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Camminava a passo sicuro per le vie del campus, consapevole di avere gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Nonostante fosse la persona più temuta fra quelle quattro mura, era impossibile non soffermarsi a guardarlo.

Ormai ci era abituato, alla paura, al terrore, persino al desiderio, a volte, sul volto della gente. Quegli sguardi titubanti erano fragili gocce di pioggia, scivolavano impotenti sul suo corpo impermeabile, confondendosi tra loro. Lui il tempo neppure lo sentiva più, il suo sole era tramontato ormai da tempo.

Con la sua aura oscura e gli occhi di ghiaccio, Luke Hemmings non era solo spaventosamente bello, era un'enigma. Nessuno aveva mai scalfito la sua corazza di tenebre, nessuno ci sarebbe mai riuscito.

O almeno così si pensava.

Mentre avanzava con lo zaino in spalla e lo sguardo perso in un punto indefinito davanti a lui, il biondo non fece in tempo a vedere una figura minuta arrivare spedita dalla direzione opposta.

La collisione fu inevitabile.

Un corpicino sbatté contro quello massiccio di lui e rimbalzò via, le braccia che si agitavano in aria come se fosse sul punto di annegare. Un istinto che non credeva di possedere lo spinse a scattare in avanti e ad afferrare la sconosciuta prima che questa potesse cadere all'indietro. Quella sua spontanea reazione lo lasciò interdetto. Non aiutava mai nessuno, lui. Neppure se stesso.

Il silenzio era calato come un macigno nel vialetto affollato, tutti erano concentrati su di loro, forse in attesa di una reazione violenta da parte sua. La quiete prima della tempesta.

La ragazza si raddrizzò di scatto ed i suoi capelli corvini lo investirono in pieno volto. Si ritrovò immerso in un profumo fresco, come quello di una foresta dopo un temporale.

Era davvero piccola, gli arrivava malapena alle spalle. Quando alzò lo sguardo su di lui si irrigidì, facendosi ancora più minuscola fra le sue braccia muscolose.

La scuola media è a un'isolato da qui, stava per dirle, spinto dal suo lato più crudele. Poi lei prese un gran respiro, sfiorandogli il petto. Al contatto con quelle curve, il biondo si gelò: decisamente non frequentava le medie.

Quando finalmente la ragazza sollevò la testa, Luke rimase di sasso.

Definirla bella sarebbe stato riduttivo. Aveva zigomi alti, la pelle chiara, priva di imperfezioni, sembrava fatta di porcellana. Le labbra erano di un delizioso color rubino, piene e carnose, grandi per quel viso delicato, incorniciato da una cascata di capelli neri, che le arrivano fin sotto la vita.

Ma ciò che lo colpì maggiormente furono i suoi occhi. Erano di un grigio intenso e brillante, incorniciati da lunghe e folte ciglia scure che li rendevano ancora più penetranti.

L'indistruttibile barriera che aveva eretto attorno a sé in quegli anni sembrò sgretolarsi sotto quello sguardo color dell'argento vivo. Era inchiodato al muro, senza via d'uscita. La sua corazza giaceva a terra in mille pezzi, l'aria gelida gli penetrava fin nelle ossa.

Per la prima volta in tutta la sua vita, Luke Hemmings si sentì completamente esposto.

Quelle iridi gli perforavano l'anima.

Chi era la meravigliosa creatura in grado di leggergli dentro? Perché non aveva paura di lui?

Improvvisamente sentì il bisogno di allontanarsi da lei, di nascondersi di nuovo dietro le spesse mura della sua anima nera. Quello sguardo gli bruciava sulla pelle, lacerando i peccati che la marchiavano. Sostenerlo era come tentare guardare il sole.

Tutta quella luce avrebbe finito per accecarlo.

Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse sprofondato nel buio in quegli ultimi anni. Era così sporco, contaminato dai suoi stessi sbagli, talmente abituato agli abissi che la superficie quasi lo spaventava. Eppure era ancora lì, nei suoi ricordi. Ma sentirla addosso, la vita che scorre, che ti brucia sulla pelle e ti annebbia il cervello, quella era tutta un'altra cosa. Era una sensazione che non gli apparteneva più, o che forse non aveva mai provato.

Distolse lo sguardo e abbassò immediatamente le braccia, facendo un passo indietro.

Mormorii sommessi si diffusero intorno a loro e la rabbia iniziò a crescergli nel petto.

Si voltò verso la folla di spettatori con uno sguardo che avrebbe potuto congelare il sole e tutti ammutolirono all'istante, per poi riprendere a camminare come se niente fosse mai successo.

Senza indugiare oltre, si diresse a grandi falcate oltre il padiglione di Legge.

Non si voltò indietro neppure una volta, non ne aveva bisogno. Riusciva ancora a sentire su di sé le iridi argentee della ragazza.

Andare a lezione di diritto penale gli sembrò improponibile. C'era un solo posto dove poteva andare.

Iridescent • Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora