30. È il momento di scegliere

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SORPRESA!! Buon Ferragosto 😁❤️

Cheyenne
A cena mi ritrovo in uno stato di shock che mi fa percepire tutto ovattato e lontano. Mia madre non dà un attimo di tregua ad Hans, informandosi sull'impero economico dei Wagner. Io invece non riesco a pensare ad altro che alle sue parole, al suo ricatto. Posso davvero sposare qualcuno che non amo? Quanto sono disposta a spingermi in là per realizzare i miei sogni? Ci sono limiti alle folli richieste di mia madre? Questo matrimonio potrebbe davvero essere la fine? La smetterebbe di dirmi cosa fare? Non lo so più.
Mio padre cerca di spostare la conversazione su un altro piano, chiedendo delle condizioni di salute del signor Wagner. Non si fida mai dei figli che si occupano troppo a lungo degli affari dei propri genitori senza che il passaggio del testimone fosse già programmato nei minimi dettagli. Ma è evidente che Hans gli piace, e a me si chiude ancora di più lo stomaco. Osservo l'aragosta nel mio piatto fissarmi con lo stesso sguardo disgustato e sofferente che io le ho rivolto finora. Sposto impercettibilmente il piatto lontano da me, per niente affamata.
Anche Amélie e Lionel ci hanno onorato della loro presenza, stasera. Sono tornati a New York la settimana scorsa, dopo l'ennesimo viaggio d'affari. Mia sorella non poteva aspettare ancora un po' per scegliere il giorno delle nozze? La guardo di sbieco mentre sorride come una brava, futura moglie al fianco del suo futuro e indifferente marito. Lionel è veramente... immeritevole anche soltanto di essere nominato. Così ordinario, noioso, privo di passione. Quando eravamo piccole, Amélie – da sempre quella ossessionata dall'idea di un matrimonio fiabesco – diceva che avrebbe sposato il principe azzurro, invece si è ritrovata Lionel. Non credo neanche che possa essere definito un uomo, per quanto è apatico. Prima del dessert, infatti, si congeda, e Amélie lo segue al piano superiore. Sia mai che la mousse lo addolcisca un po'. Mia madre mi guarda storto quando ne accetto una porzione dalla signora Viscogliesi, ma ignoro il suo divieto implicito di avvicinarmi agli zuccheri con un'abbondante cucchiaiata. Hans sembra essersi accorto del nostro tacito gioco di sguardi, infatti lo sento soffocare una risata, poco dopo il suo ginocchio colpisce leggermente il mio, rimanendo poi lì, a contatto con la mia gamba. Il cuore salta un battito, e con la coda dell'occhio vedo il sorriso sereno sul suo volto. Posso amarlo? Forse sì. Se non ci fosse qualcun altro nella mia testa tutto il tempo...
Mentre penso ancora una volta alla decisione che devo prendere entro domani, sento la mano di Hans raggiungere la gamba contro il mio ginocchio. La poggia su di esso e lo strizza leggermente.
«Rilassati», mimano le sue labbra, e un sorriso rassicurante si allarga sul suo meraviglioso volto. La bellezza di Hans mi mozza il fiato ogni volta. Sembra davvero il principe azzurro, altro che Lionel. Con quei capelli biondi, morbidi come la seta, e gli occhi azzurri dal taglio allungato e felino, gli zigomi alti e le labbra piene, Hans è indubbiamente fiabesco, perfetto. Eppure, qualcosa continua a non tornare...
«Signori Leroy, è stato davvero un piacere e vi ringrazio per la cena deliziosa, ma vorrete scusarmi se desidero fare una passeggiata con Cheyenne e prendere un po' d'aria fresca».
Cosa? Sollevo lo sguardo su di lui, confusa, e Hans mi fa un occhiolino. Sta cercando di salvarmi. Mia madre è in visibilio.
«Figurati, Hans», gongola. «È stato un piacere per noi averti qui, sei già di famiglia».
