Tre

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Skylar's POV

Ero euforica al pensiero di tornare a casa quando le lezioni terminarono, sdraiarmi e godermi il resto della giornata con Chicken.

Ma quando Alex mi lasciò davanti casa mia e aprii la porta d'ingresso, mi resi conto che non era chiusa a chiave. Il che significava che avevo dimenticato di chiudere la porta a chiave stamattina, oppure che qualcuno era entrato.

Entrambi i pensieri erano ugualmente terrificanti.

Con cautela, varcai la soglia, augurandomi che Alex rimanesse nel vialetto almeno per qualche altro minuto. Si era allontanato appena ero scesa dalla sua auto, cosa che faceva spesso in questi giorni. Di solito, però, non lo faceva. Ora che ci pensavo, io e Alex facevamo anche un sacco di pigiama party. Praticamente vivevamo l'uno a casa dell'altro.

Ma Alex era diventato un po' distante. Il che era strano. Non glielo avevo fatto notare, nel caso in cui fossi stata a pensarci troppo.

"C'è qualcuno?" Dissi mentre chiudevo la porta d'ingresso dietro di me.

Una grande parte di me si aspettava il peggio, tutti i titoli di coda di ogni

film dell'orrore che avevo visto in vita. Dovevo davvero smettere di

guardarli prima che la mia vita ne diventasse uno.

Con mio grande sollievo, all'interno non c'era il fantasma di una suora cattolica o un serial killer con una maschera ad aspettarmi. C'erano solo mio padre e mia madre che aspettavano nel salone, con l'aria indaffarata, tanto che non si accorsero nemmeno del mio arrivo.

Mi fermai all'ingresso e li guardai con sorpresa. Papà stava sistemando alcune carte che erano sparse davanti a lui sul tavolino. Mamma, invece, era impegnata in una telefonata. Non mi sarei sorpresa se non fossero stati i miei genitori. I miei genitori erano raramente a casa, a meno che non fosse mattina presto o sera tardi.

"Mamma? Papà?" Mi stampai un piccolo sorriso sul viso proprio mentre Chicken usciva dalla cucina e si dirigeva verso di me. La presi subito in braccio e accarezzai il suo pelo marrone chiaro.

Nello stesso momento, mia madre chiuse la telefonata e mi guardò, rispecchiando il mio sorriso. Era perfetta come sempre, come se si fosse appena cambiata in abiti da lavoro, con i suoi capelli biondi lunghi fino alle spalle perfettamente pettinati. A differenza sua, io avevo sempre

capelli raccolti in una coda di cavallo, dello stesso colore castano che avevo ereditato da mio padre.

"Sei qui," Disse lei prima di avvolgermi in un breve abbraccio, senza curandosi del fatto che Chicken fosse schiacciata tra di noi. Anche se ero sicura che a Chicken non dispiacesse. Adorava gli abbracci.

"Com'è andata a scuola?" Papà mi risparmiò un piccolo sorriso, anche se non alzò lo sguardo da quei documenti.

"È stata fantastica." Il che era decisamente una bugia. Il liceo non mi era quasi mai sembrato bello. "Cosa ci fate qui?"

La domanda sarebbe stata scortese se non si fosse trattato dei miei genitori. Come avevo detto, i miei erano raramente a casa.

Papà questa volta mi guardò e ridacchiò. "Non ci vuoi qui?"

Scrollai le spalle e andai verso il divano, sedendomi accanto a lui e lasciando che Chicken si accoccolasse sul grembo.

"Non siete quasi mai qui," Dissi.

Il telefono di mia madre squillò nella sua mano e lei rispose quasi subito, come se stesse aspettando quella chiamata, prima di uscire dalla sala.

Probabilmente era uno dei suoi clienti, pensai.

Bitter Heart | ✔ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora