L'inizio dell'avventura

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L'ufficio di Mattarella era inondato da un chiacchiericcio confuso, interrotto poi dal presidente stesso.

"Giovanni, porta le tute" ordinò all'assistente. Giovanni uscì dalla porta in fretta per poi tornare con diverse divise coordinate in mano. "Questo sarà l'abbigliamento della squadra, disegnato interamente dall'onorevole signor Miccio sotto mie indicazioni" spiegò. Prese dalle mani di Giovanni una tuta nera con dettagli viola, decisamente aderente e che lasciava poco spazio all'immaginazione. Matteo stava cercando di scacciare via il pensiero di un Luigi vestito in quel modo.

Il presidente tornò alla sua scrivania e si abbassò per premere un bottone; a questo punto una parete si spostò lentamente rivelando un'ampia collezione di oggetti per spionaggio, aggeggi elettronici, cinture e armi.

"Cavolo Sergio! Non avrei mai immaginato fossi così deciso" commentò Giorgia con gli occhi spalancati, un po' come tutti gli altri in realtà.

"Invece è proprio così, mia cara" rispose Sergio. "Confido nel vostro coraggio e nella vostra intraprendenza amici miei, mi auguro di vedervi tornare sani e salvi e soprattutto con i piani. Dunque, avrete bisogno di qualche gadget speciale per affrontare la missione. Matteo," lo chiamò "avvicinati e scegli quello che più ti ispira".

L'uomo camminò fino ai ripiani illuminati da una potente luce azzurrina dove giacevano tutti quegli affari. "Non so cosa prendere" farfugliò.

"Segui il tuo istinto" suggerì il presidente.

Matteo fece un respiro profondo e poi chiuse gli occhi, alzando le mani così da farle trasportare da sole verso uno strumento esposto. Quando finalmente toccò qualcosa aprì gli occhi e vide di aver scelto uno strano cubetto di metallo con un forellino all'interno. "Cos'è?" chiese confuso.

"Oh, hai scelto il cubo, vedo" il presidente sorrise "Scoprirai il suo utilizzo quando lo userai e fidati," continuò velocemente prima di far ribattere Matteo in qualsiasi modo "saprai quando sarà il momento di usarlo".

Dopodiché tutti gli altri scelsero un oggetto e lo provarono entusiasti, tranne Matteo, ovviamente, che era rimasto in piedi ad osservarli mentre giocherellava con quel cubetto di metallo.

"È un aggeggio interessante, non trovi?" scherzò Luigi. Matteo alzò la testa sorpreso.

"Be', sicuramente intrigante, ma sapere a cosa serve sarebbe molto più soddisfacente" mormorò di risposta. Luigi non rispose e si limitò a sorridere guardandolo negli occhi scuri. L'altro, invece, arrossì debolmente.

"Sono sicuro che adesso abbiate imparato come usare i gadget, e se non l'avete fatto peggio per voi, ma è giunta l'ora di andare" se ne uscì Mattarella camminando verso la porta. "Vi aspetto sopra".

La squadra si affrettò ad infilarsi le tute per poi dirigersi all'eliporto segreto sul tetto del Quirinale.

"Tutti pronti?" domandò Lucia mentre accendeva i motori e gli altri si sistemavano all'interno del veicolo. Il gruppo annuì con sguardo fiducioso, e finalmente l'elicottero si alzò da terra, facendo un gran boato.

Fermo in piedi sotto di loro, Sergio li guardava con sguardo fiero ma un po' malinconico, sapendo che in realtà le possibilità che tornassero tutti e sei erano quasi pari a zero.

Amore al Quirinale | Salvini x Di MaioWhere stories live. Discover now