Capitolo 16

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" Mi lasci il braccio, per favore? Mi fai male così." Non mi sta facendo male seriamente, ma sento bruciare il braccio nel punto in cui la sua mano incontra la mia pelle, e non perchè sta stringendo la presa.
" Cosa avevi intenzione di fare? Ti pare un comportamento da persona matura quello di questa sera? Prima baci Matt, poi mi chiedi un passaggio, ci provi con il barista e ora ti strusci contro David?"  Urla quasi sgridandomi, guardandomi fisso negli occhi. Come fa a sapere tutte queste cose, mi stava controllando?
" Ma mi perseguiti? No perchè a quanto pare qui quello che sa più cose di me sugli eventi di questa sera sei tu." Ribatto cercano di assumere un atteggiamento da superiore.
Inizio a vederlo sfocato. Devo resistere. Non posso cedere.
" Ma ti senti quando parli? Non ti spio, ti ho palesemente aiutato. Dovresti ringraziarmi, non accusarmi di stalking." Continua James. Non ha ancora lasciato il mio bracci da quando mi ha portato via.
" Ringraziarti? Non sarei in questo stato se mi avessi offerto un passaggio a casa senza fare storie." Gesticolo sperando di fargli capire che non può sempre averla vinta lui. E perchè ho un disperato bisogno che la sua mani si stacchi dalla mia pelle.
" Bene, ora voglio offrirti un passaggio, quindi sali in macchina." Lascia la presa. Ho già i giramenti di testa dovuti all'alcol, in più si aggiungono i suoi sbalzi d'umore. Potrei svenire.
" Non dirmi cosa devo fare. E poi non ci vengo ora in macchina con te. Potevi offrirti prima di accompagnarmi a casa. Vado a cercare qualcuno di più gentile ed educato di te." Giro sui tacchi e per poco non cado. James riesce a prendermi in tempo per non farmi cadere. I nostri volti sono di nuovo a un centimetro di distanza. Il mio cuore aumenta le pulsazioni e il mio respiro si fa più profondo.
" Pensi di riuscire a camminare per lo meno?" Non riesco a rispondere, il suo profumo e le sue labbra a circa tre centimetri da me mi distraggono
" Dio Jo quanto hai bevuto? Hai le pupille più dilatate di uno che si fa dalla mattina alla sera." E' la prima volta che mi chiama Jo. Wow. E' bello sentirlo dire da lui.
" Non lo so, sei o sette shot e qualche drink, non tanto." Sorrido. Non so esattamente il motivo per il quale io stia sorridendo. Penso sia l'alcol in me che mi faccia reagire così.
" Ora puoi lasciarmi? Devo andare a cercare qualcuno che mi accompagni a casa." Dico divincolandomi dalla sua presa.
" Tu non vai a nessuna parte." Dice prendendomi completamente alla sprovvista caricandomi sulle spalle. Cerco di fargli mollare la presa ma con scarsi risultati. Accidenti è talmente forte che se anche provassi a fargli mollare la presa  tirandogli dei calci probabilmente mi farei più male io.
" Non rendere le cose difficili Cooper. Sali in macchina e smettila di frignare come una babina di cinque anni." Fantastico, siamo tornati a Cooper.
E poi, io bambina? Senti chi parla.
" Se tuo fratello venisse a sapere che ti ho lasciato sola in queste condizioni a una festa del genere, mi farebbe fuori." Dice James catturando la mia attenzione.
" No, se mi porti a casa lo fai per me. Non per mio fratello. "
Odio quando la gente mi aiuta solo perchè sanno che sono la sorella di Thomas Cooper. Io voglio che la gente mi aiuti perchè vuole farlo, non perchè è costretta o perchè hanno paura della reazione di Tom, se dovesse sapere che mi hanno lasciata sola in una situazione poco sicura.
James mi guarda storto, come se stessi dicendo una cosa ovvia.
" Certo che lo faccio anche per te. Soprattutto per te." Quelle parole mi bastano per addolcirmi un pò e decido di salire in macchina.
" E comunque non ti porto a casa. Non riusciresti nemmeno a raggiungere la tua stanza da talmente sei ubriaca. E poi sono le due di notte."
" E dove mi porteresti? Non puoi portarmi da Meg. Abbiamo litigato." Dico con le lacrime che mi salgono agli occhi.
" Vieni da me. Mia mamma e mia sorella tornano domani mattina. Non preoccuparti. Non ti tocco, nemmeno con un dito. "
Non sapevo che James avesse una sorella. Ma non penso abbia la mia età, altrimenti l'avrei già conosciuta no? Nel caso dovesse essere di un'età più matura, spero vivamente non sia come lui.
James accende l'auto e ci dirigiamo verso casa sua.
" Comunque non sono più ubriaca." Dico appoggiandomi con la testa al finestrino.
" Urlarti contro mi ha fatto passare la sbronza." Vedo con la coda dell'occhio che ride. Io lo guardo storto e lui alza le mani in segno di scuse. Che stupido.
Mi addormento per i restanti minuti in macchina, fino ad arrivare a casa sua.

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