«Gli anni che servono per poter fare questo lavoro» ringhia scocciata dalla mia domanda. Ma fa sul serio? È così difficile oppure fa solo finta?

Quando sono diventato così presuntuoso?

«Sei cosi gentile con tutti i clienti o è un trattamento speciale su misura?» domando osservando il soffitto.

«Solo per quelli che si credono Dio.» sghignazza appena e continua a tracciare le sue linee.

Ho già incontrato donne così e so come comportarmi, sono tutte uguali.
Non ne ho mai incontrato di diverse quindi sono sicuro che lei non faccia eccezione.

Anche se la sua lingua tagliente ha un tono molto sexy.
«Stai elogiando il mio ego» sospiro cercando di non ridere.

«Senti, lo so come sono quelli come te. Dacci un taglio e sta' un po' zitto. Altrimenti, se io non ti vado bene a fine seduta passerò i bozzetti al mio collega e ti finirà lui questo tatuaggio. È bravo quanto me.»

Quelli come me? Faccio quasi fatica a finire di ascoltare la sua frase perché sono rimasto alla prima parte.

«Quelli come me?» domando irritato da quella ragazzina. Cazzo, non può offendermi e farla finita in quel modo.

Io non mi faccio offendere da nessuno.
Quelli come me.
L'ombra che mi aleggia dentro sale fino in gola come a minacciarmi e dirmi che lei sa, lei sa chi sono.

Lei non sa proprio nulla, e non potrebbe mai capire.
«Sì, belli e tenebrosi. Pensi che tutte caschino ai tuoi piedi, cercano le tue attenzioni, vogliono di più, vogliono salvarti dal fottuto oblio che ti attanaglia le viscere. Quando in realtà non te ne frega un cazzo di essere salvato e non permetteresti a nessuno di toccarti in profondità, ti nascondi dietro ai tatuaggi e alla tua parlantina del cazzo per elemosinare un po' di attenzioni. Brad Pitt, io non sono una di loro.»

Durante tutto il monologo la sua voce non ha tremato e la sua mano è ferma e lavorava veloce.

Rimango interdetto da quello che mi ha detto, rimango stupefatto del fatto che lei abbia capito così in fretta. Mi accorgo di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo e butto fuori l'aria come fosse veleno, come se lei fosse un fottuto serpente a sonagli.

L'aria sibila nel mio petto e il cuore rimbomba contro la cassa toracica, minacciando di sfondarla.
Il mio volto si rabbia nell'istante in cui capisco realmente le sue parole.

Chi cazzo è per permettersi di parlarmi in quel modo?
Come se mi stesse leggendo nel pensiero ferma la macchinetta e la appoggia sul piccolo tavolino che ha accanto.

«Prendo cinque minuti di pausa, puoi uscire se vuoi. Copriti con la maglia il tatuaggio» borbotta alzandosi e togliendo i guanti come se volesse lanciarli lontano.
Che cazzo le prende? E perché non sono riuscito a ribattere alle sue accuse?

Apre la porta di scatto ed esce dalla piccola stanza respirando pesantemente.
Cosa ne può sapere lei delle mie ombre? Cosa ne sa lei di quello che mi passa per la testa?

Però sai che ha ragione.

Certo che lo so ma non riesco a capire da dove uscisse tutta quella rabbia nel dirlo.
Lei non è diversa dalle altre, fa la difficile per farmela volere ancora di più. Non voglio trattenermi con lei perché, cazzo, dal primo momento in cui l'ho vista ho pensato di scoparmela in molti modi diversi.

I suoi venticinque centimetri meno di me sono molto più sexy, più di chiunque io abbia mai incontrato.
Rimango ancora seduto a guardare la grossa parete piena di disegni e devo dire che sono magnifici, così veri, così potenti.
Una frase scritta in un corsivo perfetto, al centro del muro.

Legame- oltre l'attrazione Vol.1Where stories live. Discover now