Broken strings, James Morrison ft. Nelly Furtado
Certe volte abbandoniamo ciò che ci fa stare bene senza un'apparente motivazione. Lo facciamo inconsapevolmente o con cognizione di causa, temporaneamente o in via definitiva. Ad ogni modo, ogni volta che capiti di incappare nuovamente in quell'attività, relazione o esperienza è una sensazione del tutto nuova, un misto tra una reminiscenza e la riscoperta di qualcosa di conosciuto in una dimensione del tutto differente. Ed io l'ho fatto fin troppe volte. Ho abbandonato ciò che mi faceva stare bene per paura di una delusione o per inerzia o, magari, per i troppi impegni. È una consapevolezza che è sempre stata nascosta nei meandri della mia mente, ma eclissata da preoccupazioni maggiori, più concrete. Adesso, invece, che Cristian mi ha costretto a fronteggiare, seppur in parte, questo problema, mi rendo conto che è qualcosa che riguarda ben più campi di quelli che ricordassi; il canto è sicuramente uno di essi. Ho abbandonato questa abitudine anni fa, sebbene abbia sempre qualche canzone in testa ed ascolto musica in qualunque momento della giornata, dal mattino a quando cerco di prender sonno e perfino mentre studio. Questo impegno dell'inaugurazione dell'anno scolastico mi ha condotto necessariamente a portare alla luce questo aspetto della mia vita che avevo totalmente rimosso. All'inizio è stato strano, specie il dover cantare davanti ad altra gente, accordarmi con i ragazzi che suonano, scegliere la canzone adatta e iniziare a provarla. Alla fine abbiamo optato per un duetto che dovrò preparare con Matteo, un ragazzo della quinta E che è ormai uno dei cantanti fissi della band del Classico, insieme a Costanza. La canzone è Broken Strings di James Morrison e Nelly Furtado che, nonostante sia uscita anni fa, sento molto vicina in questo momento è si presta benissimo all'occasione essendo nata come canzone per un duetto.
«Sele, dopo tocca a noi. Sta volta proviamo con la musica.» Matteo mi informa, scendendo dal palchetto dell' aula magna e prendendo posto al mio fianco. Annuisco, non essendo capace di aggiungere altro, da un lato per timidezza, in quanto la confidenza tra me e lui è minima, dall'altro perché sono estremamente ansiosa in questo momento. «Sei nervosa o sbaglio?»
«Un po'. » Ammetto.
«Perché? Stiamo solo provando e poi, da quello che ho potuto notare, te la cavi. Quindi sta' tranquilla.»
«Ci provo.»
Il gruppo finisce di suonare e intercorrono cinque minuti di pausa in cui qualcuno beve, qualcuno ripassa la canzone o la battuta se non ha ancora provato, mentre altri si dirigono si soppiatto verso la scala d'emergenza per fumare, attenti a non farsi scoprire da qualche bidello o professore. La pausa mi sembra infinita, proporzionalmente all'ansia che cresce, non essendo abituata ad esibirmi in nessuna forma. Spero solo che all'inaugurazione effettiva, che si terrà tra tre giorni, non sarò così impreparata né impacciata. La pausa finisce, lasciando posto alla musica che risuona tra le quattro pareti dell'aula magna; l'agitazione lascia il posto ad un senso di conforto dato dalle parole della canzone su cui mi focalizzo, senza pensare a chi mi sta guardando, né a chi mi guarderà tra qualche giorno. Canto per lo più ad occhi socchiusi, talvolta li apro per guardare Matteo, talvolta mi giro verso la band: guardare la platea, anche se per lo più vuota, non mi rende sicura per nulla. Una volta che finiamo, un lieve applauso si leva nell'atmosfera, che mi fa focalizzare l'attenzione su un gruppo di ragazzi che stava guardando la nostra bozza di performance e mi stupisco non poco nel momento in cui mi rendo conto che uno dei soggetti in questione è proprio Andrea che non stacca gli occhi dalla mia figura neppure quando abbandono il palco per avvicinarmi a Cristian.
«Sei stata bravissima!» Esclama lui, sollevandomi da terra e facendomi girare. «Canta così anche all'inaugurazione e non avrai nulla di cui preoccuparti.»
«Grazie Cris.» Rispondo. «E ora mettimi giù.»
Mi volto nuovamente verso il gruppetto di ragazzi, pateticamente in cerca di un cenno di approvazione anche da parte di Marchetti, magari, o magari sono per impulso involontario; Andrea, però, è scomparso come al solito.
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𝐏𝐚𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐬𝐦𝐨
Teen Fiction«In omnia parati erimus.» Selene Conti e Andrea Marchetti sono l'uno la contraddizione dell'altra, ma due cose hanno in comune: la spiccata impulsività e la misurata razionalità, due tratti che, oltre ad accomunarli creano contrasti interiori in lor...
