Dopo che le lezioni finirono, tornai a casa e trovai i miei genitori ancora lì. Il che fu sia un sollievo che una sorpresa. Ero felice che non se ne fossero andati di nuovo. Non volevo essere lasciata sola per un po'.

"Ehi, papà." Mi avvicinai a lui con un ampio sorriso, abbracciandolo. Ero così felice di vederlo fuori da quell'ospedale.

"Com'è andata la giornata?" Mi arruffò i capelli, il che, a dire il vero, non era divertente sistemarli, ma era una cosa che faceva da quando ero piccola, e segretamente mi era sempre piaciuto.

Prima che potessi accasciarmi sul divano e lasciare che l'evidente dolore di tutto mi sopraffacesse, vidi mia madre uscire dalla sua stanza con un abito da lavoro.

"Proprio come ogni altro giorno." Annuii, stringendo le labbra e lasciandomi cadere sul divano accanto a lui. Da qualche parte intorno alla casa, sentii il miagolio di Chicken. "Voi...restate?"

Speravo segretamente che rimanessero. E con mio grande sollievo, mio padre annuì. Sorrisi e mi alzai, andai al frigorifero e presi del succo di mela.

"Il tuo amico Alex è passato di qui." Disse mia madre mentre si fermava accanto al bancone della cucina, tendendomi una mano. Solo allora notai un piccolo biglietto piegato.

Non lo presi, però.

"Cosa ci faceva qui?" La mia voce uscì un po' strana e lei doveva averlo notato dato che mi rivolse uno sguardo confuso. Teneva ancora il foglio verso di me.

"Non lo so. Immagino che abbia saltato scuola." Lei alzò le spalle.

Saltato la scuola.

"Cosa che non avrebbe dovuto." Aggiunse altrettanto velocemente. Avrei alzato gli occhi al cielo se non fossi stata ancora bloccata al punto della storia in cui lui era venuto qui. "Tu non fai questo genere di cose, vero?"

Presi il biglietto da lei e lo aprii.

Mi dispiace davvero, Sky. Posso spiegare. Non sarà così brutto quando lo sentirai. Te lo prometto. Per favore, ascoltami.

Deglutii prima di ridurlo lentamente in una palla, stringendo e stringendo finché non fui sicura di non riuscire a sentire la voce di Alex dietro quelle parole. Poi lo buttai via.

Sia mia madre che mio padre sembravano aver notato la mia azione improvvisa. Mi accasciai di nuovo contro il divano e mi accigliai come avevo fatto dalla notte scorsa.

"Pensavo che tu e Alex foste amici." Disse papà in un modo molto più calmo di quanto avrebbe fatto mia madre.

Iniziai a slacciarmi le scarpe, sforzandomi di non pensare troppo ad Alex. Ero stanca di pensare così tanto. C'erano così tante domande a cui volevo una risposta. E sì, sapevo che dovevo dare una possibilità ad Alex e farmi dire, farmi spiegare questo, ma io... non volevo ancora affrontarlo. Mi faceva sentire male il pensiero di affrontarlo in questo momento.

"Lo eravamo. È solo una testa di cazzo." Brontolai.

Ero sicura che avrei visto uno sguardo se avessi guardato mia madre. "Skylar, non usare più quella parola."

Certo. Alexander era la testa di cazzo più grande che avessi conosciuto.

"Allora," mi schiarii la gola. "È un buon momento per chiedervi di quella cassaforte?" Era un modo educato di chiedere. Non volevo proprio attaccarli di nuovo come quel giorno. Non volevo rivedere nessuno dei due in ospedale.

Ci fu silenzio per i successivi secondi. Stavo per rimangiarmi con attenzione le mie parole quando mio padre parlò,

"Credo di sì." E quando si sedette accanto a me, e mia madre sulla sedia che mi guardava, rimasi sorpresa un po' troppo a lungo. Questa era in realtà la prima volta che entrambi mi prestavano tutta la loro attenzione. Non mi stavano escludendo.

Bitter Heart | ✔ (Italian Translation)Where stories live. Discover now