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James

Io odiavo Pozioni.

Dopo l'anno scorso pensavo di averla superata, ma era decisamente definitivo. Quell'aula così luminosa e così diversa da quella di Hogwarts mi stava sulle palle tanto quanto il ragazzo di fronte a me.

Eravamo divisi in gruppi da sei e, sfortunatamente, io e i miei amici eravamo solo in cinque, quindi ci serviva una persona in più.

«Alex, mi passi la polvere di rabarbaro?» chiese la mia ragazza, porgendo una mano verso Dubois.

Erano talmente affiatati che non aveva nemmeno bisogno di guardare, e la cosa mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Non potevo fare una scenata di gelosia come ieri davanti a tutti, anche se la tentazione era forte.

I miei amici sembravano adorarlo. Quel ragazzo doveva aver preso qualcosa che facesse innamorare le persone di lui al solo tocco, o qualcosa del genere.

Strinsi più forte il coltellino con cui stavo tagliando le mie radici in silenzio. Avevo un'espressione talmente corrucciata che mi faceva male la fronte, un po' come quando si sorride troppo. Ma non mi stavo divertendo.

«Tutto bene, James?» mi chiese la mia ragazza, allungando la mano sul tavolo in modo da sfiorare il mio avambraccio.

Il suo tocco mandò scintille lungo il mio corpo, come sempre, e mi aiutò a rilassarmi un po'. Annuii, ma da come mi guardò non sembrava molto convinta.

Sbuffò, ma capì che era meglio lasciar perdere e tornò al suo lavoro. Qualche altro minuto imbarazzante passò, poi piano piano il leggero sussurrò si ritrasformò nel vociare di prima e tutti tornarono ad ignorarmi.

Ogni dieci secondi lanciavo occhiatine verso l'altro lato del tavolo, rischiando più volte di mozzarmi un dito.

Questo, fino a quando non mi accorsi della testa di Alex appoggiata sulla spalla di Liz. Mi irrigidii, lasciando cadere il coltello con un tonfo. Cercai di trattenere il conato di vomito.

«Jay, la mano...» Louis mi fece cenno con la testa ed improvvisamente notai il taglio sul mio palmo.

Non era molto profondo e a dirla tutta non sentivo nemmeno dolore. Ero molto più concentrato sul suono del mio cuore che andava in pezzi.

Mio cugino mi trascinò fuori dalla classe con la scusa di accompagnarmi in bagno, ma dalla sua faccia sospettavo che dovesse dirmi qualcosa di molto diverso. Avrei decisamente preferito rimanere con i due piccioncini.

«Si può sapere che cazzo ti prende, James?» Louis mi strinse le spalle, in mezzo al corridoio deserto.

Sbuffai, a quanto pare ero l'unico a notare quelle cose: «Non lo vedi come si comportano tutti? Quel tipo è entrato nella vostra vita e nel giro di due giorni è diventato il vostro migliore amico! Cazzo, ma l'hai visto prima? Ellie di qui, Ellie di là.. Cosa dovrei fare? Stare a guardare mentre ruba la mia vita?»

Louis roteò gli occhi: «Stai esagerando. Hai una ragazza meravigliosa e la stai perdendo, facendo l'idiota in questo modo. Finirai per perdere anche noi.»

Si girò sui tacchi e se ne andò lasciandomi solo e ancora più arrabbiato. Nessuno riusciva a comprendere come mi sentivo.

Andai in bagno e mi sciacquai la mano, rimuginando.

Alexandre voleva rubare la mia ragazza e i miei amici, probabilmente intenzionalmente. Come se non avesse già abbastanza, suo padre era il fottutissimo Ministro della Magia. Che cosa voleva da me? Cosa gli avevo fatto di male?

E poi Liz doveva smettere di andargli dietro, lo sapeva che ci stavo male ma continuava lo stesso. Magari seguiva solo l'odore dei soldi e non le importava veramente di me.

