❁q - paradise❁

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[Revisionato e Riscritto]

pov's Yoongi
smut

perfetta, era l'unico aggettivo che mi veniva in mente dopo il termine di questa giornata.

era andato tutto liscio come l'olio, tutto tranquillo. la mattina, quando uscimmo continuammo per tutto il tragitto casa-bar, a stuzzicarci a vicenda,,  ridemmo molto, non lo posso negare, qualcuno potrebbe averci preso per degli ubriachi,, dopo la nostra intensa mattinata, pranzammo a casa di JungKook, così che entrambi, Jimin e il moro, si potessero conoscere meglio. andarono d'accordo più di quanto pensassi cazzo. mancava solo che mi cornificassero.

non presi parte a tutti gli scherzi, battutine, e discorsi insensati che fecero, preferii di gran lunga osservare la mia bestiolina ridere.
il suo sorriso, quel fottuttissimo sorriso, era la mia droga.
finito il pranzo, invece di andare a casa, lo portai a fare un giro in mezzo ai campi di fiori. ne raccolse un po', per farne un mazzo e regalarmelo dicendo esattamente questa frase «dei bellissimi fiori, per la persona più bella di tutti» ricordo che sorrisi molto, forse troppo, e lo baciai. quello era un bacio, in mezzo all'infinità di altri baci che ci dammo quel giorno.

al solo pensiero di quelle parole, le mie gote si tinsero di rosso, più rosso delle rose

eravamo giunti a casa, e da bravo ragazzo stavo aspettando che finisse di fare il bagno, aveva detto che ne aveva bisogno dopo un giornata stancante come questa. si, lo so, aveva la resistenza di un pulcino, che equivale a uno, da una scala da zero a dieci.

mentre sorseggiavo dell'acqua, lo sentii urlare dal piano di sopra «amoreee!» persi un battito, e quasi sputai l'acqua per terra «mi aiuti a lavarmi le ali?» poggiai in fretta il bicchiere di vetro sul tavolo, e con uno straccio mi asciugai la bocca

«arrivo!» risposi urlando, nel mentre salivo le scale. aprii la porta del bagno, addentrandomi in quella nuvola di vapore mista al calore. lo vidi seduto sulla vasca, immerso nell'acqua piena di schiuma,,  profumava di vaniglia

mi sorrise, notanto il mio sguardo soffermarsi sui suoi addominali, non avrei mai pensato che li avesse così scolpiti «mi sciuperai se continui a guardarmi così» disse ridacchiando, nel mentre mi faceva arrossire «mi puoi lavare la schiena adesso?» mi porse la spugna gialla, gocciolante e imbrattata di schiuma. annuì tirandomi su le maniche e andai dietro di lui, cominciando a lavare quella pelle, oramai, rossa per via del calore

«ti lavo pure le ali?» mugugnò un si e, con molta delicatezza, la mia mano sinistra andò a poggiare sulla sua ala sinistra, facendola stare tesa,,  bagnai la spugna, la strizzai, per poi portarla su quelle piume così tanto morbide, zuppe d'acqua, che io amavo tanto. ripetei la stessa procedura anche per l'altra ala, ma sta volta, senti un ansimo provenire dalla sua bocca
«Jimin?» lo richiamai.

lui si girò, poggiando le braccia sul bordo della vasca, posando poi la testa su di esse, intento a fissarmi con aria perversa «sai che...» disse quasi sussurrando «...noi angeli, abbiamo dei punti sensibili sulle ali? e se essi vengono toccati, ci eccitiamo da morire?»      cazzo.

mi sedetti a gambe incrociate, e a braccia conserte, osservandolo con aria infastidita «quindi mi hai detto apposta di lavarti le ali eh?» alzai un sopracciglio. ridacchiò annuendo «sei un piccolo pervertito sai?» portai il pollice sulle sue labbra, facendole schiudere un poco, avvicinandomi per far scontare le nostre gemelle, dando vita a un bacio umido, un misto fra amore, bisogno, e attrazione.

ci staccammo entrambi, fissandoci negli occhi «è il momento di asciugarsi no?» dissi portando due dita sotto il suo mento

«allora asciugami, daddy» affermò prima di stappare il tappo, facendo scendere l'acqua, alzandosi subito dopo. sentì una specie di calore, partire dal basso ventre. rimasi seduto per un altro po', mangiando con lo sguardo il suo bellissimo corpo nudo, e mille pensieri poco casti cominciarono ad affiorare alla mia mente

mi alzai, leccandomi le labbra «meglio che non mi provochi, babyboy. dopo te ne potresti pentire» mi avvicinai sempre di più al suo corpo bagnato, prendendolo per i fianchi e facendo scontrare la sua intimità, nuda, con la mia. ciò suscitò un ansimo da parte di entrambi

«dai daddy, asciugami» disse lui, con aria perversa, porgendomi un asciugamano «sono tutto tuo»

