Il rituale delle 100 candele

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Hyakumonogatari Kaidankai è il vero nome di questa sorta di gioco, chiamato anche “Insieme dei cento racconti sovrannaturali".

Fu creato nel Periodo Edo in Giappone. Era un’usanza tipica dei mesi estivi, stesso periodo in cui si celebrava la festività dell’O-Bon, in cui si ritiene che gli spiriti dei defunti ritornino sulla Terra per poi essere indirizzati nuovamente nell’adilà.

Si presuppone che questo rituale sia stato inventato da dei samurai, per dare prova del loro immenso e smisurato coraggio.
Successivamente, nel 1660 venne reintrodotta una versione molto simile (l'Otogi Monogatari) nella scuola di Ogita Ansei e questo rituale riprese a farsi vivo nella cultura giapponese.
In questa versione c’era un solo narratore che raccontava ai piccoli samurai delle terrificanti storie di paura, che vedevano come principali protagonisti gli yokai. Ogni volta che terminava di narrare una storia spegnava una candela, proseguendo così col spegnerle tutte e 100.
Nel momento in cui fece morire l’ultima fiammella, sul suo volto si formò un’espressione di terrore puro in quanto vide una raggrinzita mano nodosa posarsi sulla sua persona.
I giovani samurai, a quel punto, scapparono via in preda al panico mentre il narratore prese coraggio pronto a fronteggiare il temibile essere, tirò fuori la propria spada e solo in quel momento si rese conto che quella specie di mano era solo la proiezione dell’ombra di un ragno.




Svolgimento del gioco

Il rito si deve attuare in questo modo:
Tutte le stanze presenti nel luogo, o nella casa, in cui si è deciso di compiere il rituale devono essere buie;
È necessario rimuovere la maggior parte degli oggetti utilizzati per adornare le stanze;
È preferibile utilizzare 3 stanze: la prima è quella che verrà utilizzata dai partecipanti. Nella seconda deve regnare l’assoluta oscurità e servirà come via di passaggio. Nella terza stanza, invece, devono essere posizionate le 100 candele necessarie per il rito;
Nella terza stanza deve anche essere posizionato un tavolo con sopra uno specchio;
Il gioco deve iniziare a notte fonda;
Deve essere il periodo in cui la Luna è nuova;
È preferibile che i partecipanti indossino capi di colore blu;
Dopo di che si devono accendere tutte e 100 le candele;
Da questo momento i partecipanti, a turno, devono raccontare delle storie di paura (dette Kwaidan) nella prima delle tre stanze;
Al termine del racconto, il narratore dovrà recarsi nella terza stanza passando per quella in mezzo, ovvero la camera oscura che serve come via di passaggio. Qui dovrà spegnere una delle candele e, subito dopo, dovrà andare ad osservarsi nello specchio come a voler “imprimere” la sua immagine e le sue paure in esso. Infine dovrà nuovamente tornare nella prima camera in modo da poter ascoltare le altre storie del terrore;
Il procedimento si dovrà ripetere fin quando tutte le candele non saranno spente.
In questo modo, la stanza in cui si è deciso di stare per narrare i racconti di paura diventerà sempre più buia durante il proseguimento del gioco. 
La leggenda vuole che, una volta spente tutte le candele, i giocatori saranno in balia di un essere soprannaturale, chiamato Aoandon, che li attaccherà.
Questo essere sarebbe uno yokai e rappresenterebbe la reincarnazione del terrore umano, formato dalle paure costruite di grandi gruppi di persone. Lo yokai avrebbe l’aspetto di una donna dai lunghi capelli neri, con due piccole corna sulla testa, ed indosserebbe un lungo kimono bianco oppure blu ed ha la particolarità di essere circondato da una fluorescenza blu.


Perché ci si dovrebbe vestire di blu?

"Aoandon" significa Lanterna/Candela Blu, colore con il quale dovrebbe manifestarsi lo spirito. Indossarlo è segno di omaggio e rispetto nei confronti di questo yokai.

Molti partecipanti, per paura di doversi imbattere in questo spirito, si fermano alla novantottesima candela o anche prima.

Provare a completare questo gioco porta sicuramente dei rischi.

Sta a voi scegliere se giocarci oppure no.

𝕾𝖍𝖔𝖗𝖙 𝕳𝖔𝖗𝖗𝖔𝖗 𝕾𝖙𝖔𝖗𝖎𝖊𝖘Where stories live. Discover now