Sussultai quando mi resi conto di star schiacciando la mia mano e una fitta di dolore attraversò tutto il braccio.

Tirai un profondo sospiro, poi decisi che era meglio tornare in classe. Dovevo tenerli d'occhio.

Elizabeth

James era strano e freddo con me da tutto il giorno e purtroppo ne avevo intuito il motivo. Avevo cercato di includere Alex nel gruppo, far capire agli altri che era un bravo ragazzo, ma con il mio ragazzo non aveva funzionato.

Ormai al Ballo del Ceppo mancavano tre giorni e sembrava quasi che non volesse più nemmeno andarci con me.

Non potevo dirgli la verità, ma questo stava distruggendo la nostra relazione. Per fortuna mancava poco al completamento della fermentazione della Pozione e alla Seconda Prova.

Avrei scoperto il verdetto giusto in tempo per dirlo ai miei amici dopo la Prova e allora sarebbe finito questo strazio. Dovevo solamente resistere e sperare che le nostre continue discussioni non sfociassero nell'irreparabile.

James ritornò dal bagno con un'espressione corrucciata. Louis doveva avergli detto qualcosa, perché aveva uno sguardo altrettanto scuro. Questa storia lo stava portando perfino a litigare con suo cugino, non andava affatto bene.

Per un secondo fui tentata di spiegargli tutta la verità, ma poi ripensai alla Seconda Prova imminente e decisi per il contrario. In più, senza prove, sarebbe sembrata solo una scusa.

«James, ti fa male?» attraversai il tavolo e presi la sua mano.

Era un brutto taglio, ma con una visitina in infermieria se lo sarebbe dimenticato presto. Quello che mi colpì, invece, fu il modo in cui si ritrasse dalla mia presa, alzando lo sguardo dritto nei miei occhi.

Era uno sguardo ferito, i suoi occhi verdi avevano perso quella piccola luce divertita che avevano sempre e si erano scuriti.

La campanella suonò, interrompendo quel momento. James cercò di uscire, ignorando il resto dei nostri amici, ma io lo bloccai.

«Sono stanco, ok?» mi disse lui, tentando di liberarsi dalla mia presa.

Sospirai: «Ti prego, dimmi cosa c'è che non va...»

«Nulla. Davvero.» le sue risposte secche lasciavano intendere che c'era decisamente qualcosa che non andava.

«Ehi,» gli presi l'altra mano, quella non ferita «Ti amo.»

Lui mi guardò un secondo negli occhi. Sembravano lucidi, ma non riuscii a vederli con chiarezza: «A dopo, Liz.»

Quelle parole mi spezzarono. Cercai di non piangere, osservandolo mentre se ne andava.

Non aveva risposto. Ero sicura che avesse sentito e anche chiaramente. Aveva deciso di non rispondermi.

E per la prima volta da quando lo conoscevo mi aveva chiamata Liz.

«Tutto bene?» chiese Alex, poggiandomi una mano sulla spalla.

L'ultima cosa di cui avevo bisogno era la sua mano sulla mia spalla. Mi scostai con forza, le unghie conficcate nei palmi per trattenere le lacrime.

«Quando è pronta quella pozione?»

A/N:
Ehi, ehi, ehiiii! Torno dopo un mese? Sì! Con un capitolo angst? Esattamente! Sono una cattiva autrice? Probabile! Ho avuto un gigantesco blocco dello scrittore. Per quasi un mese non ho scritto assolutamente nulla, tutto questo capitolo è stato partorito tra ieri e oggi. Quindi sì, mi dispiace molto, ma finalmente mi sono ripresa. Ora sono in vacanza, quindi non posso garantire molta frequenza, ma sappiate che, per lo meno, mi è ritornata la voglia di scrivere e sono determinata a finire questa storia. Detto ciò, spero che il capitolo vi piaccia e beh, che vi abbia fatto soffrire un po'...(eheh) Vi saluto e a (spero) molto presto!
Au revoir!

Legacy - James Sirius PotterWhere stories live. Discover now