«sei sempre stato mio» risposi, prendendo fra le mani quell'asciugamani, cominciando a farlo scorrere, con delicatezza su tutto il suo corpo, asciugandolo con una lentezza straziante, per lui ovvio. nel mentre io asciugavo il suo bel corpicino, cominciò a torturarmi il collo, fra baci, morsi, succhiotti e parole che mi facevano eccitare ancora di più

ad un certo punto, buttai l'asciugamano da qualche parte, per terra, nel bagno. in un colpo secco, a palmi aperti, afferrai il suo bellissimo culo e lo baciai con foga,,  con un piccolo saltello mi ritrovai le sue gambe, ancora un po' bagnate, cingermi la vita, mentre le sue mani erano dietro alla mia testa, facendo comandare lui in quel bacio.

abbandonammo quel posto pieno di vapore e sensualità, per andare nella camera, dove vi era un letto matrimoniale. lo poggiai sul letto, non staccandomi da quel bacio, che si era fatto sempre più intenso. si era seduto sul letto, e con molta foga cominciò a slacciarmi la cintura dei pantaloni, aprendo poi la patta e facendoli cadere a terra. cominciò a giocare con l'elastico dei miei boker, facendo indurire la mia intimità ancora di più.

mi abbassai al suo livello, tornando a far combaciare le nostre labbra, che si erano staccate per un attimo, piano piano cominciai a sovrastarlo, facendoci finire in una posizione abbastanza comoda per me. i suoi capelli, ancora bagnati, poggiati sul cuscino mentre alcuni vi erano sulla sua fronte, la sua faccia arrossata, il petto che scendeva e si alzava in modo irregolare, la sua asta che si faceva sempre più dura, ogni volta che baciavo il suo collo.

cominciai a giocare con lui, baciandolo e mordendolo, lasciando una scia rossa, dal suo collo, al suo petto, al suo ventre, fino ad arrivare al suo interno coscia. fremette al mio tocco, delicato e sensuale. presi in mano il suo membro, e con molta lentezza cominciai a fare dei movimenti lenti, su di essa, nel mentre con l'altra mano tenevo giù una gamba, facendogli vari succhiotti qua e di la. ad ogni mio movimento, i suoi ansimi diventavano sempre più forti, facendomi capire che volesse di più.

«Y-yoongi~» disse con voce estasiata «f-fammi t-tuo. ne h-ho bisogno» disse fra un ansimo e l'altro. a quella frase sorridei e mi misi sulle ginocchia, lasciando a metà il lavoro che avevo appena cominciato.

mi tolsi si boxer, l'unico indumento che avevo ancora su. ansimai quando la mia grandezza venne a contatto con quell'aria strana che vi era fra noi. mi posizionai sulla sua entrata, ma prima di fare qualsiasi cosa gli sussurrai all'orecchio «faremo l'amore e ti farò sentire in paradiso» e con una spinta entrai in lui.

aprì la bocca dal dolore e portò la testa in dietro. tornai in dietro col bacino, e tornai dentro di lui. andai molto piano, cercando di farlo abituare, mentre ogni volta che lui ansimava io rilasciamo un gemito ancora più forte del suo.

«a-ancora» disse a fatica, e quello fu il mio via libera per cominciare ad andarci dentro, con più potenza e velocità. ad ogni spinta, andavo sempre più in fondo, andavo sempre più veloce. lo sentivo dire il mio nome, fra un ansimo e l'altro. e ciò faceva ansimare di più.

sentii le sue ali sotto di lui, muoversi con più foga, che strano farlo con un angelo, pensai, però era magnifico. lui era magnifico. questo era magnifico.

il minore portò le mani sulla mia schiena, cominciando a graffiarla, ma io non sentivo il dolore, anzi, mi faceva andare un estasi «c-ci sono qu-uasi» dissi aumentando la potenza.
a quelle parole cominciò a toccarsi, per autoprodursi piacere.

«vieni p-per me, daddy» disse in modo sensuale al mio orecchio, diedi un ultima spinta, e mi riversi dentro di lui, e lui sui nostri petti. entrambi urlammo il nostro nome. uscii da lui e mi buttai di fianco, con ancora il respiro irregolare.

ero messo di fianco, e no riuscivo a togliere il mio sguardo da lui, era così tremendamente secsi e cute.
si voltò verso di me, ansimando ancora, prima di affermare «mi hai fatto veramente sentire in paradiso»

sorrisi col fiatone, e lo baciai. trovammo una posizione comoda e cominciammo a coccolarci. io le avevo sempre chiamate coccole after-sex, e le amavo. anche lui le amava.

«Yoongi» richiamò la mia attenzione «ti amo tanto» disse quasi in un sussurro.

«ti amo anch'io Jimin»

𝑨𝑛𝑔𝑒𝑙𝑠𝑯𝑢𝑛𝑡𝑒𝑟 | yoonminWhere stories live. Discover now