E' una qualunque mattinata noiosa. Sveglio la nonna, facciamo colazione, vado a fare compere e preparo il pranzo. Facile no?
- Abuela, yo voy a buscar leche, que la otra ha expirado! - la avviso, prendendo una borsa di tela, il taccuino e il telefono. Esco senza aspettare una risposta e scendo di corsa la piccola collina. Il vento sfrigola sulle orecchie e un senso di freschezza mi riempie i polmoni. Sono... sono... contenta...? Contenta?! Ok, è strano da dire, ma sì, sto bene per una volta.
Entro nella latteria con un bel sorriso stampato sul volto e i clienti abituali come me se ne accorgono. Mi metto in coda. Perché oggi è diverso? Perché oggi sto bene? Poi mi ricordo. O meglio, lo vedo.
Giacomo è alla cassa e sta tagliando dei pezzi di formaggio per una bella ragazza bionda, che gli sorride mostrando i denti bianchissimi. Oh, dio. Solo io posso dimenticare una cosa simile. Giacomo mi vede e mi si avvicina - Mel! Ma ciao, che ci fai qui? - l'unica cosa che mi esce dalla bocca è la cruda verità - I - i - io mi ero dimenticata che... ok, è assurdo che mi possa scordare una cosa simile. Io non mi ricordavo che eri tornato - lui scoppia in una risata fragorosa e mi passa un braccio sulle spalle. Si fa d'un tratto serio e mi guida sul retro del negozio.
- Papi, io parlo un attimo con Mel e poi arrivo, è - suo padre annuisce e si mette lui alla cassa. Usciamo fuori, in un posto abbastanza brutto, pieno di bidoni dell'immondizia e due auto.
- Come stai? - mi chiede dopo essersi seduto su uno di quei bidoni. Io mi accontento del marciapiede - Bene... tu? - non lo guardo.
- Io più o meno, è strano tornare qui dopo tanto tempo, sai? - dice guardando alle proprie spalle le montagne innevate.
- Quanto vorrei provare la tua stessa sensazione... - borbotto giocherellando con i lacci delle scarpe. Solo dopo mi accorgo che mi ha sentito. Lui sbuffa - senti, andiamo al dunque. Mi dispiace, ok? Non volevo andarmene - le bugia gli esce di bocca senza accorgersene. Allora io mi arrabbio - non volevi andartene? Quante volte mi hai detto che volevi andare in giro per il mondo? Quante? Andare a Camelot e vedere la fortezza di Artù. Solo che in quei piani io non c'ero, giusto? - lui non parla. Sono io a sbuffare allora. Faccio per andarmene e gli dico aprendo la porta - non so come i tuoi genitori ti possano perdonare - mi giro e lo fisso. Aspetto una risposta, ma non arriva - senti, vado a comprare il latte al supermercato che è megli...-
- non hai il diritto di perdonarmi - mi blocco di colpo - nessuno ce l'ha. Sono scappato perché mi mancavano i miei amici e sono andato a Milano - sbatto le palpebre scettica - sei andata da i tuoi due migliori amici lasciando la tua fidanzata, la tua casa la tua famiglia? E dove avresti vissuto per tutti questi anni? - apre la bocca per ribattere, ma lo blocco prima - davvero, non voglio le tue spiegazioni. Lascia stare - faccio per uscire ma Giacomo salta giù dal bidone e mi afferra il braccio con la grossa mano.
- lasciami spiegare almeno, Mel - mi supplica. Ora sono furiosa - Cazzate, Giacomo! Cazzate! Perché non mi lasci in pace? Ieri mi ero illusa, illusa che tu.. che tu.. Non so cosa pensavo, forse che ti avrei perdonato, che saremmo tornati amici e forse... Sai che quasi ci speravo? Mi rendo conto ora che volevo che tu non fossi tu. Volevo andarmene via quando la nonna fosse morta. Lasciarmi questa merda alle spalle. I ricordi, le foto, la solitudine... non le voglio ok? - lui mi fissa sconcertato - la solitudine? - chiede lui cercando la mia mano, ma io la ritraggo - Pensavi che io riuscissi a reinserirmi nella nostra classe dopo che sapevano che i miei amici erano scappati da me? Sai cosa mi era rimasto da fare nelle giornate? Sognarti - e me ne vado. Noto la congrega delle tre vecchie streghe che mi fissano dalla vetrina preoccupate. Non mi frega più niente, voglio fuggire. Voglio sparire. Voglio riuscire a mentire a me stessa dicendo che non tengo a Giacomo, che non penso costantemente a Luigi e a Linda. Li odio tutti.
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Perchè ti sogno ancora?
RomanceMel vive in un'orribile cittadina sperduta friulana. Sottomonte, si chiama. Mel, non vede l'ora di andarsene, come se ne sono andati Giacomo, Linda e Luigi, soprannominati Jack, Pulinda, e Luis, i suoi migliori amici. Infatti "Mel" non è il suo ver...