Capitolo 3 - La Chiave / Chapter 3 - The Key

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~🇮🇹
Davanti all'ingresso di Casa Baggins stava un nano, molto alto per gli standard degli Hobbit.
Aveva capelli bruni, intrecciati in piccole trecce ai lati e dietro la testa, mentre la barba, a differenza degli altri, era corta e ben curata.
I suoi occhi di ghiaccio sembravano penetrare l'animo di Bilbo:
"Gandalf avevi detto che questo posto sarebbe stato facile da trovare. Ho perso la mia strada due volte, se non fosse stato per quel segno sulla porta sarei ancora lì fuori a vagare per queste strane colline"
"Segno sulla porta? Non è possibile, è stata ridipinta non più di una settimana fa!"
"Così è codesto lo Hobbit di cui tanto parlavi, Gandalf?" disse ignorando la sua domanda e ponendosi davanti a lui con fare altezzoso:
"Esattamente. Bilbo, permettimi di presentarti Thorin Scudodiquercia, il capo della nostra Compagnia. Thorin, il nome dell'Hobbit è Bilbo Baggins" disse allegramente Gandalf sbucando dalla cucina:
"Piacere di... Conoscervi" borbottò Bilbo:
"Quindi, che tipo di arma preferite, Signor Baggins? Ascia o spada?"
"Veramente, sono bravino a tiracastagne, ma non vedo come questo sia rilevante"
"Lo immaginavo... Sembra più un droghiere che uno scassinatore"
Il nano lo guardò con fare ostile e si diresse verso la cucina, dove i suoi compagni lo accolsero calorosamente.
Lo Hobbit riuscì a distinguere le voci di Fili e Kili gridare:
"Zio! Ce l'hai fatta!"
Bilbo era amareggiato. Aveva 13 nani in casa, che gli avevano svuotato la dispensa e che per di più lo trattavano male. Era la peggior serata di tutta la sua vita.
Improvvisamente, la musica che proveniva dalla cucina cessò e in confabulare di voci indistinte fece incuriosire Bilbo a tal punto da farlo sgattaiolare silenziosamente fino alla porta:
"Novità dal raduno negli Ered Luin? Sono venuti tutti?"
"Sì, da tutti e sette i regni"
"Benissimo!"
"E cosa hanno detto i Nani dei Colli Ferrosi?"
"Loro.... Non verranno... Dicono che questa impresa è solo e soltanto nostra"
"Partite per un'impresa?" domandò curioso Bilbo, portando l'attenzione di tutti su di lui.
Nessuno rispose, ma Gandalf borbottò:
"Bilbo, amico mio. Procuraci un po' più di luce"
Lo Hobbit si avviò verso il salotto a prendere una candela, mentre Gandalf continuava:
"Lontano ad Est, oltre montagne e ruscelli, al di là di boschi e deserti, si erge un'unica vetta solitaria"
Tirò fuori una mappa ingiallita, che subito Bilbo illuminò con la poca luce emanata dalla fiaccola:
"La Montagna Solitaria" lesse Bilbo:
"Sì. Oin ha letto i presagi e i presagi dicono che è il momento"
"I corvi sono stati avvistati volare verso la Montagna, come era stato predetto"
"Quando gli uccelli del passato torneranno ad Erebor, il regno della Bestia avrà fine..." disse pensieroso uno, come se quella frase gli fosse stata ripetuta centinaia di volte prima:
"Quale Bestia?"
"Oh, era un riferimento a Smaug il Terribile, la maggiore e peggiore calamità della nostra era. Uno sputafiamme volante. Denti come rasoi, artigli come ganci da macello, appassionato di metalli preziosi.."
"Sì, grazie. So cos'è un Drago"
Uno dei nani si alzò:
"Io non ho paura, sono capace. Gli darò un assaggio di ferro nanico dritto nelle chiappette!"
Dopo una risata generale, il nano che Bilbo capì essere uno dei più anziani disse serio:
"Il compito sarebbe già arduo con un esercito alle spalle, ma siamo solamente 13. E non i 13 migliori"
"Saremo pure pochi di numero, ma siamo combattenti, tutti quanti. Fino all'ultimo nano!"
"E dimenticate che abbiamo uno Stregone con noi! Gandalf avrà ucciso migliaia di Draghi al suo tempo!" dissero i più giovani entusiasti.
Gandalf mormorò:
"Beh no, non direi. Che io... Io.."
"Quanti allora?" continuarono:
"Quanti draghi hai ucciso?"
Thorin guardò Gandalf inciampare tra le parole. Gli dispiaceva deluderli.
Tutti si misero a fare scommesse, buttando numeri assurdi, mentre Bilbo si tappava le orecchie. Erano proprio strani i Nani.
Thorin si alzò gridando qualcosa in Khûdzul, e il silenzio calò nella stanza:
"Se noi abbiamo interpretato quei segnali non pensate che anche altri lo abbiano fatto? Le voci si diffondono velocemente, Smaug è chiuso lì dentro da sessant'anni. Occhi avidi vegliano sulla Montagna, attendendo solo il momento opportuno per fare razzia di tutto ciò che trovano, e noi ce ne stiamo qui seduti mentre altri reclamano ciò che è nostro di diritto?! O afferriamo l'occasione e andiamo a riprenderci Erebor!?"
