Capitolo 17

6.2K 207 18
                                    

«Sei sicura che non vuoi saltare la riunione stasera? Possiamo riferirti tutto noi, lo sai! » le chiese Harry per la quattordicesima volta mentre Hermione si serviva di una generosa porzione di pollo

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Sei sicura che non vuoi saltare la riunione stasera? Possiamo riferirti tutto noi, lo sai! » le chiese Harry per la quattordicesima volta mentre Hermione si serviva di una generosa porzione di pollo.
Il tonico di Madama Chips le aveva aperto lo stomaco, anche se il suo umore rimaneva a terra. Almeno però, sarebbe riuscita a mangiare, evitando di svenire sul piatto.
«Certo che si. Sto davvero meglio, te lo ripeto, era solo un po' di stanchezza, me lo ha confermato anche Madama Chips. »
Il moro la fissò apprensivo, prima di porgerle il pane. «Ecco, mangia anche questo. »
Hermione fece una risatina. «Non voglio abbuffarmi Harry. »
Quello scosse le spalle, prima di prendere il vassoio della carne.
«Sono anche di ronda stasera, quindi non tornerò con voi dopo la riunione. » aggiunse Hermione masticando il pollo.
«Che cosa? Assolutamente no, devi riposarti. »
«Harry, ho delle responsabilità. » alzò gli occhi al cielo lei
«Almeno stasera scambiamoci, con chi sei? »
«Con Michael» fece lei accennando al tavolo dei Corvonero. «Harry davvero, non ce n'è bisogno. »
«Ehi Corner!» gridò Harry facendo girare mezzo tavolo di Corvonero e assordando almeno una decina di Grifondoro. Il ragazzo in questione si girò, salutando l'amico con un sorriso.
«Stasera sostituisco Hermione, va bene per te? » dopo il cenno affermativo di Michael Harry si voltò con un gran sorriso. «Tutto risolto, vedi? »
Hermione ridacchiò: «Grazie, ma la tua prossima ronda la copro io, non accetto proteste. »
Dieci minuti e una porzione di insalata dopo, Ginny le scoccò un calcio da sotto il tavolo. Hermione ingoiò con calma l'ultimo boccone prima di guardarla. La ragazza sembrava soffrire di uno strano tic verso destra, ed Hermione per un attimo non capì, prima che un altro doloroso calcio le facesse riconnettere il cervello. Ai margini degli occhi pieni di lacrime dal dolore vide una testa bionda che ben conosceva avviarsi verso il corridoio fuori dalla Sala Grande. Da solo.
Trattenne il fiato facendo scivolare il tavolo di Serpeverde, badando bene di non attirare l'attenzione di Harry e Ron, e trovo quattro paia di occhi che la fissavano impazienti.
Confusa, spostò lo sguardo alternativamente da Blaise a Daphne e da Theo a Pansy. Blaise fu il primo a distogliere lo sguardo, con una risatina sommessa.
Interpretandola come la sua benedizione, Hermione scattò come una molla, abbassando la forchetta e fissando Ginny.
La rossa si riscosse dopo un attimo, e fece gaiamente. «Hermione, mi accompagni su in dormitorio? Devo cambiarmi la divisa, farà freddo dopo, alla riunione. »
Harry fissò stupito Ginny. «Posso accompagnarti io tesoro, non c'è problema. »
«Amore, non preoccuparti. Oltretutto in questo modo mi assicurerò che Hermione riposi un po' prima della riunione. Va bene per voi se ci vediamo lì? » fece zuccherosa.
Harry annuì, sollevato, insieme a Ron che per dimostrare la sua approvazione scuotè anche la forchetta.
«Bene allora, ma mi raccomando, non stancarla troppo. » fece in tono paternalistico verso Hermione, che si affrettò a congedarsi.
Appena uscite dalla Sala Hermione si voltò al colmo del panico.
«Che faccio adesso? » fece nervosa mentre spostava velocemente il peso da un piede all'altro.
Ginny alzò gli occhi al cielo. «Mantieni la calma e vai da lui. Muoviti! » la sospinse verso il corridoio facendola quasi inciampare, mentre le strattonava la borsa dei libri.
«Questa dalla a me. Sbrigati Hermione! »
La riccia non se lo fece ripetere due volte e si slanciò immediatamente verso le scale. Sperava di trovarlo alla Stanza delle Necessità, ma avrebbe battuto quel maledetto castello palmo a palmo pur di trovarlo e parlargli.
