Felicità

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La peggiore arma che l'essere umano possiede è la sua mente, della quale non può liberarsi. La mente rende l'essere umano consapevole del suo destino, consapevole della morte. E l'essere umano diviene tormentato, poiché egli sa che ci sono eventi dai quali è impossibile scappare. Non si può evitare di crescere, non si può evitare di morire. Tuttavia, tutto ciò che egli fa nel corso della sua vita è mirato all'essere felice. A volte però il desiderio di felicità può rivolgersi contro di lui. Alcune cose che rendono felice un uomo possono comportare un sacrificio, una sofferenza.

Si può morire in modo felice?


Camminava nella notte, una notte d'estate, limpida. Le strade del suo quartiere erano deserte; nessun rumore se non il fruscio tenero del vento e quello delle macchine in lontananza, che proveniva dalla tangenziale. Le case, eleganti e composte, erano come assenti; non un movimento nè una luce proveniva da queste (d'altronde, erano le tre di notte). Lampioni dalla luce arancione rendevano il tutto angosciante e solitario allo stesso tempo, costituendo l'unica fonte di illuminazione in quel momento.

Sospirava, leggermente infreddolito, una sigaretta gli penzolava dalla mano. Uscire a maniche corte con quel venticello non era stata poi un'idea geniale, ma il camminare lo rendeva felice. Sognava da tempo di camminare nella notte, da solo. Da solo...

Il venticello si fece più forte, Daniel cominciò a respirare più affannosamente, superando una macchina bianca parcheggiata accanto a lui.

Crack

Un suono secco, come di rami spezzati, seguì dietro.

Immobilizzato, al centro della strada, un brivido freddo lungo la schiena. Aveva paura. Tutto era perfettamente calmo, ma lui non si girava, non ci riusciva. Quasi un minuto era passato, e lui era ancora immobilizzato. Si decise, raccolse tutto il coraggio che aveva e si girò.

Quello che vide lo lasciò basito:

Non c'era assolutamente nulla.

Eppure tutto ciò lo lasciava perplesso. Già successo?

Continuò a camminare, quasi senza volerlo, mentre rimuginava sull'accaduto. "Quando, poi, un rumore mi ha mai terrorizzato in quel modo? Mai. Non so spiegarmelo..."

Non era tranquillo, decise di sedersi. Svoltò l'angolo, scorgendo in lontananza, quasi alla fine della strada, un palazzo con una rampa di scale che portavano alla porta di esso. Gettò la sigaretta e si sedette, guardandosi attorno. Dei cani iniziarono ad abbaiare in lontananza, l'intensità del vento era aumentata ancora e iniziava a sentire freddo.

Crack


Questa volta proveniva da dietro l'angolo della strada. Daniel non voleva spostarsi, ma il solo pensiero che ciò che aveva sentito potesse avvicinarsi a lui lo terrorizzò. Andò a dare un'occhiata, cautamente. Girò l'angolo, ma non trovò altro che un vicolo cieco. Un muro di colore rossastro era davanti ai suoi occhi; sull'asfalto vi erano vecchi giornali, tutti uguali, con la data stranamente molto più grande del normale. Occupava infatti metà del giornale:

3/07/2013.

"Non ricordavo affatto un vicolo cieco qui...", disse, mentre il vento aumentava ancora, quasi sollevando i giornali da terra. I cani iniziarono ad ululare.

Decise finalmente di tornare a casa. La situazione era decisamente bizzarra. Svoltò l'angolo, passò dalla rampa di scale, continuò dritto e girò ancora. "Questo non è il mio quartiere"

Davanti ai suoi occhi vi era un viale assolutamente deserto, degli alberi spogli al lato, le foglie erano a terra. Ai lati del viale vi erano case malconcie, che presentavano muri scrostati e profonde crepe sulle pareti. Lampioni di un bianco spettrale facevano da cornice al tutto. Un urlo, di una donna, e di nuovo quel suono, mentre il vento aumentava sempre più, le foglie si muovevano e stridevano fra loro, i cani ululavano più forte. Sudore freddo. Iniziò a correre, il vento gli andava contro, i suoi occhi lacrimavano, un volto di donna, emaciato, appariva in lontananza.

MAMMA!


Il solito incubo. Daniel odiava quell'incubo. Le coperte erano state strappate dal letto ed erano rivolte per metà sul pavimento. Lui era sudato, il cuscino bagnato."Probabilmente avrò anche urlato", pensò, prima di prendere l'orologio digitale che aveva sul comodino.

3:00 AM, 3/07/2013.

L'ora perfetta.

Decise di fare una camminata nella notte. Aprì l'armadio e scelse una maglietta a maniche corte, "tanto è estate", disse tra se. In effetti era una notte limpida, vi era solo un tenero venticello. Prese le sigarette e uscì, cercando di fare meno rumore possibile. Stranamente nessuno si svegliò.

Lampioni arancioni creavano un'atmosfera allo stesso tempo angosciante e solitaria. Il vento era più freddo di quanto si aspettava e si accorse che aver indossato una maglietta a maniche corte non era stata poi un'idea geniale. Desiderava da tempo camminare, il camminare lo rendeva felice, soprattutto quando era da solo. Da solo...

Il vento si fece più forte, cominciò a respirare più affannosamente.

Crack.

Ti sei mai preoccupato di ciò che succede quando muori?

Bhe, qualcosa accade. Il tuo corpo muore, ma la tua coscienza ancora vive. La notte della tua morte, entrerai in un sogno eterno. Vivrai quel sogno per l'eternità, e sarà esattamente come se fosse reale. Qualunque cosa tu abbia sognato quella notte sarà ciò che "vivrai" in eterno, e non ti sveglierai mai più nella tua accogliente casetta. E se per caso morirai mentre stai sognando, continuerai a sognare la stessa cosa per l'eternità, restando incatenato, senza poter sognare altro...

Spera di non avere un incubo quella notte.

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