Capitolo 10: Sotto una pioggia di luci di Natale.

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Ciò che passa nella nostra vita viene inciso nella nostra memoria definitivamente.
Non viene rimosso nulla, mai.
Nella nostra mente c'è una dimensione alla quale la memoria cosciente non ha accesso, è come una foresta buia, irta di rami contorti e spine, di fosse coperte da foglie secche, di pericoli sedimentati in ogni dove, radicati lì chissà da quanto tempo. Quando dormiamo la soglia della nostra consapevolezza è un po' offuscata, per cui quel mondo oscuro che teniamo fermamente fuori dalla nostra coscienza da svegli, si svela, e si manifesta attraverso i sogni.
Ciò che ricordiamo al risveglio è il contenuto manifesto, risultato del lavoro onirico, che consiste nella trasformazione del contenuto latente in qualcosa di apparentemente non traumatico per noi. E' sempre difficile sviscerare il sogno e cercare di comprendere cosa urla la nostra mente a noi stessi.

Siamo noi i creatori della nostra oscurità, respingiamo quegli eventi dolorosi che lungo la vita stravolgono la strada lungo la quale camminiamo, destabilizzandoci, facendoci cadere, talvolta frantumando la nostra anima in mille pezzi.
È quindi una difesa la nostra; senza volerlo buttiamo via quel dolore in un posto in cui non potrà più toccarci, lanciandoci alle spalle i semi che daranno vita alle radici che abiteranno la nostra oscurità.

Erano le 2:00, mi ero svegliato di soprassalto. La maglietta appiccicosa contro il petto, fradicia come le lenzuola e i miei capelli...

Il cuore batteva forte come un motore, i miei occhi spalancati nel buio, terrorizzato dall'idea che qualcosa potesse afferrarmi per le braccia da un momento all'altro.
Era stato solo un incubo, dovevo stare tranquillo, i miei fantasmi non mi avrebbero trovato quella notte. Continuavo a rigirarmi nel letto, buttai via la maglietta e portai le coperte fin sopra la testa.
Non riuscivo a scrollarmi di dosso quell'orribile sensazione di essere trovato. Nonostante fossi consapevole del fatto che si fosse trattato di un sogno non riuscivo a gestire il panico che mi stava prendendo, ero certo che tra qualche ora sarei stato bene, nonostante questo, tremavo.
Avevo sognato il solito inseguimento, c'era qualcuno che mi aveva trovato e ce l'aveva con me, mi voleva morto.
Correvo con tutte le mie forze, cambiando spesso direzione per depistarlo, ma quando pensavo di averlo seminato, me lo ritrovavo di fronte e ricominciava l'inseguimento.
Mi alzai dal letto, accesi tutte le luci e feci una doccia fredda, avevo bisogno di levarmi di dosso quella sensazione angosciante.
Mentre l'acqua scorreva sulla mia testa, continuavo a riflettere su quello che avevo sognato...

Possibile che quell'uomo che mi rincorreva fossi io? Quella parte di me costruita sui principi che mi avevano inculcato i miei genitori?
Possibile che avessi più pregiudizi io, verso me stesso, adesso, nonostante tutto, di quanti ne avessero gli altri nei miei confronti? Ero ancora scosso, esorcizzai il momento scrivendo un messaggio a Noemi sul sogno di quella notte, asciugai i capelli, indossai degli slip e mi ficcai sotto le coperte. Cercai di liberare la mente riflettendo su ciò che avrei fatto il giorno seguente, sarebbe stata la vigilia di natale e facendo un resoconto veloce mi accorsi di avere fatto solo due regali, uno per Dhalia ed uno per Veronica. Mia sorella minore era un'appassionata di storia, la scelta del suo regalo di natale fu semplice, trovai in una videoteca una serie tv con sei dischi e ben ventidue episodi della vicenda della Regina Maria Stuarda di Scozia, ero in fibrillazione pensando alla reazione che avrebbe avuto scartando il suo regalo. La scelta del regalo di Dhalia fu un'impresa incredibile; era un'appassionata del fantasy "Harry Potter" come me, cercai in lungo e in largo la primissima edizione completa, e quando la trovai fui certo che fosse il regalo più bello che avesse mai ricevuto! Avevo già scritto per entrambe un messaggio di auguri e datato i bigliettini che avevo incollato alla carta regalo.

Quelle immagini ancora mi perseguitavano, diedi un'occhiata all'orologio attaccato alla parete, erano le 2:45 e la mattina seguente avrei dovuto incontrare Elisa alle 8:30 circa per comprare gli ultimi regali, ma non avevo ancora sonno. Misi giù i piedi dal letto e indossai velocemente dei pantaloni di caldo cotone che recuperai dall'armadio, scesi in cucina silenziosamente e preparai una camomilla, ritornato in camera la sorseggiai lentamente mentre scrivevo un messaggio a Simone: "Sveglio a causa di uno stupido incubo. Penso a quanto sarebbe confortante per me adesso se tu fossi qui. Sono certo che mi basterebbe anche solo vederti dormire nel tuo letto per stare meglio."

Più importante della luna e delle stelleWhere stories live. Discover now