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I sogni della nostra esistenza presente sono l'ambiente in cui elaboriamo le impressioni, i pensieri, i sentimenti di una vita precedente.

Lev Tolstoj

Shinigami, cupo mietitore, Angelo della morte, questi e tanti altri i nomi che gli umani attribuivano a quelli come lui, ma infondo gli andava bene così, non aveva un nome o per lo meno non lo ricordava, come non ricordava il suo passato prima di diventare un trasporta anime, gli venne assegnato un semplice numero identificativo e da allora il suo nome divenne n°406.
L'unica cosa di cui fosse consapevole è  che per essere come lui, requisito indispensabile era l'essere già morti, ma il quando, il dove e il perché, erano quesiti le quali risposte non gli era concesso di sapere.
I trasporta anime non appartengono ne al bene né al male, vengono usati da entrambe le fazioni e rispondono ad un consiglio formato da tre arcangeli, Hariel, Raziel e Uriel, e da tre demoni, Asmodeo, Zais e Almarengo. Il consiglio si occupa di indicare le anime da prelevare, attraverso delle buste sigillate contenenti nome, cognome data e luogo della morte, buste che vengono recapitate ad ogni cattura anime alle 00:00 di ogni giorno, la modalità con la quale vengono consegnate è sconosciuta, semplicemente si materializzano dal nulla.
I cattura anime non sono vivi, ma vivono tra i vivi, non invecchiano, non muoiono, ma soffrono la fame, il sonno, il caldo, il freddo, forse come ultima espiazione per i peccati commessi.
In compenso viene fornito loro un alloggio, una sorta di rendita e due "abilità", la prima che li rende praticamente invisibili, nonostante l' abbigliamento total black, gli umani non riescono a percepirli, non completamente, alcuni dotati di una maggiore capacità sensoriale riescono a vederli con la coda dell'occhio, ma una volta distolto lo sguardo vengono identificati dal cervello come semplici ombre.
La seconda abilità gli conferisce la capacità di riuscire a vedere le reincarnazioni di ogni essere umano con cui stabiliscono un contatto fisico, un leggero tocco, e fotogrammi su fotogrammi, di visi, di luoghi, di pensieri e di sentimenti, scorrono nelle loro menti come la pellicola consumata di un film.
426 aveva sperimentato questa abilità solo una volta, inavvertitamente aveva sfiorato il braccio di un passante, e istantaneamente venne come catapultato in frammenti sconessi delle sue vite passate. Una volta ritornato al presente del passante non vi era più traccia, lasciandogli solo un forte senso d'impotenza, non era suo compito giudicare se la sua anima sarebbe andata al bene o al male, quello era un onere che spettava esclusivamente al consiglio. Per quanto si sforzasse non riusciva a comprendere a cosa potesse servire avere tale capacità.  Da quel giorno decise che avrebbe evitato qualsiasi tipo di contatto anche quelli accidentali, non voleva riempirsi la mente dei ricordi di qualcun'altro quando lui stesso non ne aveva neanche uno.

I cattura anime sono divisi in dipartimenti a seconda della causa della morte: Dipartimento degli omicidi, quello dei morti per malattie e cause naturali, degli incidenti e l'ultimo, considerato il dipartimento segreto, quello dei suicidi. Nessuno sapeva ne dove si trovava ne chi ci lavorava, c'era un tacito accordo di silenzio.
426 era stato assegnato agli omicidi, erano anni che prelevava le anime di persone uccise prevalentemente da chi in teoria avrebbero dovuto amarle, mariti, mogli, figli, genitori, fratelli, solo una piccola percentuale erano state uccise da sconosciuti. Per quanto avvolte desiderava essere vivo, avere una vita "normale", il suo lavoro gli aveva fatto disprezzare l'umanità, vedeva solo cattiveria e morte.
Non sapeva quando la sua punizione sarebbe terminata, c'erano colleghi che prelevavano anime da cento, trecento o quattrocento anni, nessuno sapeva, a parte il consiglio, quale sarebbe stata la tua ultima anima, quella che ti faceva vincere il jacpot aprendoti le porte del paradiso o dei dannati, si, perché nonostante quello che facevano, sarebbero potuti finire all'inferno, quindi la domanda era:
Che genere di peccato o di peccati aveva commesso?
La sensazione di essere un mostro era sempre presente, nonostante non sapesse neanche il suo nome, nonostante la sua mente era candida, la sua anima era sicuro fosse sporca, nera come la pece, macchiata di sangue, o forse neanche possedeva, forse ormai era solo un contenitore vuoto.

Anche se raramente capitava di ritrovarsi coinvolti in avvenimenti dove ci fossero nello stesso luogo anime da prelevare con una diversa modalità di morte, e quel giorno mentre attendeva l'ora prevista  si ritrovò affiancato da un collega proveniente dal dipartimento di morte accidentale.

"Hai mai pensato al tuo passato?"chiese al collega dal nulla.

"No e non mi interessa nemmeno scoprirlo, se veniamo privati della nostra memoria, il consiglio o forse qualcuno al di sopra di esso, avranno le loro buone ragioni"

426 ci riflettè su per qualche attimo, il discorso del collega aveva perfettamente senso.

"Hai ragione!"disse soltanto.

"Ho sentito che anni fa uno della divisione morte naturali, aveva ricordato"

"E cosa gli è successo?"

"Non lo so da allora non ho sentito più nulla, sarà stato catturato o magari è impazzito"

Se quella storia fosse stata vera, allora c'era un modo, come aveva fatto a ricordare?

"È ora, andiamo!"esclamò pichiettando col dito sul quadrante dell'orologio.

Dopo essere arrivati sul luogo prestabilito iniziarono il loro lavoro.

"Maichal Reed, morto per omicidio il 23/02/2020 al 37 di Reachomd street, è lei?"

"Si è il mio nome, è quello è il bastardo che mi ha ammazzato"

"Sono morto anch'io come vedi, mi hanno messo sotto, che sfiga!"

"Dovrei dispiacermi per te? Eravamo amici cazzo!"

I due shinigami ascoltavano la conversazione senza alcun dispiacere o empatia, ormai erano abituati a qualsiasi esternazione, urla, pianti, rabbia incontrollata, avevano capito da tempo che per un po bisognava lasciarli fare.

"Cosa ci succederà adesso?"

426 si aggiustava la cravatta cercando delle parole più diplomatiche possibili.

"Dipende non è per tutti uguale, e dipende anche se andrete su o giu"

L'assassino probabilmente immaginando dove sarebbe andato guardò con terrore l'asfalto sotto ai suoi piedi. Con un rumore sordo il terreno sì aprì  e due ombre nere avvolsero il peccatore e lo tracirano con se in quella apertura, che si richiuse subito dopo il loro passaggio.
Maichel guardava quella scena con gli occhi spalancati dal terrore, ma subito dopo si rilasso è sorrise.

"C'è mia nonna".

Camminava lentamente verso una luce blu al centro della strada, il suo viso era sereno, sorridente, la luce colorata adesso lo illuminava completamente,  sparì in un battito di ciglia e con lei anche l'anima.
426 aveva visto quella scena centinaia di volte, ma ancora si sorprendeva come le persone vedessero i loro defunti, in quello che lui percepiva solo come luci o qualcosa di indefinito.
Chissà se quando lui era morto fosse stato accolto da qualcuno che amava, o fosse finito avvolto dalle ombre? Poi si accorse che la risposta era ovvia, per i suoi peccati non ci sarebbe stata redenzione.

Ritrovarsi....un amore lungo due viteWhere stories live. Discover now