Ho un tuffo al cuore quando sento quelle quattro parole abbandonare la bocca di mia madre. Sei già di famiglia. E allora lo capisco. Non c'è davvero una scelta, sono stata stupida anche soltanto a pensare che spettasse a me decidere. Sposare Hans non è un'opzione, è un obbligo. Il cuore mi sprofonda nel petto. Deve trascinarmi letteralmente via dalla sala da pranzo, perché i miei piedi hanno smesso di funzionare. Osservo la mia mano stretta nella sua, la schiena fasciata dal completo blu si erge davanti a me, incombente e allo stesso tempo rassicurante. Il groppo in gola si scioglie lentamente, lasciando il posto alla speranza. Forse può funzionare tra noi. Me lo ripeto da tutta la sera, eppure c'è sempre qualcosa che stona. E so benissimo cos'è. Allen dannato James. Mi è entrato sotto la pelle e non riesco a liberarmi dei suoi occhi scuri, del suo profumo, della sua voce bassa e suadente. È sempre lì, nella mia testa, che mi giudica. Ma con lui non ho più speranze, e forse è tempo di accettarlo.
«Vuoi fare una passeggiata? Ti ho vista in difficoltà e mi sono sentito in dovere di salvarti». Hans si ferma davanti alla porta dell'ingresso. Controllo che nessuno ci stia ascoltando, poi gli sorrido. Cerco di sgomberare la mia mente da qualsiasi pensiero, di concentrarmi su di lui, altrimenti non saprò mai se le cose tra noi possono funzionare. Devo dargli sul serio una possibilità, se è questa la mia unica scelta. Finora siamo usciti in modo informale, disinteressato, almeno da parte mia, ma è ora di cambiare le cose.
«Il mio cavaliere dall'armatura scintillante», scherzo, e lui ride divertito. «Grazie, sul serio, mia madre può raggiungere dei picchi di pesantezza assurdi».
«Ho notato che ti sta parecchio col fiato sul collo, vuoi parlarne? Magari durante una passeggiata al chiaro di luna?» Mi fa un occhiolino, e mi ritrovo a sorridere.
«Vedo che non perdi mai il tuo charme, Mr. Wagner», lo prendo in giro. Mi infilo la pelliccia, lui afferra il suo cappotto e ci lasciamo Villa Leroy alle spalle.
«Oh no, ce l'ho cucito addosso». Ed è vero.
Camminiamo in silenzio per qualche minuto, la sua mano sfiora ritmicamente la mia, e non ci credo neanche per un secondo che è un caso.
«È sempre stata così... pressante?» È Hans a rompere il silenzio. Sollevo lo sguardo su di lui, e non ho bisogno di chiedere per capire a chi si sta riferendo. Nelle ultime sei settimane ha cenato da noi svariate volte, ed evidentemente gli attacchi misurati di mia madre contro di me non gli sono sfuggiti. Mi chiedo se gli abbia parlato del matrimonio, e istantaneamente la mia gola diventa secca.
«Sin da quando sono piccola. Non ho mai potuto veramente scegliere nella mia vita, sai? È sempre stato tutto programmato», confesso. L'aria fredda mi sferza il viso, facendomi rabbrividire.
«Ti capisco, anch'io ho avuto poca scelta, almeno per quanto riguarda gli affari. O l'azienda di famiglia, o niente».
«Hai mai potuto scegliere chi amare?» La mia audacia sorprende sia lui che me stessa. Un leggero imbarazzo cala tra noi, ma Hans lo spazza via in un attimo.
«Mi sono state presentate tante ragazze ideali, se capisci cosa intendo, ma non mi hanno mai obbligato a frequentarle. Certo, i consigli dei miei genitori sono molto spinti». La sua risata si solleva nella notte, e riesce a strappare un sorriso anche a me.
