𝗖𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝟱

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Nella stanza regnava il silenzio assoluto, un silenzio quasi assordante per quanto non si udisse alcun suono o rumore.. a parte il respiro della ragazza che vi si trovava all'interno, la quale giaceva rannicchiata sul freddo pavimento bianco, così bianco da essere accecante alla vista - un po' come, d'inverno, la neve illuminata dal sole.

La giovane aprì lentamente gli occhi, ma non li richiuse di scatto quando le sue iridi incontrarono la forte luce abbagliante della stanza, anch'essa di un colore molto freddo.
Era benissimo a conoscenza che non era poi così normale un comportamento del genere.. se fosse stato qualcun altro non avrebbe reagito come lei e si sarebbe affrettato a serrare le palpebre lamentandosi del trauma che i suoi occhi avevano appena subito.. ma lei lo sapeva.
Lei sapeva benissimo che era speciale.

... speciale eh?
Ma lei non si considerava affatto tale.. o almeno, non si considerava speciale in senso positivo.
Non vedeva altro che sé stessa con.. quasi odio, come se essere nata con quella incapacità fosse come nascere con qualche importante mancanza fisica e/o mentale.
Béatrice considerava questa sua impossibilità come se le mancasse un tassello fondamentale, l'ultimo pezzetto del puzzle, quello che permette chiaramente di vedere ciò che è rappresentato, la completezza della sua immagine.
Lei era entrata nella white room proprio per questo, alla ricerca del tassello che completava l'opera, che completava sé stessa.
Era speranzosa di trovare quello che cercava, non le importava se le sarebbe costata la vita.

Dopo aver spalancato gli occhi color cremisi, la ragazza si tirò su a sedere per scrutare meglio la stanza in cui si trovava.
"È così noiosa" pensò, distorcendo la bocca in una smorfia delusa.
Sperava di trovare qualche tipo di intrattenimento una volta giunta lì ma ciò che si era presentato ai suoi occhi non era altro che una stanza totalmente vuota, dalle pareti e pavimenti totalmente bianchi, comprese le luci, così fredde da farle sentire il corpo rabbrividire dal freddo.

Béatrice sbuffò, poggiando successivamente le mani sul pavimento e facendo peso su di esse per alzarsi in piedi.
Non voleva pentirsi già della scelta che aveva fatto.. nella sua testa si diceva di aspettare, che il momento che tanto aspettava stava per arrivare, era proprio dietro alla porta... porta che non si distingueva in quel cubicolo, ma lei sapeva che doveva esserci per forza, sennò come era stata portata fin lì? quel varco, infatti, si spalancò subito dopo.

Una fanciulla dalla pelle molto chiara fece capolino da quella bianca porta metallica, sfoggiando il suo tenero e lieve sorriso.

Sembrava quasi albina, la sua pelle sembrava così pallida da non essere mai stata a contatto dal sole mentre i suoi capelli erano quasi bianchi, di un biondo estremamente chiaro.
D

i quella figura candida e bianca come un fiocco di neve risaltavano solo gli occhi azzurri e glaciali, quasi... freddi, senza alcuna luce.
Sembrava che dietro quelle iridi celesti si nascondesse qualcosa di estremamente pericoloso.

Ma Béatrice era troppo occupata a scrutare la ragazza da lontano, ammirando la sua bellezza, per accorgersi di ciò che la stava aspettando.

<<Stavi aspettando me, non è vero?~>> pronunciò la candida fanciulla facendo qualche passo all'interno della stanza.
La sua voce lieve ruppe il silenzio all'interno della stanza.

<<Alleluia qualcuno è arrivato, mi stavo annoiando a morte!>> sbuffò Béatrice, osservando la reazione dell'altra, che però non si scompose.
<<Certo che, hanno scelto pure una ragazza molto attraente>> si azzardò poi, avvicinandosi alla sconosciuta che aveva appena messo piede nella stanza.
Appena fu a pochi passi da lei, sollevò un braccio avvicinando la mano alla sua guancia, il suo intento era quello di accarezzarle il viso.

La giovane dagli occhi cremisi però non si aspettava che l'altra avrebbe respinto la sua mano con un sonoro schiaffo sul palmo di essa.
Il suono dell'impatto riecheggiò nel silenzio assordante, rompendolo nuovamente.

Ma Céline non aveva previsto che la ragazza davanti a sé non reagisse minimamente alla forte sberla che le aveva appena dato.
Rimanendo impassibile guardò la mano dell'altra, scorgendo il segno rosso della sua piccola mano sul dorso di essa.
Poco dopo i suoi occhi tornarono sul viso dell'altra, mantenendo il lieve sorriso che non aveva mai lasciato le sue labbra.

<<Oh, scusami non volevo>> mentì innocentemente.
<<Piacere di conoscerti, io sono Céline>> aggiunse, sempre sorridendo, accingendosi ad allungare la mano che ha appena colpito l'altra, verso quest'ultima.
Non aveva mai smesso di analizzare la sua preda.. dopotutto, doveva farla sentire in gabbia.
E lei era molto brava in questo.

Béatrice non sapeva come reagire ma, spontaneamente, allungò il braccio e strinse la mano della candida fanciulla che le si presentava di fronte.

Il sorriso della ragazza si fece più grande mentre provvedeva a stringere la presa e oscillare verticalmente il braccio.
Ma quella stretta di mano sembrava non finire più, i loro arti continuavano a muoversi dall'alto al basso.. la povera vittima non aveva notato, non aveva sentito, che Céline in realtà aveva serrato la mano così tanto da rendere la sua una massa informe.
Confusa, spostò gli occhi dal viso angelico dell'organizzatrice - volto così ammaliante da distaccarla dalla realtà - alla sua mano deforme stritolata da quella dell'altra.
Fu solo allora che con uno strattone, si liberò dalla presa della ragazza angelo, che così tanto "angelo" non si era affatto dimostrata negli ultimi istanti.
Ebbene sì, la sua bellezza ingannava.. eccome se ingannava.

<<Scusami di nuovo, non so controllare la mia forza>> finse di nuovo, forzandosi nel sembrare dispiaciuta e imbarazzata per l'avvenimento.
<<Come ti chiami?>> disse nuovamente dopo che la ragazza rimase immobile senza fiatare.

Béatrice non aveva intenzione di nascondere nulla, dopotutto era giunta fin lì per trovare ciò che le mancava.
Non avrebbe mai mentito e avrebbe fatto di tutto per essere stimolata a provare quella sensazione a cui tanto ambiva.
<<Mi chiamo Béatrice Leroux, sono giunta fin qui per ottenere ciò che sto cercando da molto tempo. Spero che voi riusciate a soddisfare questo mio desiderio>> disse, il tono serio con cui aveva parlato fece quasi scomparire il sorriso della candida fanciulla che aveva di fronte.

<<E cosa stai cercando, Béa?~>>

<<Voglio provare che cos'è il dolore>> rivelò.

Fu allora che gli occhi di Céline quasi si spalancarono e il suo sorriso si ingrandì sempre di più.
Quella asserzione era per lei come la più sincera dichiarazione d'amore, infatti il suo cuore si riempì di immensa gioia.
Non stava più nella pelle, il suo corpo minuto e delicato fremeva nel dimostrare amore ricambiando quello che la giovane dagli occhi cremisi le aveva appena manifestato.
Avrebbe fatto di tutto per ricambiare i suoi sentimenti infliggendole quanto più dolore possibile.

<<È la mia specialità>> ammise.
<<Qualsiasi sia la tua soglia del dolore, te ne farò provare quanto più possibile>> affermò.

Fu solo in quel momento che Béatrice realizzò che la ragazza che aveva di fronte le ricordava molto Lucifero, il principe e angelo più bello che fu poi fatto precipitare all'inferno.
Aveva capito che da allora in poi avrebbe avuto a che fare con un vero e proprio demonio.. ma ciò non le importava più di tanto, dopotutto la crudeltà che le sarebbe stata inflitta le avrebbe potuto rivelare la sensazione di dolore a cui tanto ambiva.

Era pronta, stava aspettando quel momento con tutta sé stessa e ora che aveva trovato qualcuno disposto ad aiutarla, stava solo all'altra compiere il miracolo.

<<Allora vado a prendere i miei bambini>> ridacchiò costei.
<<Ci vediamo tra poco~>> cantilenò successivamente, dirigendosi alla porta per, infine, uscire dalla stanza.

𝗧𝗵𝗲 𝗪𝗵𝗶𝘁𝗲 𝗥𝗼𝗼𝗺 ; Storia ad OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora