Capitolo 5: Doc.

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"Ho bisogno di girare tre volte intorno al tavolo, solo così posso scongiurare la terribile sensazione che possa accadere qualcosa a mio padre in autostrada durante il viaggio di ritorno a casa."

"Devo lavare ancora una volta le mani, questa volta però è l'ultima.
Aspetta un attimo, ho toccato il rubinetto, e se lo avesse toccato qualcuno infetto da qualche malattia? ma che dico! l'HIV si trasmette solo attraverso un rapporto sessuale, però aspetta, non è impossibile, una minima probabilità di contagio potrebbe esistere, e se mettessi a rischio mio marito e i miei figli? Laverò bene il rubinetto e poi rilaverò le mani per essere certa di avere evitato qualsiasi tipo di contagio."

La compulsione è quel disperato comportamento manifesto spinto da un inconscio urlante che chiede di essere ascoltato, rassicurato, abbracciato, coccolato.
L'ossessione è radicata da qualche parte nella mente dello sventurato, risultato di un trauma sconvolgente della sua esistenza; un vetro in frantumi, un puzzle che cadendo a terra si rompe in mille pezzi.
È l'equilibrio che improvvisamente viene a mancare, come un boomerang ritorna quel trauma, quell'ossessione, e l'unica via che lo sventurato percorre ininterrottamente cercando inutilmente di liberarsene è la reiterazione di un comportamento distruttivo legato in qualche modo al trauma originario.
Il rubinetto, il giro intorno al tavolo, questa volta ero io come la croce che si dimenava in petto, capro espiatorio dell'ossessione di quell'uomo, che adesso mi faceva solo tanta pena.

Fu difficile pensare a come sarebbe stato rivedere Simone il sabato successivo in chiesa, dopo quello che era successo tra noi quella sera, una settimana prima.
Non gli scrissi per tutto il tempo, altrettanto fece lui, era il mio compromesso, non lo avrei fatto se prima non lo avesse fatto lui; l'idea che potessi in qualche modo alimentare quel mostro nella sua testa e arrecargli sofferenza, mi frenava all'istante. Una parte di me conosceva già la motivazione della sua improvvisa assenza, ma ne presi consapevolezza solo più tardi.

« La dottrina cattolica », mi ripetevo, come poteva imporre a persone comuni, fatte di carne ed ossa, un giuramento così innaturale. In che modo rinunciare all'amore verso un'altra persona avrebbe reso un prete o una suora migliore?

Rivedere Simone quel sabato durante la celebrazione e percepire una distanza così forte e immotivata, mi generò un dolore fisico che si aprì nella mia testa come una mazzata in piena fronte.
Mi chiesi tutto il tempo cosa stesse accadendo, in cosa avessi sbagliato, come avrei potuto rimediare, ma niente, non mi veniva in mente niente.
« Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco senza fine », cominciava così l'omelia di quella celebrazione, il vangelo secondo Marco che sottolineava l'importanza di tagliare via dalla propria vita, come un arto dal corpo, tutto ciò che comportasse peccato, che arrecasse sofferenza ed errori a qualcun altro. Era la mia omosessualità, l'amore che provavo per lui a dover essere tagliato e gettato via?

Rimasi in silenzio con la testa bassa, sforzandomi di mimetizzarmi con i colori dei cappotti che indossavano i signori di fronte a me, ma cosa stava accadendo? Ne ero certo, prima di quel momento, in tutti i mesi precedenti, tutti i sabati, le cose erano andate diversamente. Di solito rimanevo lì un'ora, il tempo della durata della celebrazione, fermo al mio posto, con lo sguardo fisso in avanti e le orecchie tese, pronto a cogliere ogni sfumatura del suo tono di voce e a ripetere nella mente per non dimenticarle le frasi più ambigue che diceva e che potessero in qualche modo essere rivolte a me.
Di solito lo faceva, sottilissimi riferimenti a quello che ci eravamo detti in confessione. Mi lusingava il fatto che traesse ispirazione per l'omelia da quello che gli raccontavo, mi faceva sentire importante, inoltre questo voleva dire che non si era limitato a quel momento di ascolto, ma che ci aveva ripensato ed elaborato un discorso generalizzato da condividere con tutti.
E poi c'era quella incessante sensazione frammista al desiderio, che tra tutta quella gente, lui fissasse proprio me.
Di settimana in settimana cambiavo posto per avvalorare la mia tesi; lui, ero certo, si volgeva all'ala destra o alla sinistra a seconda di dove mi trovassi. Ma cosa stava accadendo adesso?

Più importante della luna e delle stelleWhere stories live. Discover now