Non fece troppa strada perché un paio di mani fredde la abbrancarono per la vita appena salita sul pianerottolo.
Quasi urlò dal sollievo quando la attirò a sé e quando senti il caldo familiare del suo corpo si trattenne appena dallo scoppiare a piangere come una bambina.
Lo sguardo inquieto del ragazzo era fermo sul suo volto mentre la fissava, la fronte corrugata. Le portò una mano alla guancia asciugandole via una lacrima che era sfuggita al suo controllo, mentre Hermione cercava di recuperare fiato e parlare.
«Draco... mi dispiace tanto, sono stata una stupida, io...» tirò su con il naso, mentre Draco le metteva una mano sulla bocca.
«Ma dico Granger, sei idiota! Correre come una pazza dopo aver passato la giornata in Infermeria? » fece polemico mentre la spingeva in un angolo più appartato del corridoio.
Hermione sgranò gli occhi mentre lui la fissava con gli occhi ancora inquieti, le mani ancora attorno alla sua vita a sfiorarle lentamente la pelle. Quel semplice tocco la caricava di adrenalina, gonfiandole il cuore di emozione. Le era mancato immensamente.
Alzò le mani portandole al suo viso, accarezzando la pelle bianca e liscia. Chiuse gli occhi a quella sensazione così familiare ed incapace di trattenersi appoggiò la fronte alla sua spalla, abbracciandolo ed ispirando il suo odore.
«Ti prego... respingimi se vuoi ma prima lasciami fare questo. » sussurrò con la voce spezzata. Aspettava che da un secondo all'altro lui la respingesse, per questo rimase senza fiato quando le sue braccia la serrarono. Il ragazzo le affondò il viso nel collo, rimanendo poi immobile, mentre Hermione sentiva chiaramente il cuore di entrambi battere ad un ritmo forsennato.
«Stai bene adesso? » le chiese dopo un tempo infinito in un sussurro mentre si staccava da lei e le accarezzava lentamente il viso.
Hermione annuì. «Era solo stanchezza... sono giorni che non dormo bene. » spiegò semplicemente.
Draco non le rispose, limitandosi a prenderle tra le dita una ciocca di capelli ed accarezzarla. Hermione prese un grosso respiro prima di continuare.
«Ero preoccupata per te... pensavo che ti fosse successo qualcosa, sono stata in Infermeria, ti ho cercato ovunque e... »
«In infermeria? E che hai detto a Madama Chips? » fece quello in tono canzonatorio.
Hermione scrollò le spalle. «Che avevo mal di testa e mi serviva una pozione. »
Draco ridacchiò. «Granger Granger... non ti starò portando sulla cattiva strada, ora menti ai professori per me?»
La ragazza si morse le labbra, mentre cercava di capire il suo atteggiamento.
«Sei arrabbiato con me? » chiese lentamente consapevole di quanto fosse stupida la domanda.
«Forse. » fece lui con un mezzo ghigno sulla faccia.
Hermione si rilassò un po' contro di lui. «Però sei uscito da solo. Ti sei fatto trovare. » tentò
Draco stornò il suo sguardo. Era ormai sicura che non le avrebbe risposto quando non disse, in un sussurro quasi muto. «Evidentemente non riuscivo a starti lontano. »
Le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento le scivolarono sul viso, mentre buttava fuori tutta l'ansia che l'aveva attanagliata fino a quel momento con un gran sospiro.
«Mi dispiace tanto Draco... non avrei mai dovuto dirti cose simili. » articolò tra le lacrime.
«Lo so... smettila di piangere. » Mentre era ancora sepolta nel suo abbraccio lo senti mormorare. «Dobbiamo parlare. Ti devo spiegare perché...»
«No. » Hermione scosse la testa per poi staccarsi. Gli prese il mento tra le mani. «Guardami, Draco. »
Lo sguardo tormentato di lui la turbò, consapevole di esserne la responsabile, quindi prese un grosso respiro prima di articolare. «Mi fido di te. Mi fiderò sempre di te. » lo fissò negli occhi cercando di imprimerci dentro anche quello che non riusciva a rivelargli.

Grown | DramioneWhere stories live. Discover now