«Eppure», continua. «C'è una ragazza ideale per cui ho un debole, e non mi dispiacerebbe affatto portare le cose a un altro livello». D'improvviso smette di camminare e mi afferra la mano. Niente più contatti casuali. Una presa ferma e al contempo delicata. E per la mente mi passa il pensiero che Hans è proprio così. Determinato ma elegante, leggero. La luna si riflette nei suoi occhi azzurri che ora tendono al blu, il naso dritto si avvicina al mio, l'altra mano raggiunge le mie guance fredde per l'aria di fine febbraio, e il cuore inizia a battermi contro la cassa toracica sempre più forte. Sentimenti diversi si danno battaglia dentro di me, ma i suoi occhi mi hanno inchiodata sul posto. C'è un calore piacevole al loro interno, e un sentimento profondo che si estende anche alla mia anima e mi riscalda dolcemente.
«Dalla prima volta che ti ho vista, a Cold Spring, non sono più riuscito a smettere di pensare a te. Eri seduta lì, su quella panchina di fronte al fiume, e il vento si insinuava tra i tuoi capelli, che erano l'unica nota calda in quella giornata gelida. Mi hai rapito, non riuscivo a smettere di guardarti, e quando hai sollevato lo sguardo su di me ho seriamente pensato di essere morto, perché quello doveva essere il Paradiso. I tuoi occhi erano di un verde così brillante, come se racchiudessero una foresta intera, e l'espressione sorpresa sul tuo viso mi ha travolto come un'onda. Non ho mai provato nulla del genere, e non ho mai creduto nel colpo di fulmine, ma non so in che altro modo definire quell'incontro. Quando poi ti ho vista al gala ero felice come un bambino, mi sembrava che il destino volesse dirmi qualcosa, e mi sono ripromesso che mi sarei buttato, ci avrei provato, perché lasciarti andare sarebbe stato il più grande rimorso della mia vita. Così, quando i tuoi genitori mi hanno invitato a cena e ti ho ritrovata anche lì, mi sono detto che non potevo perdere quell'occasione, e ti ho chiesto di andare a prendere un caffè. Quando finalmente hai accettato, mi hai reso l'uomo più felice del mondo, e queste ultime settimane mi hanno fatto capire che nella mia vita prima di te mancava qualcosa, e ora che l'ho trovata non ho intenzione di perderla».
La sua confessione mi lascia a bocca aperta, le sue parole mi scavano nell'anima, accendendola di un calore che non ho mai provato. Non pensavo che Hans provasse questo per me, e se da una parte mi spaventa, dall'altra mi sento amata, importante, e non riesco a trattenere un sorriso smisurato, così grande che dopo un po' mi fanno male gli zigomi. Le sua labbra sono ormai ad un soffio dalle mie. Mi sposto impercettibilmente in avanti, come se ci fosse una forza che mi attira verso di lui.
«Hans, nessuno mi ha mai detto una cosa del genere...»
«Cheyenne, posso baciarti?»
La mia risposta non tarda ad arrivare. Cancello la distanza tra noi, e la mia intraprendenza sorprende ancora una volta entrambi. Per un secondo Hans rimane pietrificato, poi mi stringe tra le braccia e dischiude leggermente le labbra. Mi accarezza dolcemente, senza fretta, e riesco a percepire tutta l'attesa che l'ha torturato fino a questo momento. Gli infilo le mani tra i capelli, nel tentativo di avvicinarlo ancora di più. Il bacio diventa sempre più intenso, e quando siamo entrambi senza fiato ci allontaniamo, senza davvero il desiderio di lasciare l'altro. Con una mano mi carezza la guancia, l'altra invece si infila tra i miei capelli, sciogliendo i nodi creati dal vento. Il suo tocco getta brividi lungo la mia spina dorsale, e passano parecchi e densi secondi prima che riapra gli occhi. Un torpore piacevole si impossessa di me, e tutte le preoccupazioni svaniscono. Ci siamo soltanto noi due. E tutto sembra possibile.
Come tutte le cose belle, però, anche questa deve finire. Il mio cellulare squilla, segnalando l'arrivo di un messaggio. Hans si schiarisce la gola e si tira indietro, il rossore sulle sue guance mi scalda il petto, facendomi sorridere. Il sorriso, però, si spegne come un fuoco che viene privato dell'ossigeno quando leggo quelle poche righe, e il cuore inizia la sua corsa sfrenata. Si schianterà, prima o poi?

Misfits - DisadattatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora