parte 5 demoni

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Camminavo nei boschi, la mancanza di sonno si faceva sentire; seguivo la mappa, l'obbiettivo è quello di arrivare il prima possibile a bontà (la citta più vicina), ci sarà qualche gilda di avventurieri ed attraverso quella faremo soldi.

Un silenzio agghiacciante viveva intorno a me, la foresta era buia ma per fortuna il sentiero era illuminato dalla luce della luna: cosi bella, la sua luce perlata illuminava questo mondo durante le sue notti: senza di essa l'oscurità regnerebbe; la notte avvolgerebbe l'intero pianeta nel buio più totale e i predatori che scrutano nel buio agirebbero indisturbati; ricordai la mia luna, era grande come questa ma aveva qualcosa di speciale: la sua luce non perlata ed accogliente, era fredda e bianca, come un foglio su cui un bambino scrive, faceva da spettatrice a cosi tante cose: animali che si uccidono, persone che muoiono, uomini che piangono; tutto sotto la sua indistruttibile luce bianca: fredda ma al contempo affascinante, non aveva un colore; la si poteva colorare d'orata ma anche macchiare del sangue più cremisi.

Tutto a scelta dell'uomo

Il mio mondo era ormai dell'uomo, la natura cercava di scoraggiarlo con catastrofi tali da far spaventare titani; ma delle piccole formichine andavano avanti, tra lacrime e disperazione ricostruivano le case, più forti, i rifugi, più sicuri, e le loro vite, più fragili: questo era il ballo che era la vita: una sfida di danza con regole ferree tra natura e uomo; sfida a senso unico: se la natura si fermava l'uomo moriva ma l'uomo non perdeva mai, anche quando la natura dava il meglio di se l'uomo creava altri passi che la sorpassavano, voleva vincere ma sapeva di perdere.

Per non fare avanzare la natura la bloccava in una complicatissima ragnatela, in cui pero si intrappolava anche lui; la vita dell'uomo non era più un ballo di gruppo contro gli altri ma un complicatissimo parkour tra la sua ragnatela; uno scudo spinoso che si attaccava all'utilizzatore; ma questa danza, bellissima vista da fuori dentro era orribile: ogni passo non era fatto per migliorare se stessi e superare un ostacolo, consisteva invece nell'usare gli altri come ponte: i corpi di migliaia di persone usate come ponte per passare in comodità

Ed io ero il ragno che voleva tessere la ragnatela

Questo mondo era in pace con la natura, le persone se pur sempre umane vivevano relativamente in pace, non distruggevano le risorse o si uccidevano di soppiatto: quello che in questo mondo veniva visto come uno dei malvagi peggiori nel mio era un uomo normale, buono dopotutto; stavo tessendo la ragnatela che li avrebbe intrappolati, stavo creando ponti di cadaveri per gli altri

Ma il progresso deve essere attuato immagina quanti bambini e madri muoiano dopo il parto

E tu che ne sai...

Potrebbero essere differenti...

Potrebbero aiutarsi tra loro...

Potrebbero provare empatia per l'altro...

Ora vidi quello che ero: loro non sono umani, io venendo qui ho portato a loro il virus peggore dell'universo: un ragno che muore senza la ragnatela ed il suo veleno, che non può far altro che tessere tra lacrime e sangue...

Era un uomo, in un mondo fatto di persone

Mi inginocchiai...

e...

Urlai dalla disperazione 

wakfu world x me storyWhere stories live. Discover now