17. Un casino

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SCUSATE LE DUE SETTIMANE RAGA

un capitolo corto ma soft, spero vi piaccia sos


Luke si sente a pezzi quando riapre gli occhi. È sfinito. Vorrebbe cancellare tutti gli anni del suo passato dal suo conscio, o buttarli via. Odia sentirsi così.

Odia se stesso per aver rotto con Michael, a costo di non dirgli la verità. Non sa di cosa ha paura. Però ha paura.

La verità fa troppo male a volte.

Sbatte le palpebre un'infinità di volte e strofina una mano sugli occhi umidi, mentre un odore inconfondibile arriva alle sue narici e lo fa sorridere lievemente. Michael sembra in una posizione piuttosto scomoda, con la schiena appoggiata al muro e la testa che cade mollemente in avanti. Si sente in colpa, per questo decide di allontanarsi di malavoglia da lui, sperando che possa dormire in maniera più confortevole.

L'idea di essersi presentato in maniera totalmente vulnerabile di fronte a Michael è irritante e lascia che uno stato d'ansia prenda il sopravvento dentro di sé. Ma il ricordo della calma e della pacatezza con cui il ragazzo dagli occhi verde smeraldo ha gestito la sua situazione lo rilassa quasi istantaneamente.

Sbuffa, quando lancia un'occhiata al suo telefono sul pavimento, contornato dalle schegge di vetro dello schermo, causate dall'impatto del cellulare contro il muro.

Gli attacchi di panico lo rendono totalmente ed eccessivamente impulsivo.

"Sono un casino." Pensa, mentre si avvicina, camminando scalzo, al suo telefono, rischiando di ferirsi con il vetro sul pavimento. "Sono un fottuto casino."

Raccoglie il telefono da terra. Un costosissimo iPhone che in questo momento non sembra  altro che un rottame.

"Credo sia abbastanza rotto."

Luke sobbalza, portandosi una mano sul petto, dentro il quale il cuore aveva cominciato a battere velocemente. Si volta verso Michael, che parlava in maniera roca e assonata. I suoi capelli colorati sono sparati in tutte le direzioni e i suoi occhi contornati da leggere occhiaie. Il ricciolino arrossisce dolcemente, cercando di nascondere il suo stesso viso con i suoi capelli, guardando le piastrelle sotto i  suoi piedi.

"Uhm... sì, lo credo anche io." Ridacchia, tentando di smorzare il suo imbarazzo.

Michael si morde il labbro, muovendosi in maniera da smorzare il dolore che la sua posizione gli aveva causato alla schiena. Si siede con le gambe al di fuori del letto, facendo cenno a Luke di raggiungerlo.

Il biondo si posa affianco a lui, appoggiando il telefono ormai distrutto sul letto, non sapendo assolutamente in che modo scusarsi per ciò che é successo qualche giorno prima in azienda, per ciò che é successo qualche ora prima in camera sua e per ciò che combinerà  in futuro.

"Ti va di parlarne?" La voce di Michael arriva alle sue orecchie dolce e accogliente. Gli lancia un'occhiata fugace e si rende conto che il suo viso non sembra aver assunto una smorfia adirata o scomposta. È solo Michael, il suo Michael, il ragazzo per cui si è preso una bella cotta, che cerca di capire che cosa passi per la sua testa. Luke non vuole che lo capisca. Non lo capisce nemmeno lui stesso.

Il ricciolino sospira. "Mi dispiace." Borbotta. Michael afferra il suo viso, costringendolo a guardarlo negli occhi. Luke ha dimenticato il numero di volte in cui è successo. Michael ha capito che è tutta insicurezza, ma vorrebbe che Luke cominci a vedersi  come lo vede lui.

"Ti dispiace per cosa?" Domanda allora.

"Non dovresti essere qui." Mormora Luke, ricominciando  velocemente a parlare nel vedere nascere un cipiglio di delusione nell'espressione di Michael. "Intendo- mi dispiace per tutto quello che è successo. Mi fa piacere che tu sia qui. Mi dispiace anche per ciò che è successo prima. Veramente, sono uno stupido, non devi preoccuparti per me."

Michael sorride leggermente, le sue sopracciglia rivolte verso l'alto. Avvicina la testa di Luke  a sé, lasciando un piccolo bacio sulla sua nuca, tra i suoi capelli dorati e profumati di cocco e avvolgendo le sue spalle con le braccia chiare.

La semplicità di quel gesto provoca un effetto di calma e felicità istantanea in Luke, che si lascia cullare da quelle sensazioni e dimentica per un momento di essere in piena crisi.

"Non ti scusare. È tutto okay." Sussurra Michael, pensando a quanto in fretta il ragazzo tra le sue braccia sia diventato in cima alla sua lista di persona per cui vale la pena lottare e per cui vale la pena spezzarsi il cuore. "Solo, la prossima volta, parla con me. Non mi allontanare." Continua, afferrando la mano di Luke e stringendola nella sua.

Andy ; muke clemmingsWhere stories live. Discover now