jason discutere al telefono con il fratello, anche Margaret lo aveva chiamato e Alex poteva solo immaginare quello che gli avevano detto, anche se sperava vivamente che le cose si calmassero prima o poi

-Alex? Mi stai ascoltando?- la voce di Liz la riportò in quella cucina, si guardò un po' intorno spaesata facendo ridere la moretta –Eri così assorta che ho parlato per cinque minuti da sola!- le disse ridendo e facendo arricciare anche le labbra di Alex

-Scusami, sono un po' in ansia per i colloqui- affermò in una mezza verità; il giorno prima si erano riviste e aveva raccontato tutto a Liz, della telefonata per il loro primo incontro con i funzionari, ma soprattutto quello che era accaduto a Londra e la sua amica non poteva credere che Jason avesse cercato di baciarla, cosa che Alex aveva più volte negato affermando che erano molto vicini, ma che non si sarebbero mai e poi mai baciati, sentendo ancora nelle orecchie la risata sguaiata che le aveva rivolto Liz al suo racconto

Avrei proprio voluto vedere se non avesse chiamato Camille!- le aveva detto facendola diventare un arcobaleno di colori per l'imbarazzo, ma per fortuna il discorso era caduto lì e si erano concentrate sull'arrivo del colloquio; Liz era convinta che ce la potessero fare, consigliandole di dare un'occhiata ai vari prodotti che Jason usava, o il tipo di vestiario che aveva e poi le aveva suggerito di mettersi d'accordo con lui per dire un'unica versione dei fatti che ritenevano poter raccontare, ma Alex ancora non era riuscita a parlare con il diretto interessato, un po' perché lo aveva visto sempre impegnato con il suo lavoro, un po' perché lei stessa aveva paura di parlarne

-Cosa mi stavi dicendo Liz?- chiese riprendendo ad impastare i muffin al cioccolato che aveva deciso di preparare quella sera, la moretta la guardò maliziosa

-Ti ho detto che dovresti pensare ad un regalo per Jason!- ripeté non accorgendosi di come Alex si fosse cristallizzata a quelle parole –Sì, insomma, è vero che è un uomo delle caverne e probabilmente basterebbe regalargli che so, una clava, un sasso o cose del genere, ma so che per te non è così, vero?- le chiese sorniona e Alex arrossì riprendendo a cucinare

-Mi ero completamente dimenticata che tra poco sarà il suo compleanno- ammise, mancavano pochi giorni ma era stata presa da una miriade di pensieri, fuorché il compleanno di Jason –non ho idea cosa possa piacergli o cosa potrebbe fargli comodo- aggiunse e pensò che fosse un altro punto a suo sfavore se pensava al colloquio

-Gli puoi fare una bella torta a forma di cuore- Alex la guardò con occhi sgranati facendo ridere di gusto la moretta

-Liz! Ma che dici?!- e sentì di nuovo tutto l'imbarazzo per quel suggerimento

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