Capitolo 19

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Si rese conto di quello che era accaduto, solo quando avvertì la stanza gelare all'improvviso; la sua testa a quelle frasi, gridate con tanto dolore, sotto quello sguardo ferito e sconvolto, era entrata in uno stato di trance, rivivendo ancora e ancora quei momenti che scandirono la sua amicizia con Emma.

Si voltò verso la porta di casa, spalancata, la paura lo inondò facendo esplodere dentro di lui l'adrenalina che lo spinsero a correre per raggiungere Alex. La pioggia cadeva pesante, scrosciava riempiendo l'aria, ma Jason iniziò a correre terrorizzato per quello che Alex avesse potuto fare in quello stato. Si maledì mentalmente ad ogni passo, ad ogni grido che si perdeva nell'aria nel chiamarla. Percorse la stradina buia che riportava sulla via principale, nessuna luce era ancora accesa, il freddo era pungente e l'acqua ghiacciata, ma il terrore di perderla lo invase e lo costrinse a correre sempre più veloce.

Si arrestò di colpo quando la vide da lontano, nell'attimo in cui finalmente le luci ritornarono ad illuminare strade e case. Era di spalle, completamente bagnata, la testa piegata in avanti le spalle ricurve, ferma sotto un lampione, tremava.

Jason sentì il cuore sbattere violento nella cassa toracica, pronto ad uscire fuori, le si avvicinò cercando di riprendere fiato

-Alex..- la chiamò piano quando ormai era dietro di lei, ma non la vide fare nulla se non rimanere di spalle, i capelli bagnati erano appiccicati, ricadevano sulla schiena e in ciocche davanti a lei, le spalle sobbalzavano leggermente

-Alex- le posò una mano sulla spalla, ma non ebbe il tempo di dire o fare nulla che lei si voltò di scatto e gli si lanciò tra le braccia, in uno slancio che gli fece quasi perdere l'equilibrio; piangeva come quel cielo in quella notte, senza riuscire a controllarsi, Jason la strinse forte posando il mento sul suo capo e lasciando uscire un sospiro di sollievo per essere riuscito a trovarla subito.

-Perché? Perché?..- ripeteva come una nenia da trafiggere ogni volta ciò che rimaneva del cuore ormai ridotto a pezzi di Jason; quante volte si era ripetuto quella domanda in tutti quegli anni?

Alla fine la prese tra le braccia e lentamente ritornò sui suoi passi.

Si sentiva distrutto, era riuscito a ferirla, ancora, non volendo certo, ma l'aveva fatto; quello che gli aveva raccontato l'aveva sconvolta: cosa aveva fatto? Si potevano raccontare quelle cose ad una ragazza che avrebbe dovuto ricominciare lì, ad avere una vita più tranquilla e normale? Lui doveva aiutarla, non abbatterla, non farla piangere in quel modo! Alex gli si era stretta al collo, sentiva i suoi singhiozzi all'altezza del suo orecchio e tremava come una foglia tra le sue braccia, non doveva andare così, pensò, mentre rientrò a casa.

Chiuse con un calcio la porta e si avvicinò al fuoco ancora acceso

-Alex, dobbiamo asciugarci- le disse piano, ma lei rimaneva stretta al suo collo continuando a piangere, così, facendo attenzione si inchinò a terra, con Alex addosso; si sistemò il più possibile vicino al fuoco e con la mano che le reggeva le gambe, prese un paio ciocchi di legno e li buttò nel fuoco che scoppiettò come ridestato. Tremavano entrambi, potevano sentire il freddo fin dentro le ossa, ma la cosa che più li aveva toccati era il dolore profondo, da scuoterli come rami al vento, lui per quello che gli aveva rivelato e ricordato, lei per quello che mai aveva saputo e per ciò che aveva perso.

Rimasero accucciati accanto al fuoco, mentre attorno a loro si apriva una pozzanghera d'acqua, per via degli abiti gocciolanti. Alex respirava appena, stretta a lui, così Jason lentamente le prese le braccia e con una leggera pressione sciolse quell'abbraccio, la ragazza rimase con il volto basso, i capelli a ricoprirle gli occhi

-Alex, dobbiamo assolutamente farci un bagno caldo e asciugarci- le disse, ma dalla ragazza non arrivò nessun suono, sembrava una bambola. Aspettò ancora qualche attimo, ma alla fine prese una decisione. Con un profondo sospiro, la riprese tra le braccia e con un po' di fatica si alzò di nuovo in piedi, Alex gli si strinse nuovamente addosso, mentre saliva lentamente le scale.

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