Quelle parole erano talmente incoraggianti che persino Bilbo pensò per un attimo di partire assieme a loro per aiutarli:
"Dimenticate però che la porta principale è sigillata" interruppe Balin:
"Non si può entrare nella Montagna"
"Questo, miei cari amici, è tutto da vedere" disse beffardo Gandalf, facendo roteare fra le mani una piccola chiave di ferro:
"Perché è nelle tue mani?" chiese incantato Thorin, mentre Bilbo osservava la scena sempre più curioso:
"Tuo padre me l'ha affidata. Per sicurezza. Ora è tua" disse appoggiando delicatamente l'oggetto nelle mani del nano sognante:
"C'è solo un problema. Abbiamo la chiave, ma la porta che essa apre rimane tutt'ora invisibile, essendo chiusa. La risposta giace da qualche parte in questa mappa, ma io non ho le capacità di decifrarla. Per nostra fortuna, ci sono altri nella Terra di Mezzo che ce l'hanno"
"Il piano che io ho in mente richiede riservatezza e una non piccola dose di coraggio" continuò lo Stregone voltando il capo verso Bilbo:
"Ecco perché abbiamo bisogno di uno Scassinatore!" disse uno, stupito:
"Hm, ed anche uno bravo. Un esperto, immagino" sorrise Bilbo. Era felice che il suo nome non fosse stato nominato nell'organizzazione dell'avventura. Ma il suo volto di adombrò quando un nano chiese:
"E tu lo sei?"
Tutti quegli sguardi fissi su di lui fecero sentire Bilbo minuscolo, inutile ed incapace:
"S-Sono cosa?" balbettò:
"Ha detto di essere un esperto! Evviva!" esultò un nano, con evidenti problemi di udito:
"Io? Cosa? No no no no, non sono uno scassinatore, nè tantomeno un professionista! Non ho mai rubato una singola cosa in vita mia!"
"Temo di dover concordare con il Signor Baggins. Non ha la stoffa da scassinatore"
"No"
"Le Terre Selvegge non sono per la gente a modo che non sa lottare né badare a sé stessi" aggiunse un altro.
Bilbo si trovava finalmente d'accordo con quei nani. Forse sarebbe semplicemente riuscito a convincerli a lasciarlo in pace.
Cominciò un'animata discussione per decidere se portare o no Bilbo, e per la gioia dello Hobbit la maggior parte puntava sul no.
Finché Gandalf non si alzò. La stanza si fece d'un tratto buia, e la sua voce rimbombava nell'aria, quasi fossero tutti stati rinchiusi in una bolla:
"Basta! Se dico che Bilbo Baggins è uno scassinatore allora uno scassinatore lui è!
Gli Hobbit hanno il passo notevolmente leggero, infatti possono passare inosservati da molti se lo vogliono. E, mentre Smaug è ben abituato al l'odore dei Nani, quello degli Hobbit gli è del tutto ignoto, il che ci dà un netto vantaggio"
Bilbo stava per obbiettare, ma lo Stregone continuò:
"Mi avete chiesto di trovare il quattordicesimo membro di questa Compagnia ed io ho scelto il Signor Baggins. In lui c'è più di quanto l'apparenza suggerisca e ha da offrire più di quanto qualunque di voi immagini... Incluso lui stesso"
Lo Hobbit rimase spiazzato a quella affermazione. Non si era mai ritrovato ad affrontare delle insicurezze, specialmente nel suo carattere. Ma a sentire le parole dello Stregone uno strano sentimento si era fatto strada nel suo cuore. E più lui provava ad ignorarlo, più esso ritornava potente e assaliva tutto il resto dei suoi pensieri:
"Dovete fidarvi di me su questo" continuò Gandalf.
Thorin sussurrò qualcosa che lo Hobbit non riuscì ad udire:
"Va bene allora, faremo a modo tuo" disse poi il nano:
"No, no" si lagnò Bilbo:
"Dategli il contratto"
"No, vi prego. Non sono uno scassinatore io-"
Balin gli passò un foglio, spiegando:
"Sono le solite cose, compegno delle spese personali, durata prevista, remunerazione, organizzazione di eventuali funerali, e così via"
Thorin gli schiaffò il foglio sul petto, mentre lo Hobbit balbettava:
"O-Organizzazione dei funerali?"
Si spostò in soggiorno, spiegando il foglio per leggerlo meglio e sospirando:
"Termini: pagamento alla consegna, fino a e non oltre un quattordicesimo del profitto totale, se esistente. Mh, sembra giusto.
La presente Compagnia non risponderà di lesioni inflitte da o come conseguenza di.... Incluso ma non limitatamente a lacerazioni, eviscerazioni?!
Incenerimento?" disse finalmente alzando gli occhi dal foglio:
"Oh sì, Smaug ti ridurrà in cenere in un batter d'occhio, se ne avrà l'occasione"
Le gambe di Bilbo cominciarono a tremare, mentre il suo respiro si faceva affannoso:
"A-Ah"
"Tutto a posto, ragazzo?" chiese Balin in tono preoccupato:
"Eh? S-sì sto... Sto per svenire"
Ormai gli mancava l'aria e si sentiva la testa pesare sulle spalle. Le sue gambe tremavano come foglie e minacciavano di cedere da un momento all'altro:
"Pensa ad una fornace, con le ali!" continuò Bofur:
"A-aria, ho bisogno d-di aria" balbettò Bilbo ormai pallido in volto:
"Lampo di luce, dolore cocente, e poi PUFF! Non sei più nulla se non un mucchietto di brace"
"Mh" disse lo Hobbit cercando di stare dritto e riprendere fiato.
Dopo un attimo, la vista di Bilbo si appannò e i rumori nella stanza si fecero ovattati:
"N-No"
L'ultima cosa che Bilbo sentì fu uno scricchiolare di una sedia e le sue spalle che sfioravano qualcosa di morbido.

|| Non Era Nei Miei Piani Innamorarmi... || Bagginshield❤️⚔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora