Cenerentola

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-Non vedi che non hai pulito qui?- mi chiese con superiorità una delle mie due sorellastre, facendo cadere "per sbaglio" un vaso.

Ace, la più brutta tra le due. Andava sempre in giro con un cappello da cowboy in testa, manco fossimo nel vecchio Far West. Mi stava rimproverando per una cosa che non avevo fatto. Dio, quanto la odiavo.

-Sei sempre così sciatta, tesoro caro. Ma non mangi mai?- domandò l'altra squinzia.

Questa si chiamava Rufy ed era una viziata assurda. Mangiava come un bue (se non un bue intero), ma non ingrassava mai. Sì, odiavo anche lei. Questa portava sempre con sé un cappello di paglia, meno sdegnoso da vedere.

-Forza, ragazze. Lasciate stare questa sguattera e andate a prepararvi, che stasera si va al ballo.

Ecco, l'ultima a parlare era stata la mia matrigna: Koala. Aveva sposato mio padre Sabo, ma dopo che questo era morto a causa di un incidente, lei mi aveva presa con sé. Quando mai l'avesse fatto.

In ogni caso quello di cui stava parlando era il ballo che il re Bepo aveva organizzato per il figlio e a cui erano state invitate tutte le giovani donne della contea. A quanto sembrava, il principe stava cercando moglie.

Io sarei tanto voluta andare... Però mi ero ritrovata a dover pulire tutta la casa, inoltre non avevo uno straccio di abito che andasse bene per l'occasione.

Sospirai e raccolsi i cocci del prezioso vaso di giada che quella sgualdrina di Ace aveva fatto cadere apposta.

-Sai, vorrei portare anche te... Però devi finire tutte le faccende, perciò non hai tempo. Mi dispiace tanto- disse cattiva la mia matrigna.

Intanto le mie due sorellastre brutte e pelose avevano sceso i gradini della villa tutte imbellettate nei loro splendidi vestiti colorati (e quell'orribile cappello da cowboy).

Mi salutarono contente e uscirono, così da salire sulla loro limousine, guidata da pegasi, e partire alla volta del palazzo.

Quindi lasciai andare la scopa e mi sedetti, appoggiata alla porta di casa. Non potevo credere di essere l'unica ragazza a non poter partecipare a quello splendido evento. Avrei tanto voluto conoscere il principe e magari, perché no, ballare un po' con lui.

-Ma tutto questo non si avvererà mai- dissi ad alta voce.

In attesa di una risposta che non arrivò, Mi guardai un attimo intorno e sospirai, quindi mi schiarii la voce con un colpo di tosse.

-Ho detto... Ma tutto questo non si avvererà mai.

Ancora niente.

Guardai in alto.

-Scrittrice, mi dai una mano o no?

Ah, sì. Scusa.

Quindi sentii una voce provenire dal nulla.

-Non ti preoccupare. Adesso ci sono io.

Mi osservai ancora intorno. A quel punto incrociai le braccia, spazientita.

-Dove sei?- chiesi.

-Giusto, giusto.

All'improvviso spuntò dal nulla, davanti a me, un tizio con i capelli verdi. Aveva un'espressione contrariata e una bacchetta magica in mano. Un paio di ali trasparenti partivano tra le sue scapole.

-Tu saresti la persona che dovrebbe aiutarmi?- quindi tornai a fissare il soffitto. -Seria?

Oh, è già tanto che ti abbia mandato qualcuno.

-Mpf, ho capito, ho capito. Quindi chi sei?

-La tua fata madrina. Mi chiamo Zoro e sono qui per far avverare il tuo desiderio- lo disse con un tono quasi scocciato, come se lo ripetesse tutti i giorni. -Mi ha mandato il telefono azzurro- concluse poi.

Lost: Bedtime Story // One